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anche prima di Musk, Twitter…

Da qualche tempo ho la possibilità di downvotare (come si può dire in una sola parola in italiano? disvotare?) i commenti ai post di Twitter. Non che lo faccia, anche perché non ne vedo il valore aggiunto. Ho scoperto però che ci sono le statistiche twitter… O almeno ci sono se pago per vedere i dati. Nulla di nuovo sotto il sole.

Ultimo aggiornamento: 2022-04-08 10:56

Come le ricerche Google inquinano i risultati

Mi è arrivato il report sulle ricerche Google che sono arrivate al mio sito, e ho scoperto come mai a febbraio ci fosse stato un picco di accessi a questa mia pagina. Le cinque stringhe più gettonate che hanno portato al mio sito (a parte il “lanciacazzi” che avevo esaminato…) sono infatti state “indovinello 100 prigionieri cappelli”, “100 prigionieri cappello bianco nero”, “indovinello 100 prigionieri”, “indovinello 100 cappelli”, e nel seguito ci sono altre varianti.

Mi fa un po’ rabbia non essere riuscito a trovare la fonte primaria, quella cioè che ha portato la gente a cercare in rete la risposta all’indovinello. Quello che però mi infastidisce di più è che per scoprire la chiave di ricerca ho dovuto aspettare che Google si degnasse di inviarmi questi highlight. Una volta bastava guardare le statistiche del sito per ottenere queste informazioni: ma a Mountain View si sono fatti furbi e adesso le nascondono quando fanno fare le query ai vari browser, per l’ottima ragione che in questo modo si tengono per loro i dati – e immagino che per averli in formato utilizzabile si debba pagare eccome. Ma ormai il mondo va così. Inoltre la preponderanza delle ricerche fatte via Google fa sì che quando una pagina comincia ad essere acceduta arriva un effetto valanga (“a chi ha, sarà dato”). Questo significa che in pratica le classifiche delle ricerche risultano falsate, con un piccolo numero di pagine che continua a crescere. D’accordo che non faccio SEO, ma vi rendete conto del fastidio?

gli orticelli Twitter

Io comprendo che ci possano essere delle ragioni per bloccare su Twitter qualche persona. Io non lo faccio, ma solo perché è molto più semplice silenziare chi non mi interessa; però capisco che in questo modo quel qualcuno può inviare messaggi diretti pesanti e il blocco rimane dunque l’unica opzione. Comprendo molto meno chi decide che i suoi tweet possano essere visti solo dai suoi amici: a questo punto fatti un sito tutto tuo dove puoi inviare i tuoi comunicati stampa senza che nessuno ti faccia le pulci

(Trovo infine maleducato che uno possa scegliere chi ha il privilegio di rispondere ai suoi post. Solipsismo all’ennesima potenza)

Ultimo aggiornamento: 2022-03-11 15:31

Facebook perde utenti (quorum ego…)

La scorsa settimana è arrivata come una bomba la notizia (qui in inglese, qui la versione del Post) che Facebook nell’ultimo trimestre non ha aumentato il numero di utenti attivi nel mese, e anzi il numero di utenti attivi giornalieri è calato. Intendiamoci, il primo valore resta a 2,9 miliardi e il secondo è sceso da 1,930 miliardi a 1,929 miliardi. Ma la cosa è bastata per far perdere un quinto del valore alle azioni.

Considerando tutti i miei amici che hanno dovuto usare un secondo account perché il primo era stato temporaneamente bloccato, mi stupisce che gli utenti attivi mensili non siano cresciuti. Vorrei però raccontarvi del mio caso particolare. Come avevo scritto, dal 22 gennaio sono obbligato a settare l’autenticazione a due fattori per connettermi al sito zuckerberghiano. Bene, il mio ultimo accesso è stato il 21 gennaio. (ah: considerando che io non ho mai avuto Messenger e leggevo i messaggi solo da desktop, se qualcuno mi ha scritto lì non ne so nulla). È probabile che tra un paio di settimane mi connetterò, visto che purtroppo c’è gente che posso contattare solo da lì e visto che ho un libro che sta uscendo; ma posso anticipare che in queste due settimane sono sopravvissuto senza nessun problema. Insomma, non vedo nulla di strano nello stop all’uso di Facebook, anche i vecchi si saranno accorti che non ti dà chissà cosa. Non ho idea di cosa farà ora Zuckerberg, ma potrebbe essere divertente…

Grazie per le informazioni che non mi dai

Google, io capisco che tu mi voglia tanto bene da avvisarmi che «È stata rilevata la compromissione di una o più password salvate nel tuo Account Google». (non puoi sapere che quella è una password che non serve a nulla). Ma a questo punto non mi dici «da parte di un sito o un’app che utilizzi» ma mi dici anche quale sito. (Sicuramente c’è stato canva, ma quello lo sapevo già da solo visto lo spam che mi arriva). Altrimenti sei omertoso.

