Archivi categoria: recensioni

Storia del tempo (ebook)

copertina Il titolo italiano del libro non va bene: meglio quello originale, The Clock Mirage, ma forse sarebbe stato meglio ancora meglio qualcosa tipo “appunti sparsi sul tempo”. Una delle cose che almeno a mio parere manca nel testo è appunto un fil rouge che ci guidi nel vedere le varie sfaccettature del concetto di tempo nella storia. Né aiutano gli intermezzi personali (anche poesie!) di Mazur: io almeno sono rimasto piuttosto spiazzato. Diciamo che il testo si può leggere, ma poteva essere meglio. La traduzione di Giovanni Malafarina è standard.

(Joseph Mazur, Storia del tempo : Misurare il tempo da Zenone alla fisica quantistica [The Clock Mirage], Il Saggiatore 2020 [2020], pag. 293, € 12,99 (cartaceo 26), ISBN 9788842827269, trad. Giovanni Malafarina)
Voto: 3/5

Ultimo aggiornamento: 2023-10-29 18:33

Futurliberty (mostra)

logo mostra In questi mesi si può visitare al Museo del Novecento (oltre a una parte gratuita a Palazzo Morando più legata alla moda) la mostra temporanea Futurliberty.

Per prima cosa ho scoperto che in Italia il Liberty si chiama così perché il signor Liberty aveva fondato il negozio di tessuti Liberty & Co. che evidentemente da noi aveva spopolato tanto da diventare il nome nostrano per l’Art Nouveau. La Liberty & Co. esiste ancora oggi ed è lo sponsor della mostra, che dunque non parla di liberty ma appunto di futurismo.

La mostra è nascosta molto bene: si trova a pian terreno, e si entra da una porticina in fondo al bookshop. Un tocco interessante è che oltre alle opere sono esposti pannelli di tessuti (della Liberty…) con disegni molto belli; ci sono anche molti altri esempi di design degli stilisti dell’azienda. Tra le opere Balla la fa sicuramente da padrone, ci sono sale praticamente riempite da sue opere (ma quanto ha dipinto?): si vedono poi le somiglianze e le differenze con il vorticismo britannico, che in un certo senso è stato uno spinoff del futurismo (ma non diteglielo, che si arrabbiano!) In definitiva, una mostra piacevole da visitare.

Ultimo aggiornamento: 2023-07-07 13:01

The Digital Rights Delusion (ebook)

copertina Andrea Monti è un amico della generazione di internettari della prima ora, quando a usare la rete eravamo pochissimi – non c’erano ancora i grandi provider – e pensavamo che sazrebbe stata una cosa bellissima e utilissima. Sono passati trent’anni e le speranze di allora sono tristemente morte: ma forse non potevamo aspettarci che un’isola elitaria come quella di un tempo sarebbe sopravvissuta all’arrivo in massa di chi voleva fare i soldi, le Big Tech.
Monti è però un avvocato, e in questo libro mostra come la narrazione delle suddette Big Tech sia in realtà una falsità propinata apposta per farci credere che il ciberspazio sia qualcosa di diverso dal mondo reale e quindi abbia bisogno di leggi diverse: la sua tesi è che basta applicare le leggi già esistenti. Nel primo capitolo Monti fa una storia del termine “cyberspace”, notando come originariamente il termine indicava sempliemente il comando (Kubernetes sarebbe il capitano…); negli anni ’80 il termine fu usato come buzzword, che prese poi una vita per conto suo. Da qui nel secondo capitolo, “The quest for digital rights”, Monti arriva alla logica conclusione che non esistono i “diritti digitali”, o meglio che non c’è nulla di specificatamente digitale (e comunque “digitale” non significa “su internet”), e parlare di diritti digitali in realtà presuppone la cancellazione dei vari sistemi legali per spostare la gente nelle gabbie dorate che le Big Tech hanno costruito. I social network, argomento del capitolo 3, sono ormai diventati tutto tranne che sociali, visto che hanno spostato il loro scopo dalla condivisione di contenuti all’equivalente di una grande televisione mondiale dove tutti vedono le stesse cose. Non parliamo della crittografia, dove si vede la lotta tra gli Stati, che in passato avevano il monopolio su queste tecnologie, e le Big Tech che sfruttano i sedicenti “diritti digitali” per fare quello che vogliono impedendo l’accesso ai loro dati (tranne che a sé stesse, ovvio). Infine l’ultimo capitolo parla della robotica. Qui l’approccio di Monti è tranchant: non solo robot e AI non hanno diritti propri, ma secondo lui data scientist, progettisti software e sviluppatori dovrebbero poter essere citati in causa (pag. 148).
La quantità di esempi e dati portati da Monti nel libro lo rende uno strumento prezioso per avere un’idea globale dei tanti temi toccati dalla rivoluzione digitale anche per chi come me non ha una cultura giuridica: il punto è che questi temi sono così pervasivi che occorre vederli a 360 gradi.

