A furia di fare previsioni elettorali, alla fine una sono riuscito a imbroccarla, il che prova che la statistica è una gran cosa :-).
Venerdì avevo predetto che a Milano la Moratti avrebbe avuto il 52% dei voti, e la sua coalizione un paio di punti percentuali in più. Bene. Dai risultati ufficiali, la Moratti ha preso il 52.0% dei voti, e la sua coalizione il 54.3%. So’ meglio che la Nexus!
_In cerca di Klingsor_ (libro)
Sappiamo tutti che la bomba atomica l’hanno creata gli americani; molti di noi sanno anche che anche i tedeschi avevano un progetto corrispondente, che però non è mai riuscito a raggiungere lo stadio della fissione nucleare. Come mai? In questo libro (Jorge Volpi, In cerca di Klingsor [En busca de Klingsor], Mondadori 2001 [1999], pag. 478, € 8.26, ISBN 8804495634, trad. Bruno Arpaia), il messicano Jorge Volpi racconta a modo suo, in una caccia al fantomatico consigliere scientifico “Klingsor”, cosa pensavano i grandi fisici tra le due guerre, da Einstein a Bohr a Heisenberg. Già che c’era, ci ha infilato anche von Neumann e Gödel, e per non farsi mancare nulla ha anche aggiunto riferimenti al fallito attentato di Von Stauffenberg contro Hitler e condendo il tutto con una storia di spionaggio. Come romanzo storico, l’ambientazione e la presentazione dei personaggi è perfetta: eppure il libro mi ha lasciato piuttosto freddo, come se fosse più un esercizio di stile che altro. Il protagonista – un matematico – che si sdoppia, le tre parti del libro che iniziano tutte quasi fossero un saggio scientifico… il tutto resta troppo costruito, a mio parere. La traduzione è generalmente scorrevole, anche se Età Media mi suona troppo sospettosamente come Medioevo per non immaginare un lapsus.
vento
Dopo il diluvio di ieri notte (che però non ha spazzato via Forza Italia, anzi…) stamattina c’era un bel cielo azzurro e l’aria era freschina. Peccato però che ci sia anche un ventaccio assolutamente impossibile. A parte le folate che mi spostavano mentre pedalavo sul Naviglio (e, per la Prima Legge del Ciclismo, hanno virato di centoottanta gradi non appena ho svoltato restando nominalmente sottovento), la polvere sollevata ha iniziato a entrarmi prima in gola e poi negli occhi, infilandosi non so bene come dietro gli occhiali.
Vedremo che succederà stasera.
E ci becchiamo Mestizia
Io oggi pomeriggio ci speravo nel ballottaggio. Invece nulla da fare, a quanto pare. Il tutto mentre Napoli, che era data in bilico, ha confermato la Rosetta alla grande, e nella mia Torino il Chiamparino, il DS più a destra che io abbia mai conosciuto, ha praticamente doppiato Buttiglione. Non parliamo di Roma, ma lì si sapeva che Uolter Ueltroni avrebbe stravinto.
Inoltre ho come il sospetto che a sinistra (quella vera, non la fasulla di DS) abbiano preferito non votare l’ex prefetto.
Forse dovrei davvero cambiare città.
Una figura <b>non</b> vale mille parole
Questo sito contiene un’applet Java che crea (con calma…) un’immagine di una pagina web, aggiungendo puntini colorati a seconda del tipo di tag utilizzato. Come dice Valdemarin, non serve a niente, ma è divertente da vedere.
un lampeggio improvviso
Sabato verso le 13, mentre andavamo a fare la spesa, ho visto il semaforo tra viale Zara e via Keplero diventare a un tratto col giallo lampeggiante, invece che scattare verde. La cosa è durata un paio di secondi, poi si è ripreso. Intanto anche il semaforo pedonale un po’ più avanti ha fatto la stessa cosa, il che mi ha fatto pensare – dato che uno sbarco alieno mi sembrava improbabile – che ci fosse qualcosa di strano nella gestione dei semafori.
Anche sabato sera il semaforo ha avuto lo stesso momentary lapse of reason. Qualcuno ha idea della ragione dietro questo lampeggìo?
Schedona elettorale
Giro d'Italia
Magari vi è capitato di sentire la polemica tra Gilberto Simoni e Ivan Basso alla fine della penultima tappa del Giro d’Italia. Il trentino ha accusato il varesino innanzitutto di avergli promesso la vittoria di tappa ma di essersene poi andato via; in un secondo tempo ha anche detto che Basso gli aveva chiesto dei soldi per lasciarlo vincere la tappa.
Avendo guardato per tv la tappa (ebbene sì, ogni tanto interrompo il mio digiuno televisivo :-) ) e conoscendo abbastanza quello che capita nel ciclismo, provo a buttare giù la mia versione dei fatti. Sicuramente nella discesa dopo il Mortirolo i due, che erano arrivati in cima insieme, si sono parlati. Basso infatti aveva iniziato la discesa in testa sbagliando tutte le curve, e dopo un minuto o due Simoni era passato in testa ma senza dannarsi. È abbastanza intuibile che Basso abbia detto a Simoni che in caso di arrivo insieme gli avrebbe lasciato la volata – facendo perdere un po’ di soldi non tanto a lui quanto alla squadra. Nella leggera salita finale verso l’Aprica, però, Simoni si è letteralmente piantato; non c’è stato nessuno scatto da parte dell’altro, che si è limitato a fare il diesel sul suo ritmo. Diciamo che Basso avrebbe fatto meglio a fare il bel gesto di rallentare un po’ almeno all’inizio, salvo poi probabilmente andarsene comunque per conto suo dopo un po’, visto che l’altro era in crisi vera. È anche vero che Simoni non è esattamente il prototipo del ciclista simpatico… Insomma, una di quelle belle liti che servono per far dimenticare almeno per un po’ i sospetti di doping che ormai accompagnano costantemente il ciclismo. Non parliamo di questo Giro, dove Basso ha dato più di nove minuti al secondo in classifica (Gutierrez Cataluña), dodici al terzo (Simoni, appunto) e diciotto a Cunego, quarto ma senza mai essere entrato in gara. Ormai a pensar male ci si porta spesso solamente avanti col lavoro.