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_The Science of Discworld IV_ (libro)

9780091949808Quarto – e presumibilmente ultimo… – volume della scienza del mondo disco, questo libro (Terry Pratchett, Ian Stewart, Jack Cohen, The Science of Discworld IV : Judgement Day, pag. 324, Lst. 7,99, ISBN 978-091-94980-8) mi ha un po’ deluso. La ragione è presto detta: mentre i libri precedenti spiegavano ciascuno un tema ben specifico – rispettivamente lorigine dell’universo,la nascita delle cultuhre e la teoria darwiniana dell’evoluzione – in questo caso non vedo un tema vero e proprio, ma più che altro un aggiornamento di quello che era stato scritto in precedenza. Questo porta i due – Pratchett come sempre si limita alle paginette della storia del Discworld che fa da cornice e spunto alle spiegazioni scientifiche – a essere molto più aneddotici, e fin qui nulla di male; ma li porta anche a spingersi a volte un po’ troppo oltre la scienza. Prendiamo per esempio la loro refutazione del principio antropico. Non ci sarebbe stato nulla di strano se avessero parlato del principio antropico forte, quello per cui l’universo è fatto così perché è fatto per noi; ma hanno scientemente aggiunto al mucchio il principio antropico debole, quello che dice che l’universo è fatto così perché siamo noi a poterlo vedere e non afferma nulla su altri possibili universi: gli è insomma piaciuto giocare facile. In definitiva, se non siete dei completisti forse vi conviene leggere gli altri tre volumi e tralasciare questo.

Ultimo aggiornamento: 2015-05-09 22:30

_Superfici ed essenze_ (libro)

[copertina] Del contenuto originale dell’ultimo libro di Hofstadter e Sander (Douglas Hofstadter ed Emmanuel Sander, Superfici ed essenze : L’analogia come cuore pulsante del pensiero, Codice Edizioni 2015, pag. 623, € 40, ISBN 9788875785260) ne ho già parlato quando uscì un’edizione originale; un’opera monumentale in cui gli autori spiegano perché a loro giudizio noi impariamo a conoscere il mondo e a pensare grazie all’analogia. Mi limito quindi a parlare della sua traduzione, riprendendo quanto scritto da Hofstadter nella prefazione all’edizione italiana.
Perché ho scritto UN’edizione originale, usando l’articolo indeterminativo? Semplice. Il testo originale è stato scritto contemporaneamente in inglese e in francese, e quanto scritto inizialmente in una lingua influenzava quello che veniva ri-scritto nell’altra. Ma usare una lingua oppure un’altra influenza come si scrive il testo, senza contare che anche la diversità della cultura (americana e francese) richiedeva a volte esempi diversi e infine che alcune sezioni, come quella degli “errori di sbaglio” pronunciati involontariamente, dovevano necessariamente essere pensate in una specifica lingua. Nor era dunque possibile una traduzione standard: per ciascuna sezione si è dovuto verificare qual era la versione linguistica originale più vicina a quello che poteva provare un lettore italiano, e in certi casi si è direttamente riscritto il testo à l’Hofstadter&Sander. La speranza è che come nelle edizioni originali non si sa quali siano i contributi di ciascun autore così nella traduzione italiana non si capisca quali siano le parti non tradotte ma adattate.
Termino con un easter egg. L’esempio che apre il capitolo 7 parla di un bambino di nome Jacopo. Nella traduzione in genere si è scelto di lasciare in lingua originale i nomi di persone davvero esistenti, e di rendere in italiano quelli che invece erano usati come esempio; ma in questo caso Jacopo è proprio mio figlio, che nel periodo in cui stavo traducendo il libro fece esattamente quell’affermazione mentre mi stavo facendo la barba (e aveva proprio quell’età!).

