Archivi categoria: recensioni

Il pianeta dove scomparivano le cose (libro)

[copertina] Credo che questo libro (Roberto Casati e Achille Varzi, Il pianeta dove scomparivano le cose, Einaudi – ET Pop 1384, 2006, pag. 155, € 13.50, ISBN 978-88-06-18071-3) detenga il record della più veloce mia lettura: venti minuti. D’altra parte, se uno sfoglia le pagine, si accorge che il testo è ridottissimo, e le pagine sono riempite da disegnini (colorati). In effetti, il libro si direbbe uno di quelli che si comprano per i bambini, e anche nella quarta di copertina si parla di dodici fiabe. Le “fiabe”, però, servono a elencare alcuni dei problemi filosofici più noti: si inizia con il quesito “Come possiamo essere certi che le cose esistano quando non le vediamo?” al problema dello spettro invertito al paradosso della nave di Teseo (“quand’è che a furia di cambiare le sue parti un oggetto non è più quello originale?”) Quello che secondo me manca al libro è una spiegazione non tanto delle risposte ai problemi ma dei problemi stessi. Altrimenti, se uno regala il libro ai propri figli, corre il rischio di doversi arrampicare sugli specchi alle domande dei ragazzini!

Ultimo aggiornamento: 2008-08-26 08:38

Delitti pitagorici (libro)

[copertina] I delitti di questo libro (Tèfros Michailìdis, Delitti pitagorici [Pythagòrcia enklìmata], Sonzogno – I romanzi, aprile 2008 [2006], pag. 269, € 17.50, ISBN 978-88-454-1461-9, trad. Andrea Di Gregorio) sono due, ma il primo, quello di Ippaso, è di quasi duemilacinquecento anni fa e fa parte della storia solo indirettamente. Michailìdis racconta l’amicizia di due studenti di matematica che si incontrano al Congresso dei Matematici parigino del 1900, dove – con un piccolo anacronismo – fanno anche conoscenza con Picasso; il racconto prosegue fino al 1931, tra la matematica e la storia greca. Come giallo probabilmente non vale molto: l’autore è un matematico e ha voluto fare un libro più che altro didascalico dove racconta un po’ di storie e di teorie sulla matematica, alcune delle quali probabilmente ignote al lettore qualunque. A mio parere, ha però un po’ esagerato con l’aspetto didascalico, correndo il forte rischio di allontanare, più che avvicinare, i possibili lettori dalla matematica; peccato. La traduzione è scorrevole e quasi sempre corretta anche matematicamente: una piacevole sorpresa, visto che il libro non è ovviamente tecnico.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-21 08:33

Un mondo di cospiratori (libro)

[copertina] Adelphi sembra aver deciso di centellinare Richler per i lettori italiani: questo libretto (Mordecai Richler, Un mondo di cospiratori, Adelphi – Piccola Biblioteca 553 , pag. 199, € 11, ISBN 978-88-459-2151-3, trad. Matteo Codignola e Franco Salvatorelli) è solo una scelta di brani dall’originale Broadsizes, e non credo sia stata fatta col criterio dell’antologia.
Richler sarebbe stato un blogger perfetto: anzi no, perché giustamente avrebbe preferito scrivere per chi l’avrebbe pagato. Però il suo stile è davvero piacevole e leggero – la traduzione lo mantiene bene – sia che faccia un racconto della scuola ebraica da lui frequentata da bambino, sia che racconti della sua intervista a un’esperta di cospirazioni o della settimana passata al Terzo Festival Acquariano Gnostico Annuale di Astrologia, Potenza mentale, Scienze occulte & Stregoneria nella New Age, o ancora nelle voci di diario che terminano il libro. I ritratti che fa delle persone incontrate sono vivaci e almeno a me hanno dato quella strana impressione che si ha quando si è convinti che l’interlocutore sta parlando di cose che tu hai appena sentito al telegiornale.
Non è un capolavoro, d’accordo: ma a mio parere vale comunque la pena leggerlo.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-16 08:32

