Archivi categoria: recensioni

_Lezione di italiano_ (libro)

Francesco Sabatini è stato presidente della Crusca (il primo non toscano, almeno a detta di Wikipedia) ed è coautore di un vocabolario di italiano piuttosto noto (il Sabatini-Coletti). È anche più vicino ai novant’anni che agli ottanta. Eppure questa sua ultima fatica (Francesco Sabatini, Lezione di italiano : Grammatica, storia, buon uso, Mondadori 2016, pag. 223, € 18,50, ISBN 9788804661498) è freschissima, e dovrebbe essere un must… ehm, scusate, una lettura indispensabile per chiunque abbia a cuore la lingua italiana. La prima parte è composta da dieci Dialoghi, inframmezzati da cinque Provocazioni, che portano il lettore a scoprire la meraviglia del linguaggio e della scrittura: nella storia dell’umanità, nella crescita di un bambino e nella fisiologia umana. La seconda parte, con dieci Inviti, riformula da zero la grammatica – Sabatini parla di grammatica valenziale – spiegando che l’analisi logica che ci insegnano a scuola lascia più dubbi che certezze non appena le frasi si complicano; introduce i tre tipi di testi, rigidi, semirigidi ed elastici; termina con uno sguardo sulla condizione attuale dell’italiano, che trova essere meno peggio di quanto in genere si affermi. Qui si fa più fatica ad andare avanti, ma è fatica ben spesa, vi garantisco!

_Project Emergence_ (ebook)

[Nota: ho ricevuto questo ebook con il LibraryThing Early Reviewer Program]

L’idea alla base di questo libro (Jamie Zakian, Project Emergence, Month9books 2017, pag. 300, $15, ISBN 9781945107856) è interessante: un’astronave che si dirige verso un terraformato Marte portando quasi trecento adolescenti. Probabilmente un buon editor riuscirebbe a tirarne fuori un bel libro. Ma almeno la versione che ho letto io l’editor non ce l’ha avuto, e la trama è davvero esile. Tenete conto che anche se il background del libro è fantascientifico io lo definirei più per young adults (una volta si diceva juvenile, ma poi sembra che non fosse carino…), cosa che di per sé non è nulla di male. Ma tanto per mostrare qualche buco nella trama: perché tutto il gruppo di pilotaggio ha scelto di seguire il movimento Earthisum? Come mai Sally, che è partita come un personaggio forte, man mano si perde, senza nemmeno diventare una macchietta ma proprio rimanendo monodimensionale? Com’è possibile che non ci siano comunicazioni con la Terra, almeno fino a quando Rai ne tira su una come hacker? Com’è possibile che le scialuppe possano viaggiare senza pilota, ma l’astronave no?
Oltre a tutto questo, non mi è piaciuto lo stile di scrittura di Zakian. Le rare volte in cui un paragrafo superava le quattro righe era grande festa: il testo è infatti composto quasi completamente da dialoghi, e le descrizioni sono ridotte davvero ai minimi termini. Infine il libro termina in maniera incomprensibile. Capirei un testo che lascia aperta la strada a un sequel, ma in questo caso manca proprio la fine di alcune sottotrame, e non c’è traccia del fatto. In definitiva, se il libro uscirà così non credo avrà un grande successo.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-26 13:21

_Bellotto e Canaletto_ (mostra)

Sabato pomeriggio abbiamo portato i bambini a un “laboratorio filosofico” alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, e ne abbiamo approfittato per cercare di vedere la mostra Bellotto e Canaletto. “Cercato” è la parola giusta, perché i muri di persone attaccati ai quadri – ho visto dita a un centimetro dalla tela, mi chiedo che tipo di sicurezza abbiano – e il fatto che le opere sono più o meno ammassate in quello che era il salone principale della Banca Commerciale Italiana – una bellissima struttura, tra l’altro, praticamente identica alla banca del film di Mary Poppins – ci ha fatto vedere ben poco. Prendete insomma questa recensione cum grano salis.

