La notizia è apparsa (sotto paywall) su Repubblica, quindi me la sono letta in spagnolo su La Vanguardia, tanto non mi serve nemmeno usare il traduttore automatico. Che è successo?
Quest’autunno ci saranno le elezioni presidenziali in Cile, e il centrosinistra locale ha scelto come candidata Jeannette Jara, una comunista (la prima dopo Allende, speriamo che non faccia la stessa fine). Come parte della campagna elettorale, la libreria Libre Arte di Santiago ha preparato un poster 50×70 con una foto della Carrà da giovane, la scritta “Siempre voto comunista” e il testo “Raffaella Carrà, una di noi” (in italiano) e in mezzo una falce d martello. La frase è una citazione: nel 1977, in un’intervista al periodico spagnolo Interviu, la Raffa nazionale aveva espresso con forza le sue opinioni politiche. Ma anche negli anni ’80, quando andò spesso in Cile a partecipare ai festival canori locali, rivendicò sempre nei suoi discorsi la sua fede politica: cosa non banale, considerando che in quegli anni c’era la dittatura di Pinochet.
Sapevo che la Carrà era un’icona gay, cosa che le faceva piacere: non pensavo che fosse anche un’icona della sinistra!
L’infaticabile Paolo Caressa stavolta ci dà un’idea di quale rapporto ci sia tra matematica e filosofia, almeno in questi ultimi 150 anni, quando i filosofi (con rarissime eccezioni, tipo Alain Badiou) si sono arresi e hanno sentenziato che visto che loro non comprendono più la matematica attuale essa non è importante. Anche il viceversa è abbastanza vero: sono pochi i matematici che prendono una posizione filosofica sulla matematica. Per la cronaca, io sono un “platonista temperato”: per me i concetti matematici hanno una loro propria esistenza indipendente da noi, ma siamo noi a scegliere quali vogliamo vedere.