Dice Matteo (libro)

[copertina] Dopo avere riscritto per i tipi di Salani l’Antico Testamento, portandolo più vicino alle nostre conoscenze, Silvia Giacomoni ha preso in mano il Nuovo Testamento, iniziando ovviamente da Matteo: il primo dei vangeli per la tradizione cristiana, che considera come suo autore il cambiavalute Levi che fu uno dei primi discepoli del Cristo. Il risultato è questo libretto (Silvia Giacomoni, Dice Matteo, Longanesi – Il Cammeo 2007, pag. 154, € 13, ISBN 9788830424395). Il punto di vista adottato è senza dubbio filologicamente corretto. Matteo scrive infatti per una comunità di ebrei-cristiani, subito dopo la distruzione del Tempio; è quindi necessario spiegare il contesto di tutta una serie di citazioni specifiche di passi della Bibbia, oltre a quelle implicite (secondo la Giacomoni, il citare quasi solo i farisei dipende dal fatto che dopo la Diaspora l’ebraismo si sarebbe trasformato, divenendo “rabbinico” e legato appunto al seguire minuziosamente le prescrizioni legali del Pentateuco). Anche la scelta di alcuni passi dell’Antico Testamento per fare rileggere il vangelo in maniera più vicina a quanto avrebbe potuto fare un ebreo della fine del primo secolo d.C. è positiva. Però credo che la Giacomoni avrebbe potuto osare molto di più nella modernizzazione del testo, che in molti punti è praticamente identico a quanto si trova nelle edizioni “ufficiali”, o approvate che dir si voglia. In fin dei conti, se il compito di questo libro è di avvicinare la gente al testo, qualche spiegazione “tecnica” in più non avrebbe fatto male; in caso contrario, una buona Bibbia basta tranquillamente.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-11 08:33

_Giocare con Pitagora_ (libro)

[copertina] (se vuoi una mia recensione più seria di questo libro, va’ su Galileo!)
Chi mi conosce sa che io amo i libri di giochini matematici, e che tendo a comprarnli tutti non appena escono, anche se temo sempre di ritrovarmi cose già viste qua e là. In questo caso, però, (Bernardo Recamán, Giocare con Pitagora, Bruno Mondadori 2008, pag. 171, € 10, ISBN 9788861590663, trad. B. Ximena Rodriguez) mi è andata bene. Il fatto che Recamán sia sudamericano probabilmente aiuta, visto che il suo modo di vedere le cose non è quello fondamentalmente statunitense a cui siamo tutti abituati. Personalmente ho trovato la prima parte del libro, quella dei problemi aritmetici, la meno interessante: fare conti non è mai stato il mio forte, in effetti. Molto meglio le sezioni successive, e soprattutto molto interessante l’idea di avere il ‘baule degli indizi”, una serie di aiutini per la maggior parte dei problemi. Io sono infatti della scuola “meglio risolvere un problema con un aiutino che non risolverlo per nulla”! Parecchi problemi hanno anche delle estensioni – senza risposta, sono puramente per chi ha voglia di andare avanti e fare vera matematica. Di nuovo, io sono della scuola “matematica è modellizzazione ed estensione; non importa se si parte da un giochino”.
La traduzione dallo spagnolo è buona, ma Bruno Mondadori, oltre a smetterla di scrivere “Pitagora” nei titoli di tutti i libri di giochi matematici da lui editi, avrebbe dovuto verificare meglio le bozze. Ci sono parecchi errori, dovuti chiaramente a disattenzione nel rivedere le figure e i testi (a parte il primo problema, per cui la soluzione è proprio sbagliata :-) ).

