Archivi categoria: recensioni

_Pixar – 25 anni di animazione_ (libro)

[copertina]Per una rara coincidenza astrale mi è capitata per le mani questa pubblicazione (AA.VV., Pixar – 25 anni di animazione, 24 Ore Cultura 2001, pag. 183, € 39, ISBN 9788866480679), joint venture tra Il Sole – 24 Ore e il PAC (Padiglione di Arte Contemporanea di Milano) sull’omonima mostra là allestita in questo periodo. La mostra è itinerante ed è nata come “20 anni di animazione”; non era mai stata in Italia, ci sono voluti appunto cinque anni perché approdasse da noi, ma almeno abbiamo avuto il vantaggio di un suo aggiornamento.
Pixar è una compagnia di visionari, come saprete bene se vi è capitato di vedere qualche loro film. Quello che magari non immaginate è che anche se il computer recita una parte da padrone nella realizzazione dei disegni la base di partenza continua ad essere il duro lavoro dei disegnatori; e qui – una volta saltate le pagine di introduzione che mi sa siano il dazio da pagare in questi casi – si possono vedere appunto tanti disegni. Ho scoperto l’esistenza dei Color script che non sono gli storyboard ma sono molto più… beh, colorati oltre che completi. Ho scoperto che sono stati fatti dei modelli tridimensionali, probabilmente per poterli filmare sotto varie angolazioni e vedere l’effetto che facevano; mi sono chiesto se certi quadri (quelli di Lou Romano, per dirne uno) sono stati fatti dopo il film, visto lo stile peculiare; e mi sono accorto come il disegno degli Incredibili è diverso da quello di Ratatouille per l’ovvia ragione che devono far ricordare (ai grandi, non certo ai bambini…) qualcosa di ben preciso.
Commento finale: magari il libro non ve lo prendete, ma la mostra può essere interessante!

Ultimo aggiornamento: 2011-12-31 07:00

_The Art and Craft of Problem Solving_ (libro)

[copertina]Se amate risolvere i problemi matematici, non lasciatevi spaventare dal prezzo di questo libro (Paul Zeitz, The Art and Craft of Problem Solving, John Wiley & Sons 20072, pag. 366, $60.69, ISBN 978-0-471-78901-7): amazon americano al momento te lo vende anche a metà prezzo. Non preoccupatevi nemmeno della mancanza delle risposte nel libro stesso: se cercate bene in giro si trova il pdf “per gli insegnanti” (file che non è in vendita, quindi non si può nemmeno parlare di mancato introito per l’editore). Io ho apprezzato sia lo stile dell’autore, che molto onestamente spiega come il mondo dei problemi matematici non è il mondo reale e quindi la strategia del wishful thinking spesso paga, che le tecniche più “serie” per affrontare i problemi: alcune le usavo già inconsciamente, altre sono state una piacevole scoperta. In definitiva, un testo indubbiamente di nicchia, ma favoloso per chi nella nicchia ci sta già!

Ultimo aggiornamento: 2015-01-10 21:04

_Matematica per mamme e papà_ (libro)

[copertina] A me la cosa non tocca ancora, visto che i miei gemelli sono ancora duenni: ma sono davvero tanti i genitori che si trovano da fare i compiti dei loro figli, e magari scoprono di non saperli fare. La matematica è già una brutta bestia per tanti: peggio ancora, a quanto pare i metodi che usavamo ai nostri tempi sono cambiati. Ecco dunque questo libro (Rob Eastaway e Mike Askew, Matematica per mamme e papà [Maths for Mums and Dads], Salani 2010 [2010], pag. 335, € 14.90, ISBN 978-88-6256-298-0, trad. Valentina Daniele) che racconta ai genitori cosa c’è dietro i metodi attuali. O almeno cosa c’è nei programmi britannici, non so quanto la cosa valga per le nostre classi anche se i test INVALSI credo si avvicinino. In ogni caso, le nozioni spiegate sono un utile ripasso per i genitori un po’ arrugginiti, e aggiungono anche una bella dose di buonsenso che forse è ancora più importante per sapere non tanto quali sono le soluzioni (ci sono anche quelle, peccato una sia errata…) quanto come si fa a ricavarle. Peccato per alcuni punti che non sono stati localizzati: capisco i disegni all’inizio dei capitoli che spesso sono basati su giochi di parole intraducibili, ma per esempio la parte con i “messaggi alla calcolatrice” si sarebbe dovuta rendere in italiano. Ad ogni modo, tranquillizzatevi: non vi perderete nei teoremi!

