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SushiShop (catering)

Con due unenni per casa non è che ci si possa muovere più di tanto, così ieri abbiamo pensato di farci portare a casa una cena giapponese da SushiShop, una catena francese (e lo si vee, perché la localizzazione non è che sia così perfetta) che ha un singolo punto vendita italiano a Milano in via Turati.
La confezione è ben fatta, e anche la presentazione del cibo non è male (abbiamo preso un chirashi, un sashimi, dei maki, dei salmon rolls e un po’ di riso, e anche il prezzo è onesto. Ciò detto, il nostro ordine, fatto a mezzogiorno per le 19.30, è arrivato alle 20 (notate che la granularità dell’ordine è di 15 minuti, quindi eravamo comunque fuori di almeno un quarto d’ora) nonostante alle 18.50 fosse già partito. Inoltre stamattina sia Anna che io abbiamo un po’ di mal di stomaco; è vero che stanotte stavamo bene quando i giovini si sono svegliati ed è vero che la mia notte non è stata il massimo sempre causa giovini, ma sentire che anche Anna non era al massimo mi fa pensare che ci vorrà un bel po’ prima di riprovarci :-)

Ultimo aggiornamento: 2011-02-15 11:54

_La legge di Parkinson_ (libro)

[copertina] «Il lavoro si espande fino a occupare il tempo a disposizione per completarlo.» Molti adi voi avranno probabilmente letto questa frase e l’avranno associata alle leggi di Murphy: ma essa ha un autore ben preciso, Cyril Northcote Parkinson (nessuna parentela con l’omonimo morbo), uno storico navale inglese che scrisse una sessantina di libri. Questo libro (Cyril Northcote Parkinson, La legge di Parkinson, Monti&Ambrosini 2011 [1958], pagine 160, € 16, ISBN 978-88-89479-16-2, trad. e note Andrea Monti) nacque da un articolo umoristico scritto per l’Economist che venne poi espanso sotto forma di libro, che divenne immediatamente un best-seller. L’autore, con uno stile umoristico tipicamente britannico, elenca le caratteristiche tipiche di un sistema burocratico, mostrando come una qualsiasi organizzazione col tempo diventa sempre più autoreferente, generando del “lavoro interno” assolutamente inutile se non per richiedere nuove persone per gestirlo. Ma ci sono anche capitoli sul funzionamento dei comitati e dei parlamenti che sembrerebbero scritti oggi e non risentono affatto dei più di cinquant’anni passati dalla prima edizione del libro.
La prima edizione italiana, curata nientemeno che da Luciano Bianciardi, è da lungo tempo fuori catalogo; è pertanto meritoria l’opera di Andrea Monti che ha ripreso il testo. La traduzione rende perfettamente lo stile britannico dell’autore, e inoltre molte note a piè di pagina aiutano a comprendere i riferimenti prettamente britannici inseriti da Parkinson, che in fin dei conti era un membro dell’élite inglese della metà del XX secolo. Una lettura che diverte ma fa anche pensare, insomma!

Ultimo aggiornamento: 2014-06-16 21:22

Cows in the Maze (libro)

[copertina]Terza (e ultima) raccolta degli articoli di Ian Stewart sullo Scientific American (e sulla versione francese Pour la Science – non so voi, ma a me il pensiero che la rubrica di giochi matematici sullo Scientific American fosse divenuta bimestrale e che sono state le versioni nazionali a mantenere alta la bandiera della matematica ricreativa fa un po’ di tristezza), in questo libro (Ian Stewart, Cows in the Maze, Oxford University Press 2010, pag. 306, Lst 8,99, ISBN 978-0-19-956207-7) troviamo quello che ci si può aspettare da un libro del genere: capitoli generalmente scorrelati, tranne il trittico sui viaggi nel tempo che in effetti sono l’espansione di un’unica colonna piuttosto lunga nell’originale, e che toccano più o meno tutti i campi, data la pervasività della matematica che i non matematici credono essere incredibile ma che in effetti per i matematici è una cosa assolutamente normale. Questo significa che ci sono capitoli (quello sulle figure di corda e sulle danze) che per me sono assolutamente inutili e altri (chessò, quello sui quadrati più che magici o sui percorsi dei cavalli su scacchiere rettangolari) il cui approccio è molto più interessante di quello che si trova in giro solitamente. Altra cosa molto bella è la sezione finale di ogni capitolo con la sitografia: perché diciamocelo, oggi come oggi il libro è il punto di partenza, non certo l’arrivo. In definitiva: carino, ma direi non essenziale.

Ultimo aggiornamento: 2011-02-05 07:00

Bridge at the Enigma Club

[copertina] A volte a fidarsi del nome dell’autore ci si sbaglia. Dopo i due libri di problemi matematici scritti da Peter Winkler (Mathematical Puzzles e Mathematical Mind-Benders), quando vidi che aveva pubblicato un nuovo lavoro l’ho immediatamente comprato. Peccato che Winkler, oltre che matematico, sia anche un bridgista, e che questo libro (Peter Winkler, Bridge at the Enigma Club Master Point Press 2010, pag. 181, $18.95, ISBN 978-1-897106-59-4) sia appunto di bridge, gioco che io non conosco per nulla né a cui sono interessato. Gli amanti del gioco potranno scoprire un nuovo sistema di bidding proposto da Winkler, il Ricochet, che dovrebbe essere più lineare e facile da ricordare di quelli attualmente in uso; inoltre si possono vedere alcuni esempi di trasmissione crittografica di un bit, nel senso che se anche gli avversari sanno il significato del segnale non possono decodificarlo se non troppo avanti nella partita. Ma per chi il bridge non lo segue direi che è tutta nebbia.
 
