Archivi categoria: recensioni

A Bouquet for the Gardener (libro)

[copertina] Poco dopo la morte di Martin Gardner uscì questo volume con il ricordo di molte persone che lo avevano conosciuto. Se non lo sapevate, Gardner non era solo il più importante divulgatore matematico del XX secolo, ma anche un esperto dei libri di Frank Baum e soprattutto di Lewis Carroll. In effetti il curatore del libro, Mark Burnstein, è un altro carrolliano, e il libro è fortemente orientato in quel senso. Per quanto riguarda i contributi, sono quasi tutti incentrati sulla gentilezza di Gardner (almeno dal vivo e in corrispondenza, negli articoli sapeva essere feroce…) Direi che quello di Michael Patrick Hearn, oltre che essere di gran lunga il più lungo, è anche il più utile per avere un’idea di chi era Gardner. Detto questo, il libro è consigliato solo per i suoi fan più hardcore.

(Mark Burstein (ed.), A Bouquet for the Gardener : Martin Gardner remembered, Lincoln Publishing 2011, pag. 250, $19,99, ISBN 9780930326173)
Voto: 2/5

Ultimo aggiornamento: 2023-03-28 17:31

Peano (libro)

[Nota: io ho letto la versione del 1983 senza la postfazione di Odifreddi, della quale quindi non parlo]

Credo che sia significativo il fatto che l’unica biografia di Giuseppe Peano sia stata scritta mezzo secolo dopo la sua morte, e da un americano. Questo dice molto su come la fama del matematico cuneese sia molto maggiore all’estero che in patria. Purtroppo l’approccio di Kennedy, soprattutto nella prima parte, è più vicino a una cronaca che a una biografia vera e propria, con l’elenco degli articoli scritti anno per anno – non in appendice, ma proprio nel testo. Inoltre, come Lalla Romano sottolinea maliziosamente nell’introduzione, la famiglia di origine di Peano non era così povera come Kennedy ha capito, non conoscendo la terminologia piemontese. È interessante scoprire come tra il 1890 e il 1900 Peano fosse praticamente la punta della matematica mondiale assieme a Poincaré e Hilbert, e poi abbia deciso di lasciar perdere tutto e dedicarsi al latino sine flexione (che secondo me puoi leggere solo se sai un po’ di latino) e all’interlingua. Secondo Kennedy, la sua scelta era però logica: il suo pensiero era di rendere la matematica non ambigua e basata sul minor numero di premesse possibili, e i risultati matematici che ottenne dipendevano da quello. Anche nei rapporti con i colleghi c’era questa ambivalenza: spesso non era interessato a rivendicare la priorità di un risultato, ma era punto sul vivo quando qualcuno contestava gli errori che lui aveva trovato in una dimostrazione altrui. Alla fine, resto convinto che Peano avrebbe meritato qualcosa in più anche come ricordo. Nulla da eccepire sulla traduzione di Paolo Pagli.

(Hubert C. Kennedy, Peano : Storia di un matematico [Peano. Life and works of Giuseppe Peano], Bollati Boringhieri 2020² [1980], pag. 336, € 19, ISBN 978339334303, trad. Paolo Pagli)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2023-03-28 13:00

I numeri interi (libro)

Io conoscevo la Progresso Tecnico Editoriale per i suoi libriccini con le traduzioni di opere di divulgazione di temi matematici tradotte dal russo dalla copertina verde. Fino all’anno scorso, non avevo idea che esistesse anche una collana (gialla) di traduzioni di opere simili di matematici americani. Non che Spreckelmeyer sia così noto neppure in originale, a dire il vero :) Ad ogni modo, questo sui numeri interi è il secondo di una serie di cinque monografie sui vari tipi di numero. Non posseggo il primo volume sui numeri naturali, ma naturalmente non ne avevo bisogno per leggere questo! L’approccio del testo non mi è comunque piaciuto: un formalismo inutilmente complicato che non fa vedere cosa sta davvero succedendo. Anche la traduzione di Lorenzo Vinassa De Regny non mi pare all’altezza, nemmeno tenuto conto del mezzo secolo passato.

(Richard Spreckelmeyer, I numeri interi [The Integers], Progresso Tecnico Editoriale 1967 [1966], pag. 83, trad. Lorenzo Vinassa De Regny)
Voto: 2/5

The Failures of Mathematical Anti-Evolutionism (libro)

A me Rosenhouse è sempre piaciuto come autore, sin dai tempi del suo libro sul problema di Monty Hall; ho anche seguito i testi da lui editi sulla matematica ricreativa seria. Ma in questo caso direi che non ci siamo proprio. Il libro nasce (e scommetterei che è stato un suo pet project) per confutare gli argomenti “matematici” portati dagli antievoluzionisti: Rosenhouse è in fin dei conti un matematico, non un biologo. Io sono una persona semplice, e mi accontento di una prova circostanziale dell’evoluzione: gli organismi viventi hanno una costruzione meravigliosamente interallacciata, ma lo è in modo subottimale, come del resto afferma anche Rosenhouse. Riesce nel suo intento? Non sempre. È bravo a smascherare la matematica usata come cortina fumogena, e qui la sua metafora della matematica come formata da due binari da seguire entrambi – visione intuitiva e formulazione formale – è utile anche al di fuori di questo contesto. Mi sembra però che anche lui abbia mischiato un po’ le carte nella sezione combinatorica. Rosenhouse risponde all’affermazione che le proteine usate dai viventi sono un’infinitesima parte dello spazio delle possibili proteine affermando che in fin dei conti quelle proteine ci sono, con argomenti bayesiani. Immagino che abbia fatto così perché altrimenti si dovrebbe invocare il principio antropico, che a me non infastidisce ma porta a una forma debole di Intelligent Design che evidentemente voleva evitare. A parte queste considerazioni, non mi sembra che il libro possa convincere i non-darwiniani. Proprio perché i loro argomenti sono similscientifici (non uso apposta pseudoscientifici per evitare diatribe) in quanto rivolti a persone tipicamente con scarse competenze in materia, spiegazioni di questo genere non portano a molto. Insomma Rosenhouse parla ai convertiti: ne vale la pena?

