Io amo i libri di Walter Moers, questo è ormai notorio. Con Il labirinto dei libri sognanti sono stato un po’ deluso, ma stavolta (Walter Moers, Rumo e i prodigi dell’oscurità [Rumo & Die Wunder im Dunkeln], Tea 2007 [2003, 2005], pag. 714, ISBN 9788850214457, trad. Umberto Gandini, link Amazon) la mia fiducia è stata ben ripagata. Per dare un’idea anche se limitata delle 700 e più pagine del libro, pensate a un libro come Terra! di Benni, con una serie di divagazioni che sono piccole storie per conto proprio. La differenza è che la storia principale è molto più complessa ed è gestita magistralmente (oltre che illustrata) da Moers, e tutti i fili che sembravano persi ritornano nel gran finale. Nel libro vediamo la crescita del giovane croccamauro Rumo (“come il gioco di carte”: il guaio di farsi dare un nome dalle persone sbagliate) che si fa strada nel mondo favoloso – ma molto pericoloso – di Zamonia. Gli incontri sono di tutti i tipi, sia nel mondo di superficie che in quello sotterraneo; la fantasia di Moers è davvero inesauribile. Una lettura davvero piacevole: peccato che al momento il libro risulti fuori commercio.
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_La Bibbia non parla di Dio_ (libro)
Dopo anni di studi sul testo ebraico dell’Antico Testamento e una serie di libri per un piccolo editore piemontese, con questo libro (Mauro Biglino, La Bibbia non parla di Dio : uno studio rivoluzionario sull’Antico Testamento, Mondadori 2016 [2015], pag. 339, € 12, ISBN 9788804655299, link Amazon) Mauro Biglino ha fatto il grande salto e ha pubblicato per Mondadori questo suo saggio, nel quale afferma che la Bibbia parla in realtà di un gruppo di esseri non terrestri, gli Elohim, che hanno creato gli uomini. Il suo motto è “facciamo finta che”, nel senso di leggere il testo come se fosse perfettamente letterale e non con le sovrastrutture teologiche (cattoliche più che ebraiche) usuali. C’è solo un problema: anche Biglino prende le parti che gli fanno più comodo, partendo dal principio che tanto non siamo certo degli esperti nel campo. Mi ha fatto ridere leggere all’inizio che il libro di Isaia è in realtà stato scritto da tre autori diversi (cosa ben nota), rimarcando che del deutero- e trito-Isaia non sappiamo nulla. Perché invece cosa sappiamo del “primo” Isaia? Niente, esattamente allo stesso modo.
Più seriamente, va benissimo partire dalla constatazione che nella Bibbia si parla di tanti Elohim, dèi molto simili a YHWH e anche agli dèi della mitologia omerica, e notare come questi Elohim siano molto simili a esseri mortali ma dalle capacità superiori alle nostre; ma – anziché giungere alla conclusione che gli ebrei abbiano retroadattato leggende ancestrali comuni per infilarci il loro concetto di Dio – Biglino “fa finta che” questi Elohim siano extraterrestri in grado di creare esseri senzienti con tecniche di ingegneria genetica ma che hanno bisogno che gli uomini gli brucino le offerte in modo da assorbire i fumi rilassanti dei grassi animali, presumibilmente mischiati con un po’ di cannabis. Diciamo insomma che mettere insieme ateismo e complottismo extraterrestre non mi pare una grande idea.
Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 22:49
_Bassa risoluzione_ (libro)
La “bassa risoluzione” di cui Massimo Mantellini parla in questo libro (Massimo Mantellini, Bassa risoluzione, Einaudi 2018, pag. 130, € 12, ISBN 9788806233549, link Amazon) è quello che io chiamo “piutòst che nient l’è mej piutòst” o se preferite l’inglese “good enough”. In pratica ci si accontenta di qualcosa che funzionicchia, senza cercare il top. Mantellini fa però un passo in più, notando come le nuove generazioni non solo accettano la cosa (come del resto faccio io; come ama dire Douglas Hofstadter “ars longa, vita brevis” e bisogna gestire il tempo che abbiamo facendo delle scelte) ma pensano che sia tutto “bellissimo”. Andando avanti nella lettura ho invece scoperto che la sua posizione è molto più pessimista: abbiamo più o meno volontariamente scelto di non cercare nemmeno di raggiungere quanto sarebbe a nostra portata, tipicamente perché costerebbe toppa fatica. Ecco dunque la nascita dei boxini morbosi dei quotidiani online, acchiappaclic che contribuiscono alla distruzione definitiva del giornalismo in Italia; ecco il passaggio dalle macchine fotografiche agli smartphone che faranno anche foto “bellissime” ma che puntati verso un cielo stellato scattano un’immagine uniformemente nera (non che una reflex farebbe tanto meglio, a meno di metterla su un cavalletto e lasciare una lunghissima esposizione…), e così via. Alcuni esempi sono un poco forzati: secondo me per esempio il computer non è altro che un mezzo e non ci si può lamentare che la gente non lo sfrutti secondo le sue potenzialità. Il quadro generale è però indubbiamente quello da lui raccontato. Mantellini non crede affatto che questo trend possa invertirsi; non che io lo creda, ma la mia esperienza in rete è di più lunga data e so già da venticinque anni che Internet è usata utilmente solo da una sparuta minoranza, e non si possono raddrizzare le zampe ai cani. Ad ogni modo, anche se l’usanza tra i sedicenti cognoscenti del web è di andare contro Mantellini per principio o per sport, credo che leggere questo libro sia invece utile per vedere cosa sta succedendo con un occhio più esperto, e non fare come i giovani pesci dell’aneddoto, che si domandano stupiti cosa sia l’acqua.
Ultimo aggiornamento: 2018-03-21 16:16
_The Sandman – Cacciatori di sogni_ (graphic novel)
Non guardatemi male. Non ho mai letto nessuno dei fumetti del ciclo di Sandman, quindi mi sono dovuto fare una cultura al volo sul tema, anche se formalmente il libro può essere letto indipendentemente dai fumetti. Però in questo caso (Neil Gaiman, The Sandman – Cacciatori di sogni [The Sandman – THe Dream Hunters], Dana 2017 [1999], pag. 131, € 15,90, ISBN 9788894213423, trad. Daniele Brolli, link Amazon) la mia impressione è stata che nonostante le modifiche che Gaiman ha fatto alla storia per avvicinarsi ai temi della serie quello che abbiamo di fronte è più che altro un rifacimento di una leggenda giapponese (che come tutte quelle dell’Oriente e probabilmente anche le nostre favole europee prima dell’edulcorazione dovuta ai fratelli Grimm finisce male). Ben scritto, ben tradotto da Daniele Brolli, però forse i fan hardcore potrebbero trovarsi a malpartito. Le illustrazioni di Yoshitaka Amano sono inquietanti, almeno per me.
Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 22:21
_Siamo tutti matematici_ (libro)
Per una volta un testo di matematica divulgativa francese, e non anglofono (o italiano). Questo libro (Robin Jamet, Siamo tutti matematici : Numeri e geometria fra le pareti domestiche [Vouz avet dit Maths?], Dedalo 2015 [2014], pag. 162, € 15, ISBN 9788822068613, trad. Andrea Migliori, link Amazon) prende spunto da quanto si trova in casa per vedere che matematica si può trovare. Il contenuto è forse un po’ troppo leggero: non dico di volere dimostrazioni tecniche, ma limitarsi a mostrare cose non dà un grande contenuto matematico. La parte più interessante, almeno dal mio punto di vista, è la trattazione dell’origami, che mostra come le costruzioni possibili siano di più rispetto a quelle con riga e compasso. Buona la traduzione di Andrea Migliori.
