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Marco Pantani

Stavo rientrando a Torino dopo avere passato la serata con Ugo e Manuela (e Niki e Lele, per la precisione) e ho acceso la radio per sentire il giornale radio delle 23. Mi sono invece cuccato la notizia della morte di Pantani, trovato privo di vita in un residence a Rimini.
I primi commenti voglio farli sulle interviste che ho sentito su RadioUno. La tipa che conduce Sabato Sport è da mandare a zappare. Tutto, pur di non sentirla cambiare ipocritamente parere a seconda di chi parlava. Bruno Pizzul la potrebbe accompagnare, con i suoi paroloni “purtroppo è il nostro dovere dare queste notizie”. Le dai e basta. Per gli altri, Loretto Petrucci non ha fatto mezze misure, e ha detto chiaro e tondo di temere che la causa della morte sia tutta la robaccia che si è preso. Claudio Chiappucci ha tuonato contro quelli che “non gli sono stati vicino” e si è lamentato “contro chi parla sempre di doping” (per chi ha la memoria corta, uno dei primi ad essere fermato per ematocrito alto è stato lui) Mi è piaciuto Davide Cassani, che ha preferito parlare delle cose positive dei suoi ricordi, e soprattutto ha parlato di Pantani uomo, non ciclista.
Che cosa dico io? A parte rimandare a quanto scrissi a suo tempo qui e qui, ripeto che sono certo che il Pirata si fosse dopato, ma questo non sarebbe stato il peggio visto che lì lo sono sempre stati tutti. Altrimenti la fatica non la reggerebbero. E visto che non si poteva bombare più di tanto, le sue imprese per me restano da ricordare. Quello che però mi ha a suo tempo infastidito è stato il suo ergersi a paladino dell’antidoping. Non è stata una buona mossa.
Ma se come cercano di dire i media Pantani si è suicidato, forse si spiegano molte cose sul suo modo di fare.

Ultimo aggiornamento: 2004-02-15 00:09

tanto rumore per nulla

Radio Popolare nei suoi notiziari ha dato risalto a mio parere francamente esagerato alla lite interna alla Rai.
Riassunto della storia: l’altro giorno il nostro Presidente del Consiglio, Cav. On. Silvio Berlusconi, si è fatto intervistare dal cardinal Bruno Vespa a Porta a Porta. Come sempre negli ultimi nove anni, l’intervista è stata effettuata senza contraddittorio: Silvio parla, e nessuno può controbattere. I maligni dicono che fa così perché non è capace a rispondere a tono, e si impara i discorsi a memoria: io non sono d’accordo, poiché mi sembra impossibile che un venditore non abbia di queste capacità. Più banalmente, non vuole che gli tolgano la scena.
Ad ogni modo, ieri Primo Piano su Raitre aveva in programma un’intervista a Rutelli. Anche lui senza contraddittorio: vogliamo o no la par condicio? Ma il conduttore ha un’ideona: prendiamo l’intervista a Berlusconi, e facciamo commentare al piacione le varie risposte.
Tutto a posto? No. Qualcuno in alto a Raiuno ha bloccato la trasmissione, dicendo che quelle immagini erano di Raiuno e che al più potevano essere dati due minuti per diritto di cronaca, e che non si rompessero le palle. Solo una telefonata del Presidente di Garanzia al Direttore Generale della RAI sembra avere smosso le acque, arrivando alla soluzione dirompente del conduttore della trasmissione che leggeva le frasi di Berlusconi che poi venivano chiosate da Rutelli. O almeno ho capito così, non mi sono certo messo a guardare la televisione.
Due domandine sommesse. Uno: ma era una cosa così importante da fare tutto questo cancan? Neppure Repubblica.it ne ha parlato, ed è tutto dire. Due: ma la Rai quante aziende sono?

Ultimo aggiornamento: 2004-02-13 12:03

le marlboro cambiano

Io non fumo. Questo è noto. Però ho una moglie fumatrice, e quindi mi sono accorto che in questi giorni i pacchetti di Marlboro (almeno quelle light) sono cambiati. Il ben noto logo del pacchetto (i due triangoli rettangoli dorati che si toccano in un vertice a formare una specie di M) si è ridotto alle dimensioni di 1cm², mentre il pacchetto è tutto con scene western virate sul blu scuro, oltre alle scritte che secondo le intenzioni di Sirchia o chi per lui dovrebbero spaventarti e farti smettere di fumare. (Ah, la sapete la battuta del tipo che va a comprare un pacchetto di sigarette? Il tabaccaio glielo dà, lui vede scritto “IL FUMO PROVOCA IMPOTENZA”, e allora chiede al tabaccaio “Scusi, non è che ne ha uno di quelli che il fumo uccide?”)
Mi chiedo se l’abbandonare il logo ben riconoscibile dei pacchetti sia proprio una mossa per cercare di evitare l’accostamento con queste scritte che fanno paura. O magari hanno pensato che il blu si accosta meglio.

