Archivi categoria: recensioni

A Gentle Introduction to Game Theory (libro)

Questo libro nasce esplicitamente per raccontare la base della teoria dei giochi a chi non arriva da un background di matematica pura. Questo non vuol dire che non ci sia matematica, mi affretto ad aggiungere: i molti esercizi alla fine di ogni capitolo lo stanno a testimoniare. Alla fine, però, è più adatto per avere un’infarinatura di cosa può essere la teoria dei giochi, arrivando al più all’equilibrio di Nash per matrici 2×n, e non per studiarla con un minimo di approfondimento. D’altra parte il lettore è stato avvertito…

Saul Stahl, A Gentle Introduction to Game Theory, AMS 1998, pag. 176, € 31, ISBN 9780821813393)
Voto: 3/5

Carbonio (teatro)

La scorsa settimana Anna e io siamo stati al teatro Studio (ok, teatro Mariangela Melato) a vedere Carbonio, alla sua seconda stagione. Commento rapido: mah. Segue il commento un po’ più articolato.

Pier Lorenzo Pisano ha scritto in effetti qualcosa di diverso dal solito, anche sul tema “gli alieni”, e di questo bisogna dargliene atto. Le sue intrusioni nella storia, dove racconta alcune delle immagini presenti nel disco d’oro all’interno di Voyager in un modo che è un mix tra le spiegazioni di Alberto Angela e i commenti tranchant di una disillusa Vulvia, sono state per me la parte migliore del tutto. Federica Fracassi e Mario Pirrello, l’interrogatrice e l’interrogato, costruiscono bene la loro interazione, e il fatto che continuino a girare in tondo ha un senso perché riflette il tentativo di comprendere un alieno con cui l’interrogato ha avuto un incontro ravvicinato e che non è affatto composto di carbonio – se vi chiedete il motivo del titolo, è questo. Però ci sono vari punti che non mi tornano nella trama. A parte il monologo finale francamente inutile (o almeno fatto male), per esempio quando l’interrogatrice fa vedere due foto di persone che “sarebbero state le più vicine all’alieno a parte l’interrogato” – le foto potrebbero essere di Sigourney Weaver e Isaac Asimov, ma figuriamoci se io riesco a vedere bene a quella distanza – la scena si chiude lì senza nessun ulteriore sviluppo. L’ingresso di Pisano sotto forma di alieno è anche incongruo e inutile, fa giusto strappare una risata. Insomma, un’opera simpatica ma non eccezionale.

Ultimo aggiornamento: 2023-02-15 08:23

Altri dodici Cesari (libro)

Tonietto è completamente fuori di testa. Me ne ero già accorto leggendo Letteratura latina inesistente e con questo libro ho avuto la conferma. Questo libretto è una presa in giro delle Vite dei Cesari di Svetonio, ed è spacciato per la prima traduzione in italiano dell’opera magna di un tal Gio Vanesio Svetonietto. Citando dal risvolto di copertina, «Che le dodici biografie di improbabili reggitori dello Stato imperiale siano false non ha alcuna importanza, non sono meno plausibili di quelle vere.» E in effetti le storie dedicate al primo ultimo imperatore e anche al primo imperatore non umano (il cavallo di Caligola, chiaro) sono perfette. In alcuni casi Tonietto sfrutta forse un po’ troppo gli stereotipi, come nel caso del primo imperatore donna; in genere gioca molto con la storia realmente capitata – o almeno quello che ci raccontano essere successo – come nel caso del primo imperatore plebeo e in quello che secondo me è il capolavoro, il primo imperatore repubblicano Dextaliniano di cui si raccontano vita battaglie e morte, accennando che il suo successore Cruscio rimise le cose a posto.
Non perdetevi tutto l’apparato critico annesso al saggio con perle tipo la citazione di «Coefora Luciano, Non so dove sbattere la testa, in “Sala Docenti”, Nuova Serie, VII (2016), pp. 65-67», e chissà quante me ne sono perse; né saltate le allocuzioni degli scrittori al potente di turno a cui presentavano l’opera. Leggete, e ricordatevi che la storia sarebbe potuta essere anche capitata così.

(Stefano Tonietto, Altri dodici Cesari , Exòrma 2022, pag. 162, € 16, ISBN 9788831461382)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-07-01 22:09

Dio la matematica la follia (libro)

Questo libretto del romanziere marocchino Fouad Laroui è strano, perché è in un certo senso un saggio scientifico/filosofico – Laroui ha una formazione scientifica – che riprende il concetto della follia che assale i matematici quando cercano di toccare con mano l’infinito. Occhei, il concetto è più che abusato, e comunque è falso: quello che però è interessante è che nei tanti capitoletti di due o tre pagine di cui il testo è composto Laroui ha un approccio “mussuilmano” al tema, tanto che cita spessissimo Averroè, che a quanto pare è abbastanza reietto anche nella cultura araba. (Scusate la terminologia impropria). Insomma, una specie di misticismo di tipo diverso da quello a cui siamo abituati, e proprio per questo più interessante, nonostante la tesi di Laroui mi pare un po’ forzata anche rispetto agli esempi che porta nell’ultima parte del libro. È però vero che in fin dei conti per lui i matematici sono quelli più vicini a Dio, e come faccio a non apprezzarlo? Buona la traduzione di Cristina Vezzaro e Luigi Civalleri (che immagino abbia controllato la parte più strettamente matematica).

