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La velocità del buio (libro)

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Gli autistici erano diventati di moda con il libro Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte. Anche in questo libro (Elizabeth Moon, La velocità del buio [The Speed of Dark], Urania Mondadori 1495 – febbraio 2005 [2003], pag. 361, €3.60, ISSN 977-1120-528361-51495, trad. A.M. Francavilla) il protagonista è autistico, ma il punto di vista è ben diverso. Innanzitutto siamo in ambito fantascientifico, e quindi un punto focale della storia è la possibilità di eliminare il “comportamento deviante”, in maniera più o meno liberamente scelta. Ma la parte più interessante è il modo in cui il mondo viene visto dal protagonista: una serie di schemi mentali, completamente diversa da quella di “noi normali” eppure assolutamente coerente, tanto che il lettore si chiede se vale davvero la pena di correre chissà quali rischi solo per far parte del resto del mondo. Ed è proprio la parte finale ad essere quella a mio parere più debole. Buona la traduzione, a parte la madornale definizione del giorno del “Rendimento di Grazie”.

Ultimo aggiornamento: 2006-04-04 10:05

La Vera Storia Italiana

(è lungo. Lo so. Ma ha fatto così tante cose…)
Stasera arrivo a casa e trovo nella buca delle lettere una bustona indirizzata ad Anna. La porto su, Anna la apre e… si trova il sequel del famosissimo successo elettorale di cinque anni fa, Una Storia Italiana! (scusate le maiuscole, ma in questi casi ci vuole). Faccio notare come la strategia comunicativa del PresDelCons si sia raffinata: sempre la solita rivista in carta patinata, ma questa volta confezionata in modo tale che non si possa vedere a prima vista il contenuto. Per chi volesse provare a scoprire qualcosa su chi effettivamente ha pagato le spedizioni, il “codice utente” associatoci è 143460 9566, mentre l’affrancatura “immateriale” ha come dicitura la seguente:
Tariffa Pagata
DR/CS CENTRALE/PT MAGAZINE
AUT 224/2006
valida dal 10/03/06

