Questo fumetto (con l’introduzione di Vittorio Marchis e una postfazione di David Vandermeulen che è l’editore della collana) è abbastanza surreale, con gli autori che sono anche i protagonisti del fumetto (ma se uno va a guardare la biografia di Lécroart non si stupirà poi più di tanto). Dopo un inizio piuttosto lento, la storia prende velocità: in poche pagine gli autori riescono ad accennare alla nascita della probabilità, al teorema del limite centrale, alla corretta definizione della dimensione di un campione statistico. Dopo una digressione sul paradosso di Monty Hall il libro termina spiegando perché è il caso che governa il mondo. Un appunto alla traduttrice Daniela Di Lisio: si dice “niente affatto”, non “affatto” :)
(Ivar Ekeland e Étienne Lécroart, Caso o fortuna? [Le hasard], Edizioni Sonda 2019 [2016], pag. 79, € 12,50, ISBN 9788872240748, trad. Daniela Di Lisio)
Voto: 4/5
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Vabbè, se sapete chi è Max Cavezzali vi potreste immaginare quale sia il tipo di battute che troverete in un libro come questo. Se decidete di comprarlo è perché quel tipo di battute vi piace. Beh, mi spiace doverlo dire, ma qui il nostro ha fatto un lavoro con la mano sinistra (e da quanto ne so non è mancino). Ok, scrivere la storia dei Beatles sotto forma di una serie di strisce con battuta conclusiva non è direi facile. Ma molte delle battute, come quelle sugli anelli di Ringo, sono davvero trite; e quel che è peggio mi è parso che ci fosse un obbligo più o meno scritto di averne una su ciascuna delle copertine degli album. Inoltre scrivere cose tipo “visto che questo è l’ultimo nostro pezzo in cui suono l’armonica con i Beatles” potrà anche mostrare una buona conoscenza della biografia del quartetto, ma non molto di più.
Questa raccolta comprende quattro storie di Topolino con argomento matematico: tre di esse (Zio Paperone e il cavatappi quadridimensionale, Topolino e i numeri del futuro, Paperino e i ponti di Quackenberg) sono nate nel quadro di una collaborazione con il CNR, mentre Topolino e la biblioteca infinita è solo tangenzialmente matematica, essendo più che altro una rivistazione della borgesiana biblioteca di Babele (non per nulla il bibliotecario protagonista si chiama Jorge…).
Cristoforo Colombo arriva in America, trova ad accoglierlo degli indigeni… e dei dinosauri intelligenti, che sono i veri padroni dei territori. Cosa mai potrebbe andare male? Questo racconto breve di Steven Popkes è molto divertente, pur lasciando alla fine l’amaro in bocca. Troviamo le liti tra i comandanti delle tre caravelle, l’odio della maggior parte di loro verso l’ebreo convertito Luís che fa da traduttore, le miserrime beghe e un punto di vista molto diverso dal nostro. Ma alla fine non possiamo non affezionarci a Red Eft, il dinosauro protagonista che si trova a dover fare un corso ultraaccelerato di economia e proverà a costruire un rapporto pacifico con alcuni dei nuovi arrivati. Alcune parti (principalmente quelle sugli indigeni) restano collegate non troppo bene, e ho avuto qualche problema a seguire i dialoghi: ma vi consiglio di leggerlo.
L’idea era indubbiamente buona: raccogliere riferimenti – diretti e indiretti – ai Beatles nei fumetti nel corso dei decenni, per mostrare come essi siano sempre stati un’icona. Purtroppo però la realizzazione pratica è stata molto inferiore alle attese. Stiamo parlando di Skira, un editore che comunque su queste cose dovrebbe essere all’avanguardia; e stiamo parlando di un libro del 2011, quando quindi le capacità di grafica al computer erano già più che adeguate. Mi sarei insomma aspettato che più che avere una semplice scansione delle pagine ci fosse un minimo di editing, soprattutto per le tavole più vecchie: nulla di eccezionale, ma giusto schiarire gli sfondi e rendere più nitido il tratto. Invece nulla. Può essere utile per chi vuole davvero tutto sui Quattro, ma potete tranquillamente farne a meno.
Diciamolo subito: il nuovo film con i Minions (
Cos’è un robot? Qual è la differenza tra un robot e un androide? Siamo davvero sicuri di saperlo? Questo libro dà una panoramica di tutto quello che in un modo o nell’altro può entrare nella categoria degli “agenti sintetici intelligenti”: abbiano essi fattezze umanoide, siano semplici protesi bioniche o robot costruiti per un unico scopo, o ancora siano puri software che trattano i big data: il tutto cercando di non avvicinarsi troppo a concetti come la singolarità pubblicizzata da Kurzweil, e toccando invece temi meno visibili ma che al crescere della complessità delle macchine diventeranno sempre più importanti, come l’applicazione dell’etica a sistemi che non sono “pensanti” secondo la definizione che abbiamo noi.