Ieri siamo andati a Usseglio a trovare la mia mamma (tempo così così, per i curiosi). Sulla provinciale che si inerpica sulla valle di Viù, subito dopo il bivio per il colle del Lys, una delle rare macchine che scendevano mi sfareggia. E infatti, cinquecento metri dopo, c’era un’auto dei carabinieri che mi fa segno di accostare. Consegno loro patente e carta di circolazione… e poi chiedono ad Anna un documento. Il tutto ovviamente senza dare alcuna motivazione per la cosa. Siamo rimasti così per qualche minuto, con un carabiniere che controllava la nostra 147 come se avessimo appena preso sotto un paio di persone, Anna un po’ nervosa che mi ha chiesto se stavo andando troppo forte o se non avevo le luci accese o quant’altro e io che dopo averle detto “no, eravamo perfettamente in regola” ho tirato fuori il cellulare e spedito un paio di sms, visto che tanto non avevo null’altro da fare. Alla fine ci hanno ridato i documenti e ce ne siamo andati.
Ora, io non ho nessun problema a che mi fermino e mi chiedano i documenti, in quanto guidatore. Comincio ad avere dei problemi se li chiedono a me in quanto passeggero, considerando che a quanto ne so non viviamo in uno stato di polizia. Ma posso immaginare che ci fossero delle ragioni per farlo. Però cosa costava a quei carabinieri dire “scusi, siamo qua per fare dei controlli perché ci hanno fatto una segnalazione, dovremmo verificare anche la signora”? Come giustamente diceva poi Anna, spiegare con tranquillità quello che stanno facendo sarebbe per la Benemerita una pubblicità ben maggiore di quella che si stanno facendo con tutti i serial TV!
Ciao Tronchetti ciao
Non ho ancora parlato del mio cambio di padrone: insomma, dell’acquisto di Telecom da parte degli spagnoli di Telefónica. Beh, le cose ufficialmente sono un po’ diverse: le azioni Olimpia, assieme alle partecipazioni di Mediobanca e di Benetton, vengono infilate in una nuova società che con grande fantasia è stata chiamata Telco e nella quale Telefónica avrà il 42%, con il resto delle azioni in mano alle banche, Mediobanca in testa, e a Sintonia che non è altro che Benetton sotto falso nome. Viene fatta fuori Pirelli, che si becca un po’ di soldi. Ma poi c’è tutta una serie di patti parasindacali – dove “sindacale” non c’entra un tubo con CgilCislUil ma è la traslitterazione dell’inglese syndicate – dove c’è scritto che gli ispanici mettono la grana ma non contano niente. Il testo integrale del comunicato lo trovate da Stefano Quintarelli.
La prima domanda che si sono fatti tutti è perché Telefónica abbia speso tutti quei soldi – tra l’altro pagando le azioni il 20% in più di quanto abbiano fatto contemporaneamente le banche – per non comandare nulla. Stefano ritiene che tra le righe del patto ci sia la possibilità per loro di raggiungere la maggioranza assoluta di Olimpia con il programmato aumento di capitale; io sono invece pronto a scommettere che il vero motivo è Tim Brazil, che permetterebbe loro di accrescere il dominio in America Latina e la cui vendita, previo scorporo, mi sa tanto sia molto vicina. Non che la perdita dell'”italianità del gruppo” mi infastidirebbe più di tanto: mi fanno ridere quei soloni che ci piangono su e al contempo plaudono all’acquisto della spagnola Endesa da parte di Enel.
Cosa capiterà a noi poveri dipendenti? Credo relativamente poco: queste sono operazioni che veleggiano ben sopra le nostre teste. La speranza è che finalmente si avrà un piano industriale ben definito, a differenza di quanto fece il non rimpianto MTP. Di per sé lui aveva anche iniziato bene: nei primi due anni aveva gettato delle buone fondamenta, semplificando la struttura del gruppo e facendo fuori un po’ di dirigenti residui del periodo dei boiardi di Stato. Peccato che poi si sia lasciato prendere dal panico e abbia pensato solo a realizzare in maniera più o meno accettabile (vendita di tutte le consociate, ma soprattutto la svendita degli immobili… a Pirelli Re) cambiando strategie per il gruppo più o meno ogni nove mesi. Possono temere qualcosa i top manager: Buora sicuramente se ne andrà, il neopresidente Pistorio pure, mentre temo che Ruggiero, novello Tayllerand, riuscirà ancora a restare in sella… esattamente come ha fatto nel passaggio Colaninno-Tronchetti.
Per tutto il resto, vedremo tra sei mesi!
passeggiate all’Isola
Stamattina Anna e io abbiamo fatto due passi sotto casa, partendo dal principio che non ci dovevano essere troppi pollini dentro Milano. Abbiamo così scoperto che hanno già iniziato a buttare giù la Stecca: il lato verso Porta Garibaldi è già stato demolito, mentre l’altro è lì pronto. Interessante notare che il cantiere è guardato a vista… non dalla polizia o dai vigili, bensì dall’Istituto di Vigilanza Autonomo Sestese. La nuova proprietà non perde tempo, non c’è che dire.