Ciò detto, e dopo avere scoperto che noi siamo stati fortunati perché l’uscita ufficiale sarebbe dovuta esserci solo domenica, ecco una forzatamente breve recensione delle 160 pagine, a partire dai titoli di copertina: “La difesa del made in Italy” (con foto di una Ferrari), “Il cambio euro-lira”, “Ministri & Ministeri” (con la Prestigiacomo in una foto che non le fa onore), “La tragedia di New York” e lo sgub “IL DIETRO LE QUINTE DEL GOVERNO BERLUSCONI” (maiuscole sue).
– A pagina 2, scopriamo finalmente che i nostri dati personali sono stati estratti da un archivio elettronico di proprietà di Postel.
– A pagina 4 dovremmo avere l’articolo “Addio alla lira: il grave errore di Prodi”. Peccato che non ci sia un articolo, ma solo titolo, sottotitolo e didascalia della foto. Notare che il “cambio giusto da applicare a 1500 lire” è “secondo gli italiani”, per la serie “non siamo noi a dirlo” – anche perché non potrebbero farlo, ricordatemi che devo preparare una sfrucugliata al riguardo. Inoltre “le monete da 1, 2, 5, 10, 20 e 50 [centesimi] hanno complicato i calcoli e i resti”.
– A pagina 6 abbiamo “il successo internazionale” del G8 di Genova, anche se “migliaia di giovani hanno messo a ferro e fuoco la città”.
– A pagina 8 scopriamo che ad agosto (2001) il governo non va in vacanza, mentre in passato “I primi 100 giorni di Prodi” sono stati “un disastro”
– A pagina 9, la legge per le grandi opere è illustrata con il viaggio inaugurale della metropolitana di Torino – peccato che i lavori siano partiti a fine 1999.
– L’attacco alle Torri Gemelle fa ovviamente la parte da leone nella storia “italiana” (Little Italy?), soprattutto perche “Nonostante l’11 settembre, il governo continua a lavorare”.
Saltando qua e là, abbiamo
– i riquadri rossi per i pericolosi komunisti: oltre a Prodi per i succitati 100 giorni, ci sono le domande a Fassino per Telekom Serbia; la strana lettera di Violante su Andreotti; i voti “responsabili” di FI quando era all’opposizione e i komunisti si sfilavano dalla maggioranza – con foto di Rutelli che non so che c’entri; Unipol (che parte da Telecom…); il cambiamento della politica estera (opps… hanno sbagliato colore?)
– i riquadri neri per i totalitarismi: Castro con Elián Gonzales; le Parole Assassine di Concetto Marchesi (non sapete chi sia? Male, leggetevi la pubblicazione); Mao; il nazismo; l’Armata Rossa
– i riquadri bianchi per l'”orgoglio italiano”: beh, a dire il vero ce n’è uno solo, relativo alle medaglie sportive del 2001.
– le Biografie: tra le altre, l’Infaticabile (no, non è Lui, ma Gianni Letta), il Ministro di Pace (Martino: forse la miglior difesa è l’attacco?), la Salute in Buone Mani (Sirchia, non Storace); la Scommessa Vinta (Lunardi, con i cantieri aperti per le Grandi Opere); il …Ministro Ombra (Bonaiuti); la Passione Politica (Miccichè, e il “duro lavoro”); la Sicurezza in Netta Crescita (Pisanu); l’Impegno Europeo (Frattini, “uno degli esponenti più versatili del governo).
– In colonnine di meno di quindici righe troviamo “pensieri a confronto”, sempre nero contro bianco: Marx contro Stuart Mill, Hobbes (umorismo involontario col Contratto e il Leviatano?) contro Locke, Hegel (di nuovo, io lo trovo umoristico) contro Kant; Carl Schmitt contro Benedetto Croce; Gramsci contro Karl O. Apel, di cui non ho capito assolutamente nulla.
Ma la parte che ho trovato più divertente è quella relativa alle notizie a metà. Ad esempio, a pagina 25 scopriamo che nei primi sei mesi del 2005 non si sono registrati sbarchi in Puglia e Calabria (e negli altri sei mesi? e il numero totale di sbarchi nel 2005 rispetto al 2004?); a pagina 35 che dopo un anno dal terremoto di San Giuliano mille famiglie sono potute tornare a casa (e le altre?)
Gli amanti delle cifre potranno alla fine leggere delle 36 riforme fatte e dei 10 punti del nuovo programma.
In generale, la cosa che mi ha colpito di più è la ripetizione insistente. Prendiamo ad esempio un punto come il poliziotto di quartiere. Lo troviamo a pagina 32, a pagina 48, a pagina 72. La scelta dei colori, come ho detto sopra, è anche molto oculata, in modo che il lettore capisca subito dove si va a parare. Ammetto infine di non essere riuscito a trovare una colonnina riassuntiva dove si spiega come il Contratto con gli Italiani sia stato completamente rispettato: sì, buona parte delle ripetizioni sono casualmente su quei punti, ma perché nessun riassunto?

Ultimo aggiornamento: 2006-03-24 23:44

Link – la scienza delle reti

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Non lasciatevi trarre in inganno dal titolo del libro (Albert-László Barabási, Link – la scienza delle reti [Linked – The new science of networks], – 2004 [2002], pag. 254, € 23, ISBN 8806169149, trad. Benedetta Antonielli d’Oulx). In effetti questo è un testo assolutamente serio, anche se – a causa della famosa massima di Feynman “ogni formula in un libro dimezza le sue vendite” – alla fine al lettore rimane un’immeritata sensazione di generalismo. Bisogna però dire che i concetti di invarianza di scala nelle reti e di nascita degli hub sono spiegati in maniera molto chiara, anche se forse un po’ pedante nello stile americano di domande più o meno retoriche che terminano le varie sezioni del libro. Sarebbe interessante vedere quali risultati si potrebbero trovare limitando la ricerca ai blog: gli hub esistono sicuramente, ma credo ci siano molte “isole nascoste”.
Purtroppo la traduzione non è sempre all’altezza. Due esempi: negli scacchi non abbiamo il “cavaliere” ma il cavallo, e che “i macchinari dell’ATM” non sono chissà che cosa, ma molto più banalmente gli sportelli Bancomat…