Facebook Protect: che ci azzecco io?


No, non è un messaggio di phishing. Me lo sono beccato anche entrando nel mio account Facebook. (La prima volta dal browser del furbofono, il testo era assolutamente illeggibile).
Ora, secondo il comunicato stampa ricicciato più o meno ovunque a dicembre l’autenticazione a due fattori (che poi Facebook Protect è fondamentalmente questo) è «pensato per le persone che rischiano di essere prese di mira da hacker malintenzionati, come gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti e i funzionari governativi.» Io non faccio parte di nessuna di queste categorie, e soprattutto quando provai a chiedere la famosa spunta blu la risposta che ottenni fu qualcosa del tipo “cazzo vuoi essere verificato, merdaccia”. (Non mi sono stracciato le vesti, ho cercato e non ho nemmeno trovato un post qui sul mio blog). È però anche vero che il testo del messaggio è di un ipocrita incredibile: «Your account has the potential to reach a lot of people» (grassetto mio). Qualunque account Facebook ha il potenziale di raggiungere tanta gente…

Vabbè, fino al 22 gennaio non farò nulla (mamma mia, mi sembra di parlare come un novax :-( ) Quando sarò costretto ad attivare questa autenticazione lo farò, e poi ridurrò ancora di più le mie interazioni, visto che non avrò certo voglia di farmi mandare ogni volta il codice di accesso: vi ricordo che non uso Facebook da mobile. Probabilmente non vedrete più nemmeno questi miei post, dato che sono postati automaticamente e non credo passeranno: se vi interessano, dovrete andare su Twitter o meglio ancora direttamente sul blog. Altrimenti addio…

Quante cose sa Google!

Il PC ufficiale di lavoro, che uso un giorno la settimana – gli altri giorni uso il PC di laboratorio, che non è tarpato come l’altro – è un Lenovo Thinkpad ultraleggero, con schermo a 13 pollici. Il PC in questione ha il tasto Fn a sinistra del tasto Ctrl: una di quelle cose che mi fanno impazzire da trent’anni, e non scherzo. Ieri mi sono rotto le scatole di non riuscire mai a copincollare al primo colpo, e ho pensato di fare una ricerca Google per vedere come scambiare i due tasti. La ricerca mi ha dato come risposta ufficiale (quella messa per prima nella pagina, con font più grande)… una pagina del sito di Lenovo. Anche il primo risultato “vero” è quella pagina. Evidentemente Google, nella sua infinita saggezza, controlla da quale PC mi connetto.

(Per i curiosi: lo scambio si fa da BIOS)

Aggiornamento: Ho provato a fare una ricerca sul pc HP da una finestra anonima di Firefox. Lo snippet rimane di Lenovo, ma i primi risultati sono diversi e la pagina Lenovo non capita nei primi dieci risultati. Lo stesso ordine arriva su Vivaldi (che non uso sul pc di lavoro). Ora mi resta da chiedermi se Lenovo paga per essere messa nel knowledge graph e quindi avere gli snippet, o banalmente se c’è un risultato a posteriori, perché sono principalmente i Lenovo ad avere i tasti messi al rovescio.

ricerca da loggato

Ricerca fatta da loggato dopo averla fatta su un Lenovo

ricerca fatta su un HP in modalità anonima

Ultimo aggiornamento: 2021-11-11 09:16

La tua modalità di accesso cambierà dal giorno 9 nov

Ieri pomeriggio mi è arrivato su una delle mie caselle di Gmail un messaggio con titolo quello mostrato qui sopra. In pratica, dalla prossima settimana tutte le volte in cui dovrò connettermi mi servirà avere con me il telefono (o l’app Messaggi di Google, tanto per dire quant’è la sicurezza di questa misura…) per far funzionare l’autenticazione a due fattori. Immagino che man mano anche gli altri account lo richiederanno.

Ma secondo voi vale davvero la pena di complicare così tanto le cose?