Finalmente – si fa per dire – Grokipedia. Che cos’è? La definizione che essa si dà è “Grokipedia is an open source, comprehensive collection of all knowledge.” Quello che non dice – ma si può intuire dal nome – è che la raccolta di tutta la conoscenza avviene attraverso Grok, l’intelligenza artificiale di Elon Musk.
Che dire? Al momento c’è ancora poco materiale, e solo in inglese; la sensazione, leggendo Wired in inglese, è che per i temi non controversi (dal punto di vista di Elonio…) prenda direttamente il contenuto di Wikipedia, mentre quelli che Elonio ritiene più interessanti, a partire da sé stesso, hanno un trattamento personalizzato, e sicuramente diverso da quanto si legge su altre fonti, anche se per Larry Sanger (il Pete Best di Wikipedia) anche Grok e quindi Grokipedia non vanno bene perché sono sinistrorsi. Non è che uno si aspettasse qualcosa di diverso, a dire il vero.
Grokipedia surclasserà Wikipedia? Ho dei forti dubbi, ma non per il motivo che forse pensate: è probabile che la gente comincerà a fare ricerche attraverso l’AI, ma a questo punto sarà proprio il concetto di enciclopedia che non varrà più e quindi Wikipedia e Grokipedia moriranno assieme. Vedremo.
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L’infaticabile Paolo Caressa stavolta ci dà un’idea di quale rapporto ci sia tra matematica e filosofia, almeno in questi ultimi 150 anni, quando i filosofi (con rarissime eccezioni, tipo Alain Badiou) si sono arresi e hanno sentenziato che visto che loro non comprendono più la matematica attuale essa non è importante. Anche il viceversa è abbastanza vero: sono pochi i matematici che prendono una posizione filosofica sulla matematica. Per la cronaca, io sono un “platonista temperato”: per me i concetti matematici hanno una loro propria esistenza indipendente da noi, ma siamo noi a scegliere quali vogliamo vedere.