Ultimo aggiornamento: 2006-03-24 12:08

QED – Fenomenologia della dimostrazione

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Lolli è una persona sicuramente coltissima, ma anche un ottimo oratore. Purtroppo in questo libro (Gabriele Lolli, QED – Fenomenologia della dimostrazione, Bollati Boringhieri – 2005, pag. 182, € 22, ISBN 88-339-1588-3) non ha raggiunto entrambi gli scopi. Peccato, perché l’argomento è indubbiamente interessante; e i primi due capitoli, sul rapporto tra dimostrazioni e logica e sui vari tipi di dimostrazioni in matematica, sono molto belli. Ma gli altri due capitoli, rispettivamente su strategie e stili di dimostrazione, non solo entrano troppo sul tecnico, ma quel che è peggio lo fanno senza nemmeno uno straccio di spiegazione della simbologia utilizzata, sia pure relegata in un’appendice per non macchiare la purezza del ragionamento. Ecco il guaio di Lolli: scrivere presupponendo che i lettori abbiano conoscenze almeno universitarie di base sulla materia. Un po’ troppo.

Ultimo aggiornamento: 2006-03-22 10:29

Guida completa ai Beatles

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Libri sui Beatles ce ne sono molti. Troppi. Allora perché scriverne uno nuovo? Beh, magari per dare un nuovo punto di vista, credo sia la causa motivante di questo libro (Chris Ingham, Guida completa ai Beatles [The Rough Guide to The Beatles], Vallardi 2005 [2003], pag. 384, € 14, ISBN 88-8211-986-6, trad. Maria Cristina Giordano, Vanna Lovato e Giovanna Olivieri) che come spesso capita ha preso un titolo italiano completamente diverso da quello inglese. Come suoi punti a favore, ci sono sicuramente la struttura del libro che non si limita al periodo 1962-1970 ma si insinua nelle carriere successive, e ha delle sezioni sulle cinquanta migliori loro canzoni, sulla parte cinematografica, compresi i filmati promozionali che oggi sarebbero stati chiamati videoclip, e finanche i luoghi beatlesiani. D’altra parte, ogni tanto Ingham scivola sul gossip più trito: nulla di strano, visto che tra i libri citati nei ringraziamenti c’è quello tristemente noto di Guiliano. Inoltre almeno una delle traduttrici di Beatles ne conosce pochino: lo si vede dalla traduzione letterale degli “indizi in Free as a bird“, assolutamente incomprensibile senza citare il verso originale.
In definitiva, il libro può essere interessante ma solo se non si è degli appassionati beatlesiani.
Aggiornamento: (10 gennaio 2007) Dopo uno scambio di email con la curatrice della collana, vorrei fare una precisazione su quanto ho scritto per evitare interpretazioni errate. La qualità della traduzione è ottima, e non ho alcun dubbio a riguardo. Continuo a non essere d’accordo sull’avere evitato di lasciare anche il testo inglese sulla spiegazione di alcuni degli “indizi” nel video di Free as a bird, perché a mio parere la cosa rende difficile al lettore casuale la correlazione tra l’indizio e il brano: visto che però la cosa è stata una precisa scelta editoriale, è ingiusto dire che “la conoscenza dei Beatles di uno dei traduttori è scarsina”.

