Archivi categoria: trasporti

Milano (quasi) come Berlino

[pista ciclabile contro un muro] In questi giorni l’assessore all’urbanistica milanese Carlo Maria Giorgio Masseroli, tutto felice per aver fatto disegnare nell’asfalto di via Carducci una pista ciclabile, ha sentenziato che si ispirerà a Berlino per la mobilità ciclistica milanese.
Tralasciamo banalità come il fatto che alcuni anni fa con le “piste ciclabili autoprodotte” sempre disegnate sull’asfalto si rischiò un incidente diplomatico: la gente può anche imparare dagli errori. Tralasciamo banalità come il fatto che in una città dove si va contromano superando la doppia striscia continua l’unico modo per sperare che le auto non invadano una pista ciclabile disegnata sull’asfalto è mettere una telecamera e multare tutti quelli che ci passano in auto – moto – camionetta: come facevo via Carducci prima senza pista ciclabile continuerò a farla adesso.
Stavolta vorrei parlare delle piste ciclabili “vere” che esistono a Milano. Mercoledì mi è capitato di seguire quella di via De Marchi, che parte nel nulla all’altezza dell’inizio del ponte sulla ferrovia (non dico mettere un semaforo ciclistico per permettere di attraversare la strada, ma magari delle strisce no?) e termina in viale Sarca. Come vedete dalla foto, in questo caso non termina nel nulla come è usanza dei microtratti di piste milanesi: o il ciclista è capace a creare dal nulla un effetto tunnel per passare attraverso il muro, oppure ci si spiacicca allegramente. Capisco risparmiare sul cartello “fine pista ciclabile”, ma a questo punto potevano anche evitare di fare gli ultimi cinque metri, no? (e di nuovo, entrarci in direzione nord è fattibile, ma se uno sta facendo il percorso in direzione sud quando arriva lì dovrebbe teletrasportarsi altrove, e se è in grado di teletrasportarsi non avrebbe bisogno della pista ciclabile)

Ultimo aggiornamento: 2010-10-15 07:00

Tutto congiura contro ATM

Ieri in Atm erano appena riusciti a rimettere a posto i binari in viale Zara e far di nuovo passare i tram.
Oggi alle 18 quando sono passato di là c’era un 7 (i nuovi Sirietto) che aveva tamponato un’auto, e quindi si era bloccato di nuovo il tutto. (Il tram non sembrava molto rovinato, ma il botto doveva essere stato niente male, visto che c’era un’ambulanza… probabilmente qualcuno dentro il tram era caduto).
A vedere la posizione dei mezzi non credo proprio la colpa fosse del manetta; resta il fatto che non è possibile avere sempre un blocco :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-10-08 22:38

si vede che Podestà ha studiato

L’attuale presidente della provincia di Milano (non che quello prima fosse meglio, neh) ha esposto la sua e destinare tale «pedaggio minimo di scopo» a «prolungamenti all’esterno delle linee metropolitane». Il tutto perché «Ogni giorno 700-800mila veicoli entrano a Milano dalle tangenziali. Dobbiamo intercettare questo traffico spostando sempre più fuori città i punti di interscambio gomma-ferro».
È chiaro che l’attuale presidente della provincia di Milano non ha idea che buona parte di quei 700-800mila veicoli hanno a bordo gente che va in auto perché non ci sono abbastanza ferrovie (lo so che la parola metropolitana va tanto di moda, ma se fai fermate ogni 500 metri quanto ti ci vuole per arrivare da Seregno a Milano?), e che per spostare i punti di interscambio devi (a) avere spazio per fare l’interscambio (b) avere preparato prima l’interscambio e l’infrastruttura ferroviaria. D’altra parte l’attuale presidente della provincia di Milano vuole anche «estendere il bike sharing ai comuni della provincia». Anche ammesso di aver potenziato le piste ciclabili, si rende conto che non puoi pretendere che una persona presumibilmente poco pratica si faccia tutti i giorni 10+10 km in bicicletta? E allora che diavolo fai piste ciclabili per tutta la provincia?

Ultimo aggiornamento: 2010-10-08 14:21

frecciarossaspuntata

È passata poco più di una settimana dallo strombazzato lancio del collegamento col Frecciarossa (due coppie di corse al giorno, mica peperoni padani!) tra la stazione Centrale di Milano e l’aeroporto di Malpensa. Stranamente nessuno ha fatto caso che il collegamento ci mette la bellezza di quarantadue minuti per compiere il percorso. Google Maps mi dice che in auto ci si metterebbero 46 minuti: immagino che i tempi siano molto ottimistici, almeno in alcune fasce orarie, ma in fin dei conti ci sono cinquanta chilometri di distanza. A che serve – a parte che per far pagare uno sproposito – mettere un treno ad alta velocità e poi farlo andare come un accelerato?

Ultimo aggiornamento: 2010-09-22 15:47

Perché perder tempo a parlare di ATM?