Tornando su via Volturno, abbiamo poi visto l’okkupazione dei locali già sede storica del PCI-PDS-DS, che si trovano proprio davanti alla casa natia di Silvio B. Devo dire che non è che ci fosse chissà quale trambusto: una decina di gggiovani, una macchina dei carabinieri che stava percorrendo la via a passo d’uomo ma giusto per dovere, e qualche striscione. Non che io sia riuscito a capire perché fossero sfitti da cinque anni, ma sono certo che prima o poi qualcuno ce lo spiegherà…
Aggiornamento: (1. maggio) Ci siamo persi, a quanto scrive Repubblica cartacea, il tentativo di irruzione dell’altra sera dei senegalesi già alla Stecca che hanno cercato di entrare nel centro okkupato La Pergola…
Italianità
condizionatore
Era un po’ di tempo che Anna era dell’idea di acquistare un condizionatore portabile, “per riuscire a dormire la notte”. Mi sono fatto assieme a lei un lungo giro su Internet, ma alla fine abbiamo deciso di rimanere sul classico e andare a farci il bagno di sang… pardon, di folla del sabato pomeriggio. Per ragioni storiche, a parte un salto da Carretti in viale Murillo, siamo andati nel sud Milano, prima dal centro commerciale Milanofiori dove c’è un Saturn e poi al mio buon vecchio Fiordaliso con annesso un MediaWorld. Dopo avere scoperto che la segnaletica stradale a Milanofiori ha un suo stile così personale che è impossibile capire come uscire dal parcheggio e che il Leroy Merlin a Rozzano non è ancora pronto, Anna cerca di estorcermi un giudizio su cosa prendere. Vedendomi come al solito tentennante, tira fuori l’arma segreta, e mi dice “va bene, allora ci pensiamo su e torniamo sabato prossimo”, al che il mio decisionismo è immediatamente scattato e le ho detto “torniamo al Saturn”.
Lì abbiamo lasciato perdere tutti i buoni propositi di prendere un elettrodomestico di classe A e ci siamo lanciati su un coso in offerta che costava 200 euro invece che 460, il che ci è sembrata un’ottima idea. Meno ottima è stata la coda al punto fatture, dove c’era un grumo di persone (generalmente per pagare a rate) che occupava tutti e cinque gli sportelli, anche se c’erano solamente due impiegate che passavano da uno all’altro. Recuperato un carrello (sono trentadue chili di roba, ridendo e scherzando) e atteso un tempo che mi è parso un’eternità, quando finalmente è arrivato il nostro turno abbiamo chiesto alla tipa se non sarebbe stato possibile mettere un sistema a numerini; la sua risposta è stata “gliel’ho già detto ai miei capi, ma mi hanno risposto che non è la politica di Media Markt”. A quel punto, la lucina che da una decina di minuti stava facendosi strada nel mio subconscio è esplosa in una Grande Illuminazione. “Quindi voi e MediaWorld siete la stessa cosa?” “Proprio così!” Misteri del marketing, anche considerando che i prodotti nei due centri non erano gli stessi né avevano gli stessi prezzi…
L’unica speranza è che adesso il condizionatore funzioni e non sia troppo rumoroso, non ho voglia di tornare a lamentarmi.
adotta una parola?
Ieri Repubblica ci faceva sapere che in Spagna è nata una campagna “adotta una parola”, per cercare di controbattere il depauperamento delle loro belle lingue: a quanto scritto, la Real Academia Española, che immagino essere l’equivalente castigliano della nostra Accademia della Crusca, ha cancellato ben seimila parole in dieci anni dal loro dizionario, ma anche il catalano non se la passa così bene.
Anche da noi non sarebbe poi così male se qualcuno si ricordasse che non è sempre necessario scrivere in itagliese, intendiamoci. Però riciclare le parole desuete non è che mi sembri Una Buona Cosa per principio: pensiamo all’attuale “tesoretto”, che da Brunetto Latini è passato a indicare le insperate entrate fiscali…
Fregatura Esselunga
Come avevo scritto, la scorsa settimana scadevano i punti Fìdaty dell’Esselunga. Io non mi sono preoccupato più di tanto, avendo visto che c’erano dei bei cartelli “Un punto = 1 centesimo”. Ieri sera ho fatto la spesa, ho guardato lo scontrino e ho scoperto che il “favoloso sconto” era di un euro e ottanta centesimi. Vado al punto informazioni a chiedere lumi, e mi fanno notare che era scritto in piccolo che la conversione valeva solamente per i punti ottenuti dal 10 al 21 aprile. La cosa non mi avrebbe dato fastidio più di tanto, se non fosse che avevo più di 1000 punti tenuti da parte perché c’è stato un momento il mese scorso in cui Anna mi ha detto “dai, mettiamo i punti delle nostre due tessere insieme, così prendiamo un regalo”, salvo poi cambiare idea all’ultimo momento vedendo la coda. Alla fine mi sono così giocato dieci euro di sconto, cosa che – lasciatemelo dire – non ho apprezzato affatto. Peggio per me, la prossima volta imparerò a non ascoltare certe sirene :-)
Aggiornamento: (8 maggio) Esselunga mi ha riconosciuto lo sconto! Leggi qua. Onore al merito della loro assistenza clienti!
Bellucceide
Il prossimo film di Monica Bellucci sarà un’ennesima trasposizione di Dracula. Leggo dal Corsera: “Bellucci interpreterà Lucy, la prima donna a rimanere pericolosamente affascinata dal conte e a cadere vittima dei suoi aguzzi canini, diventando a sua volta una lasciva signora della notte. Persa con gran dispiacere la sua purezza e la sua castità, […]”
Non so perché, ma me lo sarei immaginato.