Archivi annuali: 2003

rieccomi

Per la gioia dei miei ventitré lettori, rieccomi, reduce dal viaggio di nozze.
Lasciatemi svegliare un po’ e poi mi rimetterò a scrivere…

Ultimo aggiornamento: 2003-12-11 11:03

Le trasmissioni sono momentaneamente sospese

Non è un problema di stanchezza bloggettara, non preoccupatevi.
Più banalmente, domani mi sposo, e poi parto in viaggio di nozze. Tornerò l’11 dicembre, e fino ad allora non penso avrò molta voglia di collegarmi.
Se ci riesco, farò un diario del viaggio di nozze (almeno delle parti pubblicabili…) e lo metterò negli speciali; per il momento chi fosse in crisi può leggere il diario dei preparativi di questi ultimi due mesi e mezzo.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-14 12:50

<em>Napoli milionaria</em>

Siamo andati a vederla ieri sera al Piccolo; lo spettacolo era della compagnia di Luca De Filippo per la regia di Francesco Rosi.
Iniziamo dal testo. Eduardo è stato un grande. La struttura è standard, ma il modo in cui ha rappresentato la vita napoletana durante la guerra è davvero unico, con uno spaccato di vita che pare assolutamente naturale. Non faccio fatica a credere all’immediato successo alla prima rappresentazione, a marzo 1945 nella Napoli liberata da pochi mesi. Da un lato ci si immedesima in Don Gennaro, che torna dalla prigionia e scopre che non solo la vita è andata avanti, ma anzi chi è rimasto e si è arricchito con la borsa nera e i furti agli alleati non vuole nemmeno sentire più parlare di guerra; ma non si può non comprendere anche quell’altro punto di vista.
Ma a me quello che ha spiazzato è il finale. Gennaro sembra completamente vinto, non trattiene il figlio Amedeo che pure sa che verrà arrestato dal brigadiere, non si scompone nemmeno davanti al ragioniere finito in rovina a causa dello strozzinaggio di sua moglie, non dice una sola parola al compare di lei nel contrabbando. Eppure così vince; la famiglia torna ad essere il cardine della loro vita. Un punto sempre presente in Eduardo, non so se perché era un figlio illegittimo.
Due sole parole sugli attori per segnalarne la loro qualità. Il testo a volte sceglie esplicitamente di non dire ma lasciare intuire, e io seduto in penultima fila in balconata capivo… tranne qualche volta, a causa delle troppe parole napoletane. Io non ho studiato le lingue, è un mio limite.
Pubblico molto variegato. Sarà che ero abituato a riuscire a trovare posti solo il sabato, con me e Anna che eravamo di gran lunga i più giovani, ma ho notato un gran numero di ventenni. Quelli che continuano a mancare sono i miei coetanei, boh.
Un’ultima segnalazione: al bar interno, una bottiglietta d’acqua costa un
euro e mezzo. La bottiglietta, oltre ad essere austriaca (?), è da 25
centilitri. Non è un po’ esagerato?

Ultimo aggiornamento: 2003-11-14 11:47

Scorie nucleari

Causa strage dei poveri soldati italiani, è passata sotto relativo silenzio la notizia che il governo ha scelto un sito in Basilicata dove stoccare le scorie nucleari, tra le ovvie proteste locali.
Non sono abbastanza bravo da capire se in effetti il luogo è stato scelto correttamente, ma sono abbastanza fiducioso da immaginare che questa soluzione non sia peggiore di quella “federale” che sentivo proporre: venti piccoli siti, uno per regione.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-14 11:46

panem et circenses

Mercoledì 12, ore 8:50. Due camion imbottiti di tritolo a Nassiriya.
Ore 20:47. 6.901.000 italiani guardano Italia-Polonia di calcio.
Ore 20:54. 8.746.000 italiani su Canale 5 a sentire la versione di Greggio e Iachetti.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-13 15:09

Election Day

A quanto si legge in questi giorni, stavolta tocca all’opposizione volere evitare di abbinare il voto amministrativo dell’anno prossimo con quello europeo, perché sono convinti di perdere voti.
Io rimango dell’idea che occorrerebbe definire due date, una in primavera e una in autunno, per tutte le votazioni, dai referendum in su. E nel caso ci siano date scelte compiute più in alto, come appunto le elezioni europee, la legge dovrebbe prevedere uno spostamento automatico. E non mi si dica che le troppe schede confonderebbero gli elettori, per favore!

Ultimo aggiornamento: 2003-11-13 11:55

Libero, ma non gay

Libero di ieri mi ha un po’ deluso, devo dire. Tre pagine di accuse a Prodi me le ha messe persino La Stampa; e soprattutto di questo famigerato documento prodiano sui sogni dell’Europa non ha pubblicato nemmeno uno stralcio. Insomma, commenti sui commenti dei politici, un po’ di giusta ironia sulla parcellizzazione del centrosinistra in cinque gruppi parlamentari europei distinti, e nulla più. Anche l’inchiesta ripresa dal Giorno sugli stipendi dei calciatori lascia il tempo che trova, o meglio conferma quello che sanno tutti, che cioè il calcio italiano è fuori da ogni logica. Al limite si possono notare le punzecchiate al Cavaliere, che non vuole mettersi a fare il duro.
Ma c’è stata una grande caduta di stile. Nella pagina in cui si legge il titolone “Gli inglesi non credono a Carlo bisex” ci sono degli stelloncini a proposito del domestici della Casa Reale, e in uno si afferma che “a disposizione della regina ci sono un migliaio di dipendenti, per la maggior parte gay“. Notare che nel testo dell’articolo non v’è traccia di questa affermazione, tra l’altro. Vorrei proprio sapere dall’anonimo estensore di quel riquadro se è andato a fare un sondaggio personale, oppure ha delle fonti riservate; e soprattutto se c’è una qualche differenza tra le prestazioni (lavorative!) dei dipendenti e il loro orientamento sessuale.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-13 11:55

Italiani e Iraq

Non parlo di “italiani brava gente”, specie dopo che si è scoperto quali belle cose avessero fatto in Somalia: ma fino a prova contraria non penso che i soldati italiani abbiano fatto qualcosa di male, e la strage di oggi sia stata una “punizione”. Non più tardi di un paio di settimane fa notavo che gli attentati in Iraq erano sempre diretti contro gli americani, il che aveva un certo qual senso, se si vuole: loro sono stati gli invasori (nel senso che non se ne sono andati via subito…). Adesso sembra che le cose stiano cambiando.
Sto pensando alle famiglie di quei morti che sono andati per fare il loro dovere, e magari guadagnare qualche euro in più che hanno pagato troppo caro. E soprattutto senza avere l’idea di essere loro “i migliori”: ma non è servito loro a nulla.
Aggiornamento: Barbara mi fa notare che ci sono i morti sul lavoro – che quasi sempre non ottengono nemmeno le pagine nazionali dei giornali – che stavano facendo il loro dovere e guadagnavano anche di meno. Ha ragione.

Ultimo aggiornamento: 2003-11-12 16:35