Saturno contro (film)

Dovevo farmi perdonare da Anna, così non solo siamo andati al cinema (e fino a Bellinzago, visto che abbiamo sfruttato l’occasione per vedere la nostra amica novarese Marina) ma addirittura a vedere questo film di Ferzan Ozpetek. Giudizio lapidario: avrei fatto meglio a starmene a casa. Attori importanti, d’accordo, e allora? Delle crisi esistenziali dei miei coetanei non me ne può fregare di meno, mi bastano già le mie; né mi pare chissà quale innovazione il fatto che invece che essere tutti eterosessuali qui abbiamo etero, gay e bisex. A parte qualche battuta carina, l’unica parte interessante che ho trovato è stato verso l’inizio del secondo tempo, con lo scontro tra Davide, il compagno di Lorenzo, e il padre di Lorenzo che non voleva assolutamente nemmeno concepire l’idea che i due si amassero, e la parte di Milena Vukotic come capoinfermiera.
L’altra cosa che ho notato è come la legge Urbani (no, non quella contro lo scambio di file! quella sulla pubblicità all’interno dei film) sia diventata un business, anche se confesso che non ero riuscito ad accorgermi che le tazzine di caffè erano Illy e della marca degli orologi (ma qui eravamo ormai alla fine del film, e stavo sbadigliando che era un piacere). Quarant’anni fa l’attore girava con un po’ di imbarazzo la bottiglia per fare vedere bene la marca; oggi mostrano un palazzo ricoperto da una pubblicità di PostEpay.

La fabbrica di cioccolato (libro)

[copertina]
Non me ne importa nulla se è un “libro per bambini”. Sfruttando il potente prestito interbibliotecario e la nuova edizione che Salani ha buttato fuori non appena è apparso il film omonimo, mi sono riletto in un attimo la storia di Charlie, Willy Wonka e degli Umpa-Lumpa (Roald Dahl, La fabbrica di cioccolato [Charlie and the chocolate factory], Salani – Gli istrici 20053 [1964], pag. 202, € 12, ISBN 88-8451-580-7, trad. Riccardo Duranti). Il libro è assolutamente delizioso, e la traduzione mantiene perfettamente lo stile leggero e piacevole che è peculiare in Dahl. Tra l’altro, ho potuto notare come il film abbia seguito in maniera abbastanza fedele l’originale, con qualche piccola modifica che però è forse addirittura migliorativa rispetto al testo. Come in ogni libro per bambini che si rispetti, la morale c’è ma è ben nascosta: tanto se uno non si diverte con la storia non l’apprezzerebbe…

telefonate deviate

In questi giorni Anna è a Roma. Stamattina alle 7:30 le telefono: il suono di libero è molto strano, più basso e bitonale tipo quello per una chiamata negli USA. Quando mi risponde, Anna mi fa “com’è che vedo la chiamata come “numero sconosciuto”? e io mi accorgo che c’è un ritardo di almeno un secondo, tipico di una connessione via satellite oppure di un Voice over IP con un giro molto largo. Butto giù la linea, richiamo immediatamente e tutto torna normale. Ora, è vero che io ho un telefonino Tim e lei Vodafone e quindi c’è un cambio di rete, ma che diavolo di giro stava facendo la nostra telefonata?
(e non venitemi a dire che sono io che dovrei sapere di queste cose :-) )

La bugia di Prodi

Non so se Romano riuscirà a riciclare la propria similmaggioranza, recuperando qualche senatore qua e là con un altissimo costo marginale. L’impressione che però mi sono fatto di tutta questa storia è che il Professore abbia deciso di tentare il tutto per tutto e vedere se riesce a governare per un po’ di tempo (quello sufficiente per recuperare un po’ l’economia, abbassare un po’ le tasse, e permettere a qualche peon di andare in pensione come parlamentare) senza dovere compulsare ogni volta le 281 pagine del programma dell’Unione. In questo modo il bignami in dodici punti è sicuramente utile, perché è più semplice da consultare. Da questo punto di vista non concordo con Mante, mentre sono tristemente d’accordo con Luca de Biase sui punti che mancano – e che non solo non sarebbero stati così lunghi da aggiungere, ma sono stati quelli che in pratica hanno fatto vincere la Camera al centrosinistra.
Ma dov’è allora la bugia del titolo? Semplice: l’assenza dei Dico “perché il progetto di legge è avviato, e quindi la materia è parlamentare”. Ragazzi, questo è un disconoscimento di paternità bello e buono, a questo punto sarebbe stato più serio fare preparare il disegno di legge a qualche capogruppo parlamentare. Viene quasi (quasi, non esageriamo) voglia di rivalutare Diliberto che ha detto che questa crisi è frutto di un complotto di Vaticano, Confindustria e USA!

Il SETI ha trovato qualcosa!

Ricevo (via email, quindi non lo trovate scritto sul suo blog) da Nando una breaking news: SETI, il programma per cercare forme di vita aliene che gira su non so quanti PC, ha trovato qualcosa. No, non un messaggio di un E.T., ma più prosaicamente il portatile che era stato rubato alla moglie di un minnesotano. Il tipo ha iniziato a controllare il log di Seti per vedere se compariva l’identificativo del PC rubato; da quello ha ricavato l’IP con cui si collegava, è andato dalla polizia ed è riuscito a far loro ottenere dall’ISP l’indirizzo di casa del ladro e recuperare la refurtiva.
Morale: formattate, formattate :-)

coglioni due volte

Dopo avere letto sui giornali una serie di dati contrastanti, sono andato a verificare direttamente sul sito del Senato come è effettivamente andata la votazione. La prima votazione è su una mozione di Andreotti che chiede al governo di contribuire a liberare i soldati israeliani che sono prigionieri da quasi un anno degli Hezbollah, e ha avuto praticamente l’umanunanimità, col voto contrario di Fernando Rossi (sì, lui); la seconda è quella che ci interessa.
Dalla lista manca Turigliatto, probabilmente perché avendo annunciato le sue dimissioni non era tecnicamente parte del consesso; e si nota come Fernando Rossi non si è astenuto, ma non ha votato, cosa che al Senato fa la sua bella differenza.
Facendo i conti, se i due avessero votato a favore, la mozione non sarebbe comunque passata, visto che il quorum sarebbe salito a 161 e i voti a favore a 160.
Questo significa che i due hanno perso un’occasione d’oro per dimostrare che non era per nulla stata la sinistra radicale a remare contro (ricordo che non importa se una cosa è vera o falsa: quello che conta è come la cosa viene vista). Un risultatone, no?
(per i curiosi: leggetevi la dichiarazione di voto di Cossiga. È sempre divertente.)