Perché fare un volume della collana Matematica sulla trigonometria, una delle cose più inutili che si studiano a scuola? In effetti me lo sono chiesto anch’io mentre recuperavo il materiale. E ho scoperto che la storia della trigonometria è un piccolo compendio di storia della matematica. Ho capito come la trigonometria non è nata sul piano ma sulla sfera (celeste); ho visto l’abilità degli antichi nel riuscire a costruire le prime tavole trigonometriche, dovendo inventare le tecniche per trovare dei valori non ricavabili geometricamente; ho scoperto che prima dei logaritmi sono state le funzioni trigonometriche a permettere di semplificare i calcoli (sempre celesti); mi sono divertito a vedere i simboli per seno, coseno e compagnia varia proposti da Lewis Carroll; insomma, più che le aride formule, ho cercato di mostrare il perché la trigonometria servisse. No, oggi possiamo farne a meno.
Nei giochi matematici mi sono occupato di dimostrazioni per assurdo; Sara Zucchini ha parlato di Gauss, che sicuramente di trigonometria ne sapeva visto che sapeva tutto…
Maurizio Codogno, Matematica – Lezione 14: La trigonometria, allegato a Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera, €6.99 più il prezzo del giornale.
Ultimo aggiornamento: 2025-09-04 16:49
Tutti dicono che matematica e musica vanno molto d’accordo. Io non ne sono così sicuro, avendo studiato un po’ la questione dei temperamenti: per far funzionare musicalmente i rapporti matematici bisogna torturarli parecchio. Ma la parte più interessante di questo libro è la parte che tratta le strutture matematiche usate in musica, inconsciamente dai musicisti e in modo consapevole degli studiosi, come Moreno Andreatta che è professore in Francia. Vi avviso, la lettura del testo non è semplice: ma credo che chi arriverà in fondo avrà una nuova idea della musica.
[Disclaimer: Ho ricevuto il libro grazie al programma Early Reviewer di LibraryThing]
Non credevo sarebbe stato così difficile leggere un testo con le formule matematiche scritte in tondo e non in corsivo (oltre che con una spaziatura più o meno casuale). In generale comunque ho apprezzato solo l’ultima parte, con dei cenni di teoria dell’informazione quantistica: per il resto il testo non ha aggiunto molto a quanto sapessi già.
A teatro (ma anche nel cinema e nel fumetto) si dice che “si rompe la quarta parete” quando gli attori si rivolgono direttamente al pubblico: la quarta parete è appunto quella che divide il palcoscenico dalla platea. Ma Jousselin rompe praticamente tutto: Imbattibile può passare da una vignetta all’altra per compiere le proprie imprese, senza preoccuparsi dei paradossi spaziotemporali ma anzi citandoli esplicitamente. Ma non è il solo personaggio del libro con questo tipo di poteri: per esempio c’è il supereroe apprendista Duedì, un teenager che – come dice il nome – sfrutta il fatto di trovarsi in un mondo a due dimensioni disegnato con la prospettiva, e quindi può prendere un oggetto lontano che quando porta vicino a sé diventa piccolissimo. Uno dei cattivi che troviamo è poi il Burlone, che può passare da una pagina a quella opposta del fumetto… Conoscevo già il personaggio, ma ho riso come un imbecille, a parte che mi sono preoccupato quando ho girato una pagina e mi sono accorto che mancava un pezzo (sì, era voluto, non era il libro a essere rovinato!) Non parliamo poi del fatto che Imbattibile la domenica va sempre a mangiare dalla nonna e lo si può trovare al mercato a chiedere come è meglio preparare le zucchine. Il traduttore Claudio Curcio ha avuto bisogno di un paio di NdT per giochi di parole in francese, ma non poteva davvero farne a meno. Ah: mia figlia mi ha fatto notare che il disegno della maglia del supereroe è una tavola di fumetto. Mi sembra solo corretto.