Archivi categoria: recensioni

Shi Kong: China Futures (libro)

[copertina] Anche in Cina si scrive fantascienza. Forse non lo si faceva tanto durante la Rivoluzione Culturale, ma ormai il genere è stato sdoganato. Per curiosità ho così preso questa antologia di Urania (AA.VV., Shi Kong: China Futures, Urania 1564, novembre 2010, € 4.90, trad. Lorenzo Andolfatto) con racconti tratti dalla rivista cinese Kehuan Shijie.
Giudizio critico? Beh, per metà buona del libro i racconti sono francamente brutti. Notate che io amo anche la fantascienza americana dell’Età dell’Oro, insomma non chiedo chissà quale introspezione psicologica dei personaggi ma mi accontento senza problemi dei vecchi racconti con un’idea più o meno plausibile portata alle sue conseguenze. Qui non c’è nulla di tutto questo, i primi racconti mi sembrano più che altro dei compitini (non posso ovviamente sapere quanto la traduzione abbia influito sullo stile, il cinese è troppo lontano dalle mie conoscenze per potermi fare anche solo un’idea indiretta). Salverei solo La melodia della vita di Wang Jinkang, nonostante qualche incertezza stilistica, e I sei sentieri di He Xi, anche se credo di aver perso qualcosa sui riferimenti al buddismo. Le tombe del cosmo di Han Song avrebbe anche un’idea interessante ancorché crepuscolare, sui costruttori di tombe, ma appunto il tema è trattato in maniera troppo piatta per i gusti che posso almeno avere io. In definitiva non credo che mi appassionerò ancora alla fantascienza cinese.

Ultimo aggiornamento: 2011-06-04 07:00

Gesù e i saldi di fine stagione

[copertina] Bruno Ballardini è un markettaro. Oltre alle sue opere più serie che non ho mai visto, ha scritto un best-seller, Gesù lava più bianco, che spiega come la Chiesa cattolica romana sia stata la prima a inventare il marketing, già ai tempi di San Paolo. Ballardini, che pure è ateo, è rimasto così indissolubilmente legato al successo di quel libro che probabilmente ha scritto questa sua nuova fatica (Bruno Ballardini, Gesù e i saldi di fine stagione, Piemme 2011, pag. 304, € 16, ISBN 978-88-5661-532-6) per esorcizzarla. Il tema stavolta è «Perché la Chiesa non “vende” più?»; Ballardini immagina di essere stato assoldato da un cardinale per preparare uno studio sulle misure per ovviare alla crisi di questi decenni della Chiesa Cattolica. Ora io a questa storia non ci credo affatto, ma qualche studio gli deve essere stato davvero commissionato, vista la parte centrale del libro che racconta dei vari brand attuali della Chiesa, da CL ai Focolarini, dall’Opus Dei a sant’Egidio, e delle minacce delle altre religioni e culti. Detto tra noi, per quanto interessante questa è la parte più debole del libro; molto meglio inizio e fine, anche se a mio parere se li è inventati di sana pianta. In definitiva un bel libro, direi più adatto a chi si interessa di religione che agli adepti del marketing: se volete, fa un po’ pensare che sia pubblicato dalla Piemme, che adesso è nel gruppo Mondadori ma nasce comunque come casa editrice di ispirazione cattolica. E non ditemi che gli affari sono affari, qui non abbiamo Brigitta e Filo Sganga!
Curiosità finale. Nella copertina si vede un’etichetta (di un articolo in saldo, e il nome l’articolo è appunto il titolo del libro) con un EAN. Bene: quell’EAN è in realtà l’ISBN di un libro, sempre edito da Piemme, di Paul Poupard; il libro in questione è La morale cristiana nel mondo. Indagine del Segretariato per i non credenti. Carino, no?

Ultimo aggiornamento: 2011-06-01 07:00

_L’aritmetica di Cupido_ (libro)

[copertina] Non è la prima volta che Carlo Toffalori scrive un libro in cui cerca di mettere insieme matematica e opere letterarie. Rispetto al precedente Il matematico in giallo, però, stavolta (Carlo Toffalori, L’aritmetica di Cupido, Guanda “Biblioteca della Fenice” 2011, pag. 254, € 16,50, ISBN 978-88-6088-869-3) il risultato mi sembra molto migliore. Ho qualche riserva sul titolo; di matematici e amor letterario se ne parla giusto per un capitolo, e nemmeno tanto ampio. Il tema generale è di come la matematica e i matematici vengono visti in tutta la letteratura, da sant’Agostino al giorno d’oggi; il testo è pertanto prodigo di citazioni dei più svariati autori, immerse in quella che è una lunga chiacchierata di quelle che si potrebbero fare in una lunga sera d’inverno davanti a un caminetto. La matematica non ne esce sempre bene: anche autori come Edgar Allan Poe, che pure a parole si profondono in lodi sperticate all’Analisi, a una lettura meno affrettata si nota affastellano nozioni senza un chiaro significato: più che matematica si può quasi parlare di magia. Altri accostamenti, come quello di Pirandello, mi appaiono un po’ forzati; meglio sicuramente quando si parla di Oulipo e dell’onnipresente Borges. Alla fine ci si rende comunque conto che anche la matematica fa parte della vita…

