L’algebra si studia a scuola, lo so. Ma anche se il nome è lo stesso, quello che i matematici chiamano algebra è qualcosa di diverso: nata dalle idee di Galois per dimostrare una volta per tutte perché le equazioni di quinto grado non sono risolubili per radicali e soprattutto qual era la ragione intrinseca, l’algebra non è semplicemente un modo per usare le lettere al posto dei numeri quanto la prima teoria matematica davvero astratta, che ha lasciato subito da parte la risoluzione delle equazioni per studiare la proprietà di alcune strutture di enti. In questo libro Paolo Gangemi ci mostra appunto come siamo passati dalle equazioni alle strutture, per poi presentare le tre strutture di base dell’algebra: i gruppi, gli anelli e i campi. In tutto questo ci fa vedere come la struttura diventi sempre più ricca (e quindi in un certo senso forzata… ma esistono ancora tanti gradi di libertà!)
I miei giochi matematici si occupano di algebra dal punto di vista “scolastico”, quindi non serve aver letto il libro per risolverli; Sara Zucchini ci parla di Giuseppe Peano, matematico probabilmente più noto all’estero che in Italia nonostante abbia sempre insegnato a Torino.
Paolo Gangemi, L’algebra, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.
Ultimo aggiornamento: 2024-07-09 14:30

In realtà la colpa del voto basso che ho dato al libro non è certo del povero Mario Livio, che ha fatto il possibile e ha anche infarcito il libro di divagazioni. Il guaio è che il rapporto aureo è importante matematicamente, ma ha avuto lo svantaggio di essere stato preso dai new age come numero onnipresente in natura e nell’arte, cosa che non è per nulla vera a meno che non si faccia come nella battuta che afferma che due più due fa tre per un valore sufficientemente grande di tre. Il libro è insomma più un’opera di debunking che di matematica vera e propria, il che però dovrebbe renderla più digeribile a chi matematico non è. Peccato che – almeno a un rapido controllo – la traduzione italiana BUR sia fuori commercio.
Il precedente libro di Donata Columbro, 
Alain Badiou è un filosofo (e altro…) francese che, rifacendosi a una tradizione millenaria, ritiene che la matematica sia un’ottima base per la filosofia e quindi si lamenta dei “nuovi filosofi” che passano più che altro il tempo a parlare nei talk show: malvezzo che a quanto pare non è solo italiano. In questo libretto, pungolato da Gilles Haéri che gli ha fatto una lunga intervista, racconta perché a suo parere la matematica è importante: in due parole perché lo sviluppo della filosofia scaturisce da un insieme di “verità” in quatto aree distinte (scienza, arte, politica e amore) e la matematica permette di avere queste “verità” autonomamente. Così, dopo altre due interviste sull’elogio dell’amore e del teatro, Badiou ha calorosamente acconsentito a parlare anche della matematica.