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Alla scoperta della crittografia quantistica (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria, va’ su Galileo!)
Confesso che mi sono avvicinato a questo libro (Eva Filoramo, Alberto Giovannini e Claudia Pasquero, Alla scoperta della crittografia quantistica, Bollati Boringhieri “Nuova didattica” 2006, pag. 228, € 20, ISBN 978-88-339-5778-4) con qualche timore, pensando che il testo sarebbe stato troppo sensazionalista, o magari astruso, o al contrario troppo semplicistico. Fortunatamente mi sono dovuto ricredere. Gli autori hanno trovato un ottimo equilibrio tra le spiegazioni scientifiche, che nel caso della meccanica quantistica non sono certo banali, e la divulgazione; anche la prima parte del libro, che racconta a grandi linee la storia della crittografia fino alla fine del secolo scorso, è ben fatta e dà degli ottimi spunti anche a chi come me conosce abbastanza bene il campo. Una lettura consigliata per chi vuole capire se effettivamente i paradossi quantistici possono venire sfruttati nel mondo reale.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-21 10:51

Il re dello spazio infinito (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria, va’ su Galileo!)
Probabilmente il nome di H.S.M.Coxeter non dice molto alla maggior parte delle persone, ma confido che tra i miei lettori la percentuale salga, non foss’altro che per tutte le citazioni ai suoi lavori fatte da Martin Gardner. Questa (Siobhan Roberts, Il re dello spazio infinito [King of Infinite Space], Rizzoli 2006 [2006], pag. 558, € 22, ISBN 9788817011785, trad. Daniele Didero) è la sua biografia, che percorre tutti i novantacinque anni di vita dell’uomo che da solo mantenne viva la fiammella della geometria classica nel corso del XX secolo. Avviso subito che il testo non è affatto pensato per un matematico, ma piuttosto per una persona che vede i matematici come una strana genìa, buona soamente per ricavarci su usa serie di gustosi aneddoti, di cui in effetti il libro è infarcito. Il risultato finale, almeno dal mio punto di vista, è piuttosto deludente, anche perché il testo divaga qua e là senza riuscire a seguire un percorso continuo – non che Coxeter abbia avuto chissà quale vita turbolenta, essendo rimasto per piu di sessant’anni a Toronto – e non fa capire la sua importanza nel panorama mondiale; insomma, la Roberts ha perso un’occasione. La traduzione è scorrevole, anche se a pagina 277 il cerchio di cui si parla è “dei” (non “a”) nove punti: ma è anche vero che non fa parte del curriculum di geometria che ti insegnano a scuola o all’università.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-23 09:10

Amnesie di un viaggiatore involontario (libro)

[copertina] “David Madsen”, così dice la terza di copertina di questo libro (David Madsen, Amnesie di un viaggiatore involontario [A box of dreams], Meridiano Zero – Primo parallelo 2007 [2003], pag. 222, € 14, ISBN 978-888237139-5, trad. Francesco Francis), è lo pseudonimo di un professore inglese (di filosofia e teologia, aggiungono le scarne note che ho trovato in giro. Questo è il suo terzo libro, che confesso avere comprato per caso attratto dal titolo, e per la bella copertina disegnata da Valerio Bindi. Però la scelta è stata davvero ottima, sempre che amiate come me il nonsense allo stato puro e una storia che si dipana senza capo né coda. Il viaggiatore in questione si ritrova in un treno diretto non si sa dove, senza sapere chi è, in compagnia dello psicologo Sigmund Freud – che però non è quel Freud! – e di un grasso e laido controllore, per finire in un non meglio identificato paesino mitteleuropeo dove le mucche sono davvero pazze e sembra che l’unico cibo sia il pane. Il tutto con avventure sessuali di vari tipi… ma ribadisco, è meglio lo leggiate per conto vostro!
Aggiornamento: ho avuto uno scambio di mail con l’editore di Meridiano Zero, che mi ha assicurato che la scelta di avere un titolo molto diverso dall’originale è stata voluta e concordata anche con l’ottimo traduttore Francesco Francis. Elimino quindi il mio giudizio negativo sulla scelta, anche se personalmente credo che sarebbe stato più nello spirito dell’opera inserire il titolo effettivo, e non quello originario, nella finta recensione che si trova verso la fine del libro. Sarebbe stato un ulteriore anello nel vortice di “sogno dentro un sogno”!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-18 10:30

