Archivi annuali: 2005

manipolazione delle notizie

Ci sono tanti modi in cui farlo. Prendiamo liberoblog, di cui ho già (s)parlato in passato. Ogni tanto mi arriva un messaggio che dice più o meno “che fortunato che sei! abbiamo scelto un tuo articolo per il nostro bellissimo sito!”, della qual cosa non me ne può fregare di meno.
Solo che quando prendono un mio pippone che ha un titolo e un occhiello (per la cronaca, “Se il sondaggio su un’eventuale lista Prodi non è farlocco, se ne vedono delle belle “) e lo inviano con un altro titolo e un altro occhiello (la foto è di interesse nullo dal mio punto di vista) la cosa comincia a infastidirmi. Se poi la mia richiesta di cambiare titolo e occhiello finisce in /dev/null, mi comincio anche più a incazzare. Finirà che farò come DElyMyth che vieta loro di prendere i suoi articoli: tanto non mi serve certo pubblicità…

Ultimo aggiornamento: 2005-06-14 14:23

referendum

Non vorrete mica togliermi il pippone, vero? Tanto ci sarebbe stato in ogni caso…
Per prima cosa, il sì ha perso inequivocabilmente. Il 90% del 26% è meno del 23.5% degli elettori italiani: anche ammesso e non concesso che gli astensionisti volontari fossero andati in massa a votare no fino a toccare il quorum, non ci sarebbe stata la maggioranza di sì. Sarebbe stato necessario che alcuni di costoro avessero sbagliato a votare, e quindi il loro voto venisse contato come nullo: ma questa mi sembra onestamente un’ipotesi davvero fantapolitica.
Secondo: Ruini canta vittoria e ringrazia tutti, ma ha perso un’occasione di fare bella figura. E probabilmente la chiesa la pagherà con gli interessi.
Terzo: La sinistra ha mietuto quello che aveva seminato due anni fa con il referendum sull’articolo 18, per cui Fassino aveva chiesto l’astensione. Gli appelli al senso civico sono stati banalmente irrisi.
Quarto: Non avremo più referendum, immagino: per questo dobbiamo ringraziare i radicali.
Quinto: Chi ha vinto davvero sono i partiti. Tutti. Il popolo bue è stato così brillantemente obnubilato, che non avrà più la possibilità di dire qualcosa. Bel risultato, vero?

Ultimo aggiornamento: 2005-06-14 13:37

PosteItaliote

Dieci giorni fa è arrivata un’assicurata per Anna, e naturalmente ci è rimasto l’avviso di recapito. Fin qua nulla di male. Peccato che il nostro bell’ufficio postale del quartiere Isola, a cinquecento metri da casa, è in ristrutturazione, e quindi dobbiamo recuperare la posta all’ufficio Milano 40 in via Cappellini. Bene, stasera ho provato ad andare a ritirare la busta. Già l’ufficio è a due chilometri, vabbè. Arrivo qualche minuto prima della chiusura, prendo il numerino 383, guardo… e scopro che stanno servendo il 351. Ci sono tre sportelli abilitati, ma non al ritiro della posta inevasa: a tutte le operazioni postali, quindi all’invio di raccomandate e di pacchi ad esempio. Inoltre, non essendo quello un ufficio dedicato, non sanno nemmeno dove tenere la posta. La persona prima di me mi ha detto che ha fatto un’ora e tre quarti di coda.
Innanzitutto devo ringraziare pubblicamente quei tre poveretti agli sportelli: mi hanno consegnato la mia busta – ero l’ultimo, e fortunamente una quindicina di persone si era scocciata ed è andata via – venti minuti dopo la chiusura. Detto questo, mi chiedo come i loro capi possano essere così idioti da non avere immaginato il caos che sarebbe arrivato, e soprattutto non avere fatto nulla in due settimane. Sembra che forse domani attiveranno uno sportello apposito: ma è dal primo giugno che capita questo!

Ultimo aggiornamento: 2005-06-13 20:43

riparazioni

L’altro giorno il ferro da stiro ha iniziato a far scattare il salvavita a ripetizione. Risultato: buttato via il ferro e comprato uno nuovo, visto che Anna mi ha fatto notare “uno nuovo costa trenta euro: quanto ci costerebbe far riparare questo?”
Il ragionamento di per sé è corretto, ma continua a non piacermi. È possibile che non esista – o non sia pubblicizzato, il che poi è praticamente la stessa cosa – una “officina del pezzo rotto” dove si possa regalare questa roba e ci sia qualcuno che per diletto la ripara e poi la regala a sua volta? Per i PC ci sono gli hacker che fanno di queste cose, in fin dei conti.
D’altra parte è anche vero quello che mi dice Ugo: i componenti elettronici oramai hanno un prezzo tale che un kit fai-da-te inizia ad avere un costo comparabile a quello del prodotto acquistato made in China, il che non invoglia certo a mettersi a lavorare su… e poi ci si riempie la bocca con lo sviluppo sostenibile.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-13 16:32

