Archivi categoria: recensioni

L’uomo al balcone (libro)

[copertina] Terzo romanzo del ciclo dell’ispettore Beck, l’ambientazione di questo libro (Maj Siöwall e Per Wahlöö, L’uomo al balcone [Mannen på balkongen], Sellerio “La memoria – 686” 2006 [1967], pag. 276, € 11, ISBN 978-88-389-2135-3, trad. Renato Zatti) continua a essere la Stoccolma degli anni ’60; per amor di precisione, l’inchiesta sugli omicidi di alcune bambine si svolge tra giugno e luglio 1967. Come già in Roseanna, abbiamo un poliziesco più che un giallo, e il protagonista non è né un eroe né un antieroe, ma solamente uno sbirro che cerca di fare il proprio lavoro al meglio. La trama all’inizio è un po’ troppo spezzata per i miei gusti, ma col passare delle pagine migliora molto. Credo che la minuziosa descrizione delle vie e dei parchi della città potrebbe incuriosire un turista in visita; un lettore come me è più interessato però al chiaro intento di protesta che traspare nelle pagine; non tanto per la rilassatezza dei costumi sessuali (immagino rispetto agli anni ’50…) quanto nei dettagli come la ristrutturazione delle forze di polizia o dell’azienda di trasporti e la progressiva scomparsa dei negozietti. Lettura comunque sempre apprezzabile. Traduzione discreta, anche se con uno svarione proprio all’inizio, con un’aurora che si è trasformata in un crepuscolo.
Aggiornamento: (3 marzo) Il traduttore mi ha segnalato che in italiano crepuscolo ha il significato originario di luce tenue del cielo prima del sorgere del sole o dopo il tramonto. I stand corrected, ma continuo a pensare che negli ultimi trent’anni nessun altro abbia usato “crepuscolo” per le primissime ore del mattino.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-19 07:00

Matematica in camicia nera (libro)

[copertina] Questo (Angelo Guerraggio e Pietro Nastasi, Matematica in camicia nera, Bruno Mondadori “Matematica e dintorni” 2005, pag. 279, € 26, ISBN 978-88-424-9863-6) non è un libro di matematica. Non è neppure un libro di storia della matematica. Al più, lo si può definire un libro di storie di matematici: i matematici italiani dall’inizio del XX secolo – con una minima prefazione postrisorgimentale per avere un contesto – fino all’inizio della seconda guerra mondiale. Se volete, è un modo un po’ diverso dal solito di leggere la nostra storia, anche se i risultati finali non è che siano così diversi da quelli usuali; voltafaccia e appiattimento sempre maggiore sulle posizioni del regime da parte di quasi tutti, con una china che giungerebbe al ridicolo con l’espunzione dei nomi degli ebrei in nome dell’autarchia, se non fosse che dietro c’era qualcosa di molto più tragico. Il testo è molto interessante, anche leggendolo tra le righe; la “scuola italiana” che agli inizi del secolo scorso era la terza mondiale in realtà era costituita da poche punte di vera eccellenza – ma in fin dei conti non servono grandi investimenti in matematica… – ma non è stata in grado di essere una vera e propria scuola: un po’ come in tanti altri campi, insomma.
L’appunto che farei agli autori, oltre a non aver parlato se non di sfuggita di cosa è successo nel secondo dopoguerra (i due piu importanti matematici sopravvissuti, Severi e Picone, si sono riciclati senza problemi…) è che ci hanno messo troppa matematica; certe formule di equazioni differenziali alle derivate parziali non è che servissero a far comprendere meglio il contesto in cui si stava operando!

Ultimo aggiornamento: 2010-02-16 07:00

Famous Problems in Geometry and How to Solve Them (libro)

[copertina] Lo dico subito, a scanso di equivoci: il titolo di questo libro (Benjamin Bold, Famous Problems in Geometry and How to Solve Them, Dover 1982 (1969), pag. 128, $6.95, ISBN 978-0-486-24297-2) è in effetti fuorviante. È infatti vero che si parla dei tre problemi classici irrisolti della geometria greca, vale a dire la duplicazione del cubo, la trisezione dell’angolo e la quadratura del cerchio, oltre che alla costruzione dei poligoni regolari di un numero qualunque di lati; ma non viene raccontato come li si risolve, o se si preferisce si racconta di come si possono risolvere “barando”, cioè senza limitarsi a usare riga e compasso, la prima senza graduazioni e il secondo che non può riportare distanze.
Il testo, almeno per noi italiani, risulta interessante per alcuni punti che generalmente non vengono insegnati nei corsi della matematica, come la traccia della dimostrazione che ha portato Gauss a costruire l’eptadecagono regolare; nel complesso però non è che sia chissaché. D’altra parte, le dimostrazioni più complicate vengono omesse, quindi è comprensibile anche per uno studente all’ultimo anno del liceo o al primo anno di una facoltà scientifica che abbia una buona infarinatura di analisi e non si spaventi a vedere l’equazione ciclotomica.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-13 07:00

