La scomparsa del Bufferin

Per abitudine, io prendo l’acido acetilsalicilico non sotto forma di aspirina come fanno tutti, ma come Bufferin. Visto che poi non uso più di quattro o cinque pastiglie l’anno, non è che gli acquisti siano così frequenti: ma la confezione è quasi finita, e così sono andato in farmacia per comprarne un’altra.
Sono andato in due posti diversi, ed entrambi i farmacisti hanno detto “subito”, si sono diretti al cassetto dedicato, hanno guardato, sono tornati al PC, hanno guardato anche là e mi hanno detto “Mi spiace, è indicato come mancante”. Ho chiesto se non lo fanno più, e mi hanno risposto “no, semplicemente non viene spedito”.
Ma che succede? Chi è il misterioso accaparratore che blocca tutti i camion e impedisce le consegne? Hanno forse scoperto che la combinazione del Bufferin e chessò l’Acqua Brillante Recoaro è una droga meglio che l’ecstasy?

Non è solo Repubblica

Ho sbertucciato in passato Repubblica per i suoi sedicenti “articoli scientifici”, e posso ragionevolmente immaginare che continuerò a farlo. Ma mi sembra giusto fare notare che anche all’estero non è che se la passino così bene. Prendiamo questo articolo del Guardian. Già il titolo parte sul sensazionalista: “Il sacro Graal matematico può portare un disastro a Internet”. Poi scopri che stanno parlando delle possibili dimostrazioni della congettura di Poincaré e dell’ipotesi di Riemann, anche se sono “troppo difficili per essere spiegate”; e che quest’ultima “dovrebbe darci una comprensione migliore di come funzionino i numeri primi, e quindi potrebbe essere tradotta in qualcosa che produrrebbe uno «spettrometro primale»” (un fattorizzatore veloce, nel pittoresco gergo usato nel corso dell’articolo) che ovviamente distruggerebbe tutto il commercio elettronico.
Mentre è vero che se si troverà un sistema per fattorizzare velocemente i grandi numeri le conseguenze per tutti i sistemi di cifratura attuali saranno gravissime, l’ipotesi di Riemann non c’entra per nulla, visto che dà solamente una misura statistica di come i numeri primi sono distribuiti: per la precisione, migliora la misura che abbiamo già. Però se non si parla di Internet e dei suoi pericoli, chi si mette a leggere l’articolo?

“Non sapevo fosse reato”

Trafiletto sul dorso milanese del Corsera odierno. Un immigrato egiziano, accusato di avere picchiato la moglie e il figlio, afferma «Apprendo ora che qui in Italia è reato, ma nel mio Paese si usa picchiare le donne».
Prima di urlare all’arabo paleolitico, consiglierei di leggere tutto l’articolo. Si scoprirà così che la denuncia è arrivata dai vicini di casa che hanno sentito le urla della donna; lei però non ha mai sporto denuncia, nonostante fosse picchiata da almeno due anni (vabbè, visto che hanno un figlio di dodici anni mi chiedo cosa sia successo tutto a un tratto, ma la cosa ci porterebbe fuori).
A me piacerebbe sapere se la signora ha sempre taciuto per paura del marito o se, come temo, era anche lei intimamente convinta che il suo marito avesse questo diritto. Se il caso è quest’ultimo, il problema diventa ancora più complicato. Non puoi certo cambiare quello che le persone credono per mezzo di una legge, né possiamo immaginare che concetti che da noi sono in fin dei conti entrati nel senso comune da pochi decenni – e forse nemmeno tanto – siano immediatamente riconosciuti.
Mi viene in mente l’Iraq. A parte quello che a me sembra banale, e cioè che non puoi immaginare che una forza di occupazione sia vista come “portatrice di libertà”, come si può concepire che il tuo stile di vita debba essere automaticamente portato come modello da copiare alla lettera? Sarà, ma mi sembra una trasposizione al ventunesimo secolo dei colonialisti, i danni dei quali conosciamo perfettamente.
PS: non vorrei avere dato l’impressione che io sia d’accordo coll’avere il diritto di picchiare la moglie! Per fare un altro esempio con una notizia più “leggera” di oggi: due donne mussulmane che volevano fare il bagno in piscina in chador sono state allontanate per ragioni di igiene, e il locale rappresentante della comunità mussulmana ha commentato che occorrerebbe avere piscine separate per uomini e donne. Dal mio punto di vista non trovo nulla che non vada, basta che la piscina monosesso non sia finanziata pubblicamente.

