Archivi annuali: 2005

Sudoku

Passano le settimane, e inizio a vedere gente che ci gioca, non so se per disperazione, per assuefazione oppure perché effettivamente piace loro. In edicola si vede ormai di tutto. I settimanali evidenziano la presenza di schemi al loro interno, e fin qua nulla di strano. È apparso il primo numero di La settimana Sudoku, con la parola “settimana” scritta con un font che si avvicina il più possibile a quello della Settimana Enigmistica senza correre il rischio di essere citati per uso improprio di marchio. Ma è proprio la decana dell’enigmistica che stupisce maggiormente. Naturalmente non nella pubblicazione principe, ma nella “sottomarca” del Blocco Enigmistico, cui è allegato un fascicoletto “Mondo Sudoku”, che nella testata recita “originali dal Giappone – creati senza computer”. Magari avere uno schema direttamente dal Sol Levante può dare un certo qual piacere all’idea che possiamo confrontarci con i Creatori Primigeni. Ma non riesco a capire il gloriarsi al pensiero che gli schemi siano stati creati a mano, manco fossero un mobile da mettere in bella vista e di cui lodare le minuscole imperfezioni. O forse è la stessa ragione per cui non si riesce ad accettare la cultura in formato digitale.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-08 23:04

The New Discworld Companion

[copertina]La saga del Discworld ormai ha superato i trenta volumi, senza contare gli spinoff. Non è spesso semplice orizzontarsi in mezzo a tutti i personaggi che sono apparsi, e sono ragionevolmente certo che Pratchett stesso abbia ogni tanto qualche problema. Ecco forse una delle ragioni per cui ha accettato la proposta di Stephen Briggs per pubblicare questo libro (Terry Pratchett e Stephen Briggs, The New Discworld Companion, Gollancz 2004, pag. 472, Lst 6.99, ISBN 057075554) che raccoglie informazioni sui vari personaggi e luoghi del Discworld. Generalmente le informazioni sono tratte dai vari libri della serie, ma ci sono alcune aggiunte, come la descrizione delle sedi delle varie gilde. Non è certo un libro da comprare se non si è appassionati della serie: d’altra parte, se si è già riempito uno scaffale della libreria con la saga non sarebbe bello lasciarlo da parte.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-08 16:42

Il metabiglietto

In questi giorni ci sono state notevoli polemiche sulle code impossibili che si hanno per visitare gli Uffizi, dopo l’introduzione di un numero massimo di visitatori per giorno. Ieri, in un’intervista alla Stampa, il nostro ministro dei Beni Culturali, il giurisprudente Rocco Buttiglione, risponde così alla domanda su un possibile aumento del biglietto d’ingresso al museo:
«E’ probabile. Lo stiamo valutando: mi sembra una via utile. L’aumento del prezzo rallenta la domanda. E a chi mi obietta che così la cultura diventa per pochi rispondo che è un modo intelligente e pragmatico per evitare il degrado della struttura e aiutare la gente a fruire meglio del nostro patrimonio. L’uomo vive di pane ma anche di cultura e di arte. In Italia, invece, li si considera beni voluttuari, mentre dobbiamo spendere per valorizzare i nostri tesori».
Vorrei suggerire al ministro un sistema più semplice per ovviare al problema, senza dover costringere i poveri visitatori a fare un leasing per riuscire a varcare la porta del museo: organizzare una lotteria che assegni i biglietti. Lo slogan è già printo: “Un biglietto per il biglietto”. In pratica, lasciando fisso o magari addirittura abbassando il prezzo attuale, non si comprerebbe più il biglietto per l’ingresso, ma un biglietto che parteciperebbe all’estrazione dell’agognato diritto di visita. Si potrà così scegliere se tentare semplicemente la fortuna, o cercare di portarla dalla tua parte acquistando un buon numero di tagliandi. Pagando qualcosa in più si potrebbe anche considerare la possibilità del biglietto multiplo: visto che non si può pretendere che una famiglia di quattro persone si divida perché ha vinto soltanto un tagliando, una quota dei biglietti del giorno sarebbero messi in palio a pacchetti multipli. Infine, non potrebbe mancare il Mattarellum: il 25% dei biglietti sarebbero sempre venduti alla solita maniera, con bigliettaio e code, ma senza liste civetta.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-08 11:56

Zipping

Non è lo zapping, e fino a qua nulla di strano. Ma sfido chiunque a capire cosa sia leggendo la didascalia dell’articolo apparso ieri su ttL, il “Tuttolibri” de La Stampa:
Lo zipping è una operazione tecnica che trasforma le informazioni dal formato analogico al digitale.
Diamo per buona la parola “tecnica” che non c’entra un tubo e fa solo tanto fine. Il guaio è che lo “zipping” è quello che noi rovinatori dell’italiano chiamiamo “zippare”, insomma la compressione di un file senza perdita di dati. Ma chiaramente il file era digitale prima ed è digitale dopo: di analogico, anzi di illogico, c’è solo il testo della didascalia.
A onor del vero, il testo dell’articolo spiega correttamente il significato; peccato per chi “guarda solo le figure”.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-07 19:10

Non può essere risposto a.

