Puro buonsenso. Se dovessi descrivere in due parole questo libro (Daniel J. Levitin, A Field Guide to Lies : Neuroscientist on How to Make Sense of a Complex World, Penguin 2019 [2016], pag. 266, € 9,49 (cartaceo: 12,64), ISBN 9780593182512) il mio lapidario giudizio sarebbe questo. Levitin, forse perché non è un matematico o uno statistico di professione, riesce a mostrare in modo semplice come sia facilissimo dare al lettore frettoloso un’idea completamente sbagliata di cosa sta davvero succedendo… il tutto senza nemmeno darsi la pena di falsare i dati. Tutto quello che serve è presentarli in maniera opportuna. L’autore non si fa problemi a riconoscere, soprattutto nella prima parte “Evaluating numbers”, il proprio debito verso il libro di Darrell Huff Mentire con le statistiche, meritoria opera ancora valida nonostante i suoi decenni e anche disponibile in italiano: di nuovo, non è un caso che nemmeno Huff fosse matematico. Qui naturalmente gli esempi sono più moderni, e per esempio quello del discorso di Rumsfeld (con le “unknown unknows”) è davvero da manuale; ma soprattutto le sezioni “Evaluating the words” e “Evaluating the world” vi aiuteranno a guardare alle notizie con occhi nuovi.
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Noi e i numeri: una storia d’amore (ebook)
La pubblicità italiana a questo libro descrive Buijsman come un enfant prodige, che a poco più di vent’anni è un filosofo della matematica. Tutto è possibile, ma di filosofia in questo libro (Stefan Buijsman, Noi e i numeri: una storia d’amore [Plussen en minnen], Ponte alle Grazie 2019 [2018], pag. 196, € 9,99 (cartaceo € 16), ISBN 9788833313597, trad. Stefano Beretta) non ne troviamo poi molta: giusto un accento iniziale alla diatriba tra platonisti e formalisti, senza che ufficialmente l’autore prenda posizione. (Occhei, questo depone a favore del suo essere un filosofo: se non hai una tua posizione, non affiliarti a nessun’altra.) Per il resto, c’è un po’ di storia della nascita della matematica, direi la parte più interessante del testo perché Buijsman mostra come non sia poi così necessario usare la matematica… a meno che non cominci a essere in gruppi molto grandi, e un po’ di spiegazioni sul perché anche argomenti che appaiono astrusi come integrali e differenziali (io avrei usato derivate, ma cambia poco) o statistica siano comunque importanti, anche se a noi non capiterà mai di usarli nella vita di tutti i giorni. Secondo me il risultato finale non funziona nemmeno per il pubblico di non matematici, anche a causa della traduzione. Immagino non ci siano molti traduttori dall’olandese: ci sono però troppi punti dove Stefano Beretta sballa completamente il significato di una frase. Chi di matematica ne capisce può immaginare quale fosse il vero significato: ma probabilmente non leggerà il libro. Chi non ha una cultura matematica continuerà a non averla, e anzi si farà delle idee sbagliate…
Where do numbers come from? (libro)
Tanti anni fa lessi The Pleasures of Counting e lo apprezzai tantissimo. Non ho così avuto dubbi nel comprarmi questo nuovo libro di Körner, e in effetti non mi sono per nulla pentito della scelta. Certo è di tema completamente diverso; questo (T.W. Körner, Where do numbers come from?, Cambridge University Press 2019, pag. 260, Lst 24,99, ISBN 978-1-108-73838-5) è tecnicamente un libro di testo universitario, anche se ho dei forti dubbi che qualche professore lo adotti. In effetti, almeno dal mio punto di vista, è un modo per rileggere la costruzione dei numeri razionali nella prima metà e la parte dell’analisi matematica relativa ai numeri reali nella seconda poi (con appendici su polinomi e quaternioni: quest’ultima mi ha finalmente fatto capire come possono funzionare per le rototraslazioni in 3D), il tutto rimarcando la differenza tra le nostre aspettative naive e quello che occorre per formalizzarlo. In altri termini, è vero che noi sappiamo già cosa ci aspettiamo; ma dobbiamo porre molta cura per non dare per scontate alcune proprietà. Questo lo si vede bene nella sezione sui numeri reali, che riprende i risultati di Analisi 1 tirandoli fuori per così dire alla rovescia – Körner spesso dice che queste dimostrazioni sono più vicine a quelle originarie – e soprattutto esplicitando l’uso della proprietà archimedea che è fondamentale nella costruzione dei reali. Secondo me se siete interessati a come funziona la matematica il libro è leggibile e godibile.
