Parigi 4: Benzina super

Ho notato nei distributori di benzina nelle autostrade francesi – come si sa, i distributori all’interno della città sono rarissimi – che esistono ancora le pompe di benzina super. Almeno, c’è scritto “super 97”, la pompa è rossa e non verde come le due benzine senza piombo (95 e 98 ottani), e via discorrendo.
Non mi sono messo a provarla sulla mia automobile, che in fin dei conti non è catalizzata; né la mia nulla conoscenza del francese mi ha permesso di chiedere lumi ai benzinai. Però mi è rimasto un dubbio: com’è che da noi non hanno chiesto deroghe sulla vendita della benzina “rossa”, e in Francia sì? i soliti misteri all’italiana?

il signor G non c'è più

Inizio le notiziole del duemilatre, dopo una settimana a Parigi, con la triste notizia della morte di Giorgio Gaber.
A capodanno, mentre si stava cantando “Lo shampoo”, si diceva con gli amici che cantare le sue canzoni era sempre una gioia. E non mi interessa sapere se fosse “di sinistra”, “di destra”, o chissà cos’altro: il signor Gaberscik, con le sue canzoni cantate con il suo “naso importante”, ci ha fatto sognare e pensare.

Negozi sabaudi

Ieri mattina sono passato da Moiso (negozio torinese d’antan, specializzato in caffè ma anche in cioccolato) a comprare un chilo e mezzo di gianduiotti da portare agli amici del Mariodanno.
La titolare, in vena di chiacchiere, mi chiede dove vado, e gli racconto del gruppo di amici italiani che si vede per Capodanno a Parigi. Le si illumina il volto, e mi chiede se questi amici hanno una macchina per il caffè. Certo, rispondo io, e anche di lusso! Allora mi prepara un sacchetto di caffè (in grani, perché altrimenti perderebbe l’aroma) e me lo offre, dicendo di portarglielo a nome suo.
Dite quel che volete, ma questa è una delle ragioni per cui Torino è meglio di Milano…

ancora sui Savoia

Pensavo che le dieci righe che avevo scritto fossero sufficienti. Invece ho visto ieri che La Stampa ha dedicato alla visita pagina 2, pagina 3, pagina 4 e pagina 5. Niente male, anche se è vero che le altre notizie del giorno erano bazzecole tipo l’approvazione della Finanziaria.
Continuo a non capire il motivo di tutto questo, né perché i giuggioloni avrebbero dovuto passare da Carl’Azeglio. E che ha fatto di male, poveretto?
Vabbé. Viva l’Italia!

i Savoia in Italia… no, in Vaticano

Commento rapidamente, su istigazione di Ugo.
Il nostro caro Vittorio (ah, oggi è il suo onomastico. Cattivoni, non gli avete fatto gli auguri?) Emanuele IV non sarà al massimo della forma, ma non è quello che gli impedisce di stare un po’ in Italia: il fatto è che sta ancora litigando per riavere soldi terreni e quant’altro che gli sono stati confiscati con l’avvento della Repubblica, e che lui considera Cosa Sua e non dello Stato italiano, monarchia o repubblica che esso sia. E allora non sta bene fare i giri turistici, perché bisogna tenere il broncio…

cicloturismo milanese

Ieri sera, mentre stavo tornando a casa, sono passato dalla stazione di Milano Porta Garibaldi a fare il biglietto del treno, e ho provato a passare – rigorosamente in bicicletta – dal cosiddetto “cavalcavia Eugenio Bussa”. Riconosco di averlo preso contromano, ma non è questo il punto. Non è nemmeno così importante che ci sia un parcheggio sopra il ponte. Chi è stato in Liguria è infatti aduso a queste cose, e poi di spazio ce n’era abbastanza, addirittura per metterlo a pettine: sono le rampe ad essere strettine.
Ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso è la pista ciclabile sul ponte. Sta sul lato sinistro del ponte stesso, non c’è – come dicevo – sulle rampe ma solo sul ponte vero e proprio, ed è a doppio senso di marcia. Sì. Garantisco che non esistono altri passaggi, tanto che per scendere ho pensato bene di fare un po’ di ciclocross. Insomma, ci viene permesso di fare le vasche sopra i binari di Porta Garibaldi, prima di scendere nell’unica direzione consentita. Mirabilie…

Ladri di biciclette 2

Le disavventure con la bicicletta torinese non sono bastate. Ma andiamo con ordine.
Ieri non è stata quella che si può definire un’ottima serata. Ero da Anna e stavamo guardando una videocassetta affittata da Blockbuster (“Il sarto di Panama”, per gli interessati. Mah, nulla di eccezionale) e mi ero sdraiato sul divano stiracchiandomi. A un certo momento sento il braccio caldo. L’avevo semplicemente messo sopra una candelina che bruciava, e ha pensato bene di bruciare anche la maglietta a maniche lunghe che avevo. Ottimo inizio, non c’è che dire.
Verso mezzanotte il film stava finendo, e abbiamo sentito suonare il campanello. Anna va a rispondere, e dopo un po’ termina il discorso con “va bene, scendiamo subito!” Riaggancia e mi dice che c’era sotto una pattuglia dei carabinieri, e che avevano tentato di rubare la mia bicicletta regolarmente legata al lampione sotto casa sua.
Scesi, vediamo che i tipi (questa volta se la sono svignata, quindi non c’è stato nessun problema nel non fare denuncia!) avevano usato delle pietre per cercare di rompere il lucchetto, dimostrando il loro esatto posto nella scala evolutiva. Hanno anche battuto per mezz’ora, ma casa di Anna dà nel cortile e quindi non avevamo sentito nulla. La fregatura è stata che la chiave era ormai inutilizzabile. A questo punto, dopo avere lasciato i miei dati ai carabinieri, decido che posso lasciare da Anna la ruota davanti, nella speranza che non infieriscano più almeno per questa notte. E’ anche vero che a vederla, non si darebbe nulla alla mia bici :-)
Oggi dopo pranzo comincia il calvario per recuperare la bici. Primo tentativo: vado alla vicina caserma dei carabinieri e gli faccio “non è che mi prestate un tronchese per tagliarmi il lucchetto?” Niente da fare. Peccato, perché avevano uno strumento da un metro, e doveva essere una gioia utilizzarlo.
Passo allora al piano B, e perdo 45 minuti e 20 euro per comprare al Brico un nuovo lucchetto e un seghetto per ferro. C’era anche un bel tronchese, ma non avrei poi saputo che farmene… A questo punto, rientro e passo l’ora e un quarto successiva a limare il lucchetto, nella parte di ottone che era già stata smangiucchiata dai ladri. Nel frattempo mi sono trovato non uno, ma due vicini che mi hanno raccontato della mezz’ora di colpi in due distinte fasi, e alla fine un idiota ha sbattuto contro la mia bicicletta mentre parcheggiava, dimostrando che i controlli della vista quando si rinnova la patente dovrebbero essere ripensati da capo.
E io che volevo reinstallare linux sul mio portatile, visto che non parte più! Temo sarà il mio simpatico compito di Natale…

gadget natalizi

Non so se avete notato, ma le “mode natalizie” di quest’anno sembrano essere due: i cappellini da babbo natale con le lucette rosse, e i babbi natale sull’esterno dei balconi, come se stessero entrando dentro. I cappellini sono disponibili da tutti gli extracomunitari, mentre non so se i babbi natale siano una peculiarità di Milano, dove ne ho visti già tre.
Quello che mi chiedo è chi è che decida a luglio cosa verrà venduto a dicembre. D’accordo la globalizzazione, ma qui stiamo semplicemente parlando di triste uniformità.