Luna-PAC Serafini (mostra)

In piena zona Cesarini (la mostra chiude oggi) Anna e io siamo andati al PAC a vedere la “mostra ontologica” dedicata a Luigi Serafini. È una delle rarissime volte in cui sono d’accordo con Sgarbi, che si è gloriato del fatto di averla fortissimamente voluta. Serafini è troppo di tutto. Non è che mi piacciano tutte le sue opere e installazioni, intendiamoci, però le sue opere surrealiste sono assolutamente favolose, e l’ingresso, con Coppia di Hirundòmani mostra alla competente Autorità Aviaria il permesso di soggiorno al PAC, fa subito capire di che pasta è fatto il Nostro. Per chi lo conosce da lunga data, ci sono tra l’altro un centinaio di tavole originali del Codex Seraphinianus (che hanno appena ristampato da Rizzoli… peccato costi 89 euro), la sua enciclopedia illustrata scritta in una lingua completamente inventata a partire dalla forma delle “lettere”.
Purtroppo non c’era in vendita un poster di Geometrindi e Matematindi, che altrimenti mi sarei comprato al volo: mi sono così limitato ad acquistare il catalogo della mostra. Certo che la spiegazione della successione di Fibonacci dove i conigli diventano a un certo punto conigli e cubigli getta nuove luci sull’algebra!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-17 18:35

Il matrimonio di Tuya (film)

[locandina] Avevo bisogno di guadagnare qualche Punto Moglie™: ieri sera mi sono fatto così trascinare all’Apollo a vedere questo film che ha appena vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino.
Punti positivi: dura novantasei minuti, non due ore e mezzo come adesso sembra la misura minima per fare Un’Opera D’Arte. Si vedono le steppe della Mongolia interna, che non credo riuscirò mai a visitare. Si vedono i pezzi di Cina che si sta modernizzando – si fa per dire, mi sembrava un film neorealista o al massimo dell’inizio degli anni ’60. Credo di avere visto per la prima volta una zangola. La protagonista è davvero carina. Per qualcuno (io non sono tra questi, ma per onestà lo aggiungo) c’è un film che non finisce con “e tutti vissero felici e contenti”. Per tutti, non ci sono personaggi tagliati con l’accetta, o buonerrimi o kattivissimi.
Ciò detto, la storia – che non ho capito perché viene definita “commedia”. Sì, non è una tragedia, ma qualcosa in mezzo ci sarà pure! – secondo me non regge per nulla, e ci sono dei salti logici assolutamente assurdi che non aiutano certo la comprensione. Per chi non ne sa nulla, Tuya è una pastora il cui marito è rimasto storpio; i due divorziano perché Tuya possa trovare un nuovo uomo che la aiuti, ma lei pretende che il suo ex-marito rimanga comunque con loro. Di per sé alla fine ci riuscirà, ma… (non è che possa dire tutto!) Le musiche, chiaramente locali, sono letteralmente strazianti; quando Batoer suonava il flauto mi tappavo le orecchie per evitare i fischi stridenti, e le “musiche da matrimonio” mi hanno fatto rivalutare le prefiche.
La mia vera fregatura è che ho fatto troppo il muso, e quindi di Punti Moglie™ ne ho poi guadagnati pochini!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-16 13:16

_Il grande libro degli enigmi_ (libro)