(Jason Rosenhouse, The Failures of Mathematical Anti-Evolutionism, Cambridge University Press 2022, pag. 310, € 36,40, ISBN 9781108820448)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2022-10-08 12:32

Comics & science Vol. 1 (libro)

Dal 2013 il CNR ha cominciato a pubblicare una collana di fumetti di argomento scientifico, che si acquistano generalmente in fumetteria; alcuni numeri sono però praticamente introvabili, perché sponsorizzati e quundi non venduti nei soliti canali. In collaborazione con Feltrinelli, questi fumetti sono stati raccolti in due volumi, di cui questo è il primo. Qui troviamo le opere di Leo Ortolani (cristallografia), Federico Bertolucci (Internet), Zerocalcare (fisica subatomica), Giovanni Eccher e Sergio Ponchione (Chimica e Mendeleev, per me la migliore storia del libro), Diego Cajelli e Andrea Scoppetta (intelligenza artificiale), Gabriele Peddes (per i 30 anni del registro .it), Eccher e Peddes (botnet), Claudia Flandoli (Fibonacci), Giuseppe Palumbo (il ritrovamento del Metodo di Archimede, anche questo molto bello), Tuono Pettinato (sul tempo).
Rispetto ai fascicoli originali si perdono tutti gli articoli di contorno che davano un contesto scientifico alle storie raccontate; viene però fatto un riassunto iniziale, in modo che il lettore casuale non si perda. Inutile dire che lo stile di testi e disegni varia tantissimo a seconda dell’autore: però il filo conduttore, vedere cioè la scienza in modo diverso dal solito, è chiarissimo. Un’ottima iniziativa, insomma!

(Roberto Natalini e Andrea Plazzi (ed.), Comics & science Vol. 1, Feltrinelli Comics 2022, pag. 240, € 23, ISBN 9788807550997)

Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2022-10-01 16:46

Best of British Science Fiction 2021 (ebook)

[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing] Questa raccolta deI migliori racconti di fantascienza britannica del 2021 è se possibile ancora più variegata di quella dell’anno precedente. Lasciamo perdere il racconto di apertura, che non sono proprio riuscito a comprendere. Ma anche nel resto del libro ho trovato alcuni racconti molto belli e altri francamente modesti, che non mi hanno detto nulla. Il voto finale tiene conto del fatto che ovviamente i gusti personali sono diversi e in fin dei conti di testi simpatici ce ne sono. I miei preferiti:
▪ Me Two, Keith Brooke e Eric Brown: variante sul tema delle “vite separate”
▪ The Andraiad, Tim Major: può una macchina essere più umana della persona che rimpiazza? 914953255
▪ The Stone of Sorrow, Peter Sutton: poetico.
▪ Henrietta, T.H. Dray: alieno sì, ma non troppo.
▪ The End of All Our Exploring, Gary Couzens: il concetto è subito chiaro, ma scritto in modo meraviglioso.
▪ A Spark in a Flask, Emma Johanna Puranen: anche questo molto poetico.

(Donna Scott (ed.), Best of British Science Fiction 2021, NewCon Press 2022, pag. , € 6,84, ISBN 9781914953255)
Voto: 4/5

Tavoli, sedie, boccali di birra (libro)

Hilbert è probabilmente uno dei matematici che da solo ha rappresentato un punto di svolta. La matematica del ‘900 non sarebbe esistita nel modo in cui si è sviluppata senza la sua spinta al rigore da un lato e alla formalizzazione dall’altro. Eppure, come Lolli mostra in questo libro, Hilbert è ancora un uomo del secolo precedente. Il testo prende spunto dall’evoluzione del pensiero hilbertiano, che viene messo in contrapposizione a quello degli altri matematici del tempo, da Frege a Peano a Poincaré, da Brouwer a Weyl a Gödel. Il quadro che ne risulta è molto vivace, e permette a tutti di farsi un’idea del fervore in quel periodo e di come il confronto filosofico abbia permesso a Hilbert di affinare il proprio pensiero. Ah: pare che la citazione che dà il titolo al libro non sia mai stata pronunciata almeno ufficialmente da Hilbert, che nella sua corrispondenza con Frege aveva usato un concetto simile ma senza usare quei termini…

(Gabriele Lolli, Tavoli, sedie, boccali di birra : David Hilbert e la matematica del Novecento, Raffaello Cortina 2016, pag. 175, € 18, ISBN 9788860308153)
Voto: 4/5

Ultimo aggiornamento: 2023-02-18 16:01

Number Systems (ebook)

[copertina]
In genere apprezzo questo tipo di libriccini, ma in questo caso c’è davvero poco: numeri modulo k, sistemi binari e un cenno alla rappresentazione decimale infinita, oltre a capitoli come “una proprietà degna di nota della rappresentazione in base 3” che non è altro che il fatto che è il sistema che richiede meno simboli (quelli corrispondenti alle cifre singole, alle “decine”, alle “centinaia” e così via) per rappresentare un numero. Alla fine, insomma, non c’è nulla di davvero nuovo da imparare.

(S.V.Fomin, Number Systems, University of Chicago 1974, pag. 39, ISBN 9780226256696)
Voto: 2/5