Ultimo aggiornamento: 2006-03-20 10:38

<em>Quando c'era Silvio</em>

Un po’ a fatica nonostante non fosse propriamente regalato (17 euro), sabato scorso sono riuscito a trovare e comprare il DVD di Diario con la storia di Silvio. Devo dire che mi sarei aspettato qualcosa di più. A parte la parentesi scherzosa con Cesare Ragazzi e le interviste ad Antonio Ingroia (il PM del processo per mafia a Dell’Utri) la parte più interessante sono state le immagini della villa di Arcore – e del cenotafio – durante un incontro con Gorbaciov; e ovviamente la “scena del Kapò” all’europarlamento. Ma qua devo fare un appunto ai montatori: la musichetta di sottofondo e lo stacchetto in mezzo col Duce se li dovevano evitare. Le immagini e le voci originali erano più che sufficienti per capire che cosa successe davvero.
In compenso ho trovato il libretto allegato (occhei, il libretto a cui è allegato il DVD, per i soliti problemi di IVA) molto interessante. Non c’è nulla di nuovo, nel senso che i “contenuti speciali” sono vari articoli già apparsi su Diario: però in un certo senso è stato un utile ripasso.
Ad ogni buon conto, questa è una di quelle operazioni che non cambieranno una virgola nelle intenzioni di voto di nessuna persona.

Ultimo aggiornamento: 2006-03-15 16:25

Il prete giusto

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Packaging speciale del quotidiano torinese (ma lo si può comunque trovare nell’edizione Einaudi), questo libro (Nuto Revelli, Il prete giusto, La Stampa 2005 [1998], pag. 94, €5.90, ISBN 977-1122-176164-50731) narra la storia di don Raimondo Viale, prete delle montagne sopra Cuneo che è stato partigiano durante la seconda guerra mondiale e fu uno dei Giusti che salvarono ebrei in quel periodo. Revelli lascia parlare il sacerdote, oramai anziano e scoraggiato, e gli fa raccontare la sua vita, limitandosi a inserire alcune note a piè di pagina dando una minima indicazione bibliografica sui nomi da lui fatti. Solo alla fine, in una postfazione, aggiungerà qualche nota storica per inquadrare il personaggio, senza dubbio “scomodo” tanto che nel dopoguerra sarà sospeso a divinis. La parte iniziale prende davvero il cuore, e forse proprio per questo alla fine nasce una punta di rabbia, perché la narrazione termina bruscamente con la fine della guerra, e Revelli lascia solo alcuni scarsissimi indizi su quanto successo dopo, quasi non volesse macchiare la storia del sacerdote. Un peccato, vista anche la non certo ampia mole del libretto che avrebbe permesso l’aggiunta di una biografia.

Ultimo aggiornamento: 2006-03-01 18:31

<em>La spada che canta</em>

[copertina]
(ehm… mi ero dimenticato di postarla a suo tempo, come mi hanno fatto notare)
Il secondo libro delle Cronache di Camelot (Jack Whyte, La spada che canta, Piemme Pocket 2000, pag. 559, €9.30, ISBN 88-384-8199-7, trad. Susanna Bini) parte ovviamente da dove si era fermato il primo, e arriva… alla nascita di Caio Merlino Britannico, insomma il mago Merlino che naturalmente non mostra ancora i suoi poteri, magici o no che siano. Nel frattempo vediamo nascere la colonia di Camelot, con tutte le grandi e piccole difficoltà che si hanno in questo tipo di imprese; abbiamo inoltre l’inizio della fusione tra i Romani e i Celti, che porterà appunto alla nascita della nuova popolazione dei Britanni; e finalmente viene forgiata Excalibur, la spada che dà il titolo al libro. Il tutto nella cornice storica dell’imminente crollo dell’impero romano, con le lotte di potere interne, e con aggiunto la lotta terribile tra Claudio Seneca e Caio Britannico. Un favoloso romanzo storico.

Ultimo aggiornamento: 2006-02-26 18:37