Leggo da Quintarelli che il Ministero per gli Affari Esteri (Minimo D’Alema, insomma) “ha aperto in via sperimentale un Istituto Italiano di Cultura all’interno di Second Life“.
È tutto vero, è scritto qui. Il ministero si rallegra per i vantaggi, legati a “spazi espositivi flessibili e a costi di allestimento estremamente contenuti”.
D’altra parte, se uno pensa al portale Italia.it, forse Minimo ha ragione.
trasloco 2
Il trasloco vero e proprio ci sarà solo il prossimo weekend, ma oggi abbiamo iniziato a spostarci nelle postazioni di emergenza (nel vero senso della parola: servono per il Disaster Recovering, che non ho mai capito cosa sia ma deve essere una Cosa Molto Brutta)
Come risultato ho dovuto iniziare a compattare tutta la rumenta che mi tenevo nel mio loculo, complice anche il fatto che la postazione vicina alla mia era libera. Ho buttato via pacchi di carta, compresi i vecchi numeri di Dev e Login dove non avevo scritto nulla, e ho nascosto nell’armadietto altra roba che poi metterò negli scatoloni. Sono molto felice di avere deciso di non cambiare pantaloni stamattina, posso lasciarvi immaginare la polvere che mi sono preso.
Certo che la posizione di adesso, dove vedo tutti, fa tanto callcenter :-(
Il meme di oggi
Blocky – gioco online
Trovate Blocky su gameshot.org. Le regole del gioco sono molto semplici. C’è uno schema quadrato, con quadratini di colori diversi e con delle facce disegnate sopra. Trascinando il mouse, bisogna selezionare un rettangolo dove tutti gli angoli sono dello stesso colore: tutti i quadratini vengono allora sostituiti da altri (senza facce) e si guadagnano tanti più punti quanti più quadratini sono stati tolti. Il gioco è a tempo, e si passa al livello successivo quando tutte le facce sono state tolte.
Dico subito che non sono riuscito a superare lo schema coi quadratini di quattro colori: si vede che i miei neuroni hanno dei problemi. Aggiungo che ho già cancellato la finestra, per evitare di passarci la giornata: per uno come me, questo è il classico tipo di gioco che dà dipendenza!
ottomarzo
Oggi è la festa della donna (come scrive Bubbo Bubboni, ogni anno ne scelgono una da festeggiare…)
Per definizione genetica non posso avere nulla da dire, pertanto mi limito a citare Storiedime che, oltre a ricordare che oggi le fanciulle di ogni età possono entrare gratuitamente nei musei statali, fa notare come persino Confindustria abbia messo sulla sua homepage l’immagine di una bella mimosa. Con la speranza che dal 9 marzo in poi gli industriali pensino un po’ di più alle loro dipendenti!
blog: le veline del XXI secolo
Leggendo Mantellini, ho scoperto che Antonio di Pietro ha detto che l’ineffabile Sergio De Gregorio (che lui ha fortissimamente voluto che venisse eletto, giusto per vederselo andare via nell’altro schieramento. Ma Di Pietro non è nuovo a queste scelte, e d’altra parte il suo è un partito di destra. Ma non divaghiamo…) che De Gregorio, dicevo, avrebbe cercato di corrompere un senatore della maggioranza perché votasse contro la fiducia. Il tutto è raccontato da Alessandro Gilioli, che prosegue raccontando come avesse scritto un commento sul blog di De Gregorio – sì, ormai se non hai un blog non sei nessuno – e di essersi visto cancellato il commento; per la precisione non è mai stato approvato, nonostante fosse scritto in maniera assolutamente educata.
Non che mi aspettassi qualcosa di diverso da De Gregorio (e comunque avere 1000 commenti su un messaggio, come per quello di Di Pietro che annuncia il broglio, non è poi diverso: nessuno li leggerà mai), ma non è questo il punto. Com’è che di questa roba non ho sentito parlare nessuno, né blog – e fin qui passi – né i media – e questo mi pare davvero incredibile? E com’è che un ministro della repubblica, invece che sporgere denuncia, scrive queste cose in maniera assolutamente ufficiosa? Sarà, ma ho il sospetto che tutta questa storia dei blog sia semplicemente una riedizione delle veline (no, non le fanciulle!)
scelta del TFR poco informata
Stamattina sono passato nella sede di Piazza Einaudi dalla segretaria del mio gruppo (Telecom ha centralizzato le segreterie, quindi in sede non ne abbiamo nessuna) per consegnare il mio modulo sulla scelta della destinazione del TFR, che deve essere per forza controfirmato di persona.
In pratica mi sono fermato un’ora, per spiegare alle tre segretarie (pardon, “punti delega” secondo la denominazione ufficiale aziendale) quali erano le varie possibilità a disposizione a seconda dell’anzianità del lavoratore e delle scelte che voleva fare, oltre a una rapida spiegazione dei vantaggi e degli svantaggi delle scelte.
Il problema naturalmente non sta nelle segretarie, che poverine non possono certo inventarsi le cose né hanno il dovere di sbattere la testa contro i moduli ministeriali per tradurli dal burocratichese. Quello però che mi sarei aspettato è che Telecom (non una boita, insomma) avesse loro fornito delle spiegazioni chiare e concise, visto che alla fine la gente andrà da loro a chiedere come compilare il modulo. A pensare male si fa peccato, lo so, ma mi sa tanto che questa complicazione sia fatta apposta perché la gente non firmi nulla e lasci passare il silenzio-assenso… vale a dire lo spostamento di tutto il TFR nei fondi pensione. E il sindacato (con la notevole eccezione dei miei ex-colleghi torinesi della Fistel-Cisl, che hanno preparato per i loro iscritti tre paginette scritte in maniera davvero chiara) tace anch’esso per potersi cogestire i soldi nei fondi pensione.
Chiesa militante
Angelo Bagnasco, nuovo capo della Cei, è stato arcivescovo ordinario militare d’Italia: ergo, è un generale dell’esercito in pensione.