Alfio Caruso ha scritto molti saggi e molti romanzi. In questo caso (Alfio Caruso, Con l’Italia mai! : La storia mai raccontata dei mille del papa , Longanesi 2015, pag. 314, € 18,60, ISBN 9788830428218) racconta la storia della fine del potere temporale del papa visto dalla parte di Pio IX, quindi opponendosi alla tipica visione sabauda che i libri di storia italiani riportano. Le truppe papaline – a parte essere composte da cinque a diecimila effettivi, ma lasciamo la licenza poetica del titolo – erano sì un coacervo di nazionalità diverse, ma nella maggior parte dei casi si trattava di persone genuinamente convinte, e non mercenari: anche i loro comandanti erano di solito militari che avevano tatto carriera altrove e poi avevano scelto esplicitamente di passare sotto la bandiera bianca e gialla.
L’idea insomma era buona. Peccato che il libro sia infarcito di liste di nomi che non potranno mai essere null’altro che vuote parole, e soprattutto che almeno io non sono riuscito a capire dove volesse andare a parare. Non c’è un vero filo conduttore della storia, se non il trascorrere del tempo, e non mi pare che Caruso prenda le parti di qualcuno (al limite prende le parti contro i ministri postunitari…) Un’occasione sprecata, insomma.
Ultimo aggiornamento: 2016-08-13 10:20
Non sono rari i libri che parlano delle proprietà dei numeri piccoli. Così su due piedi mi vengono in mente quelli di
Questo libro (Roberto Lucifero, Introduzione alla libertà : la legge elettorale, Edizioni del Secolo 1944, pag. 161) è stato pubblicato alla fine del 1944, nella parte di Italia che al momento era sotto il controllo degli alleati anche se nominalmente retta dal Luogotenente Umberto, e che dopo vent’anni si apprestava ad avere nuovamente vere elezioni. L’autore era di famiglia nobile calabrese e cugino di quel Falcone Lucifero che per decenni è stato Ministro della Real Casa, fino alla morte di Umberto II, e tra le righe traspare la sua posizione politica di monarchico liberale, pur con interessanti aperture ai “nuovi” (nel senso di quelli degli anni ’40 del secolo scorso) accadimenti sovietici. Ma in questo saggio Lucifero non fa politica diretta, bensì discetta sui vari sistemi elettorali. Dal suo punto di vista il metodo migliore per un’elezione è quello del collegio uninominale, nel quale c’è un rapporto diretto tra elettori ed eletto, e quest’ultimo sa che dovrà rendere conto ai primi alla scadenza del mandato: non si preoccupa nemmeno di un eventuale cambio di casacca, proprio perché si vota la persona e non il partito. Ed è proprio il sistema proporzionale, dove sono i partiti “di masse” ad avere la mano libera a scapito dei candidati, quello che Lucifero ritiene il peggiore in assoluto. È probabile che lui ricordo quanto successo nel primo dopoguerra, con l’introduzione del suffragio universale (maschile) e l’affermarsi di socialisti e popolari, con don Sturzo che manovrava i parlamentari senza nemmeno essere eletto. Resta il fatto che è stato probabilmente il primo a parlare di partitocrazia, analizzando lucidamente – pur con troppe virgole per i miei gusti… – l’evolversi della situazione. Certo, parlava pro domo sua. Ma i rischi di allargare il suffragio senza prima formare il nuovo corpo elettorale si sono indubbiamente presentati, e ce li abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni.
C’è una notevole differenza tra cronaca e storia. La prima è costretta a inseguire i fatti, mentre la seconda ha il grande vantaggio di poter osservare anche le conseguenze, e pertanto leggere i fatti in modo diverso e più coerente. Mattia Feltri, che da giovanissimo cronista aveva seguito Tangentopoli, dieci anni dopo fu invitato da Giuliano Ferrara a rivivere quell’anno con il senno di poi; il risultato – dopo un altro decennio… – è questo Novantatré. (Mattia Feltri,
Questo testo (Lucio Lombardo Radice,
Questa raccolta di problemi matematici (Dick Hess,
La prima cosa da sapere su questo libro (Rosza Péter,
Quando si parla di Star Trek, soprattutto della serie originale, io sono uno di bocca buona. In fin dei conti sono cresciuto con i filmetti, che anche se avevano fior di autori tipicamente non avevano chissà quale trama complicata. Dunque mi sono trovato bene con questo Star Trek: Beyond (