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Bricoleur 3

Anna mi ha ingiunto di fare dei lavoretti a casa nel weekend, pena il non potere usare il mio pc. Lei sì che sa come toccare le mie corde. Ho cercato di varle notare che le mie capacità manuali non sono il massimo, ma nulla da fare. Così mi è toccato rimettere a posto la cornice di una stampa che si stava staccando, e scartavetrare una porta che raschiava, con risultati nonostante tutto discreti. Per questo weekend sono stato graziato del compito più arduo, capire come installare il vecchio ricevitore satellitare Nokia che mi sono comprato due anni fa di seconda mano… ma lì sarà davvero dura, mi sa tanto.

Ultimo aggiornamento: 2006-11-13 10:01

un’idea meravigliosa

Stamattina, mentre cercavo di sbrogliare la matassa dei fili dell’auricolare del mio Zen (tempo impiegato: due fermate sulla gialla e una sulla verde, ma qua avevo il vantaggio di essermi seduto) mi sono chiesto come mai non sia mai riuscito a trovare degli auricolari “che si arrotolano”, come oramai è di moda per i cavi. Persino il mouse che mi sono comprato l’altro giorno ha il cavo arrotolabile… D’accordo che avere due fili e non uno complica la meccanica, ma lo fa così tanto?
Aggiornamento: (11 novembre) Per sinchronicity, le ho viste stamattina all’Esselunga di viale Zara. Però 11 euro e 90 mi paiono troppi, visto che tanto le uso come strumento low-fi.

Ultimo aggiornamento: 2006-11-10 10:08

l'autunno avanza

Ci sono piccoli segnali che mi fanno dire che la stagione si avvia verso l’inverno.
Oggi ho preso anche guanti e paraorecchie per pedalare verso l’ufficio, la sciarpa da sola non bastava più. Ma ci sono anche le conferme strumentali: il ciclocomputer inizia a fare un po’ di fatica per accendere i vari segmenti, quindi il cristallo liquido è un po’ meno liquido :-)

Ultimo aggiornamento: 2006-11-07 09:49

E luce fu

Giovedì scorso il mio collega Damiano mi fa notare che le luci dei lampioni, qui nello spazio della Grande Sede Telecom Rozzanese, sono tutte accese. Beh, faccio io, dovranno verificare quali lampade non funzionano.
Oggi le luci continuano ad essere accese.
Forse che lo stato patrimoniale del gruppo sta migliorando?

Ultimo aggiornamento: 2006-11-06 15:51

Discesa?

Me ne ero praticamente scordato, fino a quando qualcuna mi ha costretto a ricordarmelo. Oggi (beh, per amor di precisione sarebbe domani, ma anagraficamente è stato ieri… insomma facciamo la media e teniamoci oggi) sono vent’anni che lavoro. Questo significa che – nell’ipotesi temo irreale che le regole pensionistiche non cambino più di tanto – ho passato il crinale della metà della mia vita lavorativa, e quindi sono “in discesa” come da titolo.
Vabbè, mi lasciate essere ottimista una volta ogni tanto?

Ultimo aggiornamento: 2006-11-02 11:41

Una gita a… Mantova (parte 2)