escalation condominiale

Quando siamo rientrati dalle ferie, abbiamo trovato un “simpatico” cartello appiccicato alla bacheca del condominio, dove veniva scritto che il regolamento del condominio e il buon senso vieta di fare schiamazzi dopo le 20 di sera.
Il regolamento di condominio non dice nulla del genere, se vogliamo essere sinceri: parla di non spostare mobili e azionare elettrodomestici. Ma è molto più interessante pensare al “buon senso” di chi ha appiccicato quel foglio spalmando di silicone tutto il vetro della bacheca, in modo da rovinarlo completamente.
Ad ogni buon conto, ieri sera Anna con la vicina del primo piano (giusto perché i dirimpettai erano tornati tardi da lavorare, e quindi non sono potuti aggiungersi alla gioiosa processione) è andata dai carabinieri a sporgere denuncia contro ignoti (per atti vandalici).
Stasera appendo copia della denuncia sopra la bacheca, in maniera certamente più reversibile del non così ignoto vandalo. Visto che il quieto vivere non è servito a molto, forse è meglio fargli capire che non abbiamo troppi problemi a giocare anche noi.

Que viva wireless

È stata dura, ma alla fine sono riuscito a far funzionare l’accesso wireless alla LAN. Gli è che la schedina che ho è datata 2001, e probabilmente non è in grado di crittare dati a 128 bit. Mettendo tutto a 64 bit, è una gioia…

Nuovo tipo di spammatore del blog

Ho notato che nell’ultima settimana c’è un simpatico figlio di buona donna che si connette dall’indirizzo IP 66.98.210.44, prendendo un messaggio a caso e usando come referrer un blog a caso, giusto per poter bypassare un eventuale blocco sui commenti e poter postare – immagino, avendo chiuso i commenti a tutti i vecchi post si è sempre beccato una spernacchiata – la sua rumenta.

Fahrenheit 9/11 (film)

È un film biecamente di parte, e lo si vede in certe scelte fatte, che non si possono esattamente definire oggettive. Non credo che potrà far cambiare idea anche solo a una persona su cosa è successo. Ma che importa? Ritengo che sia comunque necessario che la gente abbia la possibilità di conoscere le cose, a differenza di quanto cercano in genere di fare i media. E forse Michael Moore ha persino mancato, quando ad esempio non ha provato a chiedersi e chiederci “ma dove è stato Giorgino Doppiavù nelle ore seguenti la notizia dell’attentato alle Torri Gemelle”? (vorrei saperlo anche io)
I due tempi in cui il film è diviso sono molto differenti tra loro: nella prima parte rimane molto più sul comico – strabilianti le immagini delle espressioni del Giorgino nei minuti immediatamente successivi all’attacco – e ci fa pensare che la nostra repubblichetta delle banane non è poi un caso così isolato. Il secondo tempo è molto più crudo (ma non è così la guerra in Iraq?).
Trovo ottima la scelta di avere solo tradotto la voce narrante, e sottotitolati tutti i vari interventi, che erano tra l’altro pronunciati in modo comprensibilissimo. Un’altra possibilità per noi di capire un po’ di più gli americani.

assalto post ferie agli ipermercati

Ora, capisco che sono tutti tornati dalle ferie. Non faccio fatica a immaginare che la memory stick USB 256 MB in offerta a 59 euro e novanta sia sparita prima che riuscissi a passare all’ipermercato di fiducia. Capisco anche che non è impossibile non riuscire trovare una schedina wireless PCMCIA: la nuova moda di navigare seduti al cesso rende necessari certi acquisti.
Ma com’è possibile che siano riusciti a terminare i trasportini per gatti in offerta? Partono tutti adesso a settembre?