Stamattina, più a causa del pessimo raffreddore che mi sono trovato che per le due gocce di pioggia, ho lasciato la bicicletta a casa e sono andato a prendere la metro in Maciachini. Sono sceso alle 8:24; c’era un treno fermo sull’altro binario e trecento persone in attesa. Occhei, forse alle 8:24 ce n’erano solo 250, ma due minuti dopo, quando finalmente è arrivato il treno – ricordo che al momento Maciachini è il capolinea della gialla – erano sicuramente almeno 300: si fa presto il conto, sapendo che ci sono sei vagoni e ciascuno di essi ha 32 posti a sedere.
Le 8:25 del mattino di un martedì non sono certo un’orario di morbida, né il 7 settembre è una giornata estiva; lo riconosce ATM stessa, che in un suo comunicato come al solito esultante sulla sua capacità di terminare quasi tutti i cantieri in tempo termina con la frase «Intanto, lunedì 6 settembre, come programmato entrerà in vigore il nuovo orario di esercizio 2010/2011 con la consueta intensificazione delle frequenze dopo la pausa estiva.» (Nota per i meno scafati: ATM non ha detto che è iniziato l’orario invernale, che probabilmente partirà dalla settimana prossima se non addirittura dal 20 settembre)
Aggiungo sommessamente che la nuova campagna pubblicitaria ATM, quella con le tessere del puzzle, dovrebbe venire leggermente emendata: le cose si fanno mentre si aspettano i mezzi!

Ultimo aggiornamento: 2010-09-07 10:53

bici e giubbetto ad alta visibilità

A quanto pare, il nuovo codice della strada non prescrive l’obbligo di uso del casco per i minori di quattordici anni che viaggino in bicicletta, pardon in velocipede. Mah.
In compenso, dando un’occhiata approfondita alla legge ho scoperto che da fine settembre (articolo 182, comma 9 bis)

«Il conducente di velocipede che circola fuori dai centri abitati da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere e il conducente di velocipede che circola nelle gallerie hanno l’obbligo di indossare il giubbotto o le bretelle retroriflettenti ad alta visibilita’, di cui al comma 4-ter dell’articolo 162»

Io giro da anni con il giubbetto nella borsa, pronto a usarlo la sera (che d’inverno significa poi quando esco dall’ufficio), e sono lieto che la legge ne imponga l’obbligo, anche se sono certo che la cosa non cambierà le abitudini dei ciclisti: in fin dei conti anche le luci davanti e dietro sarebbero obbligatorie, e vedete – anzi non vedete – che succede. Però mi chiedo se davvero qualcuno pensi che io tutte le mattine arrivato all’imbocco del tunnel sotto la stazione Centrale mi metterò il giubbetto e appena uscito me lo toglierò… (Ho comunque le fascette catarifrangenti sui pantaloni, gli automobilisti mi vedono lo stesso)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-16 07:00

Passantino ultimato in tempi “record”

A fine luglio a Milano c’è stata una notiziona. No, non l’interrogatorio di Formigoni a proposito di mozzarelle e passeggiate; piuttosto, la presentazione del nuovo passantino, che permetterà di andare dalla stazione Centrale a Malpensa in “soli” 41 minuti (se il treno ferma a Garibaldi) oppure 47 minuti (se si aggiungono Bovisa e Saronno); il tutto non si sa a quale prezzo.
Non stiamo a sottilizzare sul fatto che i bus dalla Centrale a Malpensa ci mettono ben cinquanta minuti; si sa che basta un minimo intoppo e li si trova fermi in autostrada. Non stiamo nemmeno a sottilizzare che un servizio integrato treno-aereo vedrebbe un check-in sul treno stesso, magari con un drop-in in modo da lasciare già le valigie pronte per essere perse dalle compagnie aeree. Mi limito a segnalare che nei meandri del mio blog ho recuperato questo post, dell’aprile 2008, e a cui posso finalmente dare una risposta: i lavori, che avrebbero dovuto terminare nel 2006, sono finiti con soli quattro anni di ritardo.
La cosa che mi stupisce è che nessuno si sia ricordato di quella data :-)

Ultimo aggiornamento: 2010-08-10 07:00

fedeltà trenitalia

Se tutto va bene, nel momento in cui apparirà questo messaggio io sarò sul Frecciarossa per Roma, per partecipare a una riunione. Quando venerdì ho avuto la conferma della trasferta ho compilato accuratamente il mio modulino elettronico per l’ufficio viaggi, e nel campo “osservazioni” ho scritto il numero della mia CartaFreccia (la carta fedeltà di Trenitalia). Due ore dopo mi sono arrivati i biglietti ticketless: del codice non c’era traccia alcuna. A quanto pare il campo “osservazioni” non serve a nulla, e occorre una procedura esoterica perché rimanga traccia perpetua di queste notizie.
Vabbè, mi dico abituato ai biglietti aerei: mi faccio segnare il numero in un secondo tempo. In fin dei conti il treno non l’ho ancora preso. E invece no: da regolamento, “Non sarà in ogni caso possibile recuperare i punti per i quali non è stato comunicato o compilato il codice personale al momento dell’acquisto.”
Poi uno si chiede come mai sto aspettando la (ancorché mi sa finta) concorrenza sui binari italiani…
(p.s.: avete mai provato a compilare un reclamo online nel sito di Trenitalia? È una procedura possibile solo per una persona molto paziente)

Ultimo aggiornamento: 2010-07-20 06:30