La domenica mattina è iniziata con una colazione di gruppo – a un’ora relativamente civile, ma giusto perché con il passaggio all’ora solare si sono guadagnati sessanta minuti di sonno – e una foschia che non valeva nemmeno la pena considerare. Ci siamo così diretti a Palazzo Te per recuperare i biglietti prenotati per la mostra, di cui parlo in separata sede. Mentre aspettavamo il nostro turno di ingresso, si parlava di portachiavi e loro contenuto: Cristina tira fuori un mazzo che nemmeno san Pietro, con un lucchetto di quelli a combinazione che ci spiega di avere trovato per strada; se l’è tenuto perché le piaceva, anche se non sa assolutamente quale sia la combinazione per usarlo. Dov’è il problema? faccio io. Basta mettersi a provare tutte le combinazioni: un lavoretto metodico di un quarto d’ora o poco più. Naturalmente mi ero dimenticato della legge di Murphy: ho dovuto provare praticamente tutte le combinazioni prima di trovare quella giusta.
Finito il giro al palazzo, visto che il nostro biglietto comprendeva anche la visita al museo civico di san Sebastiano siamo passati a vedere anche quello, sul quale non è che abbia chissà cosa da dire. È pur vero che nonostante tutto sono uscito buon ultimo, tanto che l’impiegato all’ingresso mi fa “ah, lei è quello alto! i suoi amici hanno detto che l’aspettano alla pizzeria qui dall’altra parte della strada”. Altro che sindrome di Stendhal, qua! Quello che conta è il pranzo…
Terminato di mangiare, ci siamo diretti verso la casa del Mantegna, ma ci siamo subito fermati al Tempio di san Sebastiano, dove parecchi di noi hanno commesso l’errore di pagare due euro e mezzo per andare a vedere l’interno. Siamo infatti stati così fortunati da avere beccato l’ultimo giorno di una mostra… sul nulla. Sulle pareri erano infatti appese delle riproduzioni a grandezza naturale dei dipinti mantegneschi sui trionfi di Cesare – che a quanto pare fanno parte del tesoro della regina d’Inghilterra e per legge non possono lasciare il suolo britannico – e in mezzo veniva proiettato un video in cui Dario Fo, all’inaugurazione della mostra, spiegava le allegorie presenti nei vari quadri. Sarà stata la pizza alla salsiccia e uovo, ma ammetto di essermi abbioccato un attimo, anche se ero ben sveglio quando la bigliettaia-factotum ha provato a dire “beh, visto che è arrivata dell’altra gente, non avete problemi se rimetto il video dall’inizio, vero?” Lascio immaginare quale sia stata la nostra risposta.
Essendoci alla fine scocciati di spendere soldi in cultura, abbiamo soprasseduto all’ingresso nella casa del Mantegna e siamo tornati in centro… a comprare il latte. In piazza Sordello hanno infatti messo un distributore automatico di latte fresco “appena munto”, che sembra riscuotere un successo straordinario tra i turisti. Il latte costa un euro al litro, piu 20 centesimi se uno non si è portato dietro la bottiglia di plastica e se la deve procurare. A dire il vero, mentre sabato non c’era nessuno stavolta dovevano avere appena fatto il pieno, e c’era quello che immagino sia il proprietario che spiegava la rava e la fava ai tanti presenti, dall’alto del suo baffo d’ordinanza. Visto che lì davanti c’era anche un pastificio, la parte femminile della nostra comitiva si è fermata anche là a comprare tortellini e sbrisolone…
Finalmente siamo riusciti a metterci in viaggio verso casa, con solamente un’ora di coda tra Grumello e Trezzo, coda assolutamente negletta da Isoradio che continuava a comunicarci di rallentamenti intorno a Desenzano. I rallentamenti in effetti c’erano stati, ma erano nulla rispetto al resto. Siamo rimasti a chiederci se a Isoradio lo facciano apposta, oppure ritengano che tanto i casini in quel tratto siano il default e quindi non valga neppure la pena accennarne… a voi la sentenza!

Ultimo aggiornamento: 2006-10-31 12:51

sistemi chiusi

Stamattina mi hanno installato il nuovo portatile “griffonato” (che non vuol dire “griffato”! semplicemente, è gestito da remoto e noi non abbiamo i diritti di amministratore)
Posso capire che per evitare che la gente ci paciocchi troppo sopra vengano disabilitate operazioni tipo regedit o simili. Però mi pare un pelino esagerato il non potere cambiare le dimensioni relative delle taskbar.
(Risultato finale: il portatile, un compaq nx8220, se ne rimarrà chiuso nell’armadio)

Ultimo aggiornamento: 2006-10-30 16:37

Una gita a… Mantova (parte 1)