Dilbertismo galoppante

Ieri sera eravamo a Monza a cena dai miei suoceri, e siamo passati in gelateria a comprare del gelato (lo so che in questi tempi postpostmoderni sembra il luogo meno adatto, ma tant’è).
Dovevamo pagare 6.58 euro. In un impulso in puro stile Dilbert, ho dato 52 euro e 10 centesimi. Allo sguardo perso della fanciulla, ho avuto un momento di rimorso e le ho detto “così mi deve dare 45 euro e mezzo di resto”, tanto i due centesimi non mi cambiano la vita. Nessuna reazione. Ripeto con più calma: niente. Arriva un’altra commessa, le dice “dai, faccio io”, vede i 52 euro e 10 e sbianca un attimo: poi si riprende e mi dà quarantacinque euri e cinquantadue centesimi, lasciandomi le mie monete.
Usciti, Anna mi dice “ma hanno fatto i conti giusti?” e io “No. Mi hanno dato due euro in più”. La prossima volta magari si fideranno di più di me :-)

Ultimo aggiornamento: 2005-06-13 15:04

la mia “vedelta”

Continuano i tentativi di phishing in italiano approssimativo. Stamattina la mia cartella spam aveva un messaggio dal titolo favoloso: “100 Euro per la vostra vedelta“. Per gli interessati, il link su cui cliccare per essere fregati è http://free.hostdepartment.com/j/jpxcnq2, mentre il testo del messaggio è
“Caro cliente,
Banca Intesa vi rimborsa per la vostra fedelta con 100 Euro. Prima di usare questo importo, dovete seguire il collegamento e usare il vostro Codice cliente e Codice segreto. Un operatore si mettera in contacto (sic!) con voi per confermare l’importo.”
Il tutto inviato a una decina di persone tutte nel campo To:.
Io come sempre mi diverto con poco: la mancanza dell’accento in “fedeltà” è abbastanza normale, ma la v al posto della f fa pensare a qualcuno di lingua tedesca, anche se l’indirizzo IP da cui proviene il messaggio (82.77.204.76) dovrebbe essere rumeno.
Chicca finale: il messaggio è scritto in html (per forza, altrimenti non si sarebbe potuto mettere il link al sito del phisher). Il titolo della pagina è … Banca di Credito Cooperativo. Si vede che hanno iniziato con poco e in un secondo tempo hanno pensato di lavorare più in grande.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-13 10:33

_Il violino, il soldato e il diavolo_ (teatro)

Ieri sera invece sono andato al teatro Verdi (in via Pastrengo, ha il grosso vantaggio di essere per noi raggiungibile a piedi) insieme ad Anna e a Roberta, per questa produzione del Teatro del Buratto “liberamente ispirata a L’Histoire du soldat di Igor Stravinskji”. Credo che Igor si sia rivoltato nella tomba.
Iniziamo dalle cose buone: gli attori (tutti mimi, anche il protagonista non parla mai) sono molto bravi, e il tecnico delle luci è fantastico. Ci sono anche delle idee carine, tipo i due giocatori all’inizio che partono dai dadi, proseguono con le stecche da biliardo, le mazze da golf e quelle da baseball fino a che non si ammazzano a vicenda, o la gioia del protagonista nel potere suonare il violino, o ancora la rappresentazione del diavolo. Ma nel complesso ci sono troppi punti oscuri o inutili, e la musica ha tolto tutto il bello di Stravinski, nascondendolo in mezzo a suoni più o meno cacofonici. Bah.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-12 13:28

Quo vadis, Baby

È molto raro che io vada al cinema. Devo proprio essere trascinato da Anna. (D’altra parte non guardo nemmeno molti film in dvd o in tv, non faccio preferenze). E quando ci vado non mi viene nemmeno in mente di recensire il film: l’ultima opera di Salvatores l’abbiamo infatti vista domenica scorsa.
Devo dire che non mi è dispiaciuta questa incursione nel noir, con una Bologna dove piove sempre quando non nevica, a differenza di una Roma solare. Certi “colpi di scena” sono di una prevedibilità assoluta, ma in fin dei conti io mi accontento di poco. La registrazione in alta definizione rende anche piacevole vedere il film al cinema, e la colonna sonora – a parte le incursioni del mio datore di lavoro con le risponderie… – è un bell’equilibrio tra impegnato e trash. Pollice su, insomma.

Ultimo aggiornamento: 2005-06-12 13:14