(Andrea Monti, The Digital Rights Delusion : Humans, Machines and the Technology of Information, Routledge 2023, pag. 188, € 21,29, ISBN 9781032447308 (paperback))
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-10-08 22:38

I Netanyahu (libro)

copertina A giudicare dalle recensioni in rete, il fatto che con questo libro Joshua Cohen ha vinto il Pulitzer 2022 ha fatto rosicare tanta gente. Non c’è dubbio, è un testo politicamente molto pesante e decisamente schierato. Sì, come spiegato nel capitolo finale il libro è liberamente (molto liberamente, mi sa…) ispirato a un aneddoto che Harold Bloom raccontò a Cohen poco tempo prima di morire. Sì, la famiglia Netanyahu non ci fa certo una bella figura: non tanto Bibi quanto padre madre e fratello maggiore, l’eroe ucciso a Entebbe. Ma la storia reggerebbe anche se la famiglia in questione si fosse chiamata chessò Friedman. Come sempre, Cohen mette tanta, tanta roba nel suo libro, dalle scenette di una famiglia ebrea anche se non molto osservante ai discorsi politici sulla diaspora e la nascita dello stato di Israele visti dall’estrema destra, dalla vita nel 1950 in una cittadina universitaria di Upstate New York ai primi segni del consumismo che sarebbe arrivato. Rispetto alle sue opere precedenti però il testo scorre molto più omogeneo, e il lettore non fa fatica a passare dalle risate amare sul direttore di dipartimento ai tentativi della figlia Judy di convincere i genitori a farle rifare il naso. Io mi sono divertito a leggerlo, nella come al solito ottima traduzione di Claudia Durastant, e ho imparato un po’ di cose nuove, che in un’opera di narrativa non è certo scontato.

(Joshua Cohen, I Netanyahu [The Netanyahus], Codice 2022 [2022], pag. 271, € 20, ISBN 9791254500132, trad. Claudia Durastanti)
Voto: 5/5

Il mistero della discesa infinita (libro)

copertina Rispetto al suo precedente Il mistero del suono senza numero direi che Ubaldini è sicuramente migliorato: la storia dietro la parte filosofica e matematica scorre molto meglio, probabilmente perché, come scrive nell’introduzione, «I personaggi storici o i cui nomi compaiono in documenti storici sono trasfigurati dallo sguardo del narratore.» Il libro è in un certo senso il seguito del precedente Il mistero del suono senza numero, come si vede nella parte finale che a mio parere è l’unica che non è riuscita molto bene: sono molto più interessanti i tentativi di Zenone di superare il maestro Parmenide e trovare finalmente una risposta ai paradossi, a partire da quello di Achille e della tartaruga, che hanno fatto ammattire per millenni i matematici e i filosofi.
È un libro per tutti, non essendoci molta matematica nel senso delle formule: consiglio pertanto la lettura a tutti coloro che si sono chiesti almento una volta “ma come faccio a dimostrare che Achille raggiunge effettivamente la tartaruga, allora?” Non troveranno la risposta, ma capiranno perché essa è così elusiva.

(Flavio Ubaldini, Il mistero della discesa infinita : Zenone e gli atomi della discordia, Scienza Express 2022, pag. 176, € 16, ISBN 9791280068583)
Voto: 5/5

Stanislao Lepri

Stavolta Anna e io siamo davvero arrivati al fotofinish: abbiamo infatti visitato la mostra su Stanislao Lepri, presso la Galleria Tommaso Calabro – un posto bellissimo di suo, tra l’altro – l’ultimo pomeriggio della sua apertura.