Il nostro weekend culturale prevedeva una gita a Mantova, per la mostra sul Mantegna e una visita della città. Naturalmente abbiamo scelto la giornata migliore: sabato mattina a casa nostra c’era un nebbione di quelli che non capitavano da anni, il che ci ha fatto pensare se poteva valere la pena di prendere il treno invece che andare in macchina. La nostra innata pigrizia, e il fatto che comunque eravamo in quattro, ci ha fatto optare per l’auto, semplicemente partendo un’ora più tardi del previsto, alle 10:30. La nebbia non era poi così tragica: il guaio è che l’autostrada da Milano a Bergamo è probabilmente peggio della Torino-Milano. Lavori uguali, ma molto più traffico. Almeno dopo un po’ è spuntato il sole, e ci siamo rallegrati… sbagliato. Avvicinandoci a Mantova ci siamo ritrovati il bel nebiun. Ad ogni modo, siamo arrivati davanti a Palazzo Ducale, abbiamo parcheggiato e, visto che era quasi l’una, ci siamo fermati in un bar in Piazza Sordello per pranzare, raggiunti man mano dagli altri del gruppo il che ha portato il tempo totale di quello che sarebbe dovuto essere un semplice panino a più di un’ora. Unico vantaggio, persino a Mantova il sole ha tentato di spuntare mentre pranzavamo.
La visita alla mostra del Mantegna era prenotata per domenica mattina: il pomeriggio è così passato a spendere soldi acculturandoci in altra maniera. Abbiamo cominciato con il castello di San Giorgio (che non ci crederete, ma si trova in Piazza Castello), per vedere la Camera degli Sposi sempre affrescata dal Mantegna; l’unica fregatura è che in questo periodo bisogna pagare anche l’ dieci euro perché c’è una mostra collaterale sulla scultura del Mantegna. Beh, parlare qua di Mantegna è una parola grossa, visto che di lui c’è ben poca roba e per la maggior parte si parla di coevi, tanto che il nome ufficiale della mostra è La scultura al tempo di Andrea Mantegna. Anche questa mostra, come la principale di Palazzo Te, è organizzata da Sgarbi che, in un accesso di modestia, tra le citazioni iniziali riguardo al genio di Mantegna cita… Sgarbi. Più interessante, oltre che meno cara (4 euro) la visita al Palazzo Ducale vero e proprio: la struttura è stata costruita con accrezioni successive e quindi ci si diverte a vedere giardini a livello del primo piano e cose simili. Si capisce anche che i Gonzaga avevano fatto un colpaccio nel prendersi il Mantegna, ma di soldi non è che ne avessero poi tanti: tutto il resto è infatti dipinto riccamente, fastosamente, ma da artisti sicuramente minori. E che siano minori lo si capisce non tanto dal fatto che noi non sappiamo assolutamente chi siano, ma soprattutto guardando alla qualità delle pitture. Una nota: visto che c’era finalmente un po’ di sole vero, ho tentato di prendere una foto del cortile interno, con la loggia di Eleonora. Sono subito stato redarguito perché non i possono fare fotografie. Passi per gli interni – anche se ritengo che foto senza flash non rovinino i dipinti – ma gli esterni?
Il giro turistico è proseguito col duomo, che nei secoli si è stabilizzato su di un barocco davvero brutto e di cui pertanto non parlo; siamo poi passati per piazza Broletto con relativo palazzo, in piazza delle Erbe col Palazzo della Ragione e la rotonda di san Lorenzo, e nell’attigua piazza Mantegna con la chiesa di sant’Andrea, che anche se un po’ troppo buia per i miei gusti merita davvero, a partire dall’interno rinascimentale dove si vede la mano dell’Alberti arrivando alla cupola dello Juvarra e naturalmente alla tomba di Mantegna.
Dopo una puntata al Teatro Scientifico (un bijoux, davvero!) era oramai ora di un aperitivo in piazza e una cena all’Ochina Bianca di via Finzi (il fritto di pesce e verdure era buono, qualche dubbio sugli spaghetti al tonno) e il nostro gruppetto di dieci persone si è diretto in mezzo alla nebbia a Bancole di Porto Mantovano, presso il bed&breakfast che ci avrebbe ospitato per la notte.

Ultimo aggiornamento: 2006-10-30 16:24