Ultimo aggiornamento: 2011-12-17 07:00

Una certa ambiguità (libro)

[copertina] Si possono mettere dimostrazioni matematiche in un romanzo? Leggendo questo libro (Gaurav Suri e Hartosh Singh Bal, Una certa ambiguità [A Certain Ambiguity. A Mathematical Novel], Ponte alle Grazie 2008 [2007], pag.361, €16.80 , ISBN 978-88-7928-983-2, trad. Alessandro Peroni) si direbbe di sì. I temi matematici trattati sono abbastanza classici nel pensiero contemporaneo: l’infinito cantoriano e le geometrie non euclidee. La storia intorno si snoda tra il presente e il 1919, e mostra da un lato un professore che ama davvero la matematica da riciclare le dimostrazioni maieutiche – anche se oggettivamente la parte sulla geometria non euclidea mi sembra un po’ troppo tirata – e dall’altro una lotta tra due fedi distinte che termina in maniera inaspettata. Forse il fatto che gli autori siano indiani, e quindi abbiano una concezione della matematica (e della fede…) diversa da quella occidentale a cui siamo abituati contribuisce alla riuscita del testo. Molto piacevoli gli estratti apocrifi dei diari dei matematici dell’antichità, insieme con le spiegazioni relative messe in un’appendice: anche questo è un modo diverso dal solito per spiegare il progresso matematico. Purtroppo la traduzione non è sempre all’altezza. L’editore ringrazia Luca Umena per la consulenza matematica, e in effetti la parte più strettamente matematica è spiegata correttamente e in modo direi comprensibile anche per chi matematico non è. Ma nelle parti immagino tradotte direttamente da Alessandro Peroni ci sono almeno un paio di punti in cui il testo italiano è indubbiamente sbagliato e incomprensibile, il che non è bello. (C’è anche almeno un punto in cui l’errore sta già nel testo originale, quando nella lettera a Riemann si parla di iperbole e non di sella; ma quello non viene considerato…)

Ultimo aggiornamento: 2011-12-10 07:00

_Midnight in Paris_ (film)

[locandina] Sembra incredibile, ma venerdì scorso siamo riusciti ad andare al cinema addirittura per una prima, quella dell’ultimo film di Woody Allen. Dicono che sia stata l’opera del Nostro che ha avuto il maggior successo di botteghino negli USA, il che di per sé non è un ottimo viatico: devo però ammettere che a me almeno il film è piaciuto.
Woody Allen ha sempre avuto una passione per le storie raccontate nel passato, pensate a La maledizione dello scorpione di giada o Radio Days: anche stavolta la storia entra negli anni ’20, con una serie di incontri più o meno credibili e qualche battuta gustosa. Rispetto al solito, il finale è inaspettatamente positivo: si direbbe quasi che Allen sia cresciuto abbastanza per accettare il fatto che non si possa sempre sognare il passato. La fotografia è ottima come sempre, ed è vero che Parigi in questo aiuta: la scelta di fare film ambientati in Europa permette di cambiare un po’ il punto di vista, il che non fa male. Gli attori? Beh, non ho capito se Owen Wilson (Gil) ha di suo la faccia di quello che non sa bene dove sia capitato: se non è così allora ha fatto un’ottima prova. Carlà è lì giusto per far fare bella figura al marito, mi sa; personalmente mi è piaciuta molto l’interpretazione di Gertrude Stein fatta da Kathy Bates, ma magari sono io ad essere positivamente prevenuto :-)

Ultimo aggiornamento: 2019-07-24 21:42

Il grande libro dei giochi (libro)

[copertina]La storia di questo libro (Giuseppe Meroni e Aldo Spinelli, Il grande libro dei giochi, Fabbri 2006, pag. 288, € 12.50, ISBN 9788845137112) è un po’ strana. Le pagine erano originariamente state scritte per una raccolta a fascicoli di Fabbri collezionabili, “Il mondo dei giochi”; quelli di RCS libri han detto “beh, già che ci siamo e che è già stato pagato ce li pigliamo anche noi” il che sarebbe anche andato bene se avessero chiesto di eventuali errori da correggere o perlomeno avessero lasciato l’ordine originale delle pagine, evitando così di lasciare scritto “le soluzioni sono a pagina 17”, quando sono state impaginate a pagina 25. (tra l’altro, nella mia copia manca pagina 127. Errore di stampa o pagina effettivamente inesistente?)
Detto questo, la raccolta è comunque interessante, visto che tratta giochi davvero di tutti i tipi, da quelli all’aperto ai trucchi di magia con le carte, dai giochi di scacchiera a quelli coi fiammiferi. Interessanti anche i cenni storici, che danno un’aria più “calda” alla trattazione.