Google Buzz

In questi giorni – non senza polemiche sulla privacy violata – Google ha tirato fuori il suo socialcoso, Buzz. Ma come, diranno i più attenti, non c’era già Google Wave a fare da socialcoso? Beh, stendiamo un velo pietoso (e speriamo che non lo usi più quasi nessuno, così potrebbe forse essere un po’ più veloce e quindi utile come sistema collaborativo) e passiamo al nuovo prodotto.
Buzz ha un vantaggio competitivo: è integrato in Gmail. Quelli di Google, però, sono riusciti a farlo diventare uno svantaggio, visto che per default quando l’utente lanciava per la prima volta l’applicazione tutti i suoi contatti mail apparivano pubblicamente nella lista; sembra che adesso ci abbiano messo una pezza, ma tanto io ho per prima cosa cancellato un po’ di persone dalla lista e reso impossibile agli altri di sapere chi seguo e chi mi segue. La seconda cosa che ho fatto è stata eliminare le notifiche di buzz nella casella di posta che è già intasata di suo; basta creare un filtro con “label:buzz”, fregarsene degli avvertimenti della grande G, e dire di archiviarli come già letti senza passare dall’inbox.
Detto questo, la logica di Buzz ricorda non tanto Facebook quanto FriendFeed, e credo che questo sia voluto. Anche la grafica è simile, a parte l’effetto di fadeout quando si nasconde un post (pardon, si fa mute) che è abbastanza scocciante. Ci sono però alcune differenze:
– si è visibili per nome e cognome e non per nick scelto (MALE, è una questione di principio per non dire che potrebbero esserci grossi problemi di privacy)
– per quanto riguarda sopra, è obbligatorio avere un profilo con nome e cognome per scrivere dei buzz o dei commenti; per riceverli, bontà loro, non è obbligatorio farlo (MALE)
– i singoli commenti, e non solo il capofila, hanno indicata la data (BENE)
– non ci sono gli amici degli amici (BENE)
– non è possibile nascondere una categoria di messaggi – chessò, quelli da un altro socialcoso – per non leggere doppioni e triploni (MALE; ad esempio ho smesso di importare da Google Reader perché altrimenti certe notizie erano doppie)
– è possibile fare buzz ristrette a un certo gruppo di persone (BENE, è molto più comodo che fare una mail a N persone nel caso si debba fare una discussione)
Ci sono ancora molte cose che non vanno, come il fatto che non si riesce mai a capire se effettivamente ci sono buzz o commenti nuovi oppure non si è riusciti a marcarli come letti; l’impressione è che più che una beta stiamo parlando di una versione alfa, e ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che questi bachetti vengano corretti.
Risultato finale? Bah. Per uno come me che tanto ha un profilo Google noto a cani e porci, l’unico problema di Buzz è che è l’ennesimo socialcoso e soprattutto l’ennesimo generatore di doppioni in giro. Per uno più attento alla privacy che non usa Gmail l’alternativa è creare un account con un nickname e non col nome, ma i vantaggi dell’integrazione si perdono. Infine chi usa gmail ma non vuole rendere noti i suoi dati urbi et orbi probabilmente farà meglio a evitarlo.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-12 14:07

Scritti scelti male (libro)

[copertina] Come spiegano le note di copertina, Rocco Tanica suona la pianola nel simpatico complessino di Elio e le Storie Tese, oltre a essere stato quasi mio vicino di casa (gli “studi di posa Oldofredi” dove si afferma essere stato scritto il libro). Cosa troviamo nella sua opera prima? (Rocco Tanica, Scritti scelti male, Bompiani 2008, pag. 187, € 14, ISBN 978-88-452-6089-6) Raccontini vari, raccolti in vari filoni. Chiaramente nessuno si aspetta di avere un nuovo Leo Tolstoj, questo è il classico libro che si legge quando ci si vuole riposare e uno ne deve tenere conto. Ciò detto, il risultato finale è comunque parecchio disuguale. Ad esmpio, la serie delle interviste rifiutate a mio parere è parecchio noioso, e il riassunto in cento parole dei classici della letteratura usando Word ha un interesse oulipiano ma nulla più. Tanica riesce molto meglio quando si applica alle modifiche ai luoghi comuni; l’elenco delle leggende metropolitane è esilarante, così come la favola della principessa e del mugnaio. In conclusione, il testo è molto disuguale; prendetevi quello che vi piace e lasciate perdere il resto. Ah: nota di merito alla copertina, con la raffigurazione del quadro “La fucina di Mercurio visitata dalla Finanza”.

