Bisogna dire che luglio è stato un mese in cui ho avuto molti incontri con i controllori! Anche ieri sera, questa volta all’uscita della metropolitana, mi sono trovato il gruppetto di controllori pronti a verificare i biglietti, ormai anche con la macchinetta per leggere il biglietto magnetico.
Però questa volta io ero nei guai: infatti giro ancora con i biglietti cartacei, e la timbratrice del 15 che avevo preso prima della metro aveva segnato come data – in verità sbiadita – le 10:20 del 24 luglio. Come al solito io me n’ero accorto, solo che con gli Eurotram non hai proprio la possibilità di parlare con l’autista, e comunque la risposta sarebbe stata “noi non ci possiamo fare nulla”. Ero già pronto a lanciarmi in un’appassionata difesa, citando il numero della vettura dove avevo timbrato in precedenza (la 7009, per i curiosi), ma non ce n’è stato bisogno: il controllore ha guardato la seconda timbratura e si è accontentato!
ci si contenta di poco
Mapu. Terra (teatro)
Domenica siamo andati all’ex O.P. Paolo Pini, che come ogni estate ha la rassegna “Da vicino nessuno è normale” – d’altra parte, O.P. sta per “ospedale psichiatrico” – a vedere la rappresentazione di teatro-inchiesta Mapu. Terra, messa in scena dall’associazione Alma Rosé con la collaborazione di Angelo Miotto, ben noto agli ascoltatori di Radio Popolare.
Lo spettacolo nasce dalla denuncia subita da due indigeni mapuche, che erano tornati nella loro terra natia solo per scoprire che era stata comprata dalla Benetton, e si dipana sul concetto nostrano di città e di alienazione da quella che è la “nostra” terra.
Bene. A me non è piaciuto per nulla, e avrei preferito di gran lunga essermene restato a casa. Nulla da eccepire sugli attori, soprattutto su Manuel Ferreira; al limite potrei avere qualche dubbio su Elena Lolli che mi sembra troppo tesa a fare un bel compitino; però è proprio l’impianto dello spettacolo che non regge, e sembra più che altro un’ammucchiata di idee senza un vero filo conduttore, che immagino dovrebbe essere la parte di Miotto. Rimangono così un paio di monologhi carini, ma che sono percepiti più che altro come sketch: proprio il contrario di quello che avrebbero dovuto inviare come messaggio.
Phishing su Amazon!
Ormai non bastano più le banche. L’ultimo messaggio di phishing mi è arrivato (su un account che non uso) nientemeno che da Amazon, che avrebbe bisogno di “più informazioni sul mio business” perché probabilmente il mio account “è stato usato da una terza parte”.
Il sito a cui bisognerebbe accedere secondo i nostri amichetti è http://0310.0124.0214.0362/ www.amazon.com_gp_yourstore-ref-pd_irl_gw_002-3587922-7621600ie-UTF8/
index.htm&urlHash=-1.394526455072826E285
(tutto attaccato, ho messo degli spazi per non allungare troppo la riga). Trovo molto interessante usare un indirizzo IP con i numeri scritti in ottale, anche se questo significa che né Firefox né IE riescono a connettersi al sito; inoltre il mio senso matematico rabbrividisce a vedere un hash scritto in notazione scientifica :-)
Ma tutto questo è nulla rispetto alla domanda principe: quanta gente può avere un conto su Amazon?
Calciogate 2
Nella sentenza sportiva definitiva (sportiva, quindi a meno di Tar) sullo scandalo calcio, sono due le cose che non riesco assolutamente a comprendere.
La prima è la “punizione” del Milan, che l’anno prossimo si farà tranquillamente la Champions League. Avrebbero fatto più in fretta ad assolverlo direttamente: ma si sa che in Italia il conflitto di interessi paga.
La seconda è che tutti i quotidiani continuano a dire che durante il giudizio di primo grado l’avvocato juventino Zaccone avesse “patteggiato la B con penalizzazione”, quando la frase esatta è stata «Una sanzione che la società accetterebbe sarebbe quella chiesta per le altre tre società»; sanzione che in quel momento, secondo le richieste di Palizzi, sarebbe sì stata “B con penalizzazione” ma che si poteva presumibilmente immaginare sarebbe stata ridotta dal solito calar di braghe. Insomma, la difesa è stata “abbiamo fatto esattamente le stesse cose degli altri imputati”; eppure tutti hanno riportato una cosa diversa. I casi sono due: o c’è un “gomblotto antiiuventino”, oppure tutti i giornalisti si scopiazzano tra loro senza nemmeno darsi la pena di andare sui fatti. La prima ipotesi potrei accettarla, la seconda mi pare molto preoccupante.
(prima che i tifosi vari saltino su: non so affatto se le pene siano giuste o sbagliate in assoluto, né mi interessa saperlo)
come si creano i taxi dal nulla
Repubblica annuncia gioiosa come Uòlter Ueltròni sia riuscito ad avere ben 2500 taxi in più per l’Urbe, “oltre alle 450 licenze già previste in base ad accordi precedenti”. Da non crederci, vero? E infatti è solo un’acrobazia verbale.
Se continuiamo a leggere l’articolo, infatti, scopriamo che grazie a turnazioni diverse, familiari alla guida e via discorrendo, avremo
– mille taxi in più la mattina, dalle 8 alle 12 o dalle 9 alle 13
– mille in più il pomeriggio, dalle 16 alle 20 o alle 21
– cinquecento di notte.
Certo, mille più mille più cinquecento fa duemilacinquecento. Ma a questo punto potremmo mettere i microturni di un’ora e ottenere magicamente diecimila taxi in più; e non mi sono nemmeno messo a considerare il suggerimento testé arrivatomi da Zenone di Elea :-)
E tra l’altro, non vorrei che fossero anche riusciti a sommare mele con pere: le 450 licenze “nuove” non è che contribuiscano all’aumento del numero di taxi circolanti?
la dittatura della minoranza
Oggi in Parlamento inizia la discussione sull’indulto. Come scrive Di Pietro, questa volta la legge sarà un po’ diversa da quelle nel passato: anche per i reati finanziari, di corruzione, e falso in bilancio contro la Pubblica Amministrazione verranno condonate le pene. Come mai questa novità? Come nota spietatamente Travaglio, il motivo è molto semplice: se non si fosse fatto così, afferma il capogruppo dell’Ulivo in Commissione Giustizia, Forza Italia non avrebbe mai votato a favore, e non si sarebbe raggiunta la maggioranza qualificata richiesta.
Sono commoventi gli sforzi profusi dagli italoforzuti a favore del loro sodale Cesare Previti – se le voci che si sentono in giro sono vere, i beneficiati di questo ampliamento dovrebbero essere meno di 100, se non è una legge ad personam poco ci manca – ma non credo che fare un inciucio di questo tipo sia una Bella Cosa.
D’altra parte la dittatura della minoranza non si vede solo qua. Si prenda il rifinanziamento della missione in Afghanistan. Sabato il Corsera scriveva: Uno dopo l’altro Franco Giordano, Alfonso Pecoraro Scanio e Oliviero Diliberto hanno detto a Prodi «caro Romano, se non metti la fiducia noi i nostri non li teniamo». Sarà, ma ero convinto che in queste elezioni fossero stati i segretari di partito a scegliere chi sarebbe stato eletto. Pensarci un po’ prima non sarebbe stato meglio?
Quando la barca affonda…
Zambrotta, sui motivi per avere lasciato la Juventus per il Barça: «Ho deciso di voltar pagina per fare una nuova esperienza in una grande squadra e in una città di mare».