Di solito non guardo la colonna di destra di Twitter. (Ok, non guardo molto Twitter in generale: ieri sera mi sono accorto dopo non so quanto tempo che avevo tolto il pin all’unica lista che seguo). Non so quindi da quanto tempo ci sia questo annuncio, che pure è piuttosto visibile.
Per sapere quali sono le “nuove funzioni sbloccabili” occorre fare non uno ma due clic, per arrivare qui (e ci vuole un terzo tweet per capire quanto ti costa abbonarti). Non esattamente qualcosa che ti fa venire voglia di pagare Elon. Ma il punto è che un messaggio di questo tipo mi fa davvero venire in mente le gite di qualche decennio fa dove ti vendevano poi le pentole… Non so quanto Twitter durerà, se le idee di marketing sono queste.
La scorsa settimana BusinessInsider (quello americano) ha postato un articolo dall’eloquente titolo
A me non interessa più di tanto che il Garante della Privacy
Nella sua infinita saggezza, Google stanotte mi ha mandato un messaggio di cui vedete qua la parte principale. In pratica, «Google Foto stima la tua posizione in base a informazioni quali i punti di riferimento rilevati nella foto e le posizioni nelle altre tue foto.» Insomma, qualcuno si è accorto che – anche dopo che Google Location è stato disaccoppiato da Google Foto – la Grande G indicava comunque nelle foto dove ti trovavi.