Ultimo aggiornamento: 2015-05-07 07:14

_How to Build a Brain_ (libro)

[copertina]Questo libro (Richard Elwes, How to Build a Brain : and 34 other really interesting uses of math, Quercus 2011, pag. 223, Lst 9,99, ISBN 978184964801) è stato pubblicato con una varietà di nomi diversi: magari l’avete visto intitolato “How to solve the DaVinci code”, oppure “Math without the boring bits”. (O più probabilmente non l’avete visto, di Elwes forse uscirà prima o poi Maths 1001 per Newton Compton). Ma è sempre lo stesso libro, facente parte della collana di Quercus “35 interesting uses of”. Devo dire che in questa sua prima prova editoriale Elwes mi è parso ancora acerbo come divulgatore. Ovviamente non è colpa sua se alcuni di questi usi della matematica non sono poi così interessanti: però ho notato che più di una volta ha usato le ultime righe di uno dei capitoletti per accennare a generalizzazioni del tema. L’idea immagino fosse quella di far capire al lettore che non ci si ferma certo ai risultati mostrati in quelle poche pagine in gabbia fissa; il risultato pratico è che al lettore resta l’impressione di un libro tagliato a metà. Da questo punto di vita è molto meglio il suo Maths 1001, dove le definizioni in pillole sono così tante che è possibile ricomporre comunque un mosaico della matematica.

Ultimo aggiornamento: 2015-05-09 22:36

_Scienziaggini_ (ebook)

[copertina] Cristiano Micucci è per tutti Mix. Nonostante sia relativamente semplice trovare suoi testi in rete e anche all’interno di ebook, non aveva mai voluto pubblicare qualcosa di ufficiale; né è stato facile convincerlo a scrivere qualcosa per , perché continuava ad accampare banali scuse tipo il fatto che lui a scuola era stato rimandato due volte in matematica. Ma come sanno gli affezionati lettori della collana, quisquilie simili non sono certo un problema: la matematica è solo una scusa per scrivere qualcosa di interessante e piacevole da leggere.
In questo Scienziaggini (al solito lo trovate a un euro e 99 su amazon, bookrepublic e gli altri store) troverete capitoli rigorosamente seri, come quello sul costruire una macchina del tempo e quello sulla ginnastica informatica; capitoli di battute che potrete vendervi su twitter se riuscite a nascondervi bene da Micucci; ma soprattutto potrete scoprire come la fisica del ventesimo secolo abbia delle inquietanti somiglianze con i partiti e movimenti di sinistra in Italia. Già solo quest’ultimo testo a mio parere vale il prezzo del librino; e a parte questo, volete mettere la gioia di poter finalmente parlare male della matematica, e della scienza in genere, con cognizione di causa?

Ultimo aggiornamento: 2015-11-30 19:07

_Matematica in cucina_ (libro)

[copertina]Nonostante quello che il titolo potrebbe fare pensare, in questo libro (Enrico Giusti, La matematica in cucina, Bollati Boringhieri 2004, pag. 226, € 26, ISBN 9788833915272) non si parla di ricette di cucina matematiche. Molto più semplicemente l’autore ci mostra, attraverso una serie di dialoghi tra due amici che chiama… Gianni e Pinotto, come la matematica si possa applicare anche alle piccole cose di tutti i giorni che si possono trovare in una cucina. Leggendo il libro scopriamo così perché a parità di peso ci vuole più tempo a pelare le patate novelle, oppure che quegli strumenti con tanti buchi per calcolare la quantità di spaghetti da cuocere sono matematici sì ma non troppo… o forse lo sono più di quanto si potrebbe pensare a prima vista. Impariamo anche il motivo per cui caloriferi e scaldabagno hanno forme così diverse nonostante sembra facciano la stessa cosa, e perché se si vuole giocare al casinò conviene fare poche puntate rischiose e non tante puntatine. Beh, questo non è proprio roba da cucina, ma l’eccezione conferma la regola…
Chi odia la matematica potrebbe trovarsi un po’ in difficoltà perché Giusti – che è stato professore universitario di analisi matematica – dimostra anche tutte queste affermazioni. Consiglio però ai diversamente matematici di non preoccuparsi troppo. Anche se non vogliono seguire il suo suggerimento, quello cioè di andare avanti piano piano perché se non ci si cimenta non si potrà mai arrivare a imparare qualcosa di nuovo, il libro è scritto con molto garbo e può comunque essere apprezzato saltando le formule.

