A quanto pare oggi pomeriggio due tram si sono scontrati a Porta Genova, qui a Milano. Inutile dire che il sito ATM non riporta nulla, ma questa non è una novità.
Quello che trovo strano, se proprio devo dirla tutta, è un’altra cosa. Come diavolo è possibile che in un sabato di agosto a Milano ci fossero due tram a distanza minore di un chilometro l’uno dall’altro?
Il denaro non circola
C’è chi scopre che la banca del proprio paesello ci impiega cinque giorni per farsi mandare dei fruscianti dollaroni. Però si sa, i paeselli anche se industriosi sono comunque fuori dai grandi flussi della finanza mondiale.
Io ho ordinato delle corone norvegesi: capisco che non siano proprio la moneta più scambiata del globo, però non siamo nemmeno al livello della pizza di fango del Camerun. Per riuscire a fare in modo che quelle banconote attraversassero il mare del Nord, si appassionassero alle bellezze della Germania, venissero a contatto con l’aria pura delle Alpi svizzere e finalmente si rimaterializzassero a Milano – la città che in teoria dovrebbe essere il cuore pulsante dell’economia italica – ci sono voluti sette giorni.
Poi ci si chiede perché sono così felice della nascita dell’euro.
I coefficienti di trasformazione
Vi avevo detto qualche giorno fa che avevo in canna un pippone su quello che non era stato detto sull’accordo riguardo alle pensioni: eccovelo qua, tutto per i poveretti che sono a boccheggiare davanti al PC.
Premessa: tutti i giornali hanno parlato di come non ci sarà più lo scalone l’anno prossimo ma una serie di scalini, e tutte le storie collegate. Ne ho anche scritto io, nel mio piccolo. Quasi tutti hanno pianto per questi poveri lavoratori usurati che dovranno andare in pensione più tardi (beh, in effetti con questa riforma andranno in pensione prima di quanto previsto dalla legge Maroni, ma non sottilizziamo): nessuno è andato a vedere cosa succederà in futuro, per quelli che andranno in pensione con il metodo misto o contributivo.
Come avevo già spiegato a suo tempo, il metodo contributivo parte dal principio teorico “i soldi che tu metti come contributi, previa una rivalutazione perché hanno fruttato interessi, ti verranno ridati statisticamente tutti come pensione”. Quindi non solo “più hai versato, più pensione avrai”, ma anche “più a lungo si suppone tu vivrai, meno pensione prenderai”. La legge Dini del 1995 aveva calcolato una serie di numerini, detti coefficienti di trasformazione, che servivano appunto per calcolare la pensione lorda annua a partire dai contributi versati: vedi anche il sito INPS. Penso che sia chiaro che più giovani si va in pensione, più bassi sono i coefficienti, visto che si prenderanno i soldi per più tempo. Di per sé è anche abbastanza logico che, se la vita media si allunga, i coefficienti si ridurranno: il tutto sempre per la stessa ragione. La legge Dini aveva in effetti previsto che ogni dieci anni i coefficienti sarebbero dovuti essere ricalcolati, però nel 2005 c’è casualmente stata una dimenticanza generale. Stavolta non se ne sono dimenticati, anche se hanno spostato il primo aggiornamento al 2010 e detto che i successivi saranno ogni tre anni e soprattutto automatici a partire dai dati dell’ISTAT. Di quanto si abbasseranno i coefficienti? Ecco qua la tabella riassuntiva con le differenze percentuali a seconda dell’età di pensionamento:
età vecchi nuovi perc
57 4,720 4,419 -6.3%
58 4,860 4,538 -6.6%
59 5,006 4,664 -6.8%
60 5,163 4,798 -7.1%
61 5,334 4,940 -7.4%
62 5,510 5,093 -7.6%
63 5,706 5,257 -7.9%
64 5,911 5,432 -8.1%
65 6,136 5,620 -8.4%
Avete letto bene: quelli sono i soldi di pensione in meno che si piglieranno… e probabilmente saranno ancora di meno, visto che la vita media si sta ancora allungando. Per amor di precisione, i primi che andranno in pensione col metodo misto tra una decina d’anni saranno messi un po’ meglio, visto che la parte retributiva non sarà toccata, ma il trend è questo qua.
Io non sono un populista (sono un rompipalle, che è una cosa un po’ diversa). Non mi lamento di per sé del taglio, che è una logica conseguenza della scelta di ancorare le pensioni alla durata della vita; scelta necessaria, considerando che il modello piramidale dei decenni passati non è più sostenibile. Però mi lamento della connivenza governo-sindacati che hanno tanto urlato perché i poveretti che andranno in pensione adesso erano così sfortunati, e sono stati bene attenti a non dire nulla di quello che capiterà a chi andrà in pensione tra dieci o venti o trent’anni: si sa, mettere sotto il tappeto i problemi rimandandoli è sempre facile. Ah sì, ho dimenticato quelli del Fondo Monetario Internazionale e dell’Unione Europea che continuano a dire che la spesa pensionistica è insostenibile. O sanno già che verrà cambiata con qualche soliti sbracamento, oppure fanno finta di non leggere i dati.
P.S.: se vi chiedeste dove ho recuperato i dati della tabella qui sopra, la risposta è semplice. Mi è arrivata per email, assieme a tutti i dati relativi al resto della riforma. E me l’ha spedita… la Cisl: proprio perché sono un rompipalle, mi faccio spedire un po’ di documentazione generalmente destinata alle RSU. Questo giusto per dire che tutte queste cose sono ben note a Quelli Che Sanno.
