Ho casualmente scoperto che con il nuovo orario dei treni non c’è più il rimborso del 50% del costo del biglietto se il treno accumula un ritardo di 25 minuti, ma il 25% con un ritardo di più di un’ora; per il 50% ci vogliono ben due ore di ritardo. Per la cronaca, l’ineffabile amminstratore delegato delle Ferrovie Moretti ha comunicato che la colpa di questi tagli è dell’Europa! Eh sì, prima infatti non c’era una normativa e quindi ognuno faceva come credeva, adesso è stato posto un obbligo di rimborso anche se minimo per i treni con più di un’ora di ritardo. Se poi Mauro Moretti – che sabato ha rilasciato almento un’intervista alla Stampa e una a Repubblica, anche perché sono vari giorni che i due quotidiani insieme al Corriere della Sera stanno dedicando pagine su pagine alla débacle ferroviaria – è convinto che la gente gli creda, come creda alla sua affermazione che i ritardi sulla Torino-Milano siano dovuti ai pendolari che non sono contenti di avere un abbonamento a prezzo ridotto e pretendono anche di sedersi sui treni, quello è un suo problema. Credo sia chiaro che Trenitalia abbia fatto i suoi conti, sapesse che non può assolutamente rispettare le fantasmagoriche tabelle di marcia, e si sia premunita in conseguenza. Il fatto che il Frecciarossa Torino-Milano che io ho preso venerdì sera sia arrivato (toh, con esattamente 60 minuti di ritardo, non sessantuno…) dopo il regionale che costava un quarto del prezzo è naturalmente ininfluente. Tanto quella è solo stata la ciliegina sulla torta della mia giornata.
Ultimo aggiornamento: 2009-12-22 07:00