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<em>Afghanistan – i tesori ritrovati</em> (mostra)

Oggi gita turistica a Torino, per farmi respirare un po’ d’aria di casa e andare a vedere la mostra di cui in oggetto. In pratica, a quanto pare, una delle clausole non scritte della guerra Onu contro i talebani sembra essere stata “bene, noi ve li togliamo di torno, però poi ci fate portare in giro un po’ della roba che c’è dalle vostre parti”. I talebani continuano ad esserci, però la mostra almeno la si può vedere: è stata prima a Parigi, adesso è a Torino fino al 23 settembre perché Sanpaolo pre-Intesa aveva cacciato i soldi, poi penso finirà ad Amsterdam, Bonn e New York.
Anche se sapevo dov’era il museo di Antichità di Torino ho fatto comunque fatica a trovare l’ingresso, visto che l’hanno spostato ed è a fianco del duomo. In effetti, la mostra sta nel seminterrato della Manica Nuova di Palazzo Reale, quella che quando hanno deciso di costruire hanno scoperto che rimaneva per metà sopra i resti del teatro romano: solo che i Savoia non si lasciavano intimidire da tutto questo, e quindi ora si vede solo metà del teatro perché l’altra metà resta appunto all’interno del palazzo. La mostra non è enorme come quantità dei reperti, ma la qualità è davvero eccezionale: la parte delle tombe di Tillia Tepe, scoperta tra l’altro dai sovietici, è semplicemente favolosa. A parte la ricchezza e l’abilità nella creazione dei manufatti, la cosa più interessante è probabilmente la commistione di temi greci e indiani, legata al fatto che la maggior parte dei reperti è databile tra il 300 a.C e il 100 d.C, dopo che Alessandro Magno aveva aperto anche la via dell’occidente.
Visto che il biglietto è cumulativo, abbiamo anche dato un’occhiata al museo di Antichità, che io avevo già visitato alcuni anni fa. A parte che continuo a trovarmi a disagio con la logica “di scavo” dell’esposizione – in pratica, si fa un percorso a spirale e man mano che si scende verso il basso si trovano reperti più antichi – bisogna dire che il confronto con quello che facevano in Afghanistan è impietoso. Ma è anche vero che il Piemonte è sempre stata una provincia periferica… non si può pretendere troppo. Il museo però ha i suoi punti di interesse, come ad esempio le ampie spiegazioni sui manufatti – solo in italiano, purtroppo.

Ultimo aggiornamento: 2007-07-01 22:39

Che cos’è il tempo? Che cos’è lo spazio? (libro)

[copertina]
In questo libretto davvero smilzo (Carlo Rovelli, Che cos’è il tempo? Che cos’è lo spazio?, Di Renzo “I Dialoghi – Scienza”, pag. 59, € 8.50, ISBN 9788883230820) l’autore, fisico teorico e uno dei cosiddetti “cervelli all’estero”, racconta le sue ricerche sulla natura dello spazio-tempo. Spero di non rovinare la sorpresa a nessuno se vi dico che secondo la sua “teoria dei loop” (da non confondersi con la più nota teoria delle stringhe) non esiste né spazio né tempo. Ciò detto, devo anche rassicurare il lettore allergico alla matematica: qui di formule e robacce del genere non ne troverà affatto; piuttosto leggerà una specie di rapida autobiografia dove qua e là si parla anche di fisica. Magari la cosa può anche interessare, ma di una divulgazione così all’acqua di rose non me ne faccio molto.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-25 10:54

Alla scoperta della crittografia quantistica (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria, va’ su Galileo!)
Confesso che mi sono avvicinato a questo libro (Eva Filoramo, Alberto Giovannini e Claudia Pasquero, Alla scoperta della crittografia quantistica, Bollati Boringhieri “Nuova didattica” 2006, pag. 228, € 20, ISBN 978-88-339-5778-4) con qualche timore, pensando che il testo sarebbe stato troppo sensazionalista, o magari astruso, o al contrario troppo semplicistico. Fortunatamente mi sono dovuto ricredere. Gli autori hanno trovato un ottimo equilibrio tra le spiegazioni scientifiche, che nel caso della meccanica quantistica non sono certo banali, e la divulgazione; anche la prima parte del libro, che racconta a grandi linee la storia della crittografia fino alla fine del secolo scorso, è ben fatta e dà degli ottimi spunti anche a chi come me conosce abbastanza bene il campo. Una lettura consigliata per chi vuole capire se effettivamente i paradossi quantistici possono venire sfruttati nel mondo reale.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-21 10:51