Ultimo aggiornamento: 2016-09-06 16:27

_Cos’è la Sintropia_ (libro)

[copertina] Il gruppo Facebook “La mucca di Schrödinger” è dedicato ai libri scientifici; creato da alcune case editrici italiane, mette periodicamente in palio alcune copie di un libro per chi voglia leggerle e recensirle. Questa volta (Luigi Fantappié, Cos’è la Sintropia, Di Renzo 2011, pag. 288, € 20, ISBN 978-88-83232-58-9) è toccato a me. Ma che cos’è in effetti la “sintropia”? Il sottotitolo del libro recita “Principi di una teoria unitaria del mondo fisico e biologico e conferenze scelte”. Il punto di partenza della teoria – più filosofica che fisico-matematica, almeno in questo testo – è dato dalle soluzioni delle equazioni che descrivono la teoria della relatività e la meccanica quantistica. Queste soluzioni sono fondamentalmente di due tipi: onde generate da un punto nello spazio-tempo e onde che convergono verso un punto. Questa seconda classe di soluzioni è generalmente eliminata perché “non ha senso fisico”; Fantappié invece le tratta come esistenti, pur notando che per definizione tali fenomeni non possono essere studiati con il metodo scientifico; mostra come sono opposti all’entropia andando verso una complicazione e non una semplificazione, e li chiama per l’appunto sintropici. Da lì si giunge poi a una teoria degli universi possibili che vengono definiti a partire dai gruppi di trasformazioni dello spazio n-dimensionale e a un argomento ontologico per l’esistenza di Dio (Fantappié era cattolico).
Prima di buttar via tutto come stupidaggini pesudoscientifiche è meglio ricordarsi che uno come Feynman, insomma non esattamente l’ultimo arrivato, postulò che nell’universo ci fosse un singolo elettrone che andando avanti e indietro nel tempo ci facesse credere di essersi moltiplicato; e d’altra parte tutte le millanta teorie dell’unificazione della fisica partono proprio da gruppi di trasformazioni che “sarebbero” le particelle elementari. Anche la sua teoria della Relatività Finale, in cui le leggi fisiche non varrebbero a distanze spaziotemporali enormi, è interessante, così come la sua critica al positivismo scientifico che parte dalla considerazione che dalla metà del XIX secolo la matematica è diventata tutto tranne una scienza basata sulle percezioni sensoriali. Resto però molto scettico sulla possibilità di studiare seriamente eventuali fenomeni sintropici; in definitiva il libro mi pare più un esercizio filosofico che una teoria verificabile, nonostante l’artificio dualistico escogitato da Fantappié che studia gli eventi invertendo il senso del tempo.
Peccato infine per i numerosi refusi, probabilmente legati alla scansione OCR dei testi originali.

Ultimo aggiornamento: 2018-06-26 16:38

Esercizi di stile (libro)

[copertina] Questo libro (Silvia Ferraris, Marco Maiocchi, Maximiliano Romero, Esercizi di stile, Libreria Clup 2007, pag. 221, € 13, ISBN 978-88-7090-921-0) è una specie di instant book; nato da un workshop di una settimana al corso di laurea in design industriale, raccoglie gli elaborati degli studenti.
Il titolo dovrebbe far ricordare all’inclito lettore quello dell’omonima opera di Queneau: anche in questo caso abbiamo un tema – uno spot pubblicitario di una barretta energetica al cioccolato – che viene rivisto e rivisitato seguendo svariati stili tra quelli proposti dai docenti e quelli tirati fuori dagli studenti stessi. Il guaio sta nell’estrema disomogeneità dei risultati, presentati così come consegnati senza un commento critico; nella stragrande maggioranza dei casi gli studenti si sono limitati a mettere in pratica la scena clou, ma in maniera non certo olistica quanto distaccata, proprio da compitino a casa.
Menzione onorevole però per lo studente che ha scelto come stile “etichette di birra” e ha detto di aver girato Milano per comprare birre di tutti i tipi: lui si è sicuramente divertito.

