Non è lo zapping, e fino a qua nulla di strano. Ma sfido chiunque a capire cosa sia leggendo la didascalia dell’articolo apparso ieri su ttL, il “Tuttolibri” de La Stampa:
Lo zipping è una operazione tecnica che trasforma le informazioni dal formato analogico al digitale.
Diamo per buona la parola “tecnica” che non c’entra un tubo e fa solo tanto fine. Il guaio è che lo “zipping” è quello che noi rovinatori dell’italiano chiamiamo “zippare”, insomma la compressione di un file senza perdita di dati. Ma chiaramente il file era digitale prima ed è digitale dopo: di analogico, anzi di illogico, c’è solo il testo della didascalia.
A onor del vero, il testo dell’articolo spiega correttamente il significato; peccato per chi “guarda solo le figure”.
Non può essere risposto a.
Stavolta quelli che fanno phishing sembrano coreani, o almeno il sito che verrebbe contattato dal volpino che ci casca è www.withwith.or.kr/zboard/icon/formslogin.php.
Bisogna però essere tosti, per riuscire a comprendere un testo che parte bene, ma si perde per strada:
Recentemente abbiamo notato uno o più tentativi di entrare al vostro conto di BancoPostaonline da un IP indirizzo differente.
Se recentemente accedeste al vostro conto mentre viaggiavate,
i tentativi insoliti di accedere a vostro Conto BancoPosta possono essere iniziati da voi.
Tuttavia, visiti prego appena possibile BancoPostaonline per controllare le vostre informazioni di conto:
Ringraziamenti per vostra pazienza.
BancoPostaon.
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Non risponda prego a questo E-mail. Il E-mail trasmesso a questo indirizzo non può essere risposto a.
Anche il “BancoPostaOn.” non è male, vero?
la meccanica di precision
In una delle operazioni di imbranataggine nelle quali eccello, mi sono ritrovato con la clip del mio Zen Micro suddivisa in quattro pezzi, uno dei quali però – il pernetto che tiene ferma la molla – non era più in mano mia. Per fortuna è passato il mio amico Leo, che ha effettuato una riparazione da manuale, come si può vedere nella foto. Data la forma della clip, non ci si riesce a far male con il chiodino…
(nel mio piccolo, notate il supporto utilizzato per sollevare leggermente la clip :-) )
<em>Monstrous Regiment</em>
Diventa sempre più difficile parlare di un libro di Pratchett senza ripetersi troppo e senza svelare la trama. In questo ventottesimo libro del Discworld (Terry Pratchett, Monstrous Regiment, Corgi 2004, pag. 494, Lst. 6.99, ISBN 0-552-14941-1) ci troviamo a Borogravia, un paese montagnoso e in genere sfigato che segue i dettami pazzi di un loro dio e che è in guerra con tutti i suoi vicini, e più precisamente sul punto di perderla. La protagonista è Polly, una ragazza che si traveste da uomo e si arruola per cercare suo fratello: non solo per amore fraterno, ma anche perché in quella nazione una donna non conta nulla. La storia ovviamente fa venire subito in mente l’Afghanistan: non svelo la trama – che è però meno coesa del solito, mi tocca dire – ma non c’è problema a svelare che i temi sono quelli delle differenze sociali tra uomini e donne e della vita militare. I collegamenti con gli altri romanzi del ciclo sono pochi: Sam Vimes con Angua, e William de Worde, il giornalista dell’A-M Times con il fotografo vampiro Otto Criek.
Non posso però esimermi dal citare la battuta che mi ha fatto piegare in due dalle risa, dopo qualche secondo per riuscire a capirla (chi vuole che gliela spieghi, mi scriva in privato). Polly è davanti a Vimes, in missione speciale, il quale dice “Ze chzy Brogocia proztfik!”, al che Polly lo guarda stupita. Il dialogo prosegue con Polly che perplessa chiede: “Perché mai ha detto che è un pancake alla ciliegia?” “Come? Non ho detto di essere un cittadino di Borogravia?” “No. Brogocia è un pancake, Borogvia la nazione”.
RAI e conflitti
Pare – ma confesso di non essermi appassionato alla cosa – che Alfredo Meocci non possa fare il direttore generale della Rai, nonostante sia stato unto dall’Unto. Ragione? Ha fatto parte fino a quest’anno dell’Authority sulle Comunicazioni, e quindi non può fare il salto della quaglia.
Qualcuno mi dovrebbe allora spiegare come è possibile che l’ex presidente della Commissione di Vigilanza della Rai sia diventato presidente della Rai stessa.
