
Nato da un MOOC su Coursera, questo libretto tradisce la sua origine: i capitoli corrispondono alle lezioni e sono molto minuscoli, oltre che essere piuttosto ripetitivi. In compenso c’è una parte di esercizi, proprio perché gli studenti dovevano pure mettere in pratica le cose, molto piacevole. Insomma, nulla di trascendentale, ma se uno non sa quasi nulla del rapporto aureo e dei numeri di Fibonacci e vuole un’idea matematica e non new age questa può essere una buona scelta; l’autore scrive che il testo è al livello di scuola superiore.
Bonus: trovate il testo liberamente disponibile (CC-BY-3.0) qui.
(Jeffrey Robert Chasnov, Fibonacci Numbers and the Golden Ratio, pag. 88, € 8,66, ISBN 9788740315592)
Voto: 3/5
Ultimo aggiornamento: 2024-08-10 17:31


I libri sul rapporto aureo, nel bene e nel male, sono solitamente pieni di fattoidi tendenti al new age, anche quando l’autore vuole spiegare perché quelle associazioni sono tirate per i capelli e non hanno nessun fondamento reale. Ben venga quindi questo libro, dove Dunlap si limita a considerazioni puramente matematiche sul rapporto aureo (e sui numeri di Fibonacci e di Lucas, che sono strettamente collegati ad esso). È un po’ buffo che Dunlap usi il “vecchio” simbolo τ per il numero, dopo che già da un paio di decenni Martin Gardner aveva sdoganato il ϕ (più per Fibonacci che per Fidia, secondo me), ma non è un problema. Peccato per qualche refuso che rende più complicata la lettura, come quando un ottaedro è diventato un tetraedro.
Avrei dovuto accorgermi prima che Banti è uno storico (è perfino possibile che quarant’anni fa l’abbia per caso incontrato nella mensa della Normale…) e non un critico musicale. Questo significa in pratica che il primo capitolo del libro non ha in realtà nulla a che fare con la musica, ma cerchi di mostrare somiglianze e differenze tra gli USA e il Regno Unito nei quindici anni dopo la seconda guerra mondiale. Nel seguito entra più nel merito musicale, anche se la sua scelta è comunque quella di raffrontare Sgt. Pepper con la varia musica che si faceva in quel periodo e in quello precedente. A me personalmente è interessata soprattutto l’analisi musicale di Pasquale Laino (attenzione: è roba tosta, dovete saperne già di musica) e ho trovato comodo il lungo glossario di termini musicali alla fine del libro.