In che mondo viviamo

Su in montagna c’era un vecchio numero di Dipiù di fine luglio, che mia mamma ha detto di avere preso in treno quando una signora l’aveva lasciato scendendo, “per vedere cosa legge la gente”. Sorvolo sulla volontà di mia mamma di fare ricerca sul campo, perché vorrei portare alla vostra attenzione un articolo su tale
Giulia Montanarini, di professione ex letterina (a quanto sembra ha fatto la prima annata). La fanciulla in questione, oltre ad apparire in una serie di foto in bikini e perfettamente truccata – cose che in genere non vanno troppo bene assieme, ma tant’è – ci fa sapere molte cose di lei. Ad esempio, che nel 1993 è stata primatista mondiale – mica del condominio – nei “cento metri con pinne e manichino di 70 Kg”, una famosissima specialità che ingiustamente è negletta dai media italiani. Questo però è stato scritto in una didascalia a fondo pagina, tanto che a un primo sguardo non l’avevo nemmeno notato: forse per modestia, oppure perché non era così importante.
Molto più interessanti sono i virgolettati, che ci potrebbero far capire il di lei pensiero. Aveva un marito che era “programmatore di computer e bodyguard“, il che è indubbiamente un punto a favore per entrambe le categorie ingiustamente neglette. Però la signora ci comunica che “Negli ultimi tempi del matrimonio, sebbene provassi ancora un forte amore per mio marito e anche una forte passione, sentivo che mi mancava qualcosa“. Ora, sono abituato a leggere che si provava ancora un forte amore, ma ormai mancava la passione; oppure che la passione era sempre vivissima, ma non c’era più amore. Ma mi chiedo che cosa mancasse alla signora, e se lo chiedeva anche lei: “Forse ero cresciuta, maturata, e sentivo che avevo bisogno di ‘altro’“.
Massì, come ho fatto a non pensarci? Una letterina ha bisogno del suo calciatore! Ed è vero amore: visto che lui gioca in Inghilterra, “Per amore suo prendo l’aereo anche più di sei volte al mese“. Fortuna che l’intervista è stata fatta prima che cascasse la sfilza di aerei. E speriamo bene per il futuro. Giulia spergiura che “Per ora voglio che di me Lorenzo abbia sempre il meglio“. Per ora sì, ma del doman non v’è certezza…

Cucù!

C’era un giorno di buco tra la vacanza ussegliese (di cui potete leggere qua) e quella provenzale, quindi eccomi qua a scrivere due cosette.

è finita!

Domattina si parte per le ferie. Qualche giorno in montagna da mia mamma, poi un paio di settimane in giro per la Francia del Sud. Il risultato pratico è che fino al 5 settembre non aggiornerò nulla – sto bloccando anche i commenti, visto che tanto non potrei approvarli.
Divertitevi e fate i bravi :-)

irrigazione

Premessa: ad aprile ho comprato presso san Lidl un computerino per irrigazione, e un bel po’ di tubicini e gocciolatoi relativi.
Premessa2: io ho il pollice rosso, non sopporto le piante. Anna invece no, e infatti le ho comprato la roba perché così poteva innaffiare a piacere.
Naturalmente Anna ha lasciato tutto là fino alla scorsa settimana, il giorno prima di partire per il mare; a quel punto ha iniziato a fare qualcosa e abbiamo scoperto mancavano delle guarnizioni e altri pezzettini vari… e soprattutto non c’erano praticamente istruzioni per il funzionamento, se non una quindicina di righe sull’apparecchio stesso. Il testo era anche in un italiano corretto, ma il massimo che siamo riusciti a capire è come farlo andare in modalità manuale (poco interessante) e preparare una programmazione per tutti i giorni, che a me sarebbe anche parsa sufficiente: peccato che Anna volesse una innaffiata ogni due giorni, e questo era oltre le mie scarse possibilità.
A questo punto è partito il piano b: un contorsionismo per scoprire il modello e una googlata in giro. Al primo tentativo ho solo trovato gente su eBay tedesca che lo metteva all’asta, il che non è effettivamente un bel viatico; dopo avere dato fondo alle mie doti di intuizione, sono finalmente arrivato a trovare un manuale di istruzioni. Naturalmente è in tedesco, ma questo non è certo un problema… Per curiosità, la U che per me indicava “tutti i giorni” è invece “nei giorni indicati” (ma di default c’erano tutti, quindi nessun problema), mentre i numerini da 1 a 6 indicavano “ogni quanti giorni”.
Ah: Anna si lamenta perché ci sarebbero le piante che hanno bisogno di acqua decalcificata. Non oso pensare cosa farà.

