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Il “biglietto urbano” ATM

Ieri a Milano c’è stata la giornata senz’auto. Non sto a dirvi quante auto c’erano in giro per la città, d’altra parte se non ci sono pattuglie dei vigili a multare non si può pretendere più di tanto. La mattina mi sono preso Jacopo e Cecilia e gli ho fatto fare un bel giro in metropolitana, una cosa che a loro piace tantissimo: l’idea era che tanto con un singolo biglietto urbano avrei potuto girare tutto il giorno, come raccontato ovunque e visibile nei messaggi a pannello scorrevole alle fermate. Certo. Con il singolo biglietto urbano. Io che ho una tessera RicaricaMi ho regolarmente pagato il secondo biglietto la seconda volta che sono salito sulla metropolitana. (Per una singola fermata Cordusio-Cairoli, ma non è quello il punto, come potete bene immaginare).
Potreste dire che per sapere che “biglietto singolo urbano” è solo un biglietto singolo urbano avrei potuto cliccare sull’avviso presente nel sito ATM, come si vede da questa schermata: certo, certo. Cliccando sarei arrivato qui: “Inserisci la tua e-mail e password per effettuare il login ed entrare nel tuo profilo dati”. Potreste dire che un biglietto (peggio ancora, parte di un carnet) nella RicaricaMi non è un biglietto urbano singolo, e qua sono costretto a darvi ragione. Restano però due cose: che la comunicazione non è certo delle migliori – bastava scrivere “solo con il biglietto urbano ordinario, ecc.” – e che ATM non è interessata agli utenti diciamo “medi”, quelli cioè che non sono abbonati ma usano comunque abbastanza i mezzi per avere biglietti multipli e tessere ricaricabili in tasca. Terrò presente.
(ah, ho scritto ad ATM. Sezione “suggerimenti”, non “reclami”. Vi farò sapere)

Ultimo aggiornamento: 2012-09-17 07:00

corridoi per le bici e grasse risate

E dire che agosto è finito, e uno poteva immaginare che finalmente i quotidiani tornassero a inserire notizie e non barzellette. E invece no. Il dorso milanese di Repubblica ci rende edotti della Grande Ideona per favorire il traffico ciclistico in città: cito verbatim dall’articolo

«Carreggiate più strette, per una doppia funzione: lasciar spazio alle biciclette sulla destra vicino al marciapiede mentre a sinistra, verso il centro delle strada, impedire la doppia fila».

Intendiamoci: in un mondo perfetto, o almeno meno imperfetto, l’idea non fa una grinza. Il posto più logico per mettere una pista ciclabile è tra il marciapiede e le auto parcheggiate, perché così il velocipedista ha tra l’altro una protezione maggiore. Inoltre togliendo mezza corsia dalle strade larghe una corsia e mezzo è chiaro che il parcheggio in doppia fila è molto più difficile.
Ma siamo in Italia, e nella fattispecie a Milano. Come verrebbe separata la pista ciclabile dalle strisce per parcheggiare? Con una mano di vernice? Con un cordolo, utilissimo considerando che i Suv parcheggiano anche su un marciapiede alto venticinque centimetri? Il risultato pratico sarebbe trovare una certa quantità di auto parcheggiate perpendicolarmente al senso di marcia, riuscendo così in un colpo solo a bloccare la pista ciclabile e ridurre la carreggiata disponibile. L’unico modo per ottenere qualcosa è piantare paletti, il che ha un costo non indifferente e non credo sia quello che Palazzo Marino ha in mente di fare, oltre che rendere difficoltosa l’uscita dall’auto sul lato destro. Poi potrei sbagliarmi, ma non credo. Niente male, vero?
Non che l’altra idea indicata nell’articolo, quella dell’ATM che permetterebbe il trasporto delle bici in metropolitana nelle ore di morbida, sia tanto meglio: ma magari tra le 10 e le 16 si potrebbe riuscire a far coabitare un paio di biciclette e i pedoni… chissà.

Ultimo aggiornamento: 2012-09-04 07:00

Questo treno non ferma

[il treno non ferma]
Leggo da Licia che esistono treni per cui viene accuratamente indicata una fermata, e viene ancora più accuratamente indicato che la fermata non si effettua.
Potete vedere voi stessi: per la cronaca ho preso il testo dal sito RFI. A che servirà quella non-fermata? Misteri.

Ultimo aggiornamento: 2012-08-14 15:26

quando una multa può far piacere

Non so se ArenaWays si sarebbe salvata dal fallimento se il gruppo FS non avesse posto un bel po’ di ostacoli all’esercizio della tratta Torino-Milano. Probabilmente no. Però credo che i 300.000 euro di multa comminata oggi dall’Antitrust siano meno di quanto potrebbe avere perso.
Resta da capire perché ci siano voluti due anni per arrivare a una sentenza… o è meglio non capirlo?

Ultimo aggiornamento: 2012-08-09 18:06

Bici in itinere

Leggo sul Post questa lettera e scopro il sito Bici in itinere. Il latinorum è necessario, perché si parla proprio di un tipo di infortunio “sul lavoro”. Dovete sapere che secondo varie sentenze della Cassazione chi lavora ha una copertura assicurativa particolare non solo per gli infortuni sul lavoro, ma anche nel caso di infortuni sul tragitto casa-ufficio – “in itinere” significa “durante il percorso”; questo naturalmente se si sta prendendo la strada normale e non si fanno chissà quali deviazioni. Questo vale se si va a piedi o si usano i mezzi pubblici: se uno va in automobile sono problemi suoi, a meno che non ci siano mezzi pubblici a disposizione.
Peccato che la bicicletta sia un mezzo privato, e quindi se subissi un incidente mentre vado in ufficio non ci sarebbe la copertura di incidente sul lavoro. Peggio ancora: come si legge qui (a parte il refuso :-) ) l’interpretazione attuale è che la copertura varrebbe se sto percorrendo una pista ciclabile: insomma, una presa per i fondelli doppia. La colpa non è dell’INAIL, come la FIAB spiega nel post succitato; la legge è quella, ci possono essere interpretazioni estensive ma non ci si può estendere più di tanto. Bisognerebbe cambiare la legge, equiparando l’uso della bicicletta al camminare: sarà possibile?
(p.s.: paradossalmente usare BikeMi è dunque permesso?)