Il re dello spazio infinito (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria, va’ su Galileo!)
Probabilmente il nome di H.S.M.Coxeter non dice molto alla maggior parte delle persone, ma confido che tra i miei lettori la percentuale salga, non foss’altro che per tutte le citazioni ai suoi lavori fatte da Martin Gardner. Questa (Siobhan Roberts, Il re dello spazio infinito [King of Infinite Space], Rizzoli 2006 [2006], pag. 558, € 22, ISBN 9788817011785, trad. Daniele Didero) è la sua biografia, che percorre tutti i novantacinque anni di vita dell’uomo che da solo mantenne viva la fiammella della geometria classica nel corso del XX secolo. Avviso subito che il testo non è affatto pensato per un matematico, ma piuttosto per una persona che vede i matematici come una strana genìa, buona soamente per ricavarci su usa serie di gustosi aneddoti, di cui in effetti il libro è infarcito. Il risultato finale, almeno dal mio punto di vista, è piuttosto deludente, anche perché il testo divaga qua e là senza riuscire a seguire un percorso continuo – non che Coxeter abbia avuto chissà quale vita turbolenta, essendo rimasto per piu di sessant’anni a Toronto – e non fa capire la sua importanza nel panorama mondiale; insomma, la Roberts ha perso un’occasione. La traduzione è scorrevole, anche se a pagina 277 il cerchio di cui si parla è “dei” (non “a”) nove punti: ma è anche vero che non fa parte del curriculum di geometria che ti insegnano a scuola o all’università.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-23 09:10

Amnesie di un viaggiatore involontario (libro)

[copertina] “David Madsen”, così dice la terza di copertina di questo libro (David Madsen, Amnesie di un viaggiatore involontario [A box of dreams], Meridiano Zero – Primo parallelo 2007 [2003], pag. 222, € 14, ISBN 978-888237139-5, trad. Francesco Francis), è lo pseudonimo di un professore inglese (di filosofia e teologia, aggiungono le scarne note che ho trovato in giro. Questo è il suo terzo libro, che confesso avere comprato per caso attratto dal titolo, e per la bella copertina disegnata da Valerio Bindi. Però la scelta è stata davvero ottima, sempre che amiate come me il nonsense allo stato puro e una storia che si dipana senza capo né coda. Il viaggiatore in questione si ritrova in un treno diretto non si sa dove, senza sapere chi è, in compagnia dello psicologo Sigmund Freud – che però non è quel Freud! – e di un grasso e laido controllore, per finire in un non meglio identificato paesino mitteleuropeo dove le mucche sono davvero pazze e sembra che l’unico cibo sia il pane. Il tutto con avventure sessuali di vari tipi… ma ribadisco, è meglio lo leggiate per conto vostro!
Aggiornamento: ho avuto uno scambio di mail con l’editore di Meridiano Zero, che mi ha assicurato che la scelta di avere un titolo molto diverso dall’originale è stata voluta e concordata anche con l’ottimo traduttore Francesco Francis. Elimino quindi il mio giudizio negativo sulla scelta, anche se personalmente credo che sarebbe stato più nello spirito dell’opera inserire il titolo effettivo, e non quello originario, nella finta recensione che si trova verso la fine del libro. Sarebbe stato un ulteriore anello nel vortice di “sogno dentro un sogno”!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-18 10:30

Luna-PAC Serafini (mostra)

