Archivi annuali: 2005

Denuncia o pubblicità gratuita?

Repubblica.it ci dà notizia di una procedura di infrazione contro Telecom Italia presso l’Antitrust di Bruxelles a riguardo dell’ADSL. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Uno potrebbe pensare che la denuncia sia sui prezzi all’ingrosso troppo alti fatti ai provider alternativi, oppure sul passaggio di informazioni che casualmente ti fa chiamare da RossoAlice subito prima che ti attivino l’ADSL concorrente, o ancora sull’impossibilità di avere una linea ADSL se non si ha anche il telefono fisso con relativo canone. No. La denuncia è (a) perché il costo dell’ADSL in Italia è maggiore di quello che Telecom Italia fa in Francia e Germania, e (b) perché Telecom non ha ancora aggiornato le centrali telefoniche al sud.
Dite quello che volete, ma a me questa sembra semplicemente una mossa pubblicitaria. Già la logica di dire “la stessa procedura è stata aperta per i prezzi dei brani scaricabili da iTune in Regno Unito e nel resto d’Europa” fa ridere: un conto è scaricare software, un conto è tirare un doppino utente in giro per l’Europa. Sul (vero) problema dell’aggiornamento delle centrali, il guaio è nato con la privatizzazione, quando l’ultimo miglio non è rimasto in mano statale. Sono ragionevomente certo che costruire nuove centrali telefoniche costi troppo, e quindi non è strano che tutti gli operatori affittino o comprino l’ultimo miglio da Telecom; però a questo punto non si vede perché eventuali operazioni di miglioria della centrale stessa non debbano essere pagate da tutti gli operatori.

Ultimo aggiornamento: 2005-03-29 17:21

misteri USB

Ieri sera a un certo punto mi sono partite le porte USB del portatile. Non vedevano più nessun dispositivo. La cosa mi ha un po’ infastidito, ma visto che in fin dei conti mi ero appena preso un mouse con convertitore usb-ps2, e in uno dei miei momenti compulsivi mi ero anche comprato una scheda PCMCIA con due uscite USB2, non mi sono preoccupato più di tanto.
Adesso le porte funzionano di nuovo perfettamente. Sì, avevo ribustrappato anche ieri, che credete?

Ultimo aggiornamento: 2005-03-29 14:44

sogni

Può anche starmi bene sognare di essere in un posto – tipo campus universitario – che è sotto attacco da un esercito straniero, riuscire fortunosamente a scappare con alcuni compagni e poi iniziare a cercare di far perdere le mie tracce in modo piuttosto confuso. Da un sogno non mi aspetto una grande logica.
Ma sognare mio padre che dice di avermi sognato, e io che gli rispondo “anche io qualche volta ti sogno” (poi svegliarmi in piena notte quasi piangente, per i curiosoni) mi sembra troppo avvitato anche per me.

Ultimo aggiornamento: 2005-03-29 14:40

ladri di referrer

È da un po’ di tempo che alcuni siti stanno usando i referrer come sistema di pubblicità (poker e viagralike, generalmente), facendo in modo che vengano generati accessi alle pagine che sembrano provenire da quei siti in questione. La cosa mi sembra più che stupida fuori tempo: ormai chi mette i suoi referrer in linea? Però nell’ultimo mese ci sono stati una quindicina di questi siti, che io regolarmente elimino dalle statistiche.
Stamattina ho provato a vedere quali pagine vengono chiamate: per la maggior parte sono verso WordPress (no, io uso MT come piattaforma blog, ma c’è stata per un po’ un’installazione di prova non linkata. Eppure l’hanno trovata), e qui lo si capisce perché magari un bel bachetto da sfruttare lo si trova sempre. Ma ci sono anche altre pagine più “normali”. E tra i siti che mi contattano ce n’è uno messicano. Un PC zombie, o qualcuno che vende questi programmini per farsi pubblicità?

