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Jetpack Social a pagamento

Io scrivo i post sui miei blog, e poi generalmente li condivido su Twitter e Facebook, a volte anche su Linkedin, raramente su Tumblr. Per farlo, usavo Jetpack Social (di Attomatic, quelli di WordPress). L’altro giorno mi sono accorto che c’era una scritta “You currently have 21 shares remaining”, e ho scoperto che da qualche settimana la condivisione è limitata a 30 item al mese, a meno che non voglia pagare 12 euro al mese e arrivare a 1000 condivisioni al mese. Non che te lo dicano sul sito… anzi lo danno ancora free.

Sto cercando di capire quali sono le alternative possibili: NextScript, Social Media Auto Publish o Blog2Social parrebbero le migliori. Ma ci penso con calma.

Spam su Twitter

Delle spunte blu a pagamento su Twitter mi importa zero. Della pubblicità su Twitter mi importa ben poco, tanto sono sempre gli stessi messaggi (mica li blocco per vedermene arrivare altri diversi…)

Però sto cominciando a ricevere spam nei messaggi privati, e siamo ormai arrivati a uno al giorno in media. Questo sì che mi infastidisce, ma evidentemente non è una cosa che interessi a Elon Musk. chissà se ha fatto fuori i sistemisti che gestivano quei casi, o semplicemente non ci pensa neppure.

vale la pena bloccare Mastodon?

In effetti, leggendo attentamente, Twitter ha solo bloccato alcune delle principali istanze Mastodon e non tutte: quella piccina che uso io dovrebbe ancora girare senza problemi. Poi è vero che se si pingano molti server Mastodon arriva il messaggio “We can’t complete this request because this link has been identified by Twitter or our partners as being potentially harmful.” ma quella è un’altra storia. Più che altro io sono convinto che la mossa di Musk sia stupida per un’altra ragione: Mastodon non può semplicemente reggere svariate decine di milioni di utenti (adesso dovrebbero essercene 8 milioni sommando tutte le istanze) e quindi si farebbero più danni facendo aumentare il traffico fino a quando non è più sostenibile.

Ma se è vero che tra i tagli al personale di Twitter c’è anche quello dell’ufficio stampa, non credo che siano rimasti molti esperti di comunicazione…

Ultimo aggiornamento: 2022-12-16 13:10

Perché bookwyrm non può funzionare

Bookwyrm è un “social di lettura e recensioni, decentralizzato”, come si definisce esso stesso. Il “decentralizzato” significa che i vari siti federati, che condividono il software, sono indipendenti ma possono usare il protocollo ActivityPub per scambiarsi informazioni.

Io ho provato a iscrivermi a una di queste istanze e importare la mia libreria da Goodreads, come del resto indicato da loro stessi. (se importo da LibraryThing ottengo un server error) Quello che vedete nell’immagine è il risultato: più di metà dei miei libri non è stata importata (comprese alcune decine per cui il software non era così certo, e mi ha proposto un’opzione che era spesso la versione originale dei Miserabili di Victor Hugo…). Qualcuno potrebbe rispondere che le basi dati librarie sono costose e non possiamo pretendere che un sistema open source le possa acquistare. A quanto ho capito, se il libro non è già presente viene cercato su OpenLibrary e inventaire.io, che però non hanno certo una grande quantità di libri in italiano. Peccato che io stessi importando un file CSV che contiene i seguenti campi:

Book Id,Title,Author,Author l-f,Additional Authors,ISBN,ISBN13,My Rating,Average Rating,Publisher,Binding,Number of Pages,Year Published,Original Publication Year,Date Read,Date Added,Bookshelves,Bookshelves with positions,Exclusive Shelf,My Review,Spoiler,Private Notes,Read Count,Owned Copies.

Chiaramente non c’è la copertina, e quindi l’importazione rimarrebbe comunque incompleta: ma scrivere “Could not find a match for book” non ha davvero alcuna logica. Più sensata è la critica “beh, se il sistema è open source puoi modificare tu la versione di import”. Peccato che potrei avere voglia di farlo se non avessi alternative; ma visto che le alternative le ho, perché dovrei perderci tempo?

