Blocky – gioco online

Trovate Blocky su gameshot.org. Le regole del gioco sono molto semplici. C’è uno schema quadrato, con quadratini di colori diversi e con delle facce disegnate sopra. Trascinando il mouse, bisogna selezionare un rettangolo dove tutti gli angoli sono dello stesso colore: tutti i quadratini vengono allora sostituiti da altri (senza facce) e si guadagnano tanti più punti quanti più quadratini sono stati tolti. Il gioco è a tempo, e si passa al livello successivo quando tutte le facce sono state tolte.
Dico subito che non sono riuscito a superare lo schema coi quadratini di quattro colori: si vede che i miei neuroni hanno dei problemi. Aggiungo che ho già cancellato la finestra, per evitare di passarci la giornata: per uno come me, questo è il classico tipo di gioco che dà dipendenza!

ottomarzo

Oggi è la festa della donna (come scrive Bubbo Bubboni, ogni anno ne scelgono una da festeggiare…)
Per definizione genetica non posso avere nulla da dire, pertanto mi limito a citare Storiedime che, oltre a ricordare che oggi le fanciulle di ogni età possono entrare gratuitamente nei musei statali, fa notare come persino Confindustria abbia messo sulla sua homepage l’immagine di una bella mimosa. Con la speranza che dal 9 marzo in poi gli industriali pensino un po’ di più alle loro dipendenti!

blog: le veline del XXI secolo

Leggendo Mantellini, ho scoperto che Antonio di Pietro ha detto che l’ineffabile Sergio De Gregorio (che lui ha fortissimamente voluto che venisse eletto, giusto per vederselo andare via nell’altro schieramento. Ma Di Pietro non è nuovo a queste scelte, e d’altra parte il suo è un partito di destra. Ma non divaghiamo…) che De Gregorio, dicevo, avrebbe cercato di corrompere un senatore della maggioranza perché votasse contro la fiducia. Il tutto è raccontato da Alessandro Gilioli, che prosegue raccontando come avesse scritto un commento sul blog di De Gregorio – sì, ormai se non hai un blog non sei nessuno – e di essersi visto cancellato il commento; per la precisione non è mai stato approvato, nonostante fosse scritto in maniera assolutamente educata.
Non che mi aspettassi qualcosa di diverso da De Gregorio (e comunque avere 1000 commenti su un messaggio, come per quello di Di Pietro che annuncia il broglio, non è poi diverso: nessuno li leggerà mai), ma non è questo il punto. Com’è che di questa roba non ho sentito parlare nessuno, né blog – e fin qui passi – né i media – e questo mi pare davvero incredibile? E com’è che un ministro della repubblica, invece che sporgere denuncia, scrive queste cose in maniera assolutamente ufficiosa? Sarà, ma ho il sospetto che tutta questa storia dei blog sia semplicemente una riedizione delle veline (no, non le fanciulle!)

scelta del TFR poco informata

Stamattina sono passato nella sede di Piazza Einaudi dalla segretaria del mio gruppo (Telecom ha centralizzato le segreterie, quindi in sede non ne abbiamo nessuna) per consegnare il mio modulo sulla scelta della destinazione del TFR, che deve essere per forza controfirmato di persona.
In pratica mi sono fermato un’ora, per spiegare alle tre segretarie (pardon, “punti delega” secondo la denominazione ufficiale aziendale) quali erano le varie possibilità a disposizione a seconda dell’anzianità del lavoratore e delle scelte che voleva fare, oltre a una rapida spiegazione dei vantaggi e degli svantaggi delle scelte.
Il problema naturalmente non sta nelle segretarie, che poverine non possono certo inventarsi le cose né hanno il dovere di sbattere la testa contro i moduli ministeriali per tradurli dal burocratichese. Quello però che mi sarei aspettato è che Telecom (non una boita, insomma) avesse loro fornito delle spiegazioni chiare e concise, visto che alla fine la gente andrà da loro a chiedere come compilare il modulo. A pensare male si fa peccato, lo so, ma mi sa tanto che questa complicazione sia fatta apposta perché la gente non firmi nulla e lasci passare il silenzio-assenso… vale a dire lo spostamento di tutto il TFR nei fondi pensione. E il sindacato (con la notevole eccezione dei miei ex-colleghi torinesi della Fistel-Cisl, che hanno preparato per i loro iscritti tre paginette scritte in maniera davvero chiara) tace anch’esso per potersi cogestire i soldi nei fondi pensione.

Trasloco!

Non ci posso credere.
Mi è appena arrivata la mail (no, due mail, sono come le ciliegie) con l’ufficialità della notizia: dal 19 marzo la mia sede di lavoro non sarà più Rozzano, ma via Crespi a Milano Turro. La prossima settimana, come tutti i colleghi, mi dovrò spostare dalla scrivania che ho occupato per cinque anni e mezzo e cinque aziende (e che mi ritroverò nella nuova sede…) per semplificare la vita ai traslocatori: tremo al pensiero di tutta la roba che dovrò impacchettare.
Dal mio punto di vista la nuova sede sarà una gioia: invece dei 55 minuti in bicicletta o dei 55-70 coi mezzi o dei 45-60 in automobile (che non uso per ovvie ragioni) ci metterò credo 25 minuti scarsi in bici e una mezz’oretta coi mezzi (in automobile non ci si va, visto che non la si saprebbe dove parcheggiare). Ma la cosa incredibile è che dopo anni e anni di promesse, la trafila si è sbloccata in meno di due mesi… (beh, il buon Pampado ha iniziato a rompere pesantemente e continuativamente Chi Di Dovere).
Nota che da venerdì scorso, quando la notizia è iniziata a trapelare, il borsino delle chiacchiere da caffè si è spostato verso “conviene fare l’abbonamento 2×6, o il mensile?”

Creatività

Domenica sera, in albergo, Anna si accorge che la vite che tiene fermi gli occhiali si è svitata, e quindi la lente le sta scappando via.
Fossimo stati a casa non ci sarebbe stato problema, visto che ho un microcacciavite, ma non me l’ero certo portato in giro. Abbiamo così tentato di tutto per ovviare al problema: dalle pinzette per le ciglia alla parte della biro che serve per fermarla al taschino; da una minispilla da balia a una chiavetta USB. Niente.
Però Anna – e si vede che tra i corsi che tiene ce n’è anche uno di creatività – alla fine ce l’ha fatta: tolta la vite ha fermato la lente inserendo nel foro… del filo interdentale. La soluzione è stata sufficiente per superare la giornata, poi stasera è passata da un ottico per rimettere il tutto in sesto. Poi dicono che l’igiene orale non serve!