Ultimo aggiornamento: 2004-02-12 11:45

privacy e la RAI

Nei giorni scorsi ci è arrivata la lettera in cui la RAI ci invita simpaticamente a pagare il canone, con bollettino prestampato per nostra comodità.
Che c’è di strano? che l’anno scorso Anna ha cambiato residenza e non aveva spedito la cartolina apposita. Eppure questo è il “nostro” abbonamento, il numero infatti coincide.
Bene. Chi è che ha dato alla RAI il nostro nuovo indirizzo?
specificazione: Visti i commenti, mi spiego un po’ meglio. Non mi ha stupito il fatto che la RAI ci abbia scovato al nuovo indirizzo: era riuscita a farla anche quando abitavo da solo a Milano, immagino dagli elenchi telefonici visto che non avevo cambiato residenza, oppure dalla registrazione del contratto di affitto. Quella volta gli ho inviato una rispostaccia, alla quale si sono limitati a dire di avere cancellato il mio nominativo (non avevo TV in casa, per quello mi ero incazzato così).
Stavolta, come ho detto, il bollettino postale riportava il codice dell’abbonamento di Anna. Quindi ci vuole un controllo molto maggiore, non basta spedire a casaccio una lettera. E se l’URAR ha tutti questi agganci non so quanto entro il limite della legalità, com’è che si lamentano che al sud non pagano in tanti? basta davvero far finta di nulla?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-31 17:06

politica interna

Stamattina tra i giornali in albergo ho solo trovato Il Tempo, e me lo sono preso, sapendo che la sua linea editoriale era ai tempi vicina al MSI e quindi, immaginavo, adesso ad AN; è ovvio che per leggerlo devo applicare un filtro mentale diverso da quello che adotto con Repubblica. Mi sono però stupito nel vedere attacchi pesanti a Forza Italia, non solo negli articoli ma anche nei commentini che da sempre sono la vera spia della tendenza di un giornale.
Insomma il rapporto tra FI e AN è molto più ai ferri corti di quanto pensavo. Boh, non ci capisco più nulla.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-30 11:00

I conflitti all'italiana

Non è vero che Forza Italia ce l’abbia con i giudici: aveva anche proposto un emendamento per estendere l’indennità di missione anche ai magistrati di Cassazione residenti a Roma. L’emendamento non è passato, anche perché ad esempio tutta AN ha votato contro, ma è interessante leggere i commenti. Non il lungo applauso del centrosinistra, che si vede non avere nessuna speranza. Ma sentire l’italoforzuto Luigi Vitali motivare l’emendamento dicendo che il Parlamento in Finanziaria aveva già commesso un errore prevedendo l’indennità per i magistrati di Cassazione fuori sede, e continuare candidamente dicendo che “l’esperienza ci insegna che una volta concesso un beneficio è più facile allargarlo ad altri che a toglierlo”… beh, sono quasi commosso.
Come nota di colore, riporto il pensiero dell’ingegner Castelli: “Questo emendamento rappresentava un tentativo di dialogo tra governo e maggioranza”. Governo e maggioranza. Sì. Comincio a capire perché il Cav dica di non poter governare.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-29 10:19

E i panini di un tempo?

In un suo articolo su Repubblica, Sebastiano Messina parla della crisi esplosa al TG1, spiegando come i commenti alle notizie siano scientificamente scritti in maniera tale da lasciare sempre l’ultima parola al governo o a esponenti della maggioranza. Giustissimo. Però Messina ha la memoria corta, quando parla della “distribuzione apparentemente imparziale degli spazi – un terzo al governo, un terzo all’opposizione, un terzo alla maggioranza: come se il governo e la maggioranza fossero avversari”. E’ infatti esattamente quello che capitava fino al 2001, con forse la differenza che non c’era l’ordinamento delle notizie e a volte capitava che l’ultima parola andasse all’allora minoranza. Andare a sfogliare le cronache di allora, visto che se ne parlava abbastanza.
In questo modo è banale screditare una lotta sacrosanta, visto che si lascia alla parte avversa la possibilità di dire “facciamo esattamente come avete fatto voi”. Un po’ più di lungimiranza non sarebbe stata male, no?

Ultimo aggiornamento: 2004-01-26 21:11

E pensare, prima di agire?

A gennaio le tariffe per spedire posta sono state rimodulate. Per la precisione, il costo di un invio in posta prioritaria è sceso da 62 a 60 centesimi, mentre quello per l’invio standard è salito da 41 a 45 centesimi.
Ora, se qualcuno considerasse la definizione pratica di “posta prioritaria”, che ci mette anche cinque giorni da Milano a Milano, trova incredibile che esista questa tassazione aggiunta. Ma si sa, la priorità è un concetto relativo, non assoluto.
Il punto che volevo far notare è però un altro. Esiste ancora in giro una notevole quantità di francobolli da 62 centesimi: e passi. Si sprecherà qualcosa alla faccia dell’indice dell’inflazione, ma si può fare. Ma esiste anche in giro una notevole quantità di francobolli da 41 centesimi. In una nazione efficiente, avrebbero iniziato qualche mese fa a produrre i nuovi valori. In una nazione pragmatica, avrebbero cominciato a produrre francobolli da 4 centesimi, per non sprecare quelli vecchi. Ma noi siamo in Italia.
Ieri, dopo tre settimane dal cambio di tariffa, Anna è andata in posta – non dal tabaccaio, faccio notare – per prendere i francobolli per i nostri famosi biglietti di ringraziamento. Risultato? ha dovuto prendere ottantotto francobolli da 41 centesimi, e centosettantasei da due centesimi. E non le hanno nemmeno dato in omaggio la spugnetta per inumidirli.
L’unica speranza è di non sorpassare la fascia di peso, a furia di incollare roba.

Ultimo aggiornamento: 2004-01-22 11:28