_Essere #matteorenzi_ (libro)

[copertina]Non sono mica riuscito a capire cosa offra questo libro (Claudio Giunta, Essere #matteorenzi, Il Mulino 2015, pag. 80, € 8, ISBN 978-88-15-25729-1) a dieci centesimi la pagina cartacea (e sette centesimi e mezzo la pagina virtuale elettronica). Nell’ultima lunghissima parentesi che chiude il testo, Giunta spiega che lui non ha fatto un’analisi politica dell’attuale premier, ma solo lessicale; politicamente – afferma – quallo che si può dire è che Renzi ha tanto entusiasmo e che questo potrebbe anche bastargli per votarlo. Vero? Falso? Non so. Tutto il libretto mi pare un lungo esercizio di stile. Se ci limitiamo alla parte appunto lessicale notiamo come Giunta usi appositamente un vocabolario molto ricercato, a volte aggiungendo graziosamente la spiegazione dei termini da lui scelti, a volte lasciando perdere. (Passi per “truismo”, ma “sinolo” me lo sono dovuto ricavare etimologicamente…) Sempre esercizio di stile è l’attribuzione a Renzi di un testo del secolo scorso, o l’introduzione dell’intellettuale che fa da controcanto. Ma proprio perché Renzi usa il lessico per fare politica, e Giunta lo rimarca, il testo dà una visione politica, mostrata in contrapposizione a quella berlusconiana (no, Silvio non ce lo riusciamo proprio a togliere. In compenso di Beppe Grillo si parla solo en passant, considerandolo sostanzialmente irrilevante). Mettiamola così: si legge in fretta, fa sorridere ma non so quanto faccia pensare.

Ultimo aggiornamento: 2015-05-13 16:47

_Amore e matematica_ (libro)

[copertina]Niente da fare. Secondo me quello che dovrebbe essere lo scopo principale di questo libro (Edward Frenkel, Amore e matematica : il cuore della realtà nascosta [Love and Math : The Heart of Hidden Reality], Codice edizioni 2014 [2013], pag. 331, € 24,9, ISBN 9788875784423, trad. Daniele A. Gewurz), cioè spiegare quanto sia bella la matematica contemporanea, non è stato raggiunto. La colpa non è certo dell’eroico traduttore Daniele A. Gewurz, che con la pazienza di Giobbe ha dovuto spiegare concetti matematici di cui non pensavo neppure ci fosse il termne italiano corrispondente, il tutto mantenendo lo stile molto informale ed entusiasta di Frenkel. Il guaio è che il programma di Langlands, che ha trovato inaspettate relazioni tra branche della matematica diversissime, e si è scoperto essere incredibilmente legato alla fisica quantistica, è troppo astratto per poter essere non dico spiegato ma anche solo fatto intuire a chi non è laureato in matematica. Il libro rimane insomma zoppo, ed è un peccato, perché lo spaccato sulla vita di un matematico russo di origine ebrea cresciuto subito prima della perestroika è fantastico, e spiega molte più cose di tanti altri saggi. Vale la pena di leggere il libro solo per questo, pur essendo consci che il piacere sarà comunque monco.

_Risolvere i problemi difficili_ (libro)

[copertina]La collana Chiavi di lettura di Zanichelli presenta sempre delle ottime opere, leggere ma che danno un’idea di alcuni campi della scienza. Questo libretto (Tommaso Castellani, Risolvere i problemi difficili : Sudoku, commessi viaggiatori e altre storie Zanichelli 2013, pag. 160, € 12,90, ISBN 9788808173867) parte con esempi di due giochi non dico banali ma sicuramente piuttosto noti, come la Torre di Hanoi e il sudoku, e spiega il motivo per cui in matematica sono considerati “difficili”, introducendo il lettore ai temi fondamentali della teoria della complessità che poi vengono spiegati in modo più astratto. Ma la parte senza dubbio più interessante è quella della fisica dei sistemi complessi e a quella dei sistemi difficili, che vengono trattate nella seconda parte del testo. Il punto fondamentale dei sistemi complessi è che generalmente siamo interessati a scoprire cosa succede (e quando succede…) una transizione di fase, vale a dire un passaggio improvviso e a priori inaspettato da una situazione a un’altra. Quello che Castellani ci spiega è che in questi casi si ha tipicamente un’esplosione della quantità di calcolo necessaria a un algoritmo per trovare una soluzione (gli informatici parlano di algoritmi NP-completi); ma quel che è più curioso è che può valer la pena studiare non tanto il “cosa” quanto il “quando”, cioè scoprire per quali valori di un parametro descrittivo delle equazioni si arriva alla transizione di fase, per avere nuove idee su questi comportamenti. I temi sono naturalmente solo sfiorati, ma permettono comunque al lettore curioso di farsi un’idea di un campo della fisica contemporanea che non raggiunge le prime pagine dei giornali ma è nondimeno importantissimo.

Ultimo aggiornamento: 2015-04-04 21:43