Tutti in festa per pi greco (libro)
Come raccontare pi greco a bambini dalla quinta elementare in su? Anna Cerasoli lo fa in questo libro (Anna Cerasoli, Tutti in festa per pi greco, Editoriale Scienza 2015, pag. 96, € 13,90, ISBN 9788873077213), partendo dalla storia antica e arrivando a mostrare come il numero è sempre stato vicino agli uomini. La parte di geometria solida è più adatta ai ragazzi delle medie, ma ci sono anche tante notizie e attività per i più piccoli, oltre che una parte destinata agli insegnanti – o ai genitori che non hanno paura della matematica… – per dare sufficiente contesto da cui partire per dare altre informazioni. Un libro atamente consigliato.
Ultimo aggiornamento: 2020-05-13 22:45
Bright Morning Star (ebook)
I libri Newcon Press sono di solito interessanti, e quindi sono contento di recensirli. In questo caso, però, “interessante” non basta a dire quanto mi sia piaciuto questo libro. [Simon Morden, Bright Morning Star, Newcon Press 2019, €5.35] Parlare del Primo Contatto dal punto di vista di una specie aliena non è naturalmente nulla di nuovo; Morden però sceglie di farlo dal punto di vista di una sonda aliena, il che cambia completamente le carte in tavola perché non solo è diversa la logica con cui si vedono le cose, ma anche la conoscenza di partenza che è nulla e viene man mano creata. In effetti mi sono accorto che mentre sono riuscito spesso a capire a cosa si stava riferendo la sonda, ci sono stati vari casi in cui ho fatto ipotesi errate, come nel caso di Pedro. A posteriori era tutto ovvio, ma i primi indizi li avevo persi…
La seconda parte del libro, quando la sonda diventa una specie di deus ex machina nello scacchiere mondiale, è secondo me più debole: Morden mette in bocca alla sonda le proprie idee, che per quanto apprezzabili segnano una bella differenza con quanto eravamo abituati a considerare. Ad ogni modo raccomando a tutti la lettura!
Ultimo aggiornamento: 2020-05-13 22:40
Il libro dei numeri (libro)
L’autore Joshua Cohen parla di uno scrittore fallito Joshua Cohen che viene ingaggiato da Joshua Cohen, capo della Tetration.com (un Google appena mascherato) che vuole scriversi un’autobiografia. Come potete immaginare, il libro (Joshua Cohen, Il libro dei numeri [The Book of Numbers], Codice 2019 [2015], pag. 745, € 25, ISBN 9788875788124, trad. Claudia Durastanti) è abbastanza complicato già così. Aggiungiamo il fatto che nella parte centrale Cohen racconta in pratica a Cohen la storia dei quarant’anni dell’informatica, e che il titolo occhieggia davvero il biblico Libro dei Numeri, con i quarant’anni di peregrinazione nel deserto – se andate a vedere i nomi dei personaggi, tutto torna. Insomma, qui dentro c’è davvero tanta roba, anche senza considerare il testo spesso sperimentale (per la gioia della povera Claudia Durastanti che l’ha tradotto) e la quantità di nozioni che sono state infilate (mi è spuntata una lacrimuccia quando ho letto “Fravia”, non pensavo che qualcuno se ne ricordasse ancora). L’unico problema del libro secondo me è che è appunto “troppo”. È un po’ come Infinite Jest di DFW: troverete gente che ne tesse le lodi, e altri che l’hanno abbandonato dopo un po’ perché è impossibile seguirlo. Scegliete voi da che parte stare.