Per chi ama cantare
Beh, anche se non ho preparato un nuovo gioco, mi sembra doveroso lasciare qualcosa a disposizione. Chi mi conosce da molti anni sa che a suo tempo avevo preparato un paio di libretti di testi-e-accordi di canzoni italiane, generalmente molto vecchie, in modo da suonarle alla chitarra: il Canzoniere di .mau., insomma.
Bene: chi riesce a saltare tutti i banner pubblicitari lo può trovare qua. Buona schitarrata a tutti!
pre-ferie
Il numero di accessi al blog si sta riducendo in maniera esponenziale: i pochi che sono rimasti al pezzo probabilmente staranno pensando ad altro, e non li posso biasimare. D’altra parte, dal 6 al 23 farò il mio solito stacco, che non è semplicemente “stare in ferie” (per i curiosi: una settimana a Marettimo e una in Norvegia, per la serie “non farsi mancare nulla”) ma è anche “non toccare il pc e soprattutto non andare su Internet”.
Però sono già in clima festaiolo, quindi non parlo del test antidroga di Casini e co. (utilità probabilmente ancora inferiore a quella delle esercitazioni antincendio programmate), né di Elton John che vuole chiudere Internet per cinque anni (è convinto, poveretto, che la gente non compri più i suoi dischi perché li scaricano tutti a sbafo). Ce la farete lo stesso?
Come far tornare i conti sui fondi pensione
Nell’attesa di trovare il tempo e la voglia di raccontarvi quello che né i sindacati né i giornali vi hanno detto sulla riforma delle pensioni (a me l’hanno detto… cicca cicca. Fistel mi ha spedito tutte le slide al riguardo) mi dedico un attimo a fare le pulci a quanto scritto dal Corsera e soprattutto da Repubblica sul “successone” dei fondi pensione. La parte più tristemente divertente è naturalmente quella del fogliaccio scalfariano, che come si sa deve per contratto fare il possibile per annunciare che al governo va tutto bene, con risultati appunto esilaranti.
Per onorare la categoria di questo post, cito uno degli ultimi paragrafi scritti da Rosaria Amato:
«Al 30 giugno risultavano iscritti ai fondi pensione negoziali 2.017.611 lavoratori dipendenti, corrispondenti al 23,6 per cento dei potenziali aderenti (12,2 milioni). Considerato che al 31 dicembre 2006 le adesioni erano ancora 1.645.546, i nuovi iscritti sono risultati appunto circa 727.000.»
Persino la calcolatrice di Windows è capace a vedere che il 23,6% di 12.200.000 è 2.879.200 e non 2.017.611, e che la differenza tra 2.017.611 e 1.645.546 è 372.065 e non “circa 727.000”. Questo è rifiuto completo davanti a qualunque cosa assomigli a un numero! (Se volete vedere i numeri giusti, andate sul Corsera)
Resta poi la parte più da pippone. Damiano è tutto felice perché si raggiunge quasi il 40% dei lavoratori che ha scelto un fondo pensione, come da previsioni governative. Però se guardiamo più attentamente scopriamo che c’è un 10-15% che ci è finito dentro per il famigerato “silenzio-assenso” (e che quando andranno in pensione mi sa tanto che li sentiremo urlare forte); e soprattutto che a fine 2006 i fondi avevano già più di due milioni di iscritti (come? non erano 1.645.546? sì, ma poi ci hanno sommato anche gli iscritti ai fondi aperti per fare buon peso). Solo che mi sa tanto che tra quei due milioni ci sono anch’io, regolarmente iscritto al Fondo Telemaco a cui l’anno scorso ho versato ben 1300 euro (e fatto versare a Telecom altri 650 che altrimenti non mi avrebbe mai dato… giusto per spiegare come mai ci sono iscritto). Quindi, anche ammesso e non concesso che non si siano messi a contare due volte i vecchi iscritti “marginali” che prima davano una piccola parte del loro TFR nel fondo e adesso lo danno tutto, resta il fatto che questi il TFR mica gliel’hanno dato, ai fondi!
La conclusione è sempre la stessa: non credete a quello che vi dicono. Fortunatamente siamo ormai arrivati al punto che non stanno nemmeno a nascondere le informazioni, tanto sono certi che nessuno si mette a fare i conti.
se vuoi avere il sito tanto web2.0
Non ho ancora ben capito cosa sia il Web2.0, però bisogna dire che con Ajax fai tante cose belle che al tempo in cui imparavo a usare HTML erano impossibili. Il problema è che sono troppo vecchio per avere voglia di impararmi javascript… così faccio il furbo e mi tengo da parte il link ad Ajax Rain, una raccolta al momento di quasi 500 applicazioni pronte per essere scopiazzat… ehm, oculatamente inserite nel proprio sito.
Giocano tra loro
Abbiamo un deputato che è stato condannato con sentenza definitiva e interdizione perpetua dai pubblici uffici – anche se qualche suo amichetto ha un concetto diverso della parola “perpetua”. Sono passati quattordici mesi, e finalmente Montecitorio ha trovato il tempo di votare per quello che sarebbe dovuto essere una semplice constatazione di impossibilità di stare in Parlamento.
Che fa allora Cesarone Previti? Pur di non essere cacciato con ignominia, si dimette lui (da “uomo innocente”, come si è autodefinito), e chiede che la votazione sia fatta con scrutinio palese – come sarebbe stato per il voto di decadenza – e non con voto segreto. Solo che Marco Boato si è opposto e quindi niente da fare.
Devo dire che temevo che ci fosse una maggioranza che avrebbe votato contro le dimissioni, pur di votare a favore dell’estromissione: questo almeno ce lo siamo risparmiato. Però resta questa sensazione che laggiù facciano tutto tra di loro, strafregandosene di noi popolo bue.