benedizione informatica

Ho già detto che il mio notebook non funziona, e che in generale mi sa tanto che non funzioni nemmeno il wifi a casa. Ma fosse tutto qua…
Stamattina avrebbero dovuto sostituirmi il pc in ufficio. Vado a pranzo, ritorno e vedo che i due tecnici sono indaffarati. Mi sposto per farli lavorare, ma mi fanno “te l’ha detta Mauro la buona notizia? Il tuo PC nuovo non parte in collaudo, ti rimettiamo il vecchio” (notare che il pc vecchio è così vecchio che viene buttato via: tenevano giusto l’hard disk che veniva aggiunto al PC nuovo perché tanto male non fa).
Vabbè, penso io, non succede nulla di così grave. Il pc riparte, ma si blocca quasi subito; a un certo punto si mette a suonare, e non riesco a spegnerlo se non staccando la spina. Lo riaccendo: nessun segno di vita. Controllo di avere messo la spina bene: nessun segno di vita. Chiamo i tecnici che erano ancora là: guardano un po’ e dicono “mah, l’alimentatore si è cimito”.
In questo momento mi hanno recuperato un altro dei PC da buttare, mettendoci il mio vecchio hard disk. Quello che mi domando è “qual è l’equivalente informatico di Lourdes?”

misteri di proxy

Dall’ufficio mi connetto a Internet con un proxy. Come molti sanno, chi gestisce il proxy può fare tante belle cose, come bloccare – o magari rallentare molto – l’accesso a una serie di siti. In genere, questo capita con il porno; da noi, a quanto sembra, sotto la scure è caduto Mutts (sul porno non saprei dire).

c'è nebbia e nebbia

D’accordo. Oggi, almeno fuori Milano, c’è una nebbiolina niente male. Però garantisco che tutte le volte che toglievo l’appannamento dagli occhiali mentre pedalavo, la visibilità aumentava parecchio.

Dizinformatsija

Ieri sera, mentre stavo leggendo, senticchiavo il TG regionale. A un certo punto la speaker, tutta contenta, ha affermato che le piogge di questi ultimi giorni avevano abbassato la concentrazione di inquinanti, e che a Milano i valori avevano superato di poco la soglia solamente in due centraline. Sono sobbalzato.
Il guaio non è tanto che uno si sarebbe aspettato un abbattimento ben superiore: siamo diventati tutti pessimisti. Il fatto è che a Milano le centraline che misurano il PM10 sono esattamente due: quella al Verziere e quella in via Juvara. Quindi in realtà i limiti sono stati superati in tutte le centraline.
È vero che non è molto facile scoprire la cosa: se si va sul sito dell’ARPA, occorre mettersi con calma a spulciare le varie richieste possibili. Tra l’altro, i dati non sono visualizzabili: occorre indicare un indirizzo email, forse per scoprire chi diavolo vuole scoprire cose di cui non dovrebbe curarsi. Una volta si poteva arrivare alle informazioni dal sito del Comune; però oggi né da lì né dal sito AMA (che nella miglior tradizione milanese, vedi ATM, non è nell’albero geografico ma con un “-mi” attaccato: “www.ama.mi.it” sarebbe sembrato un dominio di serie B) si può raggiungere il server (di Fastweb e indicato solo con l’indirizzo IP 81.208.25.93: fortuna che hanno inventato il DNS). Simpatico, no?
PS: anche Metro di oggi afferma che «le zone in cui le centraline dell’Arpa hanno registrato, l’altra notte, i valori maggiori di polveri sottili sono via Juvara e al Verziere». Questo mi fa pensare che la fonte di questo “casuale” misunderstanding non sia la redazione lombarda del TG3.