In piena zona Cesarini (la mostra chiude oggi) Anna e io siamo andati al PAC a vedere la “mostra ontologica” dedicata a Luigi Serafini. È una delle rarissime volte in cui sono d’accordo con Sgarbi, che si è gloriato del fatto di averla fortissimamente voluta. Serafini è troppo di tutto. Non è che mi piacciano tutte le sue opere e installazioni, intendiamoci, però le sue opere surrealiste sono assolutamente favolose, e l’ingresso, con Coppia di Hirundòmani mostra alla competente Autorità Aviaria il permesso di soggiorno al PAC, fa subito capire di che pasta è fatto il Nostro. Per chi lo conosce da lunga data, ci sono tra l’altro un centinaio di tavole originali del Codex Seraphinianus (che hanno appena ristampato da Rizzoli… peccato costi 89 euro), la sua enciclopedia illustrata scritta in una lingua completamente inventata a partire dalla forma delle “lettere”.
Purtroppo non c’era in vendita un poster di Geometrindi e Matematindi, che altrimenti mi sarei comprato al volo: mi sono così limitato ad acquistare il catalogo della mostra. Certo che la spiegazione della successione di Fibonacci dove i conigli diventano a un certo punto conigli e cubigli getta nuove luci sull’algebra!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-17 18:35

Il matrimonio di Tuya (film)

[locandina] Avevo bisogno di guadagnare qualche Punto Moglie™: ieri sera mi sono fatto così trascinare all’Apollo a vedere questo film che ha appena vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino.
Punti positivi: dura novantasei minuti, non due ore e mezzo come adesso sembra la misura minima per fare Un’Opera D’Arte. Si vedono le steppe della Mongolia interna, che non credo riuscirò mai a visitare. Si vedono i pezzi di Cina che si sta modernizzando – si fa per dire, mi sembrava un film neorealista o al massimo dell’inizio degli anni ’60. Credo di avere visto per la prima volta una zangola. La protagonista è davvero carina. Per qualcuno (io non sono tra questi, ma per onestà lo aggiungo) c’è un film che non finisce con “e tutti vissero felici e contenti”. Per tutti, non ci sono personaggi tagliati con l’accetta, o buonerrimi o kattivissimi.
Ciò detto, la storia – che non ho capito perché viene definita “commedia”. Sì, non è una tragedia, ma qualcosa in mezzo ci sarà pure! – secondo me non regge per nulla, e ci sono dei salti logici assolutamente assurdi che non aiutano certo la comprensione. Per chi non ne sa nulla, Tuya è una pastora il cui marito è rimasto storpio; i due divorziano perché Tuya possa trovare un nuovo uomo che la aiuti, ma lei pretende che il suo ex-marito rimanga comunque con loro. Di per sé alla fine ci riuscirà, ma… (non è che possa dire tutto!) Le musiche, chiaramente locali, sono letteralmente strazianti; quando Batoer suonava il flauto mi tappavo le orecchie per evitare i fischi stridenti, e le “musiche da matrimonio” mi hanno fatto rivalutare le prefiche.
La mia vera fregatura è che ho fatto troppo il muso, e quindi di Punti Moglie™ ne ho poi guadagnati pochini!

Ultimo aggiornamento: 2007-06-16 13:16

_Il grande libro degli enigmi_ (libro)

[copertina] Riedizione di un classico degli anni ’70, questo libro (Tano Parmeggiani e Carlo E. Santella, Il grande libro degli enigmi, Rizzoli 2006, pag. 251, € 18.50, ISBN 9788817014199) non può mancare nella biblioteca di un amante dei giochi. Non tanto per la qualità degli enigmi, che non è poi così straordinaria (leggi: quasi tutti sono roba che si è già vista in giro in varie salse) quanto per il modo in cui questi racconti sono presentati. A ciascuno di essi è associato un racconto, che può variare da una semplice storiella alla presa in giro di libri e autori noti: memorabile la scena da libro Cuore in cui il maestro entra e trova disegnato sulla lavagna con i gessetti colorati il Preside che sta facendo l’amore con la maestrina dalla penna rossa, e deve scoprire quale degli alunni ha fatto il disegno… e la soluzione, naturalmente, è sotto forma di lettera firmata “tuo padre”. Ma spesso le parodie e gli ammiccamenti sono molto più nascosti, e danno un piacere ulteriore a chi sta cercando di risolvere gli enigmi.

Ultimo aggiornamento: 2007-06-15 14:35