(Fouad Laroui, Dio la matematica la follia [Dieu, les mathématiques, la folie], Del Vecchio 2022 [2018], pag. 250, € 16, ISBN 9788861102163, trad. Cristina Vezzaro e Luigi Civalleri)
Voto: 4/5

Ultimo aggiornamento: 2023-02-08 16:43

The London Particular(ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Questo racconto lungo (sono meno di 100 pagine) ha come protagonisti la coppia di detective vittoriani Sir Maurice Newbury e Miss Veronica Hobbes, insieme con l’investigatore capo di Scotland Yard Charles Bainbridge. Non avendo letto gli altri libri della serie ho avuto qualche problema con le caratteristiche dei personaggi, e probabilmente ho perso qualche riferimento: la storia è comunque un mix tra steampunk e horror, con quest’ultimo per mia fortuna abbastanza secondario e quindi non disturbante per un fifone come me. È abbastanza immediato immaginare cosa abbia fatto Greyson Fairfax, il padrone del palazzo dove un certo numero di invitati sono stati invitati per una festa in cui però manca proprio Fairfax. Il racconto però scorre bene fino alla fine: l’unico problema che ho avuto è che nella mia copia elettronica per recensione (o a causa della mia app per leggere epub) il soggetto della scena cambiava spesso senza nessun segno grafico, il che mi ha dato qualche fastidio nella lettura. La coppia Newbury/Hobbes è molto diversa dei classici Holmes e Watson, essendo più alla pari anche se formalmente Veronica è l’assistente di sir Maurice; questo da’ un tocco di novità alla storia.

(George Mann, The London Particular, Newcon Press 2022, pag. 100, € 14,67, ISBN 9781914953354)
Voto: 4/5

MEI (museo)

Il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, nato provvisoriamente a Genova, è dall’anno scorso situato nella sede della Commenda di San Giovanni di Prè a Genova (sette minuti a piedi da Piazza Principe, insomma raggiungibile senza problemi).
Quando nelle vacanze di Natale siamo passati a vederlo era praticamente vuoto, e quindi ce lo siamo potuti godere con calma. Ho dei dubbi su alcune scelte: non tanto l’idea di un museo multimediale, che ci può anche stare, quanto l’obbligo pratico di usare un orologino NFC per attivare i vari tabelloni nel percorso, cosa di cui non vedo l’utilità se non nel fare statistiche su quali sono più visti. (Ma a questo punto manda anche un file di riepilogo al visitatore, no?). Anche i video con gli attori che facevano rivivere quanto accaduto in passato, dal procacciatore di emigranti alle mogli di guerra, erano forse un po’ troppo stucchevoli. L’altra cosa che non mi è chiara è la logica del biglietto famiglie per due adulti e un solo ragazzo. D’accordo la denatalità, ma così fa un po’ ridere. Detto questo, mi affretto ad aggiungere che il museo in sé è molto interessante: non credo che farà comprendere a molta gente che una volta i migranti eravamo noi, però i video degli anni ’50 e ’60 mostrano per esempio come riuscivamo a farci strada. I ragazzi sono stati estasiati soprattutto dallo scivolo usato per scendere dalla parte più alta, dove si poteva provare a “dare le risposte giuste” quando uno andava all’estero a cercare lavoro (e ovviamente gli facevano il terzo grado nella loro lingua madre). Io e Anna invece siamo rimasti estasiati da come hanno restaurato la Commenda: vale la pena di andare al museo anche solo per questo :-)

Back in the USSR (libro)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Beh, chi mi conosce sa che io sono un grande beatlesiano: e questo purtroppo mi fa abbassare il voto a questo libro. Sì, è carino che il protagonista si chiami “Harrison George” (George è il cognome) e la sua amica sia Prudence; è anche carino che la storia si svolga in Unione Sovietica e giri intorno a un album dei Beatles: ma alcuni dei riferimenti del libro sono davvero banali, e non penso nemmeno possano essere apprezzati dai young adult, che dovrebbero essere il pubblico di riferimento. Anche le visioni che ha Harrison sono parte della trama, come si capisce alla fine, ma l’associazione mi pare davvero forzata. Detto questo, la seconda parte del libro è più interessante della prima: insomma, anche se all’inizio non vi convince può valere la pena di proseguire nella lettura.

(Patrick D Joyce, Back in the USSR, ‎ Spy Pond Press 2022, pag. 326, € 2,90, ISBN 9798986169901 )
Voto: 3/5

The Fabelmans (film)

Vabbè, immagino che l’introduzione di Spielberg in cui ci ringrazia per aver visto il film al cinema sarà tolta quando finirà in TV oppure in streaming :-) Ma a parte questo devo dire che il film mi è sembrato troppo autocelebrativo. Posso capire la scelta di essere volutamente lento, ma se stai raccontando episodi della tua vita da ragazzo semplicemente cambiando i nomi ai protagonisti secondo me non lo fai mica per raccontare l’amore per il cinema, quanto per toglierti alcuni sassolini dalle scarpe: alcuni assolutamente condivisibili, come l’antiebraismo nella high school (ma in Oregon non ce n’era?), altri probabilmente troppo personali come il divorzio dei genitori.