Per molti, Roald Dahl è semplicemente l’autore di Charlie e la fabbrica di cioccolato, o peggio ancora del film tratto da quel famoso libro. Sì, nel film gli altri ragazzini finiscono in situazioni un po’ preoccupanti, ma nulla di grave. Il guaio almeno per un pauroso come me è che in genere nei suoi racconti, qui riuniti in un unico volume, (Roald Dahl, Tutti i racconti, Longanesi 2009, pag. 825, € 26, ISBN 9788830426849, vari traduttori) Dahl è troppo bravo a creare un’atmosfera davvero creepy. Dopo la sua prima raccolta – che stranamente non è quella con cui parte il libro – che è più autobiografica e legata alla seconda guerra mondiale, Dahl comincia a creare ambientazioni che sembrano quasi reali, tipicamente con qualcuno che cerca di truffare qualcuno oppure una coppia ormai in crisi; avvinghia il lettore e aggiunge particolari del tutto inverosimili ma che almeno a me fanno paura. La costruzione della storia è sicuramente il suo punto forte, fino a raggiungere un climax che non è necessariamente espresso, vedi per esempio “Nunc dimittis”.
Devo dire che i tanti traduttori dei vari racconti hanno fatto un ottimo lavoro per armonizzare lo stile, cosa che non è affatto scontata!
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_Il grande romanzo della matematica_ (libro)
Indubbiamente a Mickaël Launay la matematica piace. Piace così tanto che non si capacita che chi matematico non è non riesca a capire quanta bellezza ci sia in essa, e così ha pensato di scrivere questo libro (Mickaël Launay, Il grande romanzo della matematica [Le grand roman des maths], La nave di Teseo 2019 [2016], pag. 334, € 20, ISBN 9788893448246, trad. Sergio Arecco), che possiamo definire una “storia impressionistica della matematica”. Il suo scopo insomma non è raccontare tutto quello che è successo nei millenni, ma selezionare alcuni punti che possono essere interessanti anche rispetto a quello che vediamo ogni giorno. Anzi, parte dalle cose di tutti i giorni (o quasi, non so quanto in realtà uno vada al Louvre…) per tornare indietro e mostrare come spesso si faccia matematica anche senza l’armamentario di teoremi e dimostrazioni. A volte la cosa gli funziona meglio, come con le simmetrie del primo capitolo o il suo manifesto sulla matematica “singola” e non plurale come del resto si scrive in francese o in inglese: altre volte l’accostamento mi pare un po’ troppo forzato, ma è anche vero che io non sono certo il pubblico di riferimento per un libro come questo.
Ho infine parecchi dubbi sulla traduzione di Sergio Arecco, nonostante nel colophon l’editore indichi che c’è stata una “revisione scientifica”. Tanto per fare un esempio: mi sta benissimo che si parli di figure “pulviscolari” (poudreuses nell’originale). Non mi sta bene che si scriva «è sempre possibile dividere la prima in un numero di pezzi pulviscolari tale da permettere di raddoppiarla, cioè di ricostituire la seconda», perché “raddoppiarla” qui non c’entra nulla (né c’era in francese…). Purtroppo la matematica è bella, ma richiede attenzione!
_Viva il latino_ (ebook)
Nicola Gardini ha un amore totalizzante per la lingua e la letteratura latina, come si vede in questo libro (Nicola Gardini, Viva il latino : Storie e bellezza di una lingua inutile, Garzanti 2016, pag. 236, € 9,99 (cartaceo: € 14), ISBN 9788811688983). Nei vari capitoli, oltre a raccontarci del suo amore, riesce ogni volta a parlare dell’autore in essi protagonista come se fosse il più grande… indubbiamente perché scriveva in latino, o meglio in uno dei tanti diversi latini che noi che latinisti non siamo ammucchiamo in un tutt’uno. Ennio e Lucrezio, Cicerone e Seneca, Tito Livio e Catullo, Virgilio e Agostino: per ognuno di loro ci sono solo lodi, e brani – per fortuna con appresso la traduzione, perché ammetto di essere parecchio arrugginito – che mostrano le caratteristiche di quella lingua.
Ultimo aggiornamento: 2019-09-15 19:25
_8 lezioni sull’infinito_ (ebook)
Haim Shapira è quello che nel mondo anglosassone si chiama un polymath, uno che si dedica a tantissime cose diverse. Stavolta (Haim Shapira, 8 lezioni sull’infinito [Eight Lessons on Infinity], Sperling & Kupfer 2019 [2019], pag. 255, € 16,90, ISBN 9788820067991, trad. Giuseppe Romano, link Amazon) parla di matematica e infinito, affermando che non userà più delle quattro operazioni – non è proprio del tutto vero, ma quasi – con un approccio forse più vicino alla filosofia che alla matematica e sicuramente in modo da stupire i lettori con gli effetti speciali, oltre che ricordare a ogni piè sospinto che con l’infinito non valgono le nostre solite regole aritmetiche. Nell’ultimo capitolo la traduzione ha cominciato a vacillare, con termini matematici tradotti letteralmente e quindi incomprensibili. Occhei, sarebbero incomprensibili comunque per chi non è matematico, e il matematico ha idea di cosa dovrebbero essere: ma ad ogni modo non si fa così. Una curiosità che non so come togliermi sulla traduzione: perché è indicata essere di Giuseppe Romano “per Studio editoriale Littera”?