[copertina] Riedizione di un classico degli anni ’70, questo libro (Tano Parmeggiani e Carlo E. Santella, Il grande libro degli enigmi, Rizzoli 2006, pag. 251, € 18.50, ISBN 9788817014199) non può mancare nella biblioteca di un amante dei giochi. Non tanto per la qualità degli enigmi, che non è poi così straordinaria (leggi: quasi tutti sono roba che si è già vista in giro in varie salse) quanto per il modo in cui questi racconti sono presentati. A ciascuno di essi è associato un racconto, che può variare da una semplice storiella alla presa in giro di libri e autori noti: memorabile la scena da libro Cuore in cui il maestro entra e trova disegnato sulla lavagna con i gessetti colorati il Preside che sta facendo l’amore con la maestrina dalla penna rossa, e deve scoprire quale degli alunni ha fatto il disegno… e la soluzione, naturalmente, è sotto forma di lettera firmata “tuo padre”. Ma spesso le parodie e gli ammiccamenti sono molto più nascosti, e danno un piacere ulteriore a chi sta cercando di risolvere gli enigmi.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-15 14:35

Breve storia del mondo (libro)

[copertina] Questo libro (Ernst Gombrich, Breve storia del mondo [Eine Kurze Weltgeschichte für junge Leser], Salani 1997 [1985], pag. 338, € 9, ISBN 9788884516015, trad. Riccardo Cravero) è stata la prima opera di Gombrich ad essere pubblicata, subito dopo la sua laurea. La leggenda vuole che avessero chiesto a Gombrich di tradurre in tedesco un libro di storia per ragazzi; lui, dopo averne visto qualcuno, aveva commentato che non gli piacevano per nulla e che l’avrebbe scritto meglio lui; al che l’editore lo prese in parola, e gli fece scrivere un capitolo di prova che fu accettato. L’unica fregatura fu che il libro sarebbe dovuto essere completato in trenta giorni, al che Gombrich seguì lo stile dei suoi vicini tedeschi e si mise a scrivere un capitolo ogni giorno, tranne la domenica in cui faceva leggere i suoi parti alla moglie.
Il risultato secondo me è affascinante: il libro è indubbiamente scritto in modo che possa essere compreso da un ragazzo, ma ha una freschezza – mantenuta nella traduzione – che lo rende apprezzabile anche da chi ragazzo non lo è piu da qualche decennio. Aggiungo anche che in qualche punto mi sono stupito di avere imparato qualcosa di nuovo! L’unico neo a mio parere sono le illustrazioni di Fabian Negrin. Quelle proprio non sono riuscito a sopportarle: inutile, non mi piacciono.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-12 10:28

_I Robinson – Una famiglia spaziale_ (film)

[locandina] Ho già scritto più volte che Anna fa cose ignobili, pur di portarmi al cinema. Così sabato è finita che ci siamo trovati in mezzo a (per fortuna pochi) bambini-con-genitori-appresso a vedere il nuovo film di animazione della Disney (vedi anche il sito italiano), il primo “serio” dopo il divorzio con Pixar.
Onestamente non posso dire che l’abbia trovata un’opera eccezionale. A parte la parte finale del primo tempo quando viene presentato il mondo futuro e la famiglia Robinson, e dove la sceneggiatura fa davvero girare la testa perché è praticamente incomprensibile, non è che ci sia molto altro di valido. Poi comincia a stancarmi l’ormai reiterata abitudine disneyana di avere un orfano (ovviamente perfetto)…
I riferimenti, che sono ormai la parte che cerco più spesso nei film di animazione, sono relativamente pochi, almeno per me (IMDB non è d’accordo). A parte ovviamente Ritorno al futuro, c’è qualcosa de I Jetsons (“I pronipoti”, per chi è molto vecchio), con il doppio gioco delle cromature e del rumore di avviamento anni ’50; Doris la bombetta, più che Magritte, a me ha fatto venire in mente Stanlio; le rane canterine e mafiose sono più che altro un cliché.
Insomma, lo si può lasciare tranquillamente perdere, se non avete figli o nipotini a cui far passare un’ora e mezzo. Al limite, ricordatevi il punto comportamentista su cui si basa il film: “Andare sempre avanti”, senza lasciarsi scoraggiare, e con il corollario di quando Lewis non riesce a riparare la macchina per mettere il burro di arachidi sui toast e fa sì che tutta la famiglia Robinson venga schizzata: “se hai sbagliato, puoi fare tesoro dei tuoi errori e migliorare. Se fai tutto giusto, c’è poco da imparare”.

Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 14:52