La vita di Lepri è già strana di suo, per quel poco che ho trovato (non c’era nemmeno una voce su it.wiki). Membro della nobiltà nera romana, nel 1941 era console italiano nel Principato di Monaco (ok, non una grande carriera) e conosce casualmente la pittrice Leonor Fini. Prende, se ne va via con lei, lascia la carriera diplomatica e comincia a fare il pittore (a Parigi). Quando Fini si innamora dello scrittore polacco Constantin Jelenski non se ne cura più di tanto e comincia un ménage a trois: il trio è addirittura sepolto nella stessa tomba. Ma parliamo delle sue opere. Lepri non è certamente un pittore di quelli che riconoscono tutti: è anche vero che non ha uno stile personale, e si vedono molto gli influssi di Hieronymus Bosch, De Chirico e in generale del surrealismo, anche se la mancanza di un tratto netto lo allontana un po’ dal mainstream. Purtroppo non c’erano spiegazioni sui quadri, e anche il QR code portava semplicemente a un catalogo con i nomi dei quadri, il che non dice molto a un ignorante come me. Alcuni dipinti sono inquietanti, come Du matin au soir; ma anche Les Dieux s’en vont ha questo insieme di persone (e animali) sotto gli dei che a me almeno fanno un po’ di senso. Nella parte più vicina al surrealismo segnalo Il tempio e Ristorante di lusso, ma anche altri dipinti non sono male. Peccato solo, come dicevo, di non riuscire a saperne di più.

Stanislao Lepri – Les Dieux sen vont

Stanislao Lepri – Du matin au soleil

Stanislao Lepri – Il tempio

Stanislao Lepri – Ristorante di lusso

Argomentare (libro)

Il mio amico Paolo Artuso è un filosofo della scienza, anche se ha sempre fatto finta di nulla. Questo significa che sa comunque come muoversi nel campo scivoloso dell’argomentazione. Attenzione: questo non è un testo che vi insegna a vincere le discussioni con amici e nemici: il suo scopo è spiegare scientificamente cos’è un’argomentazione e quali sono le posizioni principali al riguardo, partendo da Platone e Aristotele e arrivando fino ai contemporanei. Dopo un capitolo introduttivo sulla logica si prende la strada della cosiddetta “logica informale”, che è alla base dell’argomentazione proprio perché si lascia perdere il metodo deduttivo e si usano tecniche che permettono di avere un margine di manovra. Si passa poi all’uso pratico del linguaggio, tra una descrizione delle principali figure retoriche e la “comunicazione con il non detto”, che generalmente non viene trattata ma è molto importante. Il libro termina con alcune divagazioni: la ricerca e l’uso delle fonti, l’argomentazione legale e scientifica, e la gestione dei bias. In definitiva un’ottima opera introduttiva, con in più una serie di esempi molto terra terra che faranno tirare un sospiro di sollievo a chi come me cerca di scappare non appena qualcuno pronuncia la parola “filosofia”.

(Paolo Artuso, Argomentare : Tra logica, retorica e scienze cognitive, Franco Angeli 2023, pag. 192, € 26, ISBN 9788835145363)
Voto: 5/5

Ultimo aggiornamento: 2023-06-24 11:16

La tartaruga non fa una ruga (ebook)

copertina Se qualcuno si chiedesse cosa diavolo ha a che fare Martin Gardner con le filastrocche per bambini, vuol dire che non ha studiato. A parte il fatto che Gardner ha scritto di tutto, prima di cominciare a tenere la sua rubrica di giochi matematici sullo Scientific American era stato per alcuni anni l’editor della rivista per ragazzi Humpty Dumpty Magazine. Detto questo, il librino ha delle bellissime illustrazioni stile anni ’60 di John Alcorn, tra Yellow Submarine e Vip – mio fratello superuomo; i testi sono “educativi”, direi, anche se divertenti. Forse al posto di Valentina Paggi avrei usato un registro un po’ più alto, scrivere le poesiole in italiano dà sempre il rischio di scadere nel lezioso. Infine: essendo un testo per bambini consiglierei comunque di comprare la versione cartacea.

(Martin Gardner e John Alcorn (illustratore), La tartaruga non fa una ruga [Never make fun of a turtle, my son], Salani 2022 [1969], pag. 48, € 7,99 (cartaceo: 13,90), ISBN 9788831016780, trad. Valentina Paggi)
Voto: 4/5

Ultimo aggiornamento: 2023-06-21 22:24