_Cavour contro Garibaldi_ (libro)

[copertina]Mack Smith è lo storico inglese più esperto della storia italiana. In questa che è stata la sua prima opera, la cui prima edizione risale agli anni ’50 (Denis Mack Smith, Cavour contro Garibaldi, Rizzoli – Saggi stranieri 1999, pag. 509, €19.63, ISBN 881786143X, trad. Paolo Gori) si mette a ribaltare la tradizione italica riguardo all’annessione dell’Italia meridionale che ci hanno insegnato a scuola. Indubbiamente un punto di vista diverso è sempre utile per avere un’idea più completa di quanto successe in quei mesi, e il testo è letteralmente farcito di citazioni dagli epistolari dei vari protagonisti. Tra l’altro, lo sapevate che Cavour scriveva abitualmente in francese? Dal libro si nota però come ciascuno ha i suoi pregiudizi. Mack Smith, come in genere i britannici, tende infatti a migliorare l’immagine di Garibaldi: non solo a scapito di Cavour, il che potrebbe anche starci, ma proprio in assoluto. L’eroe indomito, che di politica non capiva molto ma aveva un senso innato per fare le cose giuste, tanto che veniva osannato dalla popolazione? Anche la situazione politica nel napoletano viene mostrata in maniera non propriamente neutrale: chissà, forse la parentela dei Borboni con i francesi ha un po’ prevenuto il nostro. Anche il testo non mi è sembrato molto scorrevole, non per la traduzione ma proprio per lo stile ripetitivo al limite del martellamento. Insomma, ci sono libri più interessanti.

il Toti

C’ero anch’io tra le decine di migliaia di persone che sono andate a vedere l’ultimo viaggio del sottomarino (o sommergibile? mah) tra le vie di Milano. Senza avvisare nessuno, una volta convinta Anna siamo usciti e ci siamo avviati verso il percorso. Abbiamo parcheggiato in piazza Insubria, fatto cento metri a piedi e ci siamo trovati il Toti che stava cercando di fare la curva tra via Cadibona e viale Molise, e sembrava incastrato, tanto che ci ha messo una decina di minuti e qualche botta ai semafori, il tutto mentre l’Albertina veniva intervistata non so da chi – o almeno dicevano così per radio.
La sensazione era assolutamente surreale. Da un lato questo silurone che era in una posizione del tutto incongrua, dall’altro la gente – a Milano! – che si assiepava come in una festa di paese. Moltissime biciclette, tra l’altro, il che rendeva la cosa ancora più strana. Avere all’orecchio radiopop con un’assurda diretta intitolata “Trasporto Eccezionale” ha aiutato molto. E secondo me la vista del Toti, già tappezzato di foglie e rami – eh sì, gli alberi non erano stati considerati come ingombro… – in Porta Ludovica che aspettava pazientemente l’una e mezzo perché anche l’ultimo tram fosse passato e le linee aeree potessero essere tagliate avrebbe anche meritato. L’unico peccato è che non fosse stato dipinto di giallo :-)
Resta il pensiero di quanta gente ci fosse a Milano la vigilia di ferragosto: e non solo tra i curiosi, ma anche per tutti quelli – anziani e immigrati, soprattutto – che se ne stavano tranquilli e beati dalle parti di piazza Insubria a prendere un po’ di fresco.

orario continuato

Striscione sulla Milano-Monza: “Centro commerciale aperto il 14/8 con orario continuato. Dalle 8:30 alle 13”. Non faranno pausa caffè.

sala lettura

Questa settimana vi siete cuccati una sfilza di recensioni librarie. Non è che non avessi nulla da fare e abbia letto tutto il giorno: molto semplicemente, io scrivo le recensioni dopo avere letto il libro, e le tengo generalmente da parte per i momenti di magra, quando non so che scrivere. Solo che sto per partire per le ferie, quindi ho pensato bene di svuotare il mio cassetto elettronico… Tanto poi avrò tempo di riempirlo di nuovo!