Ultimo aggiornamento: 2020-02-07 18:20
Non ne abbiamo la più pallida idea (libro)
Come si può raccontare cosa sappiamo attualmente della fisica in modo diverso dal solito? In questo libro (Jorge Cham e Daniel Whiteson, Non ne abbiamo la più pallida idea : Guida all’universo sconosciuto [We Have No Idea], Longanesi 2019 [2017], pag. 415, € 22, ISBN 9788830451162, trad. Pietro Gianinetti) gli autori, il primo dei quali noto al pubblico nerd come “quello di Ph.D. Comics”, scelgono un approccio “alla rovescia”: partono da quello che non sappiamo, che è davvero tanto, e osservano quello che sappiamo o almeno pensiamo di sapere da quel punto di vista. Come dicono (a pagina 403, a dire il vero…) più che risposte il libro dà domande. Bisogna dire che è spiazzante partire leggendo che noi siamo in grado di percepire in un modo o nell’altro più o meno il 5% dell’universo; ma forse è ancora più spiazzante, o almeno a me dopo un po’ ha dato parecchia noia, la ricerca della battuta ad ogni costo. Un universo di papaie può far sorridere come battuta estemporanea ma non come tormentone di un intero capitolo, e immagino che il povero Pietro Gianinetti debba avere fatto i salti mortali per rendere molti giochi di parole in italiano. (Ah, c’è una tabella a pagina 69 dove il grafico ha confuso punti e virgole decimali e ha reso il testo incomprensibile per chi non ha già una qualche idea.) A parte questo, direi che il libro dà una visione d’insieme piuttosto chiara di quello che sappiamo (e quello che non sappiamo…) sulla fisica, e può anche essere utilmente usato da chiunque ami papaie, furetti e babbuini.
Gli archivi segreti della sezione M (Libro 1) (ebook)
Direi che GeMS ha fatto una pubblicità a tappeto alla serie di libri di cui questo (Carlo Alberto Orlandi, Gli archivi segreti della sezione M (Libro 1): Gli agenti di Guglielmo Marconi-La valle dei risorti, Tre60 2019, pag. 233, € 5,99 (cartaceo € 12,90), ISBN 978-88-6702-586-2 ) è il primo. Prima di Natale sono passato in Feltrinelli Duomo e questo volume campeggiava all’ingresso. La trama è per così dire quella degli X-Files del secolo scorso: nel 1933 tre giovani vengono assoldati dal governo fascista, sotto l’egida di Guglielmo Marconi, per venire a capo di alcuni misteri. I racconti lunghi – ogni libro ne contiene due – sarebbero stati dattiloscritti al tempo dall’archivista Carlo Alberto Orlandi, mentre il terzetto Giulio Leoni, Enrico Luceri e Massimo Pietroselli li avrebbe scoperti e pubblicati.
L’idea era buona, la realizzazione molto meno. Può darsi che la metastoria che è solo accennata in questo volume risollevi le sorti della serie, ma leggendo il primo racconto mi sono trovato un manierismo che rendeva ancora più insopportabili gli anacronismi, come “fantascemenza” (il termine fantascienza è stato coniato nel 1952) oppure l’accenno all’IBM che stava progettando calcolatori elettronici (ci si sono messi dopo la guerra: al più avrebbe dovuto parlare di Konrad Zuse che stava per progettare lo Z1). Addirittura il primo racconto mi dava l’idea di un’apologia del fascismo come quella delle barzellette contro il Duce tollerate dal regime, sensazione poi un po’ ridotta dal secondo racconto. In definitiva, non penso mi comprerò gli altri volumi.
Ultimo aggiornamento: 2020-05-12 22:14