Per punizione perché ero uscito tardi dall’ufficio, sono stato mandato da Anna a prendere un po’ di affettati all’Esselunga mentre tornavo a casa.
Già che c’ero, ho comprato sei lattine di birra. La mia spesa consisteva quindi in sei lattine uguali, tutte messe in formazione “falange” davanti, e due sacchetti di carta.
Nella mia ingenuità, credevo che la cassiera schiacciasse i tasti “6x”, prendesse una lattina, la facesse passare sul lettore, e spostasse le altre cinque. La signora o signorina Rosalba, invece, si è peritata di far passare ciascuna lattina, forse per verificare che non avessi appiccicato su qualcuna un codice a barre diverso.
Però ho scoperto che il software delle casse dell’Esselunga fa un compattamento automatico: mi sono infatti trovato la voce “6x” nello scontrino, collassando pertanto i due universi possibili nello stesso flusso temporale.
Carabinieri in Iraq
Casualmente al Senato è stata approvata la mozione della maggioranza: non è nemmeno troppo strano che i due Grandi Vecchi (Andreotti e Colombo) abbiano avuto anch’essi il contentino dell’approvazione della loro mozione.
Solita parcellizzazione dell’Ulivo che però non è riuscito a superare il proprio record di mozioni separate: la fine subitanea di Bagdad deve averli ammosciati un po’.
Ma il vero divertimento è stato vedere la mozione Cossiga, l’ex amerikano che chiedeva di “astenersi tassativamente” dall’inviare militari, anche per operazioni di peace-keeping, coordinate dagli anglo-americani, almeno fino ad un pronunciamento del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Chi sono stati i pochi a votarla? Rifondazione, Verdi e correntone Ds.
Cascano anche i pochi punti fermi.
Non suonate quel pianoforte
Con perfetto tempismo, Ugo mi invia un articolo della Stampa in cui si legge che a una pianista è stato inibito con procedura d’urgenza l’uso del pianoforte, oltre alla quantificazione dei danni morali, biologici ed esistenziali procurati ai vicini di casa.
Beh, fortunatamente non dovrei suonare così tanto il mio piano da incorrere in queste ire. Però la cosa più preoccupante è che il “rumore” è stato misurato. Quello diciamo “di fondo” la domenica mattina era 37.9 dB, mentre quello con il pianoforte in più era 38.8 dB. Ora, guardando in giro ho scoperto che la soglia di “rumore fastidioso e molesto” è a 36 dB: mi chiedo allora se i vicini di casa inizieranno anche a far transennare le vie vicine per togliere gli ulteriori 2 dB fuori tolleranza…
(ps: stare vicino a un frigorifero ti dà 46 dB)
Scala
La guerra è finita
il pianoforte
"Prodotto per friggere"
E’ la roba in formato simil-Friol che mi sono trovato qui a Torino in casa. No, non c’era scritto “olio”. Però gli ingredienti sono solo oli vegetali, quindi dal mio punto di vista poteva essere chiamato tranquillamente olio (non “di semi vari”, perché c’è anche dell’olio di palma frazionato, e non credo che esistano i semi di palma)
Chi mi illumina?
Trenitalia: il solito trattamento
Ieri sera ho preso l’interregionale delle 18:20 da Milano, che avrebbe dovuto farmi arrivare a Torino Porta Susa alle 20:01.
Fino a Santhià, tutto regolare: leggi, “cinque minuti di ritardo”. Chiunque frequenti un po’ quella linea si sarebbe stupito del contrario. Da lì in poi, il treno ha iniziato a fermarsi dieci minuti prima di Livorno Ferraris: poi ha continuato amabilmente a fare un chilometro o due ai venti all’ora per fermarsi nuovamente qualche minuto. L’ultima sosta prima di Castelrosso, dove abbiamo potuto ammirare un altro regionale sulla diramazione per Asti fermo anch’esso, senza purtroppo riuscire a trovare un sistema per comunicare con gli altri poveretti.
Motivo di tutto questo? non è lecito saperlo. Una qualunque azienda seria avrebbe fatto in modo di dare qualche informazione, ma Trenitalia probabilmente ritiene di adempiere alle istanze di comunicazione con le sue campagne pubblicitarie. Quello che posso escludere è che ci fosse un problema al locomotore: dopo Chivasso il treno è ripartito come nulla fosse.
Una chicca finale che la dice lunga su come vengano gestite queste cose, forse perché sono la normalità. Mio fratello, poverino, era arrivato in stazione ad aspettarmi alle 20:30, dopo che gli avevo comunicato il ritardo presunto. Bene, venticinque minuti dopo l’orario ufficiale di arrivo il tabellone elettronico indicava che il povero interregionale aveva… venti minuti di ritardo, mentre noi lì sopra stavamo a guardare l’altro treno prima di Castelrosso.
Penso che chiunque avrebbe intuito che anche senza ulteriori intoppi ci sarebbero voluti altri venti minuti per arrivare, e quindi avrebbe indicato il ritardo presunto di 45 minuti: ma a Trenitalia devono essere convinti che nella pianura padana ci siano dei tunnel spaziotemporali per superare la velocità della luce…