Stavolta quelli che fanno phishing sembrano coreani, o almeno il sito che verrebbe contattato dal volpino che ci casca è www.withwith.or.kr/zboard/icon/formslogin.php.
Bisogna però essere tosti, per riuscire a comprendere un testo che parte bene, ma si perde per strada:
Recentemente abbiamo notato uno o più tentativi di entrare al vostro conto di BancoPostaonline da un IP indirizzo differente.
Se recentemente accedeste al vostro conto mentre viaggiavate,
i tentativi insoliti di accedere a vostro Conto BancoPosta possono essere iniziati da voi.
Tuttavia, visiti prego appena possibile BancoPostaonline per controllare le vostre informazioni di conto:
Ringraziamenti per vostra pazienza.
BancoPostaon.
----------------------------------------------------------
Non risponda prego a questo E-mail. Il E-mail trasmesso a questo indirizzo non può essere risposto a.

Anche il “BancoPostaOn.” non è male, vero?

Ultimo aggiornamento: 2005-08-07 18:17

la meccanica di precision

[la clip riparata] In una delle operazioni di imbranataggine nelle quali eccello, mi sono ritrovato con la clip del mio Zen Micro suddivisa in quattro pezzi, uno dei quali però – il pernetto che tiene ferma la molla – non era più in mano mia. Per fortuna è passato il mio amico Leo, che ha effettuato una riparazione da manuale, come si può vedere nella foto. Data la forma della clip, non ci si riesce a far male con il chiodino…
(nel mio piccolo, notate il supporto utilizzato per sollevare leggermente la clip :-) )

Ultimo aggiornamento: 2005-08-05 14:07

<em>Monstrous Regiment</em>

[copertina]Diventa sempre più difficile parlare di un libro di Pratchett senza ripetersi troppo e senza svelare la trama. In questo ventottesimo libro del Discworld (Terry Pratchett, Monstrous Regiment, Corgi 2004, pag. 494, Lst. 6.99, ISBN 0-552-14941-1) ci troviamo a Borogravia, un paese montagnoso e in genere sfigato che segue i dettami pazzi di un loro dio e che è in guerra con tutti i suoi vicini, e più precisamente sul punto di perderla. La protagonista è Polly, una ragazza che si traveste da uomo e si arruola per cercare suo fratello: non solo per amore fraterno, ma anche perché in quella nazione una donna non conta nulla. La storia ovviamente fa venire subito in mente l’Afghanistan: non svelo la trama – che è però meno coesa del solito, mi tocca dire – ma non c’è problema a svelare che i temi sono quelli delle differenze sociali tra uomini e donne e della vita militare. I collegamenti con gli altri romanzi del ciclo sono pochi: Sam Vimes con Angua, e William de Worde, il giornalista dell’A-M Times con il fotografo vampiro Otto Criek.
Non posso però esimermi dal citare la battuta che mi ha fatto piegare in due dalle risa, dopo qualche secondo per riuscire a capirla (chi vuole che gliela spieghi, mi scriva in privato). Polly è davanti a Vimes, in missione speciale, il quale dice “Ze chzy Brogocia proztfik!”, al che Polly lo guarda stupita. Il dialogo prosegue con Polly che perplessa chiede: “Perché mai ha detto che è un pancake alla ciliegia?” “Come? Non ho detto di essere un cittadino di Borogravia?” “No. Brogocia è un pancake, Borogvia la nazione”.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-05 11:20

RAI e conflitti

Pare – ma confesso di non essermi appassionato alla cosa – che Alfredo Meocci non possa fare il direttore generale della Rai, nonostante sia stato unto dall’Unto. Ragione? Ha fatto parte fino a quest’anno dell’Authority sulle Comunicazioni, e quindi non può fare il salto della quaglia.
Qualcuno mi dovrebbe allora spiegare come è possibile che l’ex presidente della Commissione di Vigilanza della Rai sia diventato presidente della Rai stessa.
Ma a dire il vero, non so se qualcuno ha notato quali sono stati i nomi proposti dall’opposizione: un Cattaneo bis e Leone (figlio di, anche se bisogna dire che è bravo di suo). Non esattamente dei Perikolosi Komunisti, ma a qualcuno non vanno bene.

Ultimo aggiornamento: 2005-08-05 10:38