Ma a dire il vero, non so se qualcuno ha notato quali sono stati i nomi proposti dall’opposizione: un Cattaneo bis e Leone (figlio di, anche se bisogna dire che è bravo di suo). Non esattamente dei Perikolosi Komunisti, ma a qualcuno non vanno bene.
e cadde il silenzio
Ieri le nostre gatte hanno lungamente espresso il loro sdegno per la pappa che le avevamo dato (una scatoletta di Petreet), e la più querula delle due (Ariel) ha rovinato per tutta la giornata i timpani ad Anna.
Ieri sera, arrivato a casa e accolto da una serie di miagolii incazzosi, sono andato in cantina a recuperare il trasportino: oggi infatti le giovani micie andranno a fare le ferie al mare dai genitori di Anna. Non vorrei dire, ma alla vista del famoso strumento di tortura Ariel si è immediatamente zittita.
macchinette del caffè
Con il primo di agosto, nel pieno rispetto delle norme interne Telecom per complicare la vita a tutti, qui a Rozzano è cambiato il gestore delle macchinette per caffè, bibite e simili. Abbiamo così ordinatamente pagato per la nuova chiavetta, e verificato di persona l'”aggiustamento” dei prezzi. Risparmieremo ben il dueemmezzopercento sulla lattina di cocacola, ma in compenso il caffè costerà il 4% in più, e fin qui ci si può anche stare, e la bottiglietta d’acqua passerà da 23 a 28 centesimi, oltre il 21% in più.
Ma quello che mi dà davvero fastidio è che con queste macchinette che sembrano nuove di pacca i gelati continuino ad essere esauriti: e soprattutto che oggi pomeriggio infilo la chiavetta, pigio il pulsante per un caffè macchiato, sento lavorare la macchina… e mi trovo un bicchiere con un po’ di zucchero dentro. Niente acqua, niente caffè, niente bevanda al gusto di latte. Tutto questo dopo tre giorni. Iniziamo bene…
e noi, a queste cose, ci teniamo!
Continuiamo a parlare di acqua. A Radio Superhit, intorno alle 9:15 e alle 18:15, mandano in onda uno spot dove Giampaolo Furia parla – per tre minuti tre, e vi assicuro che sono tanti – del rivoluzionario sistema Idros Jet by Kenwood, che permetterà di avere “acqua pura microfiltrata, refrigerata e addirittura gasata”. Il nostro amico Giampaolo si dilunga a spiegare i grandi risparmi, anche se non so esattamente quali bottiglie d’acqua minerale costino un euro al litro come lui sembra ammiccarci. Ci spiega che non si tratta di osmosi – che tanto per l’ascoltatore quadratico medio è una parola come un’altra – ma appunto di “microfiltrazione”, la variante anglofila del microfiltraggio. Ci comunica che “solo oggi” a chi comprerà questo portentoso ritrovato della tecnica verrà regalata una macchina per il caffè con due mesi di caffè gratis. Ci ricorda che l’apparecchio è autorizzato dal Ministero della Sanità (sì, sarebbe il Ministero della Salute, non state a sottilizzare), con lo slogan che ho usato come titolo. Ci ripete più volte lo slogan ufficiale: “tutta l’acqua che vuoi, come e quando vuoi”.
Bene. Tralasciamo il fatto che a me la microfiltrazione fa venire in mente il famigerato latte Frescoblù di Parmalat, un tentativo di Calisto Tanzi di spacciare per fresco del latte che poteva anche avere due settimane. Però mi suona un po’ strano che il numero telefonico da loro citato più volte (051.681717) sia riservato, o almeno non risulti da una ricerca su paginebianche.it. In effetti esiste il sito, e c’è un logo che assomiglia a quello della Kenwood (inteso come elettrodomestici da cucina, non come elettronica d’ascolto). Ma sicuramente i più attenti di voi avranno notato che la K della Kenwood originale è bicolore, e non tutta rossa come il succedaneo italiano. Del resto, Kenwood è del gruppo De Longhi, e non avrebbe molto senso usare il nome britannico, salvo che per dire “inglisc is biutiful”. Ma anche nel sito ufficiale ci sono tante belle informazioni, ma nessun prezzo: come spiegato, «Idros Jet non lo trovate nei negozi e non si acquista on line. L’acquisto avviene con contatto diretto tra noi e voi»… il tutto con immagine di stretta di mano.
Sono prevenuto, lo ammetto.
(per completezza aggiungo che non ho dubbi che l’apparecchio funzioni come indicato: io mi occupo dello stile)
Aggiornamento: In effetti, sotto il logo della Idros il logo della Kenwood è corretto. È possibile che la colpa della colorazione sbagliata sia del web designer.