Archivi annuali: 2005

Brevetti software: per il momento stop

Il Parlamento Europeo ha bocciato quasi all’unanimità la direttiva sui brevetti software.
I più ottimisti dicono che i parlamentari europei si sono arrabbiati perché la Commissione non ha voluto tenere conto del loro parere; i pessimisti dicono invece che le multinazionali temevano che tra tutti gli emendamenti che erano stati proposti ne sarebbe passato qualcuno che in pratica le avrebbe messe in difficoltà, e hanno preferito convincere i loro lobbizzati a votare contro, per poter ripartire tra un po’ quando il chiasso si sarà spento. Per il momento, respiriamo.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-06 14:36

mozzarella globale

Oggi sono restato a pranzo in mensa. Ho preso una mozzarella (alternative possibili: crescenza), dell’insalata (oppure c’erano carote lesse), una micromela (micropesca) e una bottiglietta d’acqua. Hanno detto che ci sono stati problemi con la cucina: non che generalmente ci sia molto di più, intendiamoci.
Mentre mi centellinavo il mio lauto pasto, ho dato un’occhiata alla confezione della mozzarella (Galbani Santa Lucia, per onor di completezza): ho così scoperto che è stata prodotta… in Slovacchia. Nulla di illegale, né mi preoccupo dell’igiene o d’altro: resto solo basito.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-05 13:03

IVC

Il rito della ricezione della busta paga si è molto impoverito negli anni. Già il fatto di avere lo stipendio accreditato sul conto dà un brutto colpo; ma qui in TIM non esiste nemmeno il rito della consegna del foglio riassuntivo, che ci dobbiamo pigliare via internet. Va così a finire che uno non ci pensi nemmeno troppo su. Però venerdì mi ero ricordato di scaricare il pdf, ci avevo dato un’occhiata e avevo notato che dal 1. maggio (quindi già il mese scorso) il mio stipendio era aumentato: c’era infatti una voce ulteriore, “IVC”, per la bellezza di setteeuroecinquantatrécentesimi (lo scrivo in lettere, perché sembra un po’ di più). Sulle prime mi sono chiesto come mai non l’avessi notato il mese scorso, poi ho visto che questo mese avevo anche gli arretrati. Data l’entità della cifra, ammetto di essermene dimenticato.
Finalmente ieri pomeriggio prima di uscire guardo le comunicazioni aziendali in bacheca, e scopro che la sigla sta per “Indennità di Vacanza Contrattuale”, viene automaticamente erogata dopo sei mesi dalla scadenza del contratto (che in effetti valeva fino al 31 ottobre scorso) ed è pari per i primi tre mesi (dopo non lo so…) al 30% dell’inflazione progammata per quest’anno, immagino rispetto al minimo contrattuale.
Ad essere sincero mi sembra una presa in giro.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-05 11:15

l'innovazione va guidata

Leggo da un’Ansa che Alcatel, Ericsson, Nokia, Philips e Siemens lanciano un appello alla UE per “promuovere l’innovazione”. Per chi non l’avesse capito, questa “promozione” si otterrebbe solo evitando quelle noiose diatribe per evitare l’approvazione definitiva della direttiva per la brevettabilità del software. Infatti nel loro documento comune sottolineano “l’importanza accordata alla possibilità di brevettare delle invenzioni da applicare al computer”.
Da questo si deducono alcune cose. Innanzitutto, un telefonino è ormai un computer, nel caso qualcuno non se ne fosse ancora accorto. Inoltre – e questo è il punto che mi preme di più – non si vuole più definire l’innovazione come “qualcuno che ha una nuova idea” ma come “qualcuno ha brevettato l’idea”. Il brevetto costa soldi e soprattutto non è alla portata pratica di una persona qualsiasi. Cosa succederà, insomma? che le grandi società potranno scambiarsi tra loro le licenze d’uso dei brevetti come fossero figurine, e l'”innovazione” sarà limitata a quello che loro vorranno. Bel futuro, vero?

Ultimo aggiornamento: 2005-07-04 15:11

<em>War of the worlds</em>

(il titolo è in inglese non per un improvviso sussulto di filoalbionismo, ma banalmente perché ho visto il film in lingua originale)
Ieri sera ho commesso il grosso errore di andare a vedere il film. Intendiamoci, non che mi aspettassi molto, ma il risultato della serata è stato ancora peggio del previsto. Già l’inizio non è stato il massimo: a Milano città il film in versione originale esce solo all’Odeon, cioè da Silvio, e non mi sono accorto che la cassiera mi ha dato un euro in meno di resto. Poi la sala era piena, e ci siamo trovati un posto in seconda fila: fortuna che non soffro di crisi epilettiche.
Passiamo al film vero e proprio. L’unica parte in cui si rifà al romanzo di H.G.Wells è l’introduzione e il finale parlato, e se proprio vogliamo essere buoni l’avere i tripodi. La trama è assolutamente inesistente, e si può riassumere in “Tom Cruise riesce a sfuggire sempre a tutto quello che gli capita intorno”: tra l’altro, io non ho nulla in contrario alla suspension of belief, ma qua siamo ai livelli dei supereroi da fumetto, altroché! Certo, gli effetti speciali sono fatti molto bene, ma sapete quanto me ne può importare. Per i dialoghi, non posso dare un giudizio. La mia comprensione dell’inglese parlato è notoriamente molto bassa, a differenza di quello scritto: metà film è urlato o sussurrato, il che non mi ha aiutato certo.
Insomma, se non siete appassionati di effetti speciali potete tranquillamente fare a meno di vederlo.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-04 11:52

