È chiaro: non potrei fare l’avvocato o tanto meno il giudice. Ci sono cose che proprio non capisco, come i sei anni necessari per arrivare alla corte suprema (tedesca, non è un problema nostrano) e vedere deciso che l’account Facebook di una ragazza morta sotto un treno quando aveva 15 anni fa parte dell’eredità e quindi la password deve venire consegnata ai genitori.
Avrei forse capito un po’ di più la linea di difesa di Facebook – il contratto d’uso era stato fatto con la ragazza, e quindi alla sua morte esso termina automaticamente – se si fosse trattato di una persona maggiorenne. Per quanto riguarda un minorenne non c’era storia: non dico che non è tutelato per la sua privacy, ma sicuramente un concetto di patria potestà esiste. Più che altro mi chiedo perché Zuckerberg abbia cercato in tutti i modi di evitare la consegna dell’account. Che possano accedere a tutti i profili degli utenti è così ovvio che non credo pensassero di cavarsela dicendo che era impossibile; il precedente che si è creato è per utenti defunti, che tanto pubblicità non ne vedono più e soprattutto non si lamentano. Mistero.