Ultimo aggiornamento: 2018-05-04 22:18
_Once There Was a Way_ (ebook)
Cosa sarebbe successo se i Beatles non si fossero sciolti nel 1970? In questo libro (Bryce Zabel, Once There Was a Way : What If The Beatles Stayed Together?, Diversions 2017, pag. 300, € 4,23 (circa), ASIN B076DJ64HN, link Amazon) Bryce Zabel scrive un’ucronia, sotto forma di biografia del quartetto dal 1968 al 1975. Un po’ come in Sliding Doors, la storia comincia con una minima differenza. Quando John e Paul furono ospiti del Johnny Carson Show, non furono lasciati al “supplente” Joe Garagiola; all’ultimo momento Carson cancellò un suo show per partecipare. Da lì parte una narrazione alternativa, con il quartetto sempre sul punto di sciogliersi ma che anziché fare album solisti pubblica album formalmente di gruppo. Se non amate i Beatles, il libro non fa per nulla per voi. Che senso avrebbe una biografia fasulla? Ma un esperto beatlesiano si diverte a vedere il mix tra realtà e fantasia che riprende anche cose effettivamente avvenute, ma in tutt’altro contesto. Pensate ai Beatles che partecipano a Woodstock oppure recitano in Lord of the Rings sotto la regia di Stanley Kubrick… (sì, ci furono contatti per entrambi i progetti, come Zabel spiega nell’appendice) Diciamo che per me Zabel ha saltato lo squalo quando racconta del rapimento di John (fon qui nulla di male) che alla fine viene salvato anche con l’aiuto di… un diciannovenne Steve Jobs. Carina l’intervista finale per il tour 2015, con John (dopo il rapimento la security nei confronti dei Beatles fu accresciuta, e perciò Chapman fu fermato), Paul, Ringo, e… No, non vi posso dire chi ha preso il posto di George che anche in questa ucronia è morto nel 2001 (la scelta di Zabel è stata di non modificare le morti per malattia, che sono indipendenti da cosa hanno fatto i Beatles).
Ultimo aggiornamento: 2018-05-06 16:47
_È tutto un gioco_ (libro)
Premessa: questo libro (Giulia Bernardi e Roberto Lucchetti, È tutto un gioco: Il dilemma del prigioniero e altri giochi non cooperativi, Francesco Brioschi 2018, pag. 177, € 19, ISBN 9788899612221, link Amazon) non è un manuale sulla teoria dei giochi. Sì, ci sono delle formule, opportunamente incasellate in riquadri in modo da poter essere saltate senza problemi; ma ritengo che saltarle durante la lettura è non solo possibile ma anche consigliato. In fin dei conti questo libro non è un manuale ma un’introduzione alla teoria dei giochi, o almeno alla parte di essa legata ai giochi non cooperativi; secondo me il risultato è ottimo, a partire dalla scelta di cominciare con la trattazione degli equilibri di Nash e non con il minimax di von Neumann che è temporalmente precedente ma non dà un vero vantaggio espositivo. Molto apprezzabile è poi la scelta di parlare degli studi di Aumann sull’equilibrio correlato, perché in questo modo si riesce a vedere meglio l’utilità della teoria dei giochi che altrimenti rimane spesso confinata in esempi più o meno artificiali che sono difficili da associare alla vita reale. In appendice, brevi biografie di von Neumann, Nash e Aumann permettono al lettore curioso di scoprire che i matematici non sono affatto uguali a come vengono generalmente immaginati.
Ultimo aggiornamento: 2018-05-06 18:26
_I primitivi_ (film)
Sabato pomeriggio, in un’atmosfera surreale (eravamo in sei in tutta la sala) ho visto con i gemelli I primitivi, film di animazione “in plastilina” della benemerita Aardman. La storia è molto britannica, visto che il tema fondamentale è l’invenzione del gioco del calcio con tutto quello che poi ha portato… il tutto trasportato nella preistoria, con lo scontro tra l’età della pietra e quella del bronzo.
Onestamente mi aspettavo qualcosa di più: non posso dire che il film sia brutto oppure noioso, ma guizzi davvero divertenti ne ho trovati pochini. Ho il sospetto che ci fossero troppe battute estremamente britanniche: gli adattatori italiani hanno fatto (bene) quello che potevano, ma molto si è comunque perso. Se avete bambini, comunque, direi che lo apprezzeranno senza problemi.
Ultimo aggiornamento: 2018-02-19 12:33