scarpe

Ieri è stata giornata di acquisti di scarpe. Ho iniziato di mattino (no, non “buon” mattino, era già tardi…) prendendomi finalmente un paio di Birkenstock. La scelta non è stata poi così lunga, visto che ho provato tre modelli diversi prima di fermarmi sul primo. Le infradito avranno reso tanto sexy il mio piede, ma non mi ci trovo a mio agio… Nel pomeriggio invece abbiamo sfruttato i saldi estivi e siamo andati fino a Monza dove mi sono aggiudicato un bellissimo paio di Clark verdi che avevo visto un mesetto fa e che comunque erano andate abbastanza a ruba, visto che erano rimasti pochi numeri…
Il mio guaio è che è vero che avevo poche paia di scarpe, ma è anche vero che io generalmente uso un algoritmo molto semplice per scegliere quali indossare: sempre le stesse. Vedremo il risultato stavolta.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-03 13:39

eliminare un’anomalia

Prima di trasferirmi a Milano, ho lavorato per quindici anni a Torino in Cselt (ora Telecom Italia Lab), quello che un tempo era il centro ricerche di Sip/Telecom e adesso non si sa più bene cosa sia. Il posto è sempre stato molto particolare: una delle particolarità è che da più di trent’anni la mensa interna è gestita dalla CAMLC, una cooperativa fondata dagli stessi lavoratori Cselt, che si erano stufati di una serie di gestori non esattamente interessati a fornire un servizio mensa. Nei primi anni della sua vita, i dipendenti Cselt andavano persino ai Mercati Generali ad acquistare le derrate: con gli anni, ci si è limitati a gestire la cooperativa, badando alla qualità del cibo e di chi ci lavora, senza dovere fare utili ma mantenendo il bilancio sostanzialmente in pareggio. La battuta che si faceva è “La CAMLC ha dato un nuovo significato alla frase «mangiarsi gli utili»”…
Purtroppo tutto questo probabilmente è giunto alla fine. Telecom Italia ha infatti improvvisamente mandato la disdetta del contratto di comodato per le due sedi della mensa. Voci di corridoio affermano che questa sia stata un’esplicita richiesta di CIR, che qualche anno fa vinse l’appalto per i ticket restaurant ai dipendenti del gruppo Telecom nel centro-nord e contestualmente la gestione di tutte le mense Telecom… eccetto le due gestite dalla CAMLC. Al tempo, Tilab era una società formalmente indipendente; adesso che è a tutti gli effetti una divisione Telecom, i già pochi margini di manovra si sono ancora ridotti.
Ci sono state assicurazioni verbali che i ventinove dipendenti della cooperativa verranno assunti da CIR e quindi non perderanno il posto, anche se sappiamo tutti come queste cose evolvono. Lunedì si terrà un incontro tra azienda e sindacato – che in teoria potrebbe avere voce in capitolo sulle mense aziendali, anche se il passaggio dal finanziamento diretto al ticket pranzo ha cambiato le carte in tavola. Parecchi soci della cooperativa chiedono se sia possibile prendere qualche iniziativa per scongiurare quella che in pratica segnerebbe la fine di questa esperienza. Io faccio il tifo per la CAMLC, visto che sono stato, oltre che naturalmente cliente della mensa, anche uno dei suoi amministratori: d’altra parte, ancora oggi ne sono socio e collaboro ad alcune delle iniziative collaterali gestite dalla cooperativa. Ma sono tristemente convinto che tutto questo sarà inutile: oggi le grandi società pensano solo al profitto, non certo alla qualità.

Ultimo aggiornamento: 2005-07-01 16:44

<em>Realware – la materia infinita</em>

[copertina]Rudy Rucker è un serio matematico – per quanto un matematico possa esserlo, chiaro – che si diletta anche a scrivere di fantascienza. Questo libro (Rudy Rucker, Realware – la materia infinita [Realware], Urania Mondadori n.1497 – aprile 2005, p. 346 € 3.60, ISBN 977-1120-528361, trad. Daniele Brolli e Margherita Galetti) è il quarto di una serie iniziata con Wetware, ambientata in un futuro non troppo lontano dove oltre agli umani ci sono i moldie, esseri artificiali ma senzienti… e a un certo punto arrivano anche degli alieni. La parte più interessante è però la matematica, anzi la geometria, buttata qua e là con noncuranza. Senza formule, non preoccupatevi… Io confesso di non avere letto i primi due volumi, quindi ogni tanto credo di essermi perso qualcosa, anche se ci sono molti rimandi. Ho letto cose migliori, ma non è che questo sia un libro da buttare via sdegnati. Però non mi aspettavo uno svarione simile dal Brolli: a pagina 78, si parla di una “orbita geosincronica ventidue chilometri sopra l’equatore”. Passi non usare il termine geostazionario, ma da Arthur Clarke in poi tutti gli appassionati SF dovrebbero sapere che sono miglia e non chilometri, e che sono ventiduemila

Ultimo aggiornamento: 2005-06-30 16:38