_Il signor Diavolo_ (film)
Pupi Avati non si è accontentato di girare questo film: ha cominciato con il pubblicare il romanzo omonimo e poi ha cercato qualcuno che glielo producesse. Il risultato immagino sia molto simile al libro: Avati è voluto ritornare al cosiddetto “gotico padano”, raccontando una storia di religione, superstizioni e politica ambientata nel Veneto del 1952.
A me il gotico non piace, e almeno un paio di scene sono assolutamente inutili nel contesto; per il resto, mi ero immaginato il finale – anche se non pensavo che fosse per l’appunto l’ultima scena del film – il che dimostra che la struttura è stata costruita bene. Peccato però che la trama faccia molta acqua, o almeno né io né Anna siamo riusciti a capire cosa il regista volesse esprimere, oltre al banale “non si salverà nessuno”. Anche la recitazione non è sempre stata all’altezza: diciamo insomma che se vi piace il genere potete andare a vederlo e probabilmente gustarlo, ma altrimenti potete tranquillamente lasciare perdere.
_Il labirinto del continuo_ (ebook)
Il titolo di questo libro (Giorgio Chinnici, Il labirinto del continuo : Numeri, strutture, infiniti, Hoepli 2019, pag. 224, € 15,99 (cartaceo: 19,90), ISBN 9788820391195, link Amazon) è un po’ riduttivo. Chinnici, dopo avere scritto vari testi di divulgazione fisica, si dedica stavolta alla matematica: ma il continuo arriva solo piuttosto avanti nel testo, dopo una lunga introduzione che parla di numeri in generale e che è direi la parte più debole dell’opera. Devo riconoscere che il punto di vista di un non-matematico è interessante: alcune sue considerazioni su come le strutture numeriche così definite si possono applicare al mondo reale non mi sarebbero mai venute in mente. Insomma, anche se pensate di conoscere già la materia, vale comunque la pena di leggerlo per il suo approccio lontano da quello abituale.
_In principio era il numero_ (libro)
La collana Grandi idee della matematica, che Hachette Fascicoli ha preso dalla Spagna, apre con un libro (Francisco Javier Mateos Maroto, In principio era il numero : L’umanità impara a contare [En el principio fue el número], Hachette Fascicoli 2019, pag. 135, €1,99, trad. Maria Peroggi)… che non è di matematica, il che ha senso visto che prima della matematica è nato il senso di numerosità, e non abbiamo certo tracce esplicite di cosa gli uomini facevano decine se non centinaia di migliaia di anni fa. Il guaio, almeno per me, è che questo è significato mettere fortemente l’accento sul cognitivismo matematico, che per me non funziona. Potete dire quello che volete, ma pensare che le api “comprendano il concetto di zero” perché se imparano a scegliere il luogo con meno figure allora preferiscono quello senza figure mi pare che non tenga conto che per esempio potrebbero semplicemente considerare il colore. Più classica – ed effettivamente con molti esempi – la parte sui sistemi di numerazione. Sospendo per il momento il giudizio per vedere come funzioneranno i volumi più matematici.
Ultimo aggiornamento: 2019-09-01 20:17
_L’ultimo mistero di Hitler_ (libro)
Adolf Hitler si suicidò il 30 aprile 1945 nel bunker sotto la cancelleria in cui si era rifugiato nelle ultime settimane di guerra, e il suo corpo venne immediatamente cremato per evitare che finisse nelle mani dei russi. Eppure furono in tanti ad affermare che in realtà era riuscito a fuggire e riparare in Sudamerica. Quali sono le prove che abbiamo? I giornalisti Jean-Christophe Brisard e Lana Parshina, lui francese e lei russo-americana, hanno scritto questo libro (Jean-Christophe Brisard e Lana Parshina, L’ultimo mistero di Hitler [La mort d’Hitler], Ponte alle Grazie 2018 [2017], pag. 409, € 19, ISBN 9788868338626, trad. Michele Zaffarano, Valentina Ballardi, Luigi Toni, link Amazon) raccontando la loro inchiesta condotta a Mosca per trovare le prove della morte del dittatore tedesco, sparse tra i vari uffici ex sovietici. Il resoconto dei loro tentativi non sempre fruttuosi è inframmezzato dal racconto degli ultimi giorni di Hitler e delle prime inchieste russe dopo la capitolazione del Reich, ottenendo così un’opera che è una via di mezzo tra un racconto storico e un’inchiesta. Non che ci sia nulla di nuovo o di definitivo, in realtà: però nelle prime tre parti il libro si lascia leggere bene, anche grazie alla traduzione del trio Michele Zaffarano, Valentina Ballardi, Luigi Toni. Purtroppo l’ultima parte risente di un editing troppo affrettato già nell’originale, che rovina il risultato finale.
Ultimo aggiornamento: 2020-01-14 21:56