pihshnig

Di phishing ne ho parlato più volte, e ho anche fatto notare come l’italiano del testo (quando c’è) sia in genere piuttosto teorico. Ma per gli sfortunati che non hanno ricevuto questo messaggio – a me è fin arrivato doppio, una copia è stata riconosciuta come spam, l’altra no – non posso esimermi dal mostrarvelo.
Bcnaa Ietnsa/ BancoPtsoa/ San Paool IMI/ Finceo ceihde il vtsoro cotubirtno:
Per i posesssori di un cnoto, a segotiu di virefiche di l’irednizzo di potsa enorttelica nei nirtso daatbase clienti, si e
reos necoirasse uzzilito online la cofnerma dei Soui dait. Le chiedaimo pcreio di confermicra i dait in nsotro possesso,
accedeodn al seugente form proteott:

No, non è il risultato di un dislessico, né un esercizio di stile à la Queneau. Andando a vedere il sorgente del messaggio, si scopre che il testo è in multipart/alternate (cioè, ci sono due pezzi che dovrebbero avere lo stesso contenuto), testo normale o html. Solo che il testo normale è in realtà vuoto, quindi deve per forza essere mostrato quello in HTML, che comincia così:
B‮cna‬a I‮etn‬sa/ BancoP‮tso‬a/ San Pao‮ol‬ IMI/ Fin‮ce‬o c‮eih‬de il v‮tso‬ro co‮tubirtn‬o:
Non spaventatevi. I “caratteri” – se vogliamo fare gli esperti, dovremmo chiamarli “entità”, ma chisseneimporta – ‮ e ‬ significano rispettivamente “da qua si scrive da destra a sinistra” e “da qua non si scrive più da destra a sinistra”. Quindi, se apriamo il messaggio con un programma che capisce bene HTML, la prima parola è “B” , poi “cna” scritto alla rovescia e che quindi diventa “anc”, e infine “a”. Risultato? “Banca”.
In questo modo, però, i sistemi antispam non riescono a riconoscere la parola incriminata, e quindi non scatta l’allarme spam.
Peccato (per lo spammer, intendo) che il sistema sia troppo intelligente, e ad esempio sull’interfaccia di Gmail non funzioni…

Trenitalia ti aiuta

Domani sciopero, e ne approfitto per andare con Anna a Firenze. Andremo in treno: il costo di un eurostar Milano-Firenze in seconda classe è di 28.92 euro a testa. Come forse sapete, esiste la promozione “In Eurostar a 29 euro” che possono essere anche di prima classe. D’accordo, di questi biglietti ne metteranno quattro per treno, ma tentare non costa molto: giusto compilare la schermata e sentirsi dire “spiacente, non ci sono posti a disposizione in questa tipologia”.
E invece no. Anche se clicchi sopra “prima classe”, e quindi a tariffa intera pagheresti ben più che 29 euro, ti appare una schermata dove Trenitalia ti comunica premurosamente che il tipo di biglietto scelto non è conveniente. Non sono teneri?

cose da non credersi

No, non parlo delle prime chiappe nude su Famiglia Cristiana: tanto ci hanno già pensato Corsera e Repubblica.
Preferisco una visione più minimale, e recupero da Leggo questa chicca. Non solo le donne più attraenti risultano qulle con i più alti livelli di estrogeni (ma una volta non li chiamavano feromoni?), ma – udite udite – “i visi al naturale sono meno attraenti dei visi truccati”. No, la ricerca non sembra essere stata sponsorizzata da un produttore di cosmetici, ma dalla università di St. Andrews a Londra.
Chi vuole divertirsi, può leggere l’articolo del New Scientist, il comunicato stampa ufficiale, oppure scoprire che l’autrice non è nuova a simili ricerche.

libreria 2

[libreria - lato 2] [libreria - lato 1] Date le richieste in proposito, ecco le foto della nostra libreria principale (quella dello studio è a parte). Devo confessare che vista così non sembra nemmeno così tanto piena…
Non lo si vede, ma a sinistra del pianoforte c’è una seconda torre CD, anche se quella è un’altra storia.