(Ps: c’è stato un rapido scambio con lo sviluppatore, che proponeva di permettere l’importazione di un csv definito dall’utente. Probabilmente potrebbe essere più utile: vedremo se sarà mai implementato. È ovvio che non posso pretendere nulla…)

i piani su Twitter di Elon Musk

Come sapete, alla fine Elon Musk è stato più o meno costretto a comprarsi Twitter. Ora ci deve fare qualcosa. A parte prepararsi a licenziare tutto il middle management che non ha scritto righe di codice almeno ultimamente, a quanto pare chi vorrà rimanere un utente verificato dovrà pagare 20 dollari al mese. Nate Silver, per esempio, non è molto contento della cosa, così come non lo è Lynda Carter.

La cosa non è un mio problema: non sono un utente verificato né ho nessun interesse a diventarlo. Devo però dire che non riesco a capire quale possa essere il ricavo pensato da una cosa del genere, e quindi perché mai Musk abbia pensato di farlo. Peggio ancora se questa dovesse essere una mossa propedeutica a far pagare Twitter a chiunque voglia usarlo: di nuovo, quanta gente sceglierebbe di pagare per un social network dove trovare del materiale decente è possibile ma richiede una faticaccia…

informazioni mancanti

Ieri volevamo andare alla Feltrinelli di Monza, e abbiamo scoperto che ha chiuso quest’estate. Il problema è che san Google in effetti dice “chiuso definitivamente”, mentre il sito Feltrinelli dà il negozio come esistente. Immagino che ci sia un effetto Wikipedia, nel senso che Google raccoglie le segnalazioni degli utenti e dopo un po’ aggiorba i suoi dati; ma vedere che un’azienda non ha nemmeno l’interesse a tenere aggiornato il suo sito non è bello.

Siti fotocopia

L’altro giorno, parlando delle statistiche del mio sito, avevo notato che il post di uno dei miei vecchissimi quizzini aveva avuto un notevole numero di accessi (più di 800: per voi magari sono bruscolini, per me no). Per curiosità ho fatto una ricerca con la frase iniziale del testo del quizzino, cioè “Scrivete le prime potenze di 5” e mi sono trovato un certo numero di risultati, tutti copiati dal mio quizzino. Nel caso di 1lib non c’è nulla di strano: quel quizzino è parte di un ebook liberamente distribuibile, e la licenza CC-BY-SA è rispettata. Ma altri siti, come trovalarisposta.com, migliorprimo.com e hypercyber.it, hanno semplicemente copincollato un pezzetto di testo, perdendo tra l’altro tutta la formattazione e quindi risultando assolutamente inutile (se non per avere clic e quindi guadagnare con la pubblicità). Invece areasosta.com non solo ha la formattazione corretta ma anche un link al mio sito, il che un po’ più di senso ce l’ha…

Il punto è però che tutta questa ricerca non è servita a nulla, perché i siti che ho indicato non puntano certo a me. E dunque chi è che mi ha cercato così a lungo?

addio hubiC

Sono anni che hubiC esisteva in una specie di limbo: nessuno poteva più iscriversi, ma chi c’era già poteva continuare a usare il suo spazio dati (io ero arrivato a 40 GB con un po’ di referral). Adesso a OVH si sono scocciati, hanno preso un altro vecchio servizio che avevano, l’hanno rimesso un po’ in sesto e hanno chiuso hubiC. O meglio, dovevano chiuderlo a fine luglio ma ci hanno dato ancora due mesi di grazia.

Per me la fregatura è che ShadowDrive non mi dà mica tutti e 40 i giga che avevo. Certo, pago Google One e avrei abbastanza spazio libero per metterci quei file, ma è una questione di principio :-) Terabox, a parte essere cinese e avere limiti di trasferimento dati al mese, non mi ispira più di tanto…