[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
L’idea alla base del libro mi è piaciuta: una discendente di Sherlock Holmes, insieme alla sua amica Dr. Watts :-), torna indietro nel tempo a fianco del suo pro-prozio per risolvere un caso – preso dal Canone, tanto che le frasi scritte in grassetto sono proprio quelle del racconto di Conan Doyle. Ho fatto però molta fatica a seguire la trama: mi è parso che alcuni punti chiave fossero scritti male, e li ho compresi solo dopo alcuni capitoli. O magari sono io che ho problemi con un American English pieno di slang. (Paradossalmente faccio meno datica a leggere l’inglese vittoriano di Conan Doyle, il che la dice lunga su come si insegna l’inglese a scuola e su cosa leggo di solito). Credo che il libro avrebbe tratto vantaggio se le due storie, quella contemporanea e quella di fine Ottocento, avessero avuto una maggiore integrazione, e soprattutto se i personaggi fossero stati meglio sviluppati. Non ho per esempio capito quale sia stato lo scopo di inserire Tilly. È vero che l’autrice ha già pronti altri due volumi, ma non è onesto verso il lettore…
(Cat Spivey, Soundbite With Sherlock, self published 2024, pag. 283, € 3,70, ASIN B0CW1DRBY8 – se acquistate il libro dal link qualche centesimo va a me)
Voto: 3/5

Non credevo sarebbe stato così difficile leggere un testo con le formule matematiche scritte in tondo e non in corsivo (oltre che con una spaziatura più o meno casuale). In generale comunque ho apprezzato solo l’ultima parte, con dei cenni di teoria dell’informazione quantistica: per il resto il testo non ha aggiunto molto a quanto sapessi già.
A teatro (ma anche nel cinema e nel fumetto) si dice che “si rompe la quarta parete” quando gli attori si rivolgono direttamente al pubblico: la quarta parete è appunto quella che divide il palcoscenico dalla platea. Ma Jousselin rompe praticamente tutto: Imbattibile può passare da una vignetta all’altra per compiere le proprie imprese, senza preoccuparsi dei paradossi spaziotemporali ma anzi citandoli esplicitamente. Ma non è il solo personaggio del libro con questo tipo di poteri: per esempio c’è il supereroe apprendista Duedì, un teenager che – come dice il nome – sfrutta il fatto di trovarsi in un mondo a due dimensioni disegnato con la prospettiva, e quindi può prendere un oggetto lontano che quando porta vicino a sé diventa piccolissimo. Uno dei cattivi che troviamo è poi il Burlone, che può passare da una pagina a quella opposta del fumetto… Conoscevo già il personaggio, ma ho riso come un imbecille, a parte che mi sono preoccupato quando ho girato una pagina e mi sono accorto che mancava un pezzo (sì, era voluto, non era il libro a essere rovinato!) Non parliamo poi del fatto che Imbattibile la domenica va sempre a mangiare dalla nonna e lo si può trovare al mercato a chiedere come è meglio preparare le zucchine. Il traduttore Claudio Curcio ha avuto bisogno di un paio di NdT per giochi di parole in francese, ma non poteva davvero farne a meno. Ah: mia figlia mi ha fatto notare che il disegno della maglia del supereroe è una tavola di fumetto. Mi sembra solo corretto.
Giuseppe O. Longo sicuramente ne sa di teoria dell’informazione, avendola anche insegnata all’università oltre fatto ricerca al riguardo. Quindi mi aspettavo che questo libretto, messo in una collana intitolata “Lezioni di fisica”, fosse una rapida introduzione ai temi matematici veri e propri. Invece per la maggior parte del tempo Longo parla della filosofia della teoria dell’informazione, il che non è nulla di male ma appunto per me è fuori tema rispetto a quanto ci si poteva aspettare dalla collana. Insomma, se siete interessati alla filosofia dell’informazione non considerate il mio voto e leggetelo, altrimenti cercate dall’altro. (Non che ci sia molto in italiano…)