Ultimo aggiornamento: 2010-02-11 07:00

_Dietro lo specchio_ (libro)

[copertina] Come dice il mio amico Fabio (occhei, anche lui è un matematico, anzi un docente universitario…), il tempo di validità di un articolo con un nuova teoria in fisica teorica è leggermente inferiore a una settimana. D’accordo, esagera un po’; ma è vero che nell’unico secolo sono state proposte decine di teorie più o meno simili tra loro e sempre piuttosto esoteriche. In questo libro (Lawrence M. Krauss, Dietro lo specchio [Hiding in the Mirror], Codice Edizioni 2007 [2005], pag. 289, € 19, ISBN 978-88-7578-070-8, trad. Sergio Orrao) Krauss usa come filo conduttore le proposte di aggiungere dimensioni (spaziali) addizionali per far quadrare i conti nelle teorie di unificazione delle forze fondamentali. L’autore la prende molto alla lontana, con Faraday e la sua nozione di campo che a detta sua è stato il primo esempio di una teoria che dà come esistente qualcosa che in effetti non c’è, e continua con un racconto scritto in modo appassionante di come le varie teorie sono sorte, messe nel dimenticatoio, riciclate perché come per il maiale non si butta mai via nulla. Non garantisco che, nonostante l’ottima traduzione, alla fine uno abbia capito come funzionino le varie teorie delle stringhe; ma quello mi sa sia un problema della fisica e non nostro.

Ultimo aggiornamento: 2014-06-16 21:23

_Why do Buses Come in Threes?_ (libro)

[copertina] Primo libro di una serie piuttosto fortunata (in Italia sono stati tradotti dalle edizioni Dedalo, questo in particolare col titolo Probabilità, numeri e code) questo testo (Rob Eastaway and Jeremy Williams, Why do Buses Come in Threes?, Portico 2005, pag. 211, Lst 7.99, ISBN 978-1-86105-862-1) vuole raccontare, come dice il suo sottotitolo, la matematica nascosta nella vita di tutti i giorni. I primi capitoli del libro sono un po’ deboli, ma poi gli autori ingranano e il risultato è davvero piacevole, sia per lo stile di scrittura con il famoso humour britannico che per i temi trattati. Potrete finalmente scoprire come mai capita sempre che il bus nella direzione opposta passi prima del vostro, oppure perché a volte ci sono gli ingorghi senza alcun incidente, o ancora imparerete alcuni giochi di prestigio matematici. Curiosità: il capitolo 13 non esiste, e il 14 si intitola appunto “dov’è finito il capitolo 13?” Trovo anche adatta la scelta di presentare alcune formule matematiche complesse, naturalmente senza la dimostrazione di come si ricavano; in questo modo il lettore può essere introdotto all’analisi qualitativa dei risultati, cosa generalmente utile nella vita di tutti i giorni ma che spesso non viene insegnata a scuola.

Ultimo aggiornamento: 2015-11-25 08:45

Singloids – la raccolta delle prime 300 strisce in B/N (libro)

[copertina] I PersichettiBros sono tre loschi figuri (almeno quello dei tre che io conosco lo è) che da un annetto abbondante hanno iniziato una striscia quasiquotidiana, pubblicata dal lunedì al venerdì sul loro sito http://singloids.com/, che racconta le avventure dei loro tre alter ego, che nel fumetto condividono da scapoli una casa. Questo libro (PersichettiBros, Singloids – la raccolta delle prime 300 strisce in B/N, ilmiolibro.it, pag. 88, € 10, no ISBN) è la raccolta autoprodotta delle prime 300 strisce; esiste anche la versione tutta a colori, per chi vuole spendere un po’ di più (17 euro, per la cronaca).
Per dare un’idea della validità del fumetto, vi racconto un aneddoto. Io non sapevo che il mio amico fosse uno dei Singloids. Sapendo però che suonava in un gruppo rock, il giorno che uscì una delle strisce dove il suo alter ego cercava di far suonare a tutti lo stesso brano la striscia mi piacque così tanto… che gliela segnalai! Caustici quanto basta, i Singloids sono una voce davvero meritevole nel fumetto comico italiano.

Ultimo aggiornamento: 2010-01-23 07:00