Come avrete sicuramente intuito dal titolo, di Canaletto ci sono forse tre opere, giusto per poter mettere il nome e attirare un po’ più di gente. La cosa buffa è che Bellotto è un clone di Canaletto: diciamo che sarebbe bastato il primo suo quadro in mostra (Il molo verso ovest con la colonna di San Teodoro), con la versione di Bellotto a fianco, per capire che si poteva lasciare il secondo da solo e sarebbe andato tutto bene lo stesso, anzi avrei forse avuto la possibilità di guardare meglio le opere. D’altra parte Bernardo Bellotto era il nipote del Canaletto: da ragazzo è andato dallo zio a imparare il mestiere, e l’ha fatto così bene che a un certo punto ha cominciato anche lui a firmarsi “Canaletto”, perché tanto disegnava vedute di canali con tecnica fotografica – basta vedere i muri sbrecciati – e appiccicandoci su le persone come fossero stencil. Vi dirò che ho apprezzato quasi più i suoi schizzi a china, che mostrano una maestria assoluta e fanno venire tanta invidia a chi come me non sa disegnare affatto. Poi Bellotto capisce che a Venezia tanto preferiscono lo zio, e quindi comincia a cercare committenti in giro: Firenze, Roma, Torino, fino ad andare in Germania. Quando gli chiedono che sa fare, secondo me rispondeva “mi savria dessegnar el canal”, e quindi – in mancanza dell’originale – troviamo vedute dei fiumi locali con i ponti. Giusto a Roma si dovette reinventare – si vede che il Tevere non gli piaceva – e dipinse scorci visti da sotto un arco, facendo finta insomma che il canale fosse in secca.

La mostra è aperta fino al 5 marzo: il biglietto è 10 euro, che vi permette anche di vedere la collezione stabile dell’800 e del ‘900, ma se siete soci Coop pagate 8 euro. Una prova provata della commistione tra le cooperative rosse e le grandi banche italiane.

_L’infinito in breve_ (libro)

Qual è uno dei vantaggi di essersi fatto un nome nel campo della scienza e della cultura? Edoardo Boncinelli non ha dubbi: avere la possibilità di pubblicare quello che a lui piace davvero scrivere: aforismi, che compila da almeno un quarto di secolo. Ecco dunque questo libriccino (Edoardo Boncinelli, L’infinito in breve : inciampi e contrattempi della scienza, Rizzoli 2016, pag. 151, € 16, ISBN 97888817091237), che raccoglie varie massime divise grosso modo in macrotemi. Dal mio personale punto di vista, la sua minima ampiezza è stata un vantaggio, perché non sono proprio riuscito ad apprezzarlo. Ho trovato qualche massima bella e/o interessante, ma sono una rara avis nel mucchio, e spesso non riesco nemmeno capire il significato delle sue frasi, forse troppo profonde per un’anima semplice come me. È possibile che il mio problema sia trovare troppi aforismi tutti insieme, un po’ come avere solo glassa e niente torta, anche se potrei essere in minoranza se Boncinelli ha ragione quando dice che il genere piace molto. Ah sì: di infinito e di scienza ce n’è qualcosa, ma non più di tanto.

_La scienza delle serie tv_ (libro)

Le serie tv sono molto mutate nei decenni. Siamo partiti dagli episodi autoconclusi di un tempo, poco più di una serie di sketch su un canovaccio, e ora abbiamo una trama coerente che si dipana da episodio in episodio, sempre che non decidiamo di fare una scorpacciata (il binge watch) e non ci spariamo tutte le puntate di fila. Andrea Gentile ha scelto di unire la passione per le serie tv a quella per la divulgazione scientifica; in questo libro (Andrea Gentile, La scienza delle serie TV, Codice Edizioni 2016, pag. 175, € 18, ISBN 9788875785871) prende dieci serie tv, dal Doctor Who a Dr House, da Battlestar Galactica a The Big Bang Theory, e le usa come base per vedere quante delle cose raccontate sono non dico vere ma plausibili, raccontandoci nel contempo un po’ di aneddoti scientifici e televisivi. Certo, sappiamo tutti che quando guardiamo quegli episodi sospendiamo il nostro pensiero scientifico; il bello di Gentile è proprio partire da queste assunzioni e mostrare quello che si può davvero fare con la scienza, cosa che sarà poco televisiva ma secondo me è davvero interessante e soprattutto non si trova facilmente in giro. Ma non preoccupatevi: ogni capitolo termina con una decina di curiosità legate alla serie tv e non alla scienza, come ciambella di salvataggio dopo il tuffo nel mare magnum della scienza. Menzione particolare per i bei disegni di Marco Romano, che abbelliscono il testo.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-15 09:12

_Ultime conversazioni_ (libro)