Ultimo aggiornamento: 2005-03-28 12:45

non expedit versione XXI secolo

Non capisco affatto perché tanta gente si sia lamentata che il cardinale Camillo Ruini, vescovo vicario di Roma, abbia espresso il proprio parere sui prossimi referendum riguardo la legge sulla procreazione assistita. Persino l’Associazione Amici della Bagna Caoda sentenzia qual è la sua posizione, vogliamo negarlo alla chiesa cattolica? Anche quelli che si lamentano delle sue affermazioni che l’Italia è un paese cattolico potrebbero cominicare più proficuamente a tagliare la visibilità mediatica di tutto quello che riguarda la gerarchia ecclesiale.
Nulla da dire ovviamente a riguardo della posizione cattolica contro le modifiche alla legge – anche se continuo a non capire il no alla fecondazione eterologa, che è sì peccato ma non certo eticamente peggio di un adulterio. Però l’affermazione “i cattolici non vadano a votare” continua a non andarmi giù. È indubbiamente evangelica (Luca: non 20:25, ma 16:8) ma a me la storia dell’amministratore scaltro continua ad andare giù poco. Lo trovo un barare.
Il guaio è che mi sa tanto che quasi nessuno si sia accorto che i partiti hanno trovato un ottimo metodo per depotenziare quella che era l’unica possibilità italiana di democrazia diretta. Per me la colpa iniziale è stata dei radicali, che hanno iniziato a chiedere firme per tutto, senza nemmeno pensare alle conseguenze: siamo arrivati così ai paradossi come quello di abolire il ministero dell’Agricoltura, scoprire dopo che in tutta la UE quel ministero c’era e anzi i ministri si riunivano regolarmente, e doversi inventare il ministero delle risorse agricole e forestali. Resta il fatto che l’aumentata disaffezione della gente alle votazioni, unita a quella particolare per i referendum, e alla scelta di date più adatte a gite fuori porta, rende molto più semplice dire “lasciate perdere, non votate” a chi non vuole cambiare la legge. Dato che per definizione la legge è passata con la maggioranza del Parlamento, ecco come si fa a mantenerla!
Continuo a rimanere dell’idea che occorrerebbe riformare la logica alla base del referendum, ancorandola all’effettivo consenso popolare. Aumenterei pertanto il numero di firme richieste, portandolo all’1.5% o al 2% degli elettori (750000 o un milione di persone: in fin dei conti nel ’48 il corpo elettorale era molto inferiore a quello odierno!), ma nel contempo sterilizzerei il quorum, ponendolo a metà dei votanti alle ultime elezioni politiche. In questo modo, chi non voterebbe comunque non viene conteggiato; ma chi non vuole esplicitamente votare al referendum potrebbe continuare a farlo, sapendo però di non potere contare sullo “zoccolo ignavo” per fare prevalere la sua tesi. L’unico piccolo particolare è che occorrerebbe una legge costituzionale per modificare l’articolo 75: ve la vedete voi?

Ultimo aggiornamento: 2005-03-28 12:34

Annicinquanta: nascita della creatività italiana (mostra)

Questa mostra, aperta fino al 3 luglio, stranamente non è ospitata alla Triennale ma a Palazzo Reale. Dico “stranamente”, perché generalmente è il tipo di roba fatta dagli “altri”… Vabbè, non importa. Siamo andati a vedere la mostra la vigilia di Pasqua, con Milano riempita da scozzesi in kilt e il tempo urfido della Milano primaverile. Sul fianco del Duomo si comincia a vedere un vagone di Settebello e alcune auto degli anni ’50, giusto come assaggio. L’interno della mostra è davvero bello, e merita i nove euro di biglietto di ingresso; perlomeno per chi come Anna e io abbiamo ancora fatto in tempo a vedere molti di quegli oggetti – si sa, duravano più a lungo… – e quindi abbiamo fatto una specie di amarcord. Nelle varie sale è mostrato di tutto, dall’architettura all’industrial design, al cinema, alla televisione – che permette anche di fare vedere cosa è successo in Italia e nel mondo in quegli anni, per mezzo di un filmato di RaiTeche – a moda e arte. Forse queste ultime sono state le sezioni più debolucce, con molte opere ma senza una vera spiegazione: i manifesti delle varie correnti pittoriche non dicono molto, ve l’assicuro.
Pur saltando le sale della Reggia che con i nuovi restauri se ne stanno in mezzo all’allestimento della mostra, ci abbiamo messo due ore a visitarla, e non mi sono nemmeno lamentato che ora di pranzo era passata da un pezzo: sicuro segno di interesse.
Piccola curiosità: non è stata rispettata la par condicio. C’erano infatti alcune realizzazioni di Sarfatti (padre), il fondatore di Arteluce. Mi stupisco non sia arrivato nessuno a polemizzare.

