Lo dico subito: non è il tipo di libro per me: il voto non altissimo dipende da questo, perché il libro di per sé è fatto molto bene. Io sono un tipo molto impressionabile, e leggere tutti i modi in cui si può morire, e soprattutto cosa succede mentre si muore in quei modo, spesso era davvero troppo. Se però non avete lo stomaco debole questo libro è davvero una miniera di informazioni su tante cose. La vita di Shakespeare, per quel poco che ne conosciamo; la vita in Inghilterra e soprattutto a Londra a cavallo del XVII secolo, con le epidemie di peste che sconquassavano la vita cittadina; ma principalmente come funzionava il mondo delle compagnie teatrali e come si potevano mettere “in scena” tutti questi tipi di omicidio (non lo si faceva: dopo le ultime battute l’attore usciva di scena e il pubblico sapeva per convenzione cosa succedeva). Harkup mi pare davvero infatuata di Shakespeare, dandogli molti più crediti sulla conoscenza della fisiologia umana di quanti egli probabilmente avesse, anche tenuto conto che suo genero era un medico; ma a parte questo, il suo lavoro di ricerca è davvero completo. La traduzione di Davide Fassio è scorrevole.
(Kathryn Harkup, La morte secondo Shakespeare : Veleni, coltellate e cuori infranti [Death by Shakespeare], Codice 2021 [2020], pag. 310, € 26, ISBN 9788875789473, trad. Davide Fassio)
Voto: 3/5
Ultimo aggiornamento: 2023-05-06 22:07
La teoria dei numeri è nata parlando di numeri naturali. Occhei, anche adesso parla di numeri naturali, ma le tecniche che si usano spaziano più o meno ovunque nella matematica. Joe Roberts in questo libro ha raccolto proprietà varie di un certo insieme di numeri, da 1 a 357686312646216567629137 (il più grande primo troncabile, nel caso ve lo chiedeste.) La fregatura è che molte di queste proprietà non sono certo elementari, sono semplicemente enunciate senza dimostrazione. e a volte la notazione usata risulta un po’ oscura. Per chi è davvero interessato, però, la bibliografia dopo ciascuna di queste proprietà dovrebbe essere sufficiente per capire di cosasi parla. Certo, bisogna essere ferrati in teoria dei numeri…
Ecco, forse definire “undergraduate level” (soprattutto per quanto riguarda l’università anglosassone, ma forse in Germania il livello è più simile al nostro) questo libro è piuttosto esagerato. Il testo ha infatti un approccio molto algebrico, e almeno a mio parere presuppone che si abbia già una conoscenza dei temi trattati e si voglia un approccio molto formale e algebrico: da questo punto di vista direi che è molto ben fatto. Come sempre, insomma, bisogna accordarsi su cosa si vuole dal testo :-)
È vero. Bompiani, anche se per abitudine ha messo il DRM su questo ebook, non lo fa pagare (la Treccani l’avrebbe subito messo a un euro). Ma non riesco davvero a capire il senso di pubblicare un libro, con ISBN e quant’altro, il cui testo vero e proprio è lungo 9829 caratteri, in pratica un (lungo) articolo. Carino, interessante visto che ci ho imparato qualcosa di nuovo, ma pur sempre un articolo. Diciamo che sono i misteri dell’editoria italiana. Come scrivevo, nulla da eccepire sul ricordo di Vonnegut fatto da Vincenzo Mantovani: alcuni flash sulla sua difficoltà a farsi conoscere, anche se comunque riusciva a guadagnare; il fatto che non sia in realtà un autore di fantascienza ma più che altro uno scrittore che ha usato le sue conoscenze scientifiche; infine la genesi di Mattatoio n. 5. Non una biografia, appunto, ma dei flash.
Un punto positivo di questo libretto è la ricerca di esempi della vita reale, e non semplicemente dalla necessità di completare le operazioni, per spiegare come mai il sistema numerico è stato ampliato dai numeri naturali agli interi ai razionali. (Il passaggio agli interi con il dare e avere è tra l’altro tipicamente indiano: i numeri negativi sono nati proprio in questo modo). A parte questo, però, ho trovato il libro piuttosto confusionario, mischiando livelli diversi; non lo consiglierei per capire come si è arrivati ai complessi.
Seconda raccolta dei fumetti scientifici di Comics & Science, pensati dal CNR per mostrare un modo diverso di presentare temi diversi. Bisogna dire che Natalini e Plazzi sono riusciti a convincere i grani nomi del fumetto italiano – e poi si dice che i matematici non sono in grado di interagire con il resto del mondo! I nomi di Leo Ortolani, Francesco Artibani, Silver, Alfredo Castelli, Licia Troisi sono ben noti a tutti. Tra le storie, ho apprezzato i “misteri” di Ortolani, il racconto di Lupo Alberto e della bufala (nel doppio senso della bovina arrivata a trovare suo cugino Krug alla fattoria McKenzie e delle fake news), il segreto di Babbage di Castelli e Gabriele Peddes, le ragazze matematiche di Claudia Flandoli, Alessio Schreiner e Donald Soffritti con i loro satelliti, il giallo leonardesco di Giovanni Eccher e Giuseppe Palumbo (che però avevo già letto nel fascicolo originale) e soprattutto la spiegazione “magica” di come funziona il metodo scientifico di Eccher e Ponchione. Meno riuscite per me la storia di Sofja Kovalevskaja di Alice Milani e quella di Paola Barbato e Riccardo Burchielli sulle epidemie (troppo cerebrale, ci ho dovuto pensare su a lungo per capire cosa intendesse). E lo so che mi attirerò le ire di caterve di fan, ma il fumetto scritto da Licia Troisi e disegnato da Alessandro Micelli l’ho chiuso alla terza tavola: era proprio lontanissimo da me.
Nelle prime righe di questo libro Hayes scrive “la matematica è troppo divertente per essere lasciata solo ai matematici”. Aggiunge inoltre che lui non è un cittadino di Matelandia, ma una persona che si è trasferita lì e ha cercato di comprendere usi e costumi dei suoi cittadini. In effetti la sua formazione è più da informatico, tanto che negli anni ’80 teneva la rubrica di Computer Recreations sullo Scientific American, mentre ora scrive su American Scientist. Lo troviamo così a dissezionare il famosissimo aneddoto di Gauss bimbetto e la somma della serie di numeri trovata al volo, tracciando le innumerevoli versioni per capire come il folklore matematico abbia man mano abbellito la storia; nel frattempo spiega come la differenza tra l’approccio del giovane Carl Frederick e quello di un programma al computer abbia ripercussioni importanti. Ma molte di queste meditazioni matematiche, pur non entrando a fondo nella teoria sottostante, sono davvero interessanti: segnalo quella sui numeri quasicasuali, sullo spettro del Riemannio (una correlazione a prima vista inimmaginabile tra gli zeri della zeta di Riemann e gli spettri degli elementi chimici), su un modo alternativo alla virgola mobile di memorizzare i numeri su un computer, che permette di aumentare l’ampiezza dei numeri rappresentabili conservando una estrema precisione nei valori prossimi allo zero, e soprattutto il gioco di Zenone. Una gioia per appassionati e semplici turisti!