Peter Seewald è stato l’interlocutore preferito da Joseph Ratzinger, e quindi non è poi così strano che abbia potuto intervistare il papa emerito anche in questi ultimi anni, dopo che ha lasciato il ministero petrino. Questo libro (Benedetto XVI, Ultime conversazioni [Letzte Gespräche], Garzanti 2016, pag. 235, € 12,90, ISBN 9788811688242, trad. Chicca Galli) parte con il racconto della sua rinuncia al papato, per proseguire nella buona traduzione di Chicca Galli come una sorta di biografia. Ci sono parti più noiose almeno per me, come quelle dell’infanzia, parti che probabilmente avrebbero richiesto un respiro un po’ più ampio, come quelle sugli anni in cui è stato arcivescovo; ma in generale sono un interessante spaccato di una persona che i media hanno raffigurato in un certo modo negativo, ma ha una sua profondità ben lontana dai titoloni. Leggendo il testo, si comprende anche come mai il “teologo progressista” del Vaticano II è diventato il “cane da guardia retrivo” da capo del Sant’Uffizio e papa; in realtà la sua linea è sempre stata fondamentalmente la stessa, ed è l’apparenza che inganna. Una curiosità: le edizioni nelle altre lingue hanno in copertina il papa visto di fronte, mentre in quella italiana è raffigurato di schiena, ammesso che sia lui. Chissà come mai…

Ultimo aggiornamento: 2017-02-11 22:05

_Contro la decrescita_ (libro)

Quello della decrescita felice è un tema caro a molta gente. che ripete certe parole chiave quasi fossero un mantra. Luca Simonetti è un avvocato, il che significa che è abituato a cercare contraddizioni nelle affermazioni dei guru che sugli adepti ci marciano (e ci guadagnano). Ecco così che in questo libro (Luca Simonetti, Contro la decrescita, Longanesi 2014, pag. 272, € 9,99, ISBN 9788830441897) si è messo a spulciare e rintuzzare a uno a uno i falsi miti legati alla decrescita felice, a partire dalla disamina dei concetti di base che a una lettura appena un poco attenta si rivelano incoerenti prima ancora che fallaci. Simonetti se la prende per esempio con il PIL, o per meglio dire fa notare che non c’è scritto da nessuna parte che le transazioni non monetarie non debbano concorrere alla sua formazione, basta volerlo fare (e in effetti se ormai ci mettiamo anche la parte prodotta dalla criminalità non vedo perché non si possa aggiungere quella dell’equo scambio). Il tutto con una pletora di note e citazioni, tratte dalle opere dei maestri della decrescita felice e immediatamente seguiti da un controllo di realtà sul significato pratico delle loro affermazioni, oltreché sulla coerenza interna spesso mancante. Se posso fare un appunto, avrei asciugato un poco il testo, perché soprattutto la parte centrale ripete spesso argomentazioni simili, dato che sotto sotto i decrescenti hanno la stessa matrice. La conclusione, che mostra come i temi della decrescita felice hanno una specifica origine politica ma negli ultimi anni si è spostata, è davvero illuminante e secondo me vale da sola l’acquisto del libro.

Ultimo aggiornamento: 2017-02-07 13:03

_The Mathematics of Various Entertaining Subjects_ (libro)

La matematica ricreativa è dannatamente seria. Magari non ci credete, ma è così: il suo punto di partenza è ovviamente diverso da quello per esempio della fisica matematica, ma una volta impostato il problema la sua risuluzione può essere semplice o complicata, o magari impossibile, esattamente allo stesso modo. Questo testo (Jennifer Beineke e Jason Rosenhouse (ed.), The Mathematics of Various Entertaining Subjects, Princeton Press 2015, pag. 272, $75, ISBN 978-0-691-16401-8) raccoglie svariati contributi, dall’analisi dei giochi di carte ai giochi da tastiera, ma anche sui problemi matematici classici, tutti però studiati matematicamente. Non si usano tecniche troppo avanzate, anche se confesso di avere saltato a piè pari alcune pagine di conti noiosi su giochi che a me non interessavano. Ma alcune tecniche, come quella di Peter Winkler sulle dimostrazioni combinatoriche semplificate, o quella di Gary Gordon ed Elizabeth MacMahon che prende il gioco di carte Set e mostra le sue connessioni con i codici a correzione di errore, danno delle ottime idee su come vedere i giochi in un modo diverso.
Il mio dispiacere è che un libro come questo è troppo costoso. Sono riuscito a trovarlo in offerta a poco più di 50 euro, contro i 75 dollari del prezzo pieno; è vero che è rilegato, a colori e su carta pesante, ma se avessi voluto prendere la versione elettronica avrei comunque pagato 51 euro. Questo significa che solo i pazzi come me lo acquisteranno, e i proventi saranno inferiori di quello che si potrebbe avere se fosse venduto alla metà del prezzo. Una situazione lose-lose, insomma.