Ultimo aggiornamento: 2005-03-26 20:50

Continua la barzelletta delle liste

Martedì scorso il Consiglio di Stato ha sospeso l’esclusione della lista Alternativa Sociale dalle elezioni regionali del Lazio. La ragione? Non è che le firme raccolte fossero vere, ma la falsità delle medesime «non è stata accertata nei modi previsti dalla legge». Soluzione tipicamente italiana (summus ius, summa iniura), dove il giudizio deve essere per prima cosa formalmente corretto, e poi si può entrare nel merito.
Ma attenzione: l’esclusione è per l’appunto sospesa. Quindi, dopo le elezioni, si dovrà decidere se la Mussolini aveva o no diritto di partecipare, ed eventualmente invalidare le elezioni stesse. Anche qui non è detto che la cosa accadrà: essendoci un procedimento penale in corso, potrebbe capitare che il consiglio regionale venga insediato sub iudice, e che la sentenza definitiva arrivi… nel 2011, quindi dopo le elezioni successive. Mah.
Un paio di note a latere (sì, oggi mi sento latinista…). Non credo a chi parla di sentenze politicizzate: non ci credevo con quella del TAR, con Calabrò che subito è stato designato come presidente dell’Authority delle telecomunicazioni; né credo al titolone di due righe del Giornale della Famiglia B., che sorvola su quisquilie tipo l’approvazione in seconda lettura della riforma costituzionale per riferire subito che due membri del Consiglio di Stato sono stati capo di gabinetto per i ministri del centrosinistra. L’altra cosa è il lavorio di incollaggio dei manifesti elettorali. Ieri e oggi sono a Roma, e mentre andavo a cena ho visto i manifesti con l’elenco di liste e candidati, con un foglio bianco sopra la lista numero 3 (Alternativa Sociale) e senza l’indicazione del candidato presidente Mussolini. Adesso che faranno? appicchicheranno altri foglietti?

Ultimo aggiornamento: 2005-03-24 11:03

lavori di Pasqua

Stamattina ho dovuto di nuovo fare una levataccia per tornare giù a Santa Palomba, nonostante – o magari proprio per – l’avvicinarsi delle feste pasquali. In effetti ad esempio non c’era coda ai taxi della cooperativa, si vede che chi va in giro per lavoro si sta riposando.
In compenso a Linate l’impiegata del check-in ha fatto una smorfia quando alle 7:15 le ho presentato un biglietto per le 8. “Ma come?”, le ho fatto, “non mi dirà che c’è tutta quella coda al metal detector?” E lei: “adesso forse ce n’è un po’ di meno, ma stamattina dalle 5 c’è una folla incredibile”. Insomma, i vacanzieri pasquali.
Mi sono accinto di buon grado a fare il serpentone di coda avviluppato su sé stesso, e mi sono accorto che stranamente era relativamente veloce, e riusciva anche a ridursi di lunghezza nel tempo. Quando stavo per arrivare all’area dove in teoria dovrebbe iniziare la coda, ho capito la ragione. Un uomo in arancione ha detto al tipo davanti a me “se volete, una decina di persone può passare di là al controllo del varco di servizio”. Mentre lui faceva “gu?” io, che stranamente ero in un momento sveglio, mi ero già fiondato. Quando ti permettono di tagliare una coda, ti viene sempre una sensazione di gioia…
Stavolta è doveroso tributare il giusto riconoscimento agli uomini della SEA, che sono riusciti a trovare una soluzione valida e sicura.

Ultimo aggiornamento: 2005-03-23 15:30