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La scala musicale (libro)

copertina La storia di come si è arrivati alla scala musicale occidentale attuale mi era già nota, almeno da un punto di vista storico e matematico. Qui però Fabio Bellissima sceglie un approccio diverso che mi mancava: quello filosofico. Non avrei mai pensato che certe scelte fatte in passato non fossero tanto dettate da considerazioni musicali – anche perché diciamocelo: io sono così abituato al temperamento equabile che usiamo tutti i giorni che una volta che mi capitò di sentire musica barocca con un clavicembalo temperato inequabile mi sono immediatamente accorto che c’era qualcosa di strano – quanto appunto da considerazioni filosofiche. In pratica, il problema che non si riesce a chiudere un’ottava per mezzo di quinte può essere affrontato scegliendo di privilegiare alcuni intervalli speciali (le quinte e le quarte quasi sempre, ma dalla fine dell’era classica anche le terze), magari avendo due rapporti diversi per il tono: il Principio di consonanza di Archita afferma per esempio che “gli intervalli consonanti devono corrispondere a rapporti multipli [n/1] o epimori [(n+1)/n]”, il che chiaramente è ben diverso dai rapporti pitagorici dove a un certo punto si trova un 256/243…
Potete leggervi un riassunto delle idee del libro a https://www.liceomatematico.it/wp-content/uploads/2020/09/Matemusica2020.pdf , ma così facendo vi perdete tutta la parte filosofica (e le liti tra Zarlino e Vincenzo Galilei…) che secondo me è davvero interessante e soprattutto, come dicevo, non così comune da trovare.

(Fabio Bellissima, La scala musicale : Una storia tra matematica e filosofia, Carocci 2022, pag. 192, € 22, ISBN 9788829012671)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-07-17 11:15

Essentials of Game Theory (ebook)

Non si può negare che questo volumetto, che in realtà è un estratto di un libro più generale scritto dagli autori, sia “essenziale”. È perfino un po’ troppo essenziale per uno come me, che pure preferisce testi asciutti a chiacchiere infinite. Secondo me il testo può essere utile come manuale di riferimento per chi conosce già i temi almeno a grandi linee e ha bisogno solo di un ripasso: altrimenti è meglio scegliere qualche altra opera.

(Kevin Leyton-Brown and Yoav Shoham, Essentials of Game Theory : A Concise Multidisciplinary Introduction, Morgan and Claypool 2008, pag. 88, € 38,10, ISBN 9783031004179)
Voto: 3/5

The Name of the Shadow (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Questo libro è molto strano. Comincia parlando di una Colonia che sembra più o meno ambientata nel passato e che viene messa in pericolo dall’apparizione di un’ombra misteriosa che rapisce animali e persone. Il linguaggio tende a essere quello delle opere fantasy, e almeno per me è stato piuttosto pesante. Proseguendo, la Bestia (come era in realtà l’ombra) viene uccisa: da qui la storia cambia direzione, e sembra mostrare come il paradiso utopico in cui i Coloni vivevano viene fatto a pezzi: bugie, potere e morte arrivano a rovinare la convivenza, insieme alla luce. Alla fine il cerchio si chiude, e l’ultimo omicidio chiude almeno apparentemente la (lunga, cinquant’anni…) parentesi.
Il mio guaio, a parte il linguaggio, è che secondo me le connessioni tra le parti sono davvero tenui, il che non aiuta certo la lettura. (Tra l’altro mi chiedo se il libro sia stato scritto in spagnolo e poi tradotto in inglese: a un certo punto ho trovato un punto interrogativo rovesciato ¿, e subito dopo la parola “zero” scritta “cero”…) Diciamo che l’idea è buona, il risultato meno.

(Mars G. Everson, The Name of the Shadow, Mars Everson 2023, pag. 176, € 2,82 , ISBN 9798373972550)
Voto: 3/5

Math Games with Bad Drawings (libro)

copertina Vabbè, Ben Orlin e i suoi disegni brutti non hanno bisogno di presentazioni. I giochi qui presenti (non sono davvero 75 1/4: alla fine c’è tutta la spiegazione di come è arrivato a quel numero) mi erano in parte noti ma generalmente sconosciuti: Orlin si muove nel sottile crinale tra non spiegare assolutamente le possibili strategie e dare troppe spiegazioni. La struttura secondo me è anche ottima, non tanto per la suddivisione in capitoli a seconda della matematica che sta dietro il gioco quanto per le variazioni indicate alla fine di ogni gioco e che spesso sono giochi dalla strategia completamente diversa. Ma soprattutto quella che mi è piaciuta è la parte “perché è importante” alla fine della spiegazione di ogni gioco. Spesso quando giochiamo non vogliamo farci tanti problemi: ma se uno è un matematico dentro, a volte i problemi sono più divertenti del gioco stesso, e sapere quali sono i temi matematici toccati può essere utile.
Ricordo che esiste anche la scatola con gli strumenti per giocare, se uno è un collezionista :-)

(Ben Orlin, Math Games with Bad Drawings : 75 1/4 Simple, Challenging, Go-Anywhere Games & And Why They Matter, Black Dog and Leventhal 2022, pag. 369, $28, ISBN 978-0-7624-9986-1 )
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-04-23 17:44

Il gabbiano (teatro)

foto di scena

Una panchina per otto (dal programma di sala del Piccolo)

Venerdì scorso siamo andati al Piccolo (allo Strehler, per la precisione, quindi la sala grande) per vedere l’allestimento del cechoviano Il Gabbiano pensato dal giovane ma già esperto regista Leonardo Lidi. Stiamo parlando di un’opera che è un classico – anche se un ignorantone come me non l’aveva mai vista e ha dovuto studiarsela al volo – e quindi più che della trama ha senso parlare dell’allestimento. Parto subito dicendo che la prima mezz’ora era molto, molto lenta, tanto che stavo per addormentarmi; per fortuna il seguito è stato più vivace.

