Ieri pomeriggio Anna doveva prendere i biglietti del treno per stamattina: un regionale veloce (che poi veloce non è stato, non si sa per quale ragione il localaccio precedente è stato soppresso e quindi si è sciroppata tutte le stazioncine) da Milano a Novara. Si connette al sito trenitalia.com che rimanda al sito lefrecce.it: da lì era possibile selezionare il treno, ma il costo del biglietto era settato a 0,00 euro. Purtroppo non era un’offerta specialissima del principale gestore ferroviario italiano: con molta probabilità qualcuno si era dimenticato che ieri sarebbe partito l’orario ferroviario 2013, aveva inserito tutti i prezzi possibili e immaginabili per l’alta velocità e si era dimenticato del trasporto locale. Però il software era molto attento a questo tipo di eccezioni: scriveva in piccolo “al momento è impossibile fare la transazione” e rimandava alla pagina di scelta del biglietto (a 0,00 euro).
Dopo un’oretta Anna mi fa “ce l’ho fatta!” A quanto pareva, il sito fsitaliane.it aveva caricato correttamente anche quelle tariffe, e così si è stampata il suo bel biglietto da non timbrare ma di validità 4 (quattro) ore. Due minuti dopo però mi chiama, e mi dice “e adesso che succede?” Mi mostra la schermata che gli appare quando ha cliccato su “stampa la fattura”: una sfilza di caratteri più o meno casuali. Trentacinque anni di frequentazione di computer mi hanno fatto subito capire cosa era successo (è facile: basta vedere la stringa %PDF1.4 all’inizio della sequela di caratteri): sono tornato indietro alla pagina di visualizzazione scelta, ho cliccato col tasto destro sul pulsante “stampa la fattura”, e ho salvato la pagina togliendo l’estensione HTML che il sito si ostinava ad aggiungere dopo il corretto .pdf. (Per i puntamatitisti: probabilmente la pagina era semplicemente inviata come tipo text/html: ma visto che non mi pagano per fare da debuggatore non sono stato a verificare). Naturalmente questo lo posso fare io che ho mangiato pane e specifiche, mica l’utente comune.
A questo punto io mi domando e chiedo: perché ci sono N siti diversi riconducibili alla parte di FS che muove i treni (quindi lascio da parte RFI, che avrà i suoi siti)? E soprattutto perché sono tutti gestiti in maniera diversa, con l’unica caratteristica comune di essere malgestiti?
Ultimo aggiornamento: 2012-12-10 11:08