 
 

Ultimo aggiornamento: 2011-01-22 07:00

_Nonplussed!_ (libro)

[copertina] Molti di voi saranno sicuramente convinti che la matematica sia quanto di più noioso ci sia: in fin dei conti non si fa altro che dimostrare cose che sono vere, no? Ma non capita sempre così. No, le cose, quando si dimostrano, sono vere: ma non è affatto detto che lo sembrino. Nei vari capitoli di questo libro (Julian Havil, Nonplussed!, Princeton University Press 2010 [2007], pag. 196, $16.95, ISBN 978-0-691-14822-9) Julian Havil presenta “dimostrazioni matematiche di idee implausibili”, come del resto scritto nel sottotitolo; il titolo stesso significa “perplesso, imbarazzato”. Non si tratta di paradossi nel senso usuale del termine, ma proprio di teoremi controintuitivi, come quello che dice che esistono due giochi entrambi in perdita ma tali che, scegliendo opportunamente quale giocare volta per volta, si può ottenere un guadagno. Il libro presenta le dimostrazioni dei teoremi, il che potrebbe far scappare chi matematico non è ma permette a chi è interessato di capire finalmente la ragione dietro alcuni risultati che magari aveva orecchiato su qualche testo di matematica ricreativa; inoltre l’esposizione è molto chiara e permette di cogliere affinità e collegamenti inattesi, nel migliore spirito matematico. Insomma, lettura altamente consigliata!

Ultimo aggiornamento: 2011-01-15 07:00

Il matematico si diverte (libro)

[copertina] Federico Peiretti, oltre a insegnare matematica e fisica in un liceo classico torinese, è l’anima della sezione piemontese di Mathesis, e uno dei più convinti sostenitori della teoria che la didattica della matematica sarebbe da rivedere da capo a piedi. Lo si vede bene in questo suo libro (Federico Peiretti, Il matematico si diverte, Longanesi 2010, pag. 328, € 18, ISBN 978-88-304-2739-6), che presenta una serie di problemi all’interno di una cornice, direi quasi un fil rouge, di “matematici” che come dice il titolo si sono divertiti. Non è necessario che siano matematici; si pensi ad esempio a Martin Gardner. L’idea è ottima, anche perché permette di capire come si possa essere un po’ pazzi ma comunque non pericolosi; però la mia impressione è che la parte finale sia stata tirata via, e avrebbe forse avuto bisogno di una rilettura. In generale, però, il libro è apprezzabile anche e soprattutto per i non matematici.
 
 

Ultimo aggiornamento: 2011-01-08 07:00

Io quella volta lì avevo 25 anni (teatro)

Dopo due anni sono finalmente riuscito ad andare di nuovo a teatro (in compagnia tutta femminile…), a vedere questo inedito della coppia Gaber-Luporini, recitato da Claudio Bisio con Carlo Boccadoro che lo accompagnava al piano. Lo spettacolo è formato da sei scene, che partono da un episodio della seconda guerra mondiale per finire all’alba del nuovo millennio: il narratore ha sempre 25 anni, perché come spiega all’inizio “è l’età migliore per essere lì in prima persona”.
Devo dire che il risultato non è che mi abbia entusiasmato molto. Il testo era indubbiamente gaberiano, ma il guaio era Bisio. Non che lui non sia bravo, intendiamoci, né che non mi piaccia come stile. Semplicemente mi pare che il suo modo di fare l’attore sia troppo diverso, e quindi avevo come la sensazione di vedere qualcuno che indossava un vestito altrui di una taglia completamente diversa. Ma è possibile che sia solo io ad essere prevenuto…

Ultimo aggiornamento: 2010-12-24 07:00

Strange Curves, Counting Rabbits, and other Mathematical Explorations (libro)

[copertina] Libri di matematica ricreativa ce ne sono tanti, però è sempre possibile trovarne qualcuno di cui non si era sentito parlare. Almeno per me è stato il caso di questo libro (Keith Ball, Strange Curves, Counting Rabbits, and other Mathematical Explorations, Princeton University Press 2007 [2003], pag. 251, $ 23,95, ISBN 978-0-691-12797-2). Ball l’ha scritto a partire da un ciclo di conferenze che aveva preparato su temi matematici non trattati solitamente a scuola. Quello che ho trovato interessante è che, nonostante i temi siano abbastanza standard, la spiegazione si sposta su proprietà non certo note, tipo la trattazione matriciale dei numeri di Fibonacci oppure le procedure esplicite per costruire le curve di Peano. In pratica, insomma, ci si muove tra la matematica ricreativa e quella più seria, secondo la scuola che afferma che tutta la matematica è sempre matematica, e che certe divisioni sono artificiali. Intendiamoci, la trattazione non è esattamente elementare, e non lo consiglierei come libro introduttivo; però sono sicuro che chi ha già un background matematico lo troverà interessante.

Ultimo aggiornamento: 2010-12-18 07:00