Ultimo aggiornamento: 2019-01-25 12:03

Italo Calvino e la scienza (libro)

[copertina] Calvino è stato uno dei più grandi scrittori italiani del secolo scorso, e sicuramente era un letterato “puro”: eppure arrivava da una famiglia di biologi e chimici. Questo può far intuire come il rapporto con la scienza di Calvino possa non essere stato effettivamente banale. Questo libro (Massimo Bucciantini, Italo Calvino e la scienza Donzelli 2007, pag. 187, € 25, ISBN 9788860361639) dovrebbe appunto parlare di come lo scrittore si rapportasse con la scienza. Purtroppo però i risultati non sono all’altezza delle aspettative che io avevo. Ci sono indubbiamente degli spunti interessanti, come la definizione di Cosmicomiche e Ti con zero – le due opere al centro di questo libro – come “antifantascienza” e le pagine dove l’apprezzamento di Calvino per Galileo, considerato il più grande scrittore italiano di tutti i tempi, viene sviscerato in tutti i suoi particolari, pur con parecchie ridondanze. Ma il risultato complessivo mi pare piuttosto deboluccio, quasi come se fosse un seminario universitario (l’autore insegna Storia delle rivoluzioni scientifiche alla sede di Arezzo dell’Università di Siena) allungato più o meno a forza per arrivare a una dimensione pubblicabile come libro. Per onestà aggiungo che le numerose note a piè di pagina sono interessanti e aiutano a dare una visione più ad ampio spettro del mondo letterario italiano degli anni ’60, e a capire le relazioni di Calvino con Vittorini, Solmi, Fruttero, de Santillana: ma nonostante ciò non mi sentirei di consigliare il libro.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-07 07:46

Beatles ’68 (mostra)

[logo mostra] Il commento di Anna dopo che ieri sera abbiamo visto (aggratis, essendo il primo martedì del mese) la mostra è stato “beh, se avessi dovuto pagare mi sarei arrabbiata molto”. Di per sé la capisco: devi essere davvero un beatlesiano convinto per appassionarti ai cimeli presenti nella mostra. Io mi ci sarei fermato un po’ di più, anche se non avrei comunque seguito il curatore Umberto Buttafava che spiegava il tutto; troppa gente intorno, non si capiva nulla di quello che diceva. Tra le copertine di dischi di varie parti del mondo (e di cover pazze) e i manifesti c’era comunque qualcosa di buffo, come la locandina di Onyricon (Wonderwall, il film del 1968 con la colonna sonora scritta da George Harrison il quale era indicato con il carattere grande come quello del regista e maggiore di tutti gli altri, compresi gli attori…), ma non mi è venuta voglia di spendere trenta euro per il catalogo.
Se siete fan sfegatati e state da queste parti, potete fare un salto fino al 14 settembre.

Ultimo aggiornamento: 2008-08-06 12:21

The Oxford Guide to Word Games (libro)

[copertina] Di per sé il voto a questo libro (Tony Augarde, The Oxford Guide to Word Games, Oxford University Press 20032, pag. 304, $22, ISBN 9780198662648) sarebbe anche più alto: in effetti è una guida completa ai giochi di parole di tutti i tipi, dalle freddure ai doublets, che guarda sia il lato storico che quello più propriamente ludico dei vari giochi. Il testo è di per sé molto chiaro, e generalmente le soluzioni ai giochi messi come esempio sono indicate subito dopo i giochi stessi, per evitare che uno si rompa troppo la testa. (a volte purtroppo non ci sono le soluzioni, e uno deve sperare di avere capito come funziona)
Che cosa c’è allora che non va? Molto banalmente, il fatto che il libro sia in inglese :-) Il problema non è tanto che i giochi non siano a noi noti: in fin dei conti, con un nome o con l’altro ce li abbiamo anche noi. Il guaio è che molti dei giochi, e dei relativi esempi, sfruttano la somiglianza della pronuncia di due parole distinte, e comunque capita spesso che si usino termini desueti o comunque non comuni. Io l’inglese lo conosco abbastanza bene, però vi garantisco che certi esempi non sono riuscito a capirli, il che quando si parla di giochi è sempre piuttosto scocciante. State attenti!

Ultimo aggiornamento: 2008-08-05 12:31