Ultimo aggiornamento: 2011-05-21 07:00

Il metro del mondo (libro)

[copertina] Devo confessare che ho iniziato a leggere questo libro (Denis Guedj, Il metro del mondo [La Méridiene], Le Scienze 2009 [2004], pag. 331, trad. Mauro Raggini) con un certo qual scetticismo, memore della pessima impressione che mi fece Il teorema del pappagallo. Però mi sono dovuto ricredere: è tutta un’altra cosa. Qui il tema è la creazione, anzi direi quasi l’invenzione, del metro: come cioè nel bel mezzo della Rivoluzione Francese si decise non solo di uniformare tutte le misure, ma di crearne una completamente nuova e legata alla Natura. Guedj racconta appassionatamente la cosa, dai cahiers des doleances che si lamentavano anche perché le misure correnti venivano modificate a piacere dai signorotti alle discussioni su quale sarebbe stata la misura più certa alle misurazioni geodetiche compiute in un momento in cui la Francia repubblicana era in guerra con mezza Europa. La parte più interessante è a mio parere proprio questo interallacciarsi degli avvenimenti della Rivoluzione con quelli trattati nel libro: nomi ben noti dalle lezioni di storia compaiono qui come comparse o protagonisti, ma in ogni caso da un diverso punto di vista. La traduzione è scorrevole.

Ultimo aggiornamento: 2011-05-18 07:00

La sezione aurea (libro)

[copertina] Gli spagnoli di RBA hanno preparato un’altra collana matematica, dopo quella dei giochi matematici; in questo caso credo che l’idea sia mostrare come la matematica pervada la vita di tutti i giorni senza però usarne troppa, in modo da non spaventare il lettore. Con questo primo volume (Fernando Corbalán, La sezione aurea – il linguaggio matematico della bellezza, RBA Italia “Mondo matematico” 2011 [2010], pag. 158, € 9,99; trad. Paola Pettinotti e Alessandro Ravera) non è che ci siano riusciti così tanto. La parte finale architettonica può essere carina, anche se io non credo a tutte quelle occorrenze del rapporto aureo φ; e ho apprezzato i riquadri di approfondimento sulle persone. Però mi resta il dubbio che tutta la prima parte, quella più propriamente matematica, risulti troppo pesante per il lettore casuale e troppo confusa per il matematico; inoltre non capisco la scelta di nascondere l’autore che non appare in copertina ma solo nel colophon. Misteri.

Ultimo aggiornamento: 2024-06-24 18:14

santini elettorali: Manfredi Palmeri Sindaco

All’ultimo momento (è arrivata in buca ieri, come sempre indirizzata ad Anna) ma anche Manfredi Palmeri ha spedito la propria pubblicità elettorale: volantino 21×10,5cm, carta patinata 160g/m2, nome del committente responsabile scritto con un font leggibile, IBAN regolarmente presente.
Lo slogan di Palmeri è «LA PRIMAVERA DI MILANO» con i colori digradanti sui toni dell’arcobaleno, cosa che farebbe tanto anni 90 se nopn fosse che perlomeno il font è molto sottile. Il sottoslogan è poi molto terzopolista:

Né con la Moratti, la delusione
Né con Pisapia, l’illusione
Né con il non voto, la rassegnazione

Peccato che la metrica dei secondi emistichi zoppichi, soprattutto visto che i primi sono tutti senari e quindi viene da pronunciarli molto caricati. La presentazione del candidato («madre milanese, padre del Sud») nasce apposta per mostrare il non-estremismo (ma i tre fratelli delle sue figlie sono di primo letto suo o della compagna? il volantino tace a riguardo e il sito è fumoso)
Nel retro, ancora uno slogan: «Coraggio, Milano! Vota per te, vota Manfredi Palmeri». Palmeri ha vinto il premio per la maggior quantità di spot. Il resto è un appello quasi toccante: «Se invece ha già deciso di votare un’altra lista, e ne è proprio convinto, le ricordo che può comunque indicare me come Sindaco grazie al voto disgiunto», e «Le chiedo di parlare di questa opportunità per Milano – con familiari, amici, colleghi o chi comprensibilmente è sfiduciato e pensa di non votare» – segue slogan di cui sopra.
Ah, non mi sono dimenticato di riportare il programma elettorale di Palmeri. Nel volantino non ce n’è proprio traccia, a meno che non si intenda per programma elettorale «Scegliamo la persona, perché Milano torni ad essere Milano». Insomma, sarà il nuovo polo ma il personalismo continua ad essere la base su cui il suddit… l’elettore deve basare il proprio voto.

Ultimo aggiornamento: 2011-05-13 13:20