Cose che non ho capito: la scelta di un’attrice (Orietta Notari) per la parte di Pëtr; le scene di ballo; il finale, dove Kostja (Christian La Rosa) in realtà non si spara ma si sente Pëtr (che era da un quarto d’ora a terra immobile, presumibilmente morto) dire “bum!” e i due spostarsi su un lato del palco, evidentemente a parlare dall’aldilà.

Cose che mi sono piaciute: il palco quasi completamente spoglio e senza quinte, tanto che gli attori non in scena se ne stavano sul fondo; la panchina del primo atto; i tormentoni, dalle gocce di valeriana che Dorn prescrive per tutto al pescare di Trigorin alla pagina 121 righe 11 e 12 del testo sempre di Trigorin; la tombola finale, dove i personaggi invecchiano a vista d’occhio e d’orecchio; la scelta di indicare il cambio d’atto abbassando man mano il palco luci, tanto che nell’ultimo atto è a terra e usato come sedile… con il vestito di Irina – Francesca Mazza – che si è impigliato e ha portato un “cazzo!” che presumbilmente non era nel copione.

In definitiva non posso dire che lo spettacolo fosse brutto, ma non mi sono poi così entusiasmato. Per i curiosi, qui trovate il programma di sala.

The Historian Project (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Nell Gavin sceglie di vedere gli eventi contemporanei con l’occhio del futuro: persone del ventottesimo secolo tornano regolarmente nel passato per vedere dal vivo gli eventi storici più importanti, ma uno Storico non identificato compie un errore, dando un’informazione a due suprematisti bianchi, e da lì parte una serie di eventi che porteranno a una Anomalia. Due squadre sono mandate indietro nel tempo per ripararla: un quartetto di Eroi – in realtà persone borderline psicopatiche, le uniche senza empatia e che quindi possono fare il lavoro sporco – e Avid, uno Storico che dovrà fare coppia con una psicoterapeuta del ventunesimo secolo.
Gavin spiega nei dettagli come è composta la società del futuro. Troppi dettagli: soprattutto nei primi capitoli sembra trattare con sufficienza il lettore. Queste spiegazioni mi ricordano un po’ quelle dei più famosi libri di Heinlein: ma sono passati settant’anni, e ciò che ai tempi era una novità ormai è qualcosa di trito. Anche la trama è poco fluida, con capitoli molti lunghi e altri capitoli brevissimi, e con le due sottotrame (Eroi e Avid) che non si mischiano mai davvero. In definitiva, si può leggere ma non è certo un capolavoro.

(Nell Gavin, The Historian Project : A Time Travel Catastrophe, Book and Quill Press 2023, pag. 278, $8,90, ISBN 9798987600344)
Voto: 3/5

Museo Diocesano di Milano

particolare della Crocifissione del Masaccio

particolare della Crocifissione del Masaccio

A Pasquetta Anna e io abbiamo deciso di andare a vedere il Museo Diocesano di Milano, sfruttando il prestito della Crocifissione del Masaccio (bellissima, anche se non capisco come si potesse vedere nella posizione originale a cinque metri d’altezza). Per la prima volta – shame on me – mi sono accorto che esistono crocifissioni dove c’è anche la Maddalena insieme a Maria e Giovanni. Anche in questo caso Masaccio si inventa un’idea nuova: non si vede il volto della Maddalena ma solo i capelli (biondi, come nell’iconografia classica. La vedo bene una bionda nella Palestina del primo secolo). Ho comunque imparato, anche dagli ori della collezione Crespi, che la Maddalena ha il mantello scarlatto, mentre già sapevo che Maria e Giovanni hanno colori simmetrici tra tunica a mantello.
Il resto del museo? A parte che abbiamo saltato a piè pari la mostra fotografica, secondo me la scelta di mostrare quanta più possibile parte dei lasciti non è una grande idea; molti dei quadri sono piuttosto banali e non dicono niente. Credo che meno materiale ma più pensato migliorerebbe la fruizione, almeno per degli ignorantoni come me.

Game Theory: A Playful Introduction (libro)

La cosa più strana di questo libro è che parte con la teoria combinatoria dei giochi, che sono davvero in pochi ad associare alla teoria classica (e in effetti i giochi sono di tipo completamente diverso). I primi quattro capitoli sono così dedicati a giochi come Nim e Hackenbush e al teorema di Sprague-Grundy, ben noti a chi abbia letto Winning Ways for Your Mathematical Plays. La parte di teoria dei giochi classica giunge fino ai giochi cooperativi e a un accenno ai giochi a più persone, terminando – spiazzando un’altra volta chi arriva alla teoria dei giochi dall’economia – al teorema di impossibilità di Arrow. Alcune parti più tecniche sono lasciate in appendice per i più coraggiosi. Devo dire che ho molto apprezzato questo approccio, proprio perché permette di vedere le cose in modo diverso dal solito.

(Matthew Jared Devos e Deborah A Kent, Game Theory : A Playful Introduction, AMS 2017, pag. 343, $49, ISBN 9781470422103)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-07-12 11:04