Ultimo aggiornamento: 2012-06-14 14:47

timbratura in uscita

E così si sperimenta il blocco dei tornelli della metropolitana in uscita. Non nelle ore di punta, non nelle stazioni tipo quelle su viale Monza dove già adesso entrare e uscire è un incubo visto il numero infimo di tornelli, ma si inizia.
Avrei dei dubbi sul “costo zero per ATM”, vista la quantità di tutor che saranno messi per spiegare ai furbetti del tornellino che hanno da pagare; ma il principio resta valido. Quello che però mi chiedo è un’altra cosa: sono così in tanti quelli che entrano con un biglietto solo suburbano e non cumulativo da fuori Milano e poi escono fischiettando in pieno centro? E allora, come fanno ad esserci così tanti portoghesi, visto che almeno in teoria per entrare devi passare dai tornelli e c’è del personale che dovrebbe controllare?
(poi c’è un’altra cosa che mi disturba un po’. Io giro con la tessera ricaricabile, il che significa che non posso assolutamente sapere se i novanta minuti di validità del mio biglietto siano o no scaduti quando esco. Naturalmente il problema pratico non si pone, nella tessera c’è sicuramente almeno un altro biglietto e quindi quando la passerò sul lettore al limite me ne verrebbe scalato un altro; però se il tutto avvenisse con segnalazione acustica per additare alla pubblica gogna il presunto portoghese allora sì che mi arrabbierei. ATM, che mi dici?

Ultimo aggiornamento: 2012-06-11 11:23

attraversamenti ciclistici

L’amicone di lunedì scorso non lo leggerà mai, ma – come del resto sarebbe dovuto essere chiaro a tutti – alla mia domanda ai vigili milanesi

Se io sono in automobile e c’è un attraversamento ciclabile (con cartello quadrato azzurro di avviso e strisce tratteggiate, come in via Pallavicino), quali sono le norme di precedenza da rispettare? E quali sono le norme da rispettare quando si svolta a destra attraversando la pista ciclabile (come in piazza Carbonari svoltando in via Timavo)? grazie in anticipo!

la risposta è stata

Egregio Signore/Gentile Signora, i veicoli a motore in questo caso si devono comportare come se si trovassero di fronte a strisce pedonali; la differenza è che su quel tipo di attraversamento possono circolare solo i velocipedi. Distinti saluti Redazione Web Polizia Locale/AF

Ultimo aggiornamento: 2012-06-08 10:19

ScaricaMI

Generalmente io quando uso i mezzi pubblici milanesi adopero la tessera RicaricaMI: è molto più semplice che tenermi N biglietti cartacei (in realtà ne ho sempre uno di scorta, non si sa mai chi si possa incontrare), e visto che in genere vado in bicicletta farmi un abbonamento non sarebbe conveniente. Occhei, per la precisione adopero due tessere: o per essere più precisi io e Anna abbiamo due tessere, e ogni tanto lei mi dice “ho scaricato la tessera: mi dai la tua?”.
La scorsa settimana c’è stato ancora una volta lo scambio: ieri sono così andato nel mezzanino della metro a ricaricare la tessera. Vedo che c’è ancora un biglietto, non mi preoccupo e carico come al solito due carnet da 10. Inserisco il bancomat, digito il pin, aspetto. Vedo a display un messaggio: “inserire nuovamente la tessera elettronica”; dopo un po’ capisco che intendeva il bancomat, lo reinfilo, ma doveva essere scattato il timeout e così mi è stata stampata una ricevuta di “reso non riuscito” o qualcosa del genere.
Oggi in pausa pranzo ho così inforcato la bici e sono andato all’ATM Point di Loreto (l’hanno rifatto proprio carino…): non c’era nessuno in coda, ho consegnato tessera e ricevuta, e ho compilato il modulo. L’impiegato prende una nuova tesserina, fa per caricarla, la butta via. Prende una seconda tesserina, fa per caricarla, la butta via. Lo stesso con la terza e la quarta. A questo punto fa una telefonata. Poi mi dice “guardi, non so cosa stia succedendo. I soldi glieli ridiamo, non c’è problema: ma mi si bruciano le tessere. Sembra che nella sua vecchia tessera ci siano ancora quattro corse caricate, ma suddivise in tre diversi carnet: uno con due corse e gli altri due con una ciascuno”. Al quinto tentativo la nuova tessera è stata creata, ma il sistema si è ancora rifiutato di aggiungere i nuovi carnet: così mi ha dato i soldi e mi ha consigliato di provare a terminare le quattro corse e al massimo andare all’ATM Point di Duomo, praticamente una delle bolge dell’inferno dantesco – non per nulla sta sottoterra.
Ora, diciamo che faccio finta di capire perché ATM non ha scelto la tecnologia Oyster per le sue tessere ricaricabili (come fanno a Londra: tu carichi soldi, e poi è il sistema che decide anche a posteriori qual è la tariffa più conveniente per le corse che hai fatto). Ma non riesco proprio a capire come possa funzionare il loro software, visto che non sono certo io che scelgo quale biglietto usare.

Ultimo aggiornamento: 2012-05-16 14:05