Ultimo aggiornamento: 2011-12-03 07:00

_La rivoluzione dimenticata_ (libro)

[copertina] La tesi di questo bel lungo saggio (Lucio Russo, La rivoluzione dimenticata – Il pensiero scientifico greco e la scienza moderna, Universale Feltrinelli 20012, pag. 487, € 15, ISBN 9788807816444) rivolta come un calzino quello che ci è stato insegnato a scuola, e che gli studiosi della classicità hanno affermato per secoli. In pratica, secondo Russo il punto più alto della scienza classica si è raggiunto con il primo ellenismo, insomma dal 300 al 150 a.C.; quello che noi consideriamo il “rinascimento imperiale” (Galeno, Plinio, Vitruvio, Tolomeo…) è in realtà un regresso rispetto a quelle punte di eccellenza, con gli scienziati che avevano sì a disposizione le opere di qualche secolo prima ma non le capivano bene, e quindi si arrabattavano come potevano. Archimede non è stato un genio isolato, il “metodo scientifico” non è nato con Galileo ma quasi due millenni prima, e comunque Newton ha fatto una regressione, riprendendo temi aristotelici e teologici e allontandosi dai concetti originali della matematica. Ah, sì: Platone e Aristotele sono ridiventati di moda in età imperiale perché più comprensibili, ma in origine non valevano mica così tanto…
Praticamente tutta l’analisi di Russo si poggia su inferenze indirette, come del resto ovvio dato che non abbiamo a disposizione le fonti originali. Alcune di queste inferenze sono plausibili, come quella che afferma che a noi sono giunte – perché sembravano più carine e quindi erano più usate – le opere più divertenti come quella delle macchine giocattolo di Erone e non gli originali che erano stati creati per illustrare scopi pratici. Altre mi sembrano molto più tirate per i capelli, come l’affermazione che nel primo Rinascimento girassero per l’Italia manoscritti poi perduti, di cui non ci sono nemmeno citazioni casuali, e che erano stati accuratamente tenuti nascosti da chi li sfruttava per mostrare le proprie “nuove” idee. La lettura però è indubbiamente piacevole: non dico che il testo si legga come un romanzo perché è comunque denso, ma è certo appassionante, comprese le troppo brevi pagine finali sull’eredità perduta e la conclusione: “Attenzione, perché oggi stiamo perdendo il metodo scientifico per tornare al mito, con la gente che non capisce cosa sta dietro agli oggetti e i fisici quantistici che preferiscono parlare di fantasie”. Ma leggetevelo voi, fidatevi!

Ultimo aggiornamento: 2014-05-17 21:18

A-ulì-ulè (libro)

[copertina] Questo libro di “Filastrocche, conte, ninnenanne” (Nico Orengo, A-ulì-ulè, Salani 2011 [1972], pag. 156, € 12, ISBN 978-88-6256-515-8) non è certo nuovissimo: la prima edizione è infatti del 1972. Non per nulla mi chiedevo come facesse a essere illustrato da Bruno Munari… Il libro contiene quasi centocinquanta filastrocche, scelte con l’ottimo sistema “quelle che mi piacciono” (Orengo non aveva ancora trent’anni al tempo: non che conti molto, ma magari più in là con gli anni la sua scelta sarebbe stata diversa). Le filastrocche hanno un ovvio target, i bambini a cui raccontarle: e magari ne conoscete già qualcuna, con le parole però leggermente diverse. A me almeno è capitato così. La cosa che però mi ha stupito di più è vedere come alcuni dei testi sono davvero truculenti: un po’ come i cartoni animati della nostra infanzia, dove al povero Silvestro (o Tom, o il Wile E. Coyote) capitano sempre le peggio cose. Spero che i nostri poveri bimbi non prendano delle brutte idee, insomma… ma secondo me vale comunque la pena di leggere loro